Dopo l'inaspettato ma meritato successo di Guardians of Light era lecito aspettarsi da parte di Square Enix un seguito. Un po' meno lecito è stato constatare come esso sia arrivato con tempi non proprio "commerciali", visto che di fatto sono passati poco più di quattro anni da quanto lo recensimmo su Xbox 360. Quattro anni in cui le avventure isometriche di Lara Croft hanno visto inalterate le meccaniche di base, ovvero quel mix praticamente perfetto tra shooter, platform e puzzle da risolvere, innestato però su una cooperativa, locale e online, per un massimo di quattro giocatori. Una scelta questa che amplia le dinamiche cooperative (ma anche competitive) del gioco, il tutto all'insegna della rigiocabilità e di un vero e proprio endgame tutto da esplorare. Ma andiamo con ordine.
Lara Croft and the Temple of Osiris è un degno successore di Guardian of Light
Sei tu un Dio?
Se in Guardians of Light le avventure di Lara Croft ci hanno fatto fare un tuffo nella mitologia azteca, oggi invece siamo alle prese con un classico che più classico non si può, ma proprio per questo forse ben più forte e d'impatto. Il titolo tradisce il setting: siamo in Egitto, alle prese con la maledizione di un redivivo Set, che dobbiamo sconfiggere per salvare il mondo, aiutati dal rivale archeologo Carter Bell e da Horus e Isis. La storia è poca cosa, un semplice fil rouge che ci permette di viaggiare in questa "Valle dei Re" nascosta tra le sabbie del deserto, terreno di gioco perfetto pieno zeppo di tombe, templi e zone segrete da esplorare. Di fatto questa questa valle funge da hub centrale attraverso il quale Lara deve muoversi per raggiungere le varie tombe, dove sono nascosti le parti del corpo di Osiris, vasi canopi compresi, grazie alle quali sarà possibile evocare la dea per lo scontro finale col malvagio Set.
Il bello di questo hub è che è esso stesso un "livello", con i suoi puzzle, i suoi nemici, e le sue piattaforme da scalare e saltare. Senza dimenticare che potremmo dedicarci a trovare i potenziamenti della salute e delle armi, ma anche e soprattutto scovare e "risolvere" le tombe sfida, per ottenere un generoso extra di gemme. Le gemme sono la moneta del gioco: si trovano rompendo vasi, accendendo i bracieri e facendo saltare in aria le zone di pavimentazione opportunamente contrassegnate. I nemici poi le rilasciano (in special modo i ben congegnati boss di "fine tomba") e devono essere spese per aprire i forzieri all'interno dei quali si trovano anelli e collane, di diverso valore e rarità, e che possono dare importanti e tangibili bonus e malus alle nostre statistiche. Ovvero ad esempio danno aumentato, maggior salute, raggio bomba ampliato, proiettili incendiari dopo una "serie di uccisioni" e via discorrendo. Gli "accessori" più rari e costosi sono dotati di soli bonus, mentre quelli comuni economici si portano in dote sia caratteristiche positive che negative. Bisogna quindi fare scelte oculate che impattano fortemente sul nostro modo di giocare.
Trofei PlayStation 4
Lara Croft and the Temple of Osiris premia il giocatore con dodici trofei. Tutti relativi alla progressione, tombe principali e sfide comprese. Nulla di trascendentale. Sono presenti però alcuni trofei segreti.
Venimmo, vedemmo e lo...
Pad alla mano, le dinamiche sono quelle che tutti conosciamo. La visuale isometrica manda a schermo un mondo di gioco in cui azione, risoluzione di enigmi e platform convivono l'una accanto all'altra, dove le armi servono si per uccidere i nemici, ma sono anche necessarie per premere interruttori e smuovere ingranaggi. Basta citare le mine da piazzare in terra che possiamo far esplodere quando vogliamo, elemento imprescindibile di tutto il gameplay. I puzzle più degli scontri sono quindi l'elemento cardine del gioco, divertenti sia giocando da soli, sia quando altri amici si uniscono alla partita.
In questo caso la disposizione di alcuni elementi dello scenario muta per venire incontro ad una soluzione dell'enigma cooperativa, come a mutare sono gli oggetti equipaggiati dai personaggi. Giocando da soli oltre al rampino Lara ha in dotazione anche la staffa di Osiride, che serve per muovere particolari piattaforme ma anche per rallentare l'esplosione di alcune "sfere bomba", da piazzare e far esplodere alla bisogna. Giocando in due la staffa passerà all'altro giocatore, in modo da dividere il lavoro. Anche gli altri personaggi hanno delle caratteristiche principali. Se Lara ha il rampino, grazie al quale può "agganciare" gli altri compagni per spostarli praticamente di peso (e non solo questo), i due dei risvegliati dal loro sonno millenario possono evocare uno scudo, una vera e proprio bolla protettiva che funge anche da "scaletta" per fare in modo che Croft e Carter possano raggiungere zone sopraelevate. Insomma la cooperativa è stata pensata proprio bene, al pari dei puzzle che non sono mai frustranti e troppo cervellotici. Si tratta semplicemente di spostare palle rotolanti, piazzare quelle esplosive, ruotare specchi riflettenti o premere interruttori. Nulla di troppo complicato, ma mai banale, ingegnoso e tutto sommato decisamente gratificante.
