Liquido, solido, gassoso: i tre stati della materia sono protagonisti in Master of Alchemy: Vengeance Front di continue alterazioni in base all'obiettivo di turno, ovvero riempire un contenitore di una determinata quantità di materiali di colore e "qualità" differenti. Da questo punto di vista nulla è cambiato rispetto al primo episodio della serie, che è uscito su App Store nell'agosto 2010 e che ci aveva ben impressionato per via delle interessanti meccaniche proposte, in verità molto più efficaci sull'ampio schermo di iPad che non nelle scomode ristrettezze di iPhone e iPod Touch.
La storia si ripete in tal senso, con un'esperienza che può essere fruita indubitabilmente meglio sul tablet di casa Apple, con un colpo d'occhio che costringe raramente a scrollare e/o a zoomare l'area di gioco per capire dove si trovano i vari elementi prima di mettere a punto una strategia per far finire le sfere rosse e blu nel recipiente di riferimento. Ognuno degli oltre cinquanta stage che compongono la sostanziosa modalità single player sono caratterizzati dalla presenza di uno o due "rubinetti" e dai già citati contenitori. La prima cosa che dobbiamo fare per risolvere un enigma è dunque osservare la posizione di questi dispositivi e il comportamento degli elementi rossi e blu, verificare che si muovano secondo la forza di gravità oppure, al contrario, tendano a salire verso la parte alta dello scenario, quindi utilizzare gli oggetti a nostra disposizione per applicare eventuali trasformazioni e "incanalare" le sfere rosse e blu all'interno di un percorso che le porti a destinazione.
Da piombo a oro
Le novità introdotte da Forge Reply per Master of Alchemy: Vengeance Front non sono, purtroppo, moltissime. In alcuni stage bisogna fare in modo che la materia entri in contatto con degli interruttori che spostano determinate parti della struttura metallica di sfondo, configurando dunque lo scenario per i nostri scopi. Sono inoltre presenti delle gemme preziose che possiamo raccogliere per migliorare il nostro punteggio finale, ma che non risultano fondamentali per completare con successo una missione e passare a quella successiva.
Per il resto, il fulcro del gameplay non sembra cambiato di una virgola: nella parte sinistra dello schermo abbiamo un "inventario" con gli oggetti di volta in volta disponibili, da trascinare dove desideriamo (facendoli eventualmente scomparire con un doppio tocco) e da ruotare dopo aver effettuato una prima selezione per fare in modo che conducano le sfere rosse e blu là dove ci serve che si muovano. I controlli non sono sempre precisi e puntuali, anzi richiedono spesso molteplici tentativi perché un oggetto venga selezionato e ruotato correttamente, ma la mancanza di limiti temporali rende più accettabile tale inconveniente, che altrimenti poteva sfociare in episodi di frustrazione non da poco. Non è cambiata neppure la grafica, che fa ampio uso di asset e materiali già visti, disegnati a mano con uno stile apprezzabile ma che, a nostro modo di vedere, necessitavano di una "rinfrescata" per questo sequel, a cui peraltro manca del tutto una trama. E la vendetta di cui si parla nel titolo? Mistero.
Conclusioni
Sono bastati pochi secondi perché le eccellenti meccaniche platform di Master of Alchemy: Vengeance Front ci conquistassero di nuovo. Il gioco ha un fascino tutto suo, che il tempo non ha scalfito, e si presenta con un sequel in stile "more of the same", introducendo poche novità ma puntando a un single player sostanzioso e coinvolgente. Chi ha apprezzato il primo episodio non potrà esimersi dall'acquistare anche questa nuova raccolta di enigmi "chimici", ma rimane il fatto che, dopo quasi tre anni, era lecito aspettarsi qualche elemento innovativo in più, un sistema di controllo senza incertezze (specie quando si tratta di gestire gli oggetti già presenti sullo schermo) e uno stile grafico rivisitato anziché gli stessi asset del titolo originale, pur validi.
PRO
- Gameplay sempre efficace
- Oltre cinquanta stage
- Stuzzicante e coinvolgente
CONTRO
- Poche novità rispetto al primo episodio
- Controlli touch non sempre affidabili
- Rimane preferibile giocarlo su iPad