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Zoe Quinn, un reportage mette in discussione le sue accuse ad Alec Holowka

Un reportage ha messo in luce alcune contraddizioni delle accuse di Zoe Quinn contro Alec Holowka, lo sviluppatore che si è suicidato qualche giorno fa.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   10/09/2019

Il sito canadese The Post Millenial ha pubblicato un lungo reportage che mette in luce alcune apparenti contraddizioni delle accuse di Zoe Quinn allo sviluppatore Alec Holowka, suicidatosi alla fine di agosto con modalità ancora da chiarire.

Il reportage è basato su alcuni vecchi Tweet della Quinn, scritti ai tempi in cui ebbe una relazione con Holowka. The Post Millennial afferma di aver ricevuto le immagini dei tweet della Quinn da una fonte con accesso all'account chiuso della sviluppatrice. Altri sono stati ottenuti da alcuni video su YouTube, realizzati da utenti che li avevano salvati in precedenza, quando l'account era ancora aperto.

Stando a quanto ricavabile dai messaggi di allora, la Quinn si trasferì da Holowka a Winnipeg alla fine di marzo 2012 / inizio aprile 2012.

Nella sua accusa pubblica, la Quinn afferma che fu segregata nella casa di Holowka, che l'avrebbe isolata dal mondo esterno. Dai molti tweet pubblicati allora dalla donna si ricava però un'altra storia, ossia che non solo poté uscire, ma anche che comunicò con altre persone e visitò diversi luoghi della città. Inoltre, insieme a Holowka, organizzò un incontro tra sviluppatori indie chiamato Windiepeg, cui parteciparono altri 38 sviluppatori, molti dei quali comunicavano con lei tramite Twitter. La coppia fu inoltre ospitata da un podcast, risalente al 14 aprile di quell'anno, chiamato Indie Function. La Quinn e Holowka parlarono dei loro progetti, delle loro vite quotidiane e di come si incontrarono. Pubblicamente la Quinn spese delle buone parole per Holowka e parlò di come lui supportasse la causa di avere più donne nell'industria. The Post Millenial ha pubblicato anche degli estratti dal podcast che dimostrano quanto affermato.

Sempre nel podcast parlando della sua vita con Holowka, la Quinn la descrive come una condizione ideale: "La mia vita ora: mi sveglio, mi dedico a un gioco a cui tengo con passione, e mi addormento esausta."

Un'altra contraddizione delle parole della Quinn emersa dalla lettura dei suoi tweet riguarda il progetto It's Not Okay, Cupid. Stando alle sue accuse Holowka ne avrebbe preso il completo controllo, ma leggendo i tweet emerge che la Quinn era attivamente impegnata nel suo sviluppo.

Stesso discorso per il ritorno a casa: la donna ha accusato Holowka di non averle pagato il biglietto di ritorno per Toronto come promessole prima della partenza e di essersi dovuta rivolgere all'ultimo momento a un suo compagno di stanza per ottenere la somma che gli era necessaria, ma stando ai tweet la Quinn sapeva con largo anticipo quando sarebbe tornata, ossia con più di dieci giorni, visto che già dal 24 aprile invitava i suoi conoscenti a incontrarla a Montreal il 5 maggio, dove sarebbe passata per tornare a Toronto. Anche la sua fuga repentina sarebbe dubbia, visto che il 4 maggio, poche ore prima della partenza, scrisse in un tweet che era al lavoro con Holowka su It's Not Okay, Cupid.

Infine, dopo il suo ritorno a casa, la Quinn continuò a lavorare con Holowka a It's Not Okay, Cupid e i due si scambiarono dei messaggi amichevoli su Twitter fino al 10 maggio 2012.

The Post Millenial conclude affermando che i tweet non dimostrano che Zoe Quinn non abbia subito delle violenze nel corso della visita, ma solo che molte delle sue parole sono smentite dai suoi stessi tweet.