Non è semplice inquadrare con precisione Dungeon Hunter 4 negli schemi a cui generalmente si fa riferimento per determinare se un prodotto è valido oppure non lo è. La questione è semplice: Gameloft aveva per le mani un vero e proprio gioiello, senza dubbio il miglior episodio della serie nonché un ottimo esempio di mobile game tutt'altro che limitato, dotato com'è di una campagna estremamente ampia e corposa, nonché di una miriade di oggetti da acquistare, rivendere o potenziare con l'obiettivo di rendere il nostro personaggio il più potente possibile e consentirgli, dunque, di affrontare la quest successiva con qualche possibilità di sopravvivenza in più. Le cose stavano appunto così e forse, chissà, si è pensato che non sarebbe stato leale sbaragliare del tutto la concorrenza proponendo un'esperienza tanto valida, ben diretta e di grande impatto artistico. E così si è deciso non solo di ricorrere al modello freemium, ma di rendere tale elemento centrale e imprescindibile. Ogni tanto in rete compaiono battute sarcastiche su come i possessori di tablet e smartphone siano disposti a pagare cifre ormai prossime ai mille euro per accaparrarsi l'ultimo modello del loro terminale preferito, eppure si facciano venire dubbi e complessi di fronte a in-app purchase da pochi centesimi.
Il che corrisponde al vero, ma dipende anche dalla situazione: se Dungeon Hunter 4 richiedesse una spesa di cinque, sei, finanche dieci euro per garantire l'assenza di qualsivoglia limitazione e un bilanciamento della difficoltà appropriato, probabilmente nessuno avrebbe problemi a sborsare tale cifra, considerando come già detto la qualità del gioco. Senza voler rinunciare all'attrattiva della gratuità, dunque, sarebbe stato possibile e auspicabile rilasciare il gioco come trial, con la possibilità di sbloccare l'intero pacchetto pagando una determinata somma. Il fatto è che invece Gameloft ha dimostrato di non volersi accontentare e puntato più in alto, introducendo dinamiche che addirittura adattano il grado di sfida generale e il danno (inflitto e subito) in base all'equipaggiamento, vanificando quindi gli sforzi (incredibili, ve lo possiamo assicurare) profusi per procurarsi un'arma migliore, una corazza migliore e un set di abilità speciali appropriato.
I fantastici quattro
Sono quattro le classi di personaggi che Dungeon Hunter 4 ci mette a disposizione, divise in pratica in due "stili" differenti: da una parte troviamo il Veterano e lo Spadaccino, due facce della stessa medaglia, il primo lento ma dotato di maggiore resistenza e di manovre poderose, il secondo agile e scattante ma non altrettanto incisivo; dall'altra ci sono invece il Mago Combattente e la Sentinella, che propongono il medesimo rapporto di forza, con il primo che colpisce duro dalla distanza ma fatica a spostarsi velocemente, mentre il secondo lancia le sue frecce in rapidità e riesce al contempo a sfuggire alle sortite del nemico.
Parliamo di due stili perché in effetti l'esperienza di gioco cambia in modo sostanziale se si sceglie la soluzione "brawler" piuttosto che quella "long range": nel primo caso abbiamo sulla destra del touch screen un pulsante deputato all'attacco e un approccio agli scontri basato più che altro sulle caratteristiche individuali, in cui il più forte e resistente vince sempre, in perfetto stile MOBA vista la presenza delle abilità speciali che possono mischiare le carte in tavola e rovesciare le sorti di un combattimento; nel secondo caso, invece, gli attacchi vengono portati dalla distanza e al posto del pulsante d'attacco c'è un secondo stick analogico virtuale, come nei twin analog shooter, fattore che, con un po' di strategia, permette di eliminare i nemici senza farsi toccare, sempre che si disponga della potenza sufficiente per fermarne l'avanzata (altrimenti sono piselli andati a male). Scelto il personaggio, parte una spettacolare introduzione cinematica che mostra come il prosperoso regno di Valenthia si trovi attualmente sotto l'assedio di forze infernali che minacciano di distruggerlo completamente. Serve urgentemente un condottiero che guidi il contrattacco, ed è inutile dire che starà a voi svolgere questo ruolo...
