Al momento dell'annuncio, l'Alienware X51 ha suscitato molti più dubbi che certezze: l'ultimo arrivato dell'etichetta dedicata al PC gaming controllata da Dell unisce un form factor compatto, ispirato senza mezzi termini al mondo delle console, con componenti, sistema operativo e funzioni da personal computer. Un ibrido che, guardando il cartellino del prezzo, non può certo rivolgersi all'utente abituato a costruirsi da sé la propria macchina, né in generale a chi predilige l'equilibrio tra budget e performance al momento dell'acquisto.
Il target è più ristretto, limitato a coloro in cerca di un sistema di intrattenimento che possa da una parte spezzare le barriere d'uso imposte dai sistemi casalinghi in un periodo in cui questi arrancano, e dall'altra non rinunciare a un posizionamento del proprio centro d'intrattenimento domestico diverso dalla classica scrivania da personal computer. Abbiamo avuto modo di utilizzarlo per un paio di settimane, verificando l'unicità e i pregi di una costruzione impressionante, e i difetti che ne limitano il bacino di possibili acquirenti e mettono in bella mostra gli aspetti su cui tornare a lavorare con le prossime revisioni dell'hardware.
Soluzione unica
Aperto lo scatolone, l'Alienware X51 si presenta con un ottimo packaging - per quanto lontano dall'incredibile confezione vista con l'Aurora R4 - e accompagnato dalla solita dotazione di manuali e DVD di ripristino, oltre che da mouse e tastiera firmati Alienware di discreta fattura. Insomma l'idea è che il sistema debba essere pronto all'uso appena collegato all'alimentazione e al monitor, con tanto di sistema operativo Window 7 HomePremium 64bit installato. Da vicino, la macchina è notevole: le dimensioni di 32x31x10cm lo avvicinano alla prima Xbox 360, con cui condivide anche l'ingombro dell'alimentatore esterno, mentre i 5.5Kg di peso sono più che tollerabili anche se confrontati con le ammiraglie Microsoft e Sony, segnandone un'eccellente portabilità. Insomma se rispetto a una console si tratta di numeri non certo sconvolgenti, per un PC da gioco siamo al cospetto di una delle costruzioni più compatte e leggere in circolazione. Il case è rigorosamente custom, con un design che ricorda gli altri prodotti Alienware ma una forma che ammicca alle piattaforme casalinghe e ne permette la doppia disposizione, verticale oppure orizzontale. Le plastiche utilizzate sui lati sono opache e di buona fattura, abbellite con un motivo che lascia spazio a una finestra illuminata da led colorati, customizzabili a piacimento, mentre quella frontale è lucida e, se si esclude una certa tendenza a prendere polvere, decisamente accattivante. In effetti in termini di costruzione e design, l'unico appunto che ci viene da fare riguarda i tasto d'accensione, che nel modello testato aveva una corsa non sempre sicurissima. La versione speditaci montava un processore Intel Core i7 2600, 8 GB di DDR3 1333 e scheda video Nvidia GTX 555, il tutto montato su una scheda madre come sempre pensata ad hoc e dotata di audio integrato RealTek 7.1 oltre che ingresso ethernet e modulo wi-fi 802.11 b/g/n.
Questa configurazione, a 1049 euro, è una di quelle possibili considerando la disponibilità di altri processori - Intel Core i5 2320 e i3 2120 - schede video - GTX 545 - e di un minore quantitativo di memoria. In termini di connessioni frontali, oltre all'ingresso per il drive ottico, c'è spazio per i jack 3.5mm di cuffie e microfono ma anche per due USB 2.0, a cui dietro se ne aggiungono altre quattro più due 3.0. Le connessioni della GTX 555 sono invece una doppia DVI-D e una mini HDMI. E' tutto nella norma, se non fosse che per comprimere componenti anche di un certo ingombro, come la scheda video, in uno spazio così piccolo, Alienware ha dovuto trovare un'ingegnosa disposizione interna di pezzi e cavetteria, osservabile rimuovendo il pannello laterale. I limiti di questo puzzle a incastro, oltre a quelli relativi alle difficoltà di upgrade successivi all'acquisto, sono che non c'è modo di configurare l'Alienware X51 per affiancare un SSD al disco da 1TB a 7200RPM installato e poi l'assenza di alcune rifiniture, come l'ingresso per SD e simili, che una macchina dalla natura multimediale come questa avrebbe di certo messo a frutto.
