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Nidhogg, recensione

Tra allunghi, parate e flèche, arriva su PC uno dei giochi indie più interessanti per chi ama la competizione

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   16/01/2014

In sviluppo da ben quattro anni e in giro ormai da un po' di tempo, Nidhogg è un piccolo e desiderato arcade multiplayer rimasto a lungo un privilegio per pochi fortunati.

Nidhogg, recensione

L'unico modo per poterlo apprezzare era infatti recarsi a qualche evento internazionale, o in alternativa presso uno dei rari Winnitron sparsi in giro per il mondo. Il gioco di Mark Essen era talmente solido e promettente da aver collezionato svariati premi e riconoscimenti fin dal 2010, ma il giovane docente della University of Southern California ha preferito prendersi il tempo necessario per raggiungere due diversi obiettivi: da un lato inserire abbastanza contenuti da rendere Nidhogg un gioco completo e "vendibile"; dall'altro limare il codice, perfezionare il gameplay e consultare diversi pro-gamer allo scopo di renderlo un titolo competitivo a tutti gli effetti. Il fatto che il traguardo sia stato raggiunto solo in parte non basta però a scalfire quello che è già uno dei titoli multiplayer più interessanti di questo inizio anno.

In guardia, marrano!

Come spesso accade, Nidhogg è un gioco che funziona alla perfezione perché parte da un'idea estremamente basilare. Due spadaccini si trovano uno di fronte all'altro in posizione di guardia, e lo scopo è riuscire a superare l'avversario per raggiungere l'ultima stanza alle sue spalle. Per farlo è però necessario uccidere il rivale e ottenere una sorta di via libera, rappresentato dalla freccia lampeggiante tipica dei beat'em up a scorrimento. Una volta ottenuta la freccia, il giocatore avrà pochi secondi per correre verso l'altra estremità del livello prima che il suo avversario si riprenda e provi a fermarlo. Quello che si crea è un forsennato avanti-indietro a metà tra il tiro alla fune e il classico ruba bandiera, in cui non esistono tempi morti e le imprecazioni dei due giocatori fanno da accompagnamento alle incessanti stilettate dei rispettivi avatar.

Nidhogg, recensione

Evitando di rendere il tutto troppo complicato, Essen ha comunque inserito diverse abilità e tecniche in grado di rendere più vivace e imprevedibile ogni combattimento: ad esempio, il giocatore può cambiare l'altezza della propria guardia per proteggersi o spiazzare l'avversario; oppure può disarmarlo, rotolare a terra, dare un calcio in aria, arrampicarsi sulle pareti o strappargli la spina dorsale dopo averlo atterrato. È anche possibile lanciare la spada da lontano, col rischio però di mancare il bersaglio e restare disarmati. Mettete tutto assieme e il risultato è un gioco intenso, in cui basta esitare un attimo o fare una mossa avventata per essere infilzati come uno spiedino. Un attimo si sta saltando, correndo e facendo capriole a più non posso, mentre l'attimo dopo ci si studia, quasi immobili, passando da una posizione di guardia all'altra e cercando di anticipare l'affondo dell'avversario. Immaginate Bushido Blade, ma più veloce e soprattutto più essenziale. Ed è proprio questo il merito più grande di Nidhogg: il gioco di Essen parte da una singola, fortunata idea e non ci si allontana mai, non aggiunge diversivi fuori contesto né prova a sporcarla con meccaniche di gameplay superflue. Anzi, lascia che siano i giocatori stessi a creare match memorabili. Quando si mette K.O. l'avversario e si comincia a correre verso la meta, ci si sente carichi come una molla, invincibili come Mario dopo aver raccolto una Stella. Per non parlare della soddisfazione che si prova, dopo essere stati disarmati, a schivare un affondo, riprendere l'arma con una capriola e, con un colpo preciso, spedire l'altro giocatore nell'inferno dei pixel.

Nidhogg è Bushido Blade, ma più veloce e soprattutto più essenziale

L'arte della spada

Sempre senza strafare, i quattro livelli disponibili provano a stimolare ulteriormente match pieni di bizzarrie. Qualche esempio? In uno di questi ci si può accucciare per nascondersi dietro l'erba alta, in un altro ci sono porte e nastri trasportatori che rallentano la fuga, oppure stretti tunnel, in cui non è possibile saltare o lanciare la spada, e infine finestre e piattaforme che creano percorsi alternativi. Peccato per le infelici scelte cromatiche del livello tra le nuvole, che non solo rendono difficile vedere i due personaggi ma, a lungo andare, risultano anche piuttosto fastidiosi agli occhi.

Nidhogg, recensione

Si tratta di una macchia di sporco in un gioco che, nonostante lo stile volutamente grezzo, ha tutta la personalità e la freschezza che l'autore di Flywrench e Punishment ha sempre mantenuto nei suoi titoli. Nidhogg raggiunge la sua vetta più alta se giocato contro un amico seduto accanto, possibilmente col pad, meglio ancora con un arcade stick. La componente single player, tra le novità principali rispetto alla versione per Winnitron, semplicemente non regala le stesse emozioni: anziché proporre una campagna o una semplice storia, si limita infatti a una sequenza di match contro avversari tutti uguali, caratterizzati da un'intelligenza artificiale decente ma in diverse situazioni anche piuttosto prevedibile. È un po' come giocare a un party game da soli, insomma: si può fare, ma si finisce per perdere gran parte del divertimento. L'opzione più attesa è senza dubbio il multiplayer online, e purtroppo il gioco di Mike Essen scivola su un netcode tutto da rivedere. Perlomeno nel momento in cui scriviamo, invitare un amico a giocare è quasi sempre impossibile, mentre nella rara eventualità che il matchmaking riesca a connettervi con un utente, dovete incrociare le dita e sperare di non avere problemi di lag. Tra gli altri extra c'è un'opzione torneo, nella quale fino a otto giocatori possono sfidarsi in diversi match offline, oppure una lista di variabili che aggiungono un po' di pepe agli scontri, magari riducendo la gravità, aumentando la velocità o facendo in modo che le spade tornino pericolosamente come boomerang una volta lanciate.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit

Requisiti minimi

  • Windows XP, Vista o 7
  • Processore 1.2GHz AMD/Intel
  • 512 MB di RAM
  • 175 MB di spazio libero su disco

Conclusioni

Digital Delivery: Steam
Prezzo: 11,19€
Multiplayer.it
9.0
Lettori (7)
8.3
Il tuo voto

Dalle imperfezioni del netcode alla povertà del single player, questa prima versione di Nidhogg chiede a gran voce l'arrivo di una patch e di nuovi contenuti in grado di aggiungere un po' di sostanza. Tuttavia, penalizzare il gioco di Mark Essen per i motivi elencati vorrebbe dire ignorare clamorosamente il fatto di trovarsi davanti a un prodotto dal gameplay sofisticato e dal bilanciamento ineccepibile. Restano parecchi punti interrogativi sull'uscita di Nidhogg su console, sul tipo di add-on a cui l'autore sta già lavorando, o sull'accoglienza da parte della community di pro-gamer, ma di sicuro lo sviluppatore statunitense è riuscito a trasformare un'idea tanto semplice quanto brillante in un titolo multiplayer ideale sia per gli eventi di eSport, sia per una serata a casa con gli amici. E questo non è assolutamente da tutti.

PRO

  • Semplice nelle meccaniche ma divertente come pochi
  • Gameplay perfettamente bilanciato
  • Adatto sia al novizio che al pro

CONTRO

  • In attesa di una patch per il netcode
  • Scarno nei contenuti in singolo