Dungeon Hunter 4 è uno straordinario action RPG, la cui esperienza viene però minata da insistenti IAP
Le modalità multiplayer
Dungeon Hunter consente di rigiocare ogni quest completata in modalità cooperativa oppure di accedere a modalità competitive come il tradizionale deathmatch a squadre o individuale, per un massimo di sei partecipanti. Purtroppo pare che in questi giorni gli utenti si siano concentrati sulla campagna in single player, visto che è molto difficile trovare qualcuno online per una partita; e così siamo riusciti a provare soltanto la co-op, sperimentando peraltro problematiche tutt'altro che trascurabili in termini di lag. Urge un aggiornamento...
Sei morto. Di nuovo.
Dopo una sezione tutorial relativamente breve ma piuttosto completa, ci si trova ad affrontare le prime quest e ad apprezzare l'eccellente lavoro fatto dagli sviluppatori per quanto concerne il sistema di combattimento, semplice ma appagante, e il comparto tecnico, che fa sfoggio di scenari non particolarmente originali ma splendidi per composizione, colori e dettaglio.
La sensazione spesso è quella di muoversi all'interno di un quadro dipinto a mano, in cui ben poco viene lasciato al caso, anche se alcuni luoghi tendono a ripetersi (vedi l'interno dei mulini). Ottime anche le animazioni, a cui manca giusto qualche raccordo in più per raggiungere livelli mai visti in ambito mobile, mentre sul fronte del sonoro le cose non convincono allo stesso modo: ottime musiche, ma gli effetti lasciano talvolta a desiderare. Come accennato in apertura, Dungeon Hunter 4 punta forte sulla quantità di oggetti che è possibile raccogliere durante l'esplorazione e che, in base al loro valore, possiamo decidere di utilizzare e potenziare oppure di rivendere per racimolare altro oro.
Le monete vengono dispensate con relativa generosità e a un certo punto basta ripetere determinate quest per poter racimolare somme di tutto rispetto, ma oggetti come le pozioni curative (fondamentali durante le quest più lunghe e difficili) o determinate armi e armature possono essere acquistate solo usando la valuta pregiata, i diamanti, che chiaramente si pagano con il denaro reale. Arriviamo dunque agli evidenti limiti dell'esperienza, che possiamo identificare con una gestione degli IAP davvero troppo invasiva, che spinge oltre ogni limite sulla difficoltà per convincerci a mettere mano al portafogli. È possibile giocare senza pagare? Durante i nostri test abbiamo cercato di appurarlo, raggiungendo il diciottesimo livello d'esperienza con un Veterano e completando qualcosa come un terzo delle missioni disponibili, ma a costo di grandi sacrifici in termini di grinding. I fan delle imprese disperate, quelli che magari hanno apprezzato Dark Souls, potrebbero finanche apprezzare il perverso fascino di questa interpretazione, il problema è che i motivi dietro queste scelte sono talmente evidenti che è impossibile ignorarli.
Conclusioni
Dungeon Hunter 4 è uno straordinario action RPG, con ogni probabilità il migliore attualmente disponibile sui dispositivi mobile. Gli sviluppatori hanno puntato forte sulla qualità del comparto tecnico, davvero denso di elementi di grande impatto (tanto che su iPad di terza generazione non è raro incappare in qualche calo del frame rate), e su di una campagna in single player avvincente, corposa, ben diretta, strapiena di oggetti collezionabili (con un'attenzione anche al crafting, seppure limitato) e straordinariamente impegnativa. Il punto è che questo splendido agglomerato di sostanza e di pregi è stato messo al servizio degli in-app purchase, adottando il più becero dei modelli freemium, talmente centrale nella struttura da sostituire quello che sarebbe stato un normale bilanciamento della difficoltà con qualcosa di terribilmente diverso, di terribilmente "sbagliato".
PRO
- Comparto tecnico straordinario
- Controlli pressoché perfetti
- Tantissimi oggetti da potenziare o rivendere
- Campagna avvincente e sostanziosa
CONTRO
- Uso vergognoso del modello freemium
- Difficoltà al massimo solo per spingere gli IAP
- Online di scarsa qualità, al momento