In gioco
Un concept e un assemblaggio esclusivi, oltre che il surplus di possibili operazioni eseguibili da un PC rispetto a una console, non possono di certo giustificare da soli un progetto - e un prezzo - come l'Alienware X51: il campo in cui distinguersi è quello del gaming, dove oggi l'ideale punto d'arrivo di un computer è la possibilità di giocare in Full HD, a cui qui si devono aggiungere determinate "comodità" irrinunciabili per una configurazione da salotto.
La scelta della GTX 555, che Nvidia riserva ai sistemi OEM, è in tal senso un buon compromesso perché da una parte contiene dimensioni e consumi complessivi, che a pieno carico restano attorno ai 200W, lontani dai 330W massimi garantiti dal PSU, e dall'altra riesce a non far scendere eccessivamente a compromessi a 1920x1080. Per quanto ci si debba scordare di poter ottenere sessanta immagini al secondo stabili nei prodotti tecnicamente più avanzati. Installati pesi massimi come The Witcher 2 e Battlefield 3, si deve subito abbandonare la velleità dei settaggi Ultra, con già quelli Alti che in entrambi i casi fanno registrare cali importanti e una media tra le 30 e le 40 immagini al secondo, a meno di non voler scendere a Medio.
Sempre stando dalle parti dei classici settaggi Alti - o equivalenti, a seconda delle singole nomenclature scelte - le cose sono andate meglio con Skyrim, la beta di FireFall e Batman: Arkham City, senza PhysX, che si attestano attorno ai 50 frame per second con una certa costanza. E poi i vari StarCraft II e League of Legends, che invece scorrevano senza incertezze a 60. In ogni caso, non potendo l'Alienware X51 contare su una potenza di elaborazione grafica da desktop di fascia alta o altissima, più che scegliere una configurazione di parametri grafici pre impostata, conviene sempre fare alcune prove e mettersi nell'ottica di dover rinunciare a qualche virtuosismo mal digerito, come il multi sample anti aliasing.
La GTX 555, nel complesso, rappresenta un collo di bottiglia per un sistema che con una GPU più performante potrebbe dare ancora più soddisfazioni, pur riuscendo già così nell'intento di far giocare a dovere a 1080p, staccando di diverse misure la resa delle console. Niente da dire sul fronte temperature, che esternamente non danno modo di lamentarsi anche dopo lunghe sessioni di gioco, mentre la rumorosità è positiva per gli standard di molti PC per quanto la ventola della scheda si faccia sentire nei momenti di maggior carico.
In conclusione
Alienware X51 non costa poco e nella versione testata è sbilanciato sul processore, al punto che il nostro consiglio per gli interessati è di rivolgersi, tra quelli attualmente disponibili, al modello da 899 euro con Core i5 2320 e la solita GTX 555.
Allo stesso tempo il timore iniziale, ovvero che si potesse trattare di un prodotto che usasse il suo design solo come leva per attirare un pubblico di curiosi, risulta infondato: l'estetica vicina a quella delle console è il punto di partenza per un progetto realizzato a dovere anche in termini di dimensioni, peso, montaggio e dotazione, che riesce a trovare una sua ragione d'essere in un pubblico che vuole un computer da gioco da mettere in salotto e utilizzare senza troppi patemi d'animo. La riflessione doverosa, a questo punto, è che in un panorama dove i successori di Xblox 360 e PlayStation 3 tardano a mostrarsi e soprattutto lo sviluppo sembra fermo al palo, almeno in termini tecnologici, il concept interessante dell'X51 potrà solo avvantaggiarsi di architetture appena uscite come Ivy Bridge di Intel e Kepler di Nvidia. I cui modelli di fascia medio-alta potrebbero dare la spinta decisiva per questo genere di hardware che, rinunciando ad alcuni lati positivi e negativi di estremi opposti come console e PC, riescono comunque a mediarne tanti pregi ed eliminare alcuni difetti.