Rimanere bloccati è difficile; al massimo può succedere di non imbroccare il salto giusto o di non vedere qualche oggetto. I combattimenti sono forse la parte meno riuscita del gioco, ma non stiamo comunque parlando di qualcosa di negativo. Non sono molto frequenti, né tanto meno molto entusiasmanti. Il gioco spinge (per fortuna) più l'acceleratore sui puzzle e sull'esplorazione: non che si spari poco, ma la bilancia pende più dall'altra parte, senza dimenticare che giocando da soli il gioco può essere sin troppo facile, anche durante i boss. Boss che comunque prevedono la risoluzione di un piccolo puzzle per essere uccisi, non basta solo svuotargli addosso un mare di piombo. In tal senso, Lara Croft and the Temple of Osiris va necessariamente giocato almeno in coppia. Oltre alle dinamiche cooperative che si instaurano tra i giocatori il livello di difficoltà si alza, con nemici più numerosi e via discorrendo, rendendo il tutto decisamente più divertente e impegnativo. Non che da soli si guidi sempre la bella archeologa col pilota automatico, ma solo in rari casi i nemici sono un osso duro. Una volta diventati esperti nel piazzare mine diventa tutto davvero più facile.
Talmente facile che il timer di esplorazione delle sole tombe principali, una decina circa, ha segnato un totale di poco più di tre ore. Da un minimo di cinque minuti scarsi, ad un massimo di trentacinque. Ovviamente si sta parlando di tempo effettivo, senza poi contare le tombe sfida e l'esplorazione della valle-hub, ma più in generale possiamo dire che se si va di corsa, senza perdere troppo tempo, l'impressione è che sia possibile terminare il gioco anche sotto le cinque ore. Non proprio un valore elevato. Ma c'è da dire che una volta messo a tacere Set per sempre si apre l'endgame. Qui è possible tornare nelle tombe precedentemente visitate, darsi alla ricerca di più gemme possibili e teschi collezionabili rimasti in sospeso.
Il tutto all'insegna delle classifiche online, con requisiti che variano di tomba in tomba. Senza dimenticare poi che nella valle possiamo attivare degli obelischi per combattere con un buon numero di nemici, in vere e proprie orde composte dalla varia e ben congegnata fauna che abita la zona. Si passa dalle mummie dotate di diverse tipologie di attacco, dall'arco con frecce incendiarie a quelle a ricerca, passando per gli scarafaggi assassini, senza dimenticare coccodrilli armati di lancia o con attacco fulminante. C'è poco da lamentarsi sotto questi punto di vista. Inutile dire che anche noi saremo armati di tutto punto, con diverse tipologie di fucili, mitragliatrici, lanciafiamme e lanciarazzi. Da ultimo poi anche il meteo gioca un fattore importante, ma qui siamo in una pericolosa zona spoiler. Visivamente parlando, il lavoro svolto dagli sviluppatori è senza dubbio encomiabile, soprattutto a livello artistico, ma è altrettanto vero che i limiti di una produzione "minore" sono visibili. Le tombe sono tutte ben diversificate le une dalle altre in base al loro "tema", in modo da creare ambienti molto diversi e ricchi di dettagli. Un altro plus del gioco è il sistema di illuminazione che pur non essendo particolarmente raffinato mette in scena ambientazioni davvero evocative. A livello di texture la qualità è altalenate così come la conta poligonale, non proprio esuberante. Ma senza dubbio l'impatto è decisamente piacevole e ci trasporta con efficacia in un mitico antico Egitto. Presenti poi alcuni sporadici cali di frame rate, nulla di devastante comunque.
Conclusioni
Lara Croft and the Temple of Osiris è senza dubbio un degno successore di quel piccolo gioiellino che era Guardian of Light. Le meccaniche sono le stesse, ovvero un mix azzeccato e divertente di fasi shooter, platform, puzzle e enigmi, con quest'ultimi mai banali e frustranti. La cooperativa è come da manuale il punto di forza del gioco, ma è anche il modo per mettere a nudo le sue debolezze. Giocando da soli Lara Croft and the Temple of Osiris è decisamente facile, e nemmeno troppo lungo. Andando piuttosto spediti una prima "run" può sfiorare le cinque ore. Decisamente poco anche per il costo "budget" del gioco. L'hub centrale da esplorare a dