Questa che state per leggere è la recensione del primo episodio di Tales From The Borderlands. La serie completa è composta da cinque episodi in lingua inglese. Una volta tanto, non ci sono spoiler.
Tales From The Borderlands: Episode 1 - ZerO Sum esce a solo un mese di distanza da Borderlands: The Pre-Sequel. I due giochi si promuovono l'uno con l'altro ma, mentre siamo sicuri che il gioco firmato da 2K durerà ancora a lungo, siamo invece dubbiosi sul destino di questa serie dei Telltale. L'introduzione del primo episodio è una lunga narrazione quasi mai interattiva che ci presenta uno dei due protagonisti della serie, il colletto bianco Rhys, insieme alla sua spalla, Vaughn. Sono il tipico duo delle storie d'azione, il primo alto e avventato, destinato ai riflettori, il secondo basso e recalcitrante, eternamente oscurato dalle gesta dei protagonisti, nonostante si riveli talvolta l'unico capace di salvare la situazione. Rhys e Vaughn si trovano coinvolti in una trama western fatta di tradimenti, valigette piene di soldi e tesori favolosi.
L'aspetto più interessante del gioco è la scelta di narrare le vicende alternando le voci dei due protagonisti, Rhys e Fiona, quest'ultima introdotta nella seconda parte del gioco, entrambi ostaggi di un misterioso samurai robotico al quale devono raccontare ciascuno la propria versione dei fatti. Un meccanismo simile a quello della prima stagione di True Detective, che funziona bene ma sarebbe stato ancora più appagante se non avesse chiaramente fatto capire quando il narratore distorce i fatti. Gli abbellimenti dell'ego si limitano infatti a qualche scena comica circoscritta. Non di meno, ascoltare prima la storia dal punto di vista di Rhys e scoprire poi il ruolo che ha avuto Fiona, aggiunge un'ulteriore sorpresa a un racconto già ricco di colpi di scena. Infine, quando Rhys e Fiona, legati come salami, hanno finito di contestarsi i fatti, ZerO Sum si imbarca in un terzo atto stracolmo di azione, in cui tutti i comprimari sono presenti sulla scena insieme al carismatico ZerO (per chi non lo sapesse, uno dei personaggi giocabili di Borderlands 2) segno che probabilmente anche i personaggi originali della serie faranno la loro comparsa. Anche se la seconda ora di gioco è movimentata quanto basta, l'inizio fiacco e il cast di personaggi fin troppo tipico ci lascia con qualche dubbio di troppo. Il destino di Tales From The Borderlands è incerto almeno quanto quello di Rhys e Fiona.
Tales From The Borderlands rimpolpa il mondo di Borderlands, ma ogni tanto rimpiangiamo il gioco "vero"
L'altra faccia della medaglia
Tales From The Borderlands racconta due versioni della stessa storia. Due protagonisti, due personalità, due interessi in conflitto fra loro. Ma oppone anche due momenti di interazione, quello narrativo e quello dell'azione. Quando si tratta di parlare e destreggiarsi fra i dialoghi, Telltale fa ancora una volta la sua magia. Alla fine dell'episodio tutti i personaggi coinvolti hanno cominciato a prendere forma e qualche sorriso ci è scappato volentieri, anche se non tutte le battute fanno centro e qualche sequenza stiracchia la storia oltre il necessario. L'illusione di prendere decisioni significative c'è ancora, sebbene durante la lunga introduzione sia difficile appassionarsi a Rhys, e di conseguenza anche le scelte perdono di importanza.
Per fortuna, mano a mano che la storia ingrana, ci sono diversi momenti in cui si avverte che ogni decisione, fra quelle possibili, ha una peso diverso. Per quanto i momenti di interazione siano numerosi, la quantità di tempo in cui dobbiamo solo guardare il film che scorre sullo schermo sono però tanti e si avverte un po' di frustrazione. Questo è particolarmente evidente nelle sequenze di azione. La terza parte del gioco è spettacolare, con lunghe scene emozionanti, ma proprio la durata degli scontri e la loro natura pirotecnica mettono in risalto la superficialità dei Quick Time Event. All'inizio, per esempio, possiamo evocare un robot in nostro aiuto e scegliere il suo armamento. Qualunque decisione vale l'altra, si tratta solo di premere un pulsante al momento giusto, ma tutto è già stato determinato in precedenza. L'abilità richiesta è nulla. Si può obiettare che i Telltale adottano questo approccio con successo già da anni ma, in ZerO Sum, la sproporzione fra gli effetti automatici prodotti dai nostri input e l'umiltà del compito ci fa sentire più che mai scimmie ammaestrate che giocano con una pulsantiera finta. Si tratta di una sensazione che va e viene, trascinata via dall'adrenalinico alternarsi di acrobazie e colpo di scena, ma i giocatori più maturi non potranno fare a meno di pensare con una smorfia a Dragon's Lair e ai vecchi laserdisc. Dove invece il gioco eccelle è nella capacità di ricreare alla perfezione l'ambientazione originale di Borderlands.
Lo stile ironico e dissacrante, misto a una buona dose di pulp, ci fa sentire subito a casa, così come i personaggi cinici e folli, con le loro storie di sopravvivenza e ambizione sfrenata. Ci sono i Vault, i nani con la maschera, corse sfrenate che finiscono in un groviglio di polvere, sangue e lamiere, oltre ovviamente agli immancabili cartelloni che segnalano negozi, assurdi musei e nuovi guai. Se amate Borderlands, sarete felici di esplorare Pandora e dialogare con i personaggi che la popolano, ma quando si passa all'azione, è probabile che anche voi, come noi, vi chiederete perché non state giocando all'originale anziché premere pulsanti a comando. C'è infine un aspetto di Tales From The Borderlands che si fa ancora in tempo a migliorare, e cioè l'abilità speciale di Rhys, che con il suo occhio cibernetico può scansionare gli oggetti nell'area intorno a lui. Per ora questa abilità serve solo per leggere schede divertenti sul mondo di gioco, ma speriamo che nei prossimi episodi offra qualche momento di interazione più articolato. Fiona, dal canto suo, ha del denaro in tasca. Può perderne o guadagnarne, e in un'occasione spenderlo per acquistare un oggetto dal valore estetico. Per ora non sembra una gran cosa, e forse è stato inserito solo per piazzare qua e là le mitiche banconote con il fascio di luce gialla che le fa spiccare nella confusione di un mondo allo sbando. Insomma, dopo due ore buone di gioco la sensazione complessiva è positiva, ma Tales From The Borderlands potrebbe anche rivelarsi un semplice riempimento facile da vendere prima dell'atteso Game of Thrones.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7 2600
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Core 2 Duo 2 GHz o equivalente
- RAM 3 GB
- Scheda video ATI o NVIDIA con 512 MB RAM
- Direct X 9.0c
- Sistema operativo Windows XP SP3
Conclusioni
Tales From The Borderlands evoca alla perfezione l'atmosfera di Pandora e, dopo l'inizio lento e fiacco, preme sull'acceleratore sino alla fine. Piacevole, con un cast sottotono ma in crescita, si lascia guardare e giocare senza fatica. Ma i tanti minuti spesi con le mani in mano e il compito stupido di premere pulsanti a tempo per mandare avanti la pellicola durante le lunghe scene di azione, fa sorgere spesso la domanda: "perché non sto giocando a Borderlands, piuttosto?".
PRO
- Se avete giocato a Borderlands vi sentirete a casa
- La contrapposizione fra due voci narranti inaffidabili funziona
- Pieno di eventi e colpi di scena
CONTRO
- Il cast deve ancora lasciare il segno
- Inizio soporifero
- Quick Time Event quasi offensivi
- Abilità dei protagonisti poco sfruttate