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Anima in pena

Un puzzle in prima persona dai toni decisamente oscuri

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   29/07/2014

Previsto per un'uscita nel 2015 per PC, Xbox One e PlayStation 4, Hellraid è un hack'n'slash in prima persona immerso in una tetra ambientazione fantasy. Volendo preparare il terreno al titolo con un "fratello minore" destinato alle piattaforme iOS, lo studio polacco Techland si è rivolto a Shortbreak Studios che ha ben pensato di non scimmiottare il gameplay del prodotto sorgente rischiando solo di impallidire al confronto con la versione console: Hellraid: The Escape è dunque un gioco che sfrutta lo stesso scenario lugubre per mettere in campo un gameplay completamente orientato alla risoluzione di puzzle. Andiamo a vedere se si è trattato di una scelta vincente...

Otto prigioni per me posson bastare

Subito dopo i titoli di testa, viviamo attraverso gli occhi dello sfortunato ed anonimo protagonista la sua brutale uccisione effettuata dal malvagio Crell: anziché essere la fine dell'avventura, questo macabro avvenimento ne costituisce di fatto l'inizio, dato che l'anima del nostro alter ego sopravvive reincarnandosi in un altro corpo, purtroppo segregato nelle profondità di un complesso di prigioni infestato da mostri e da trappole mortali.

Anima in pena

Da qui parte il gioco vero e proprio, suddiviso in otto piani che rappresentano i distinti livelli: un po' pochi a dire il vero, per un titolo che si può completare nel giro di un'oretta, lasciando all'utente solo la promessa di futuri aggiornamenti gratuiti che aggiungeranno ulteriori scenari. Perlomeno, si tratta di tempo di qualità, dato che Hellraid: The Escape mette sul piatto valori produttivi di ottima fattura, a cominciare da una lodevole realizzazione tecnica. Graficamente, il titolo sfrutta l'Unreal Engine per mostrare ambientazioni molto curate e dettagliate, impreziosite da pregevoli effetti di luce che ravvivano un po' una palette di colori incentrata quasi esclusivamente su sfumature di marrone e grigio (d'altra parte siamo pur sempre in una prigione): la visuale in prima persona, le dimensioni tutto sommato contenute delle stanze e la sostanziale assenza di altri personaggi su schermo sono indubbiamente dei bei vantaggi per Hellraid: The Escape, che comunque fa il suo dovere in maniera impeccabile. Decisamente d'atmosfera anche l'accompagnamento sonoro, con musiche oscure ed inquietanti che si uniscono agli scricchiolii, al rumore di ingranaggi e alle urla di dolore che si sentono costantemente mentre ci si fa strada fra le sale della prigione.

Hellraid: The Escape è un ottimo puzzle in prima persona che però dura davvero troppo poco

Spostandoci in ambito ludico, Hellraid: The Escape non inventa nulla di realmente nuovo, ma è piuttosto abile nel mischiare molte componenti diverse, rendendo ogni livello portatore di una meccanica nuova rispetto al precedente. Fondamentalmente, al giocatore viene richiesto di spostarsi utilizzando uno stick analogico virtuale, comandando invece la visuale con delle strisciate sulla parte destra dello schermo: gli elementi con i quali è possibile interagire sono evidenziati da una polvere dorata, ed è sufficiente un tap per avvicinare la visuale ed agire di conseguenza.

Anima in pena

Ci si trova ad azionare meccanismi, a combinare oggetti, ad aprire porte e scrigni, a rompere vasi e casse per rivelarne il contenuto e molto altro che preferiamo non citare onde evitare possibili spoiler. I rompicapo risultano stimolanti senza mai essere eccessivamente complicati, ma per scongiurare il rischio frustrazione gli sviluppatori hanno inserito un sistema di suggerimenti che si attiva quando si passa qualche minuto di troppo senza che venga fatto alcun progresso. I puzzle non sono però l'unica attività da compiere in Hellraid: The Escape: vi sono infatti delle sezioni che sfociano - in maniera assai moderata - nel campo degli action, richiedendo all'utente una certa destrezza con il touch screen o il giroscopio. Ancora, non mancano mostri di vario tipo, che però vanno rigorosamente evitati oppure eliminati con degli stratagemmi, data la cronica insipienza del protagonista in qualunque tecnica di combattimento. Tutto funziona bene, senza acuti memorabili ma comunque garantendo al titolo un piacevole flusso di gameplay: peccato che, come anticipato in apertura, l'avventura sia davvero troppo breve, con gli unici (trascurabili) stimoli a tornare sui propri passi costituiti dalle sfide che richiedono di raccogliere tutti i cristalli nascosti nei livelli e leggere ogni lettera lasciata sul suo cammino da un altro misterioso prigioniero.

Conclusioni

Versione testata iPhone 5s (1.13)
Digital Delivery App Store
Prezzo 2,69 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (1)
1.0
Il tuo voto

Techland e Shortbreak Studios hanno sicuramente fatto la giusta scelta di design con Hellraid: The Escape, preferendo realizzare un prodotto parallelo e complementare a quello che sarà Hellraid su PC e console casalinghe, senza correre il rischio di produrre una versione limitata dello stesso gioco. Oltre a ciò, il titolo oggetto di questa recensione va indubbiamente lodato per le sue qualità tecniche, la riuscita atmosfera ed un gameplay che - pur senza proporre nulla di realmente originale - si sforza concretamente di proporre soluzioni variegate per ogni livello di gioco. Peccato che proprio gli stage siano pochi e piuttosto brevi, complice anche una difficoltà tutt'altro che insormontabile delle diverse sfide: i contenuti aggiuntivi gratuiti arriveranno di certo, ma per ora la carne al fuoco è davvero al minimo sindacale.

PRO

  • Atmosfera e grafica di buon livello
  • Gameplay vario e stimolante
  • Interfaccia e sistema di controllo validi

CONTRO

  • Davvero troppo breve
  • La difficoltà non è molto elevata
  • Non localizzato in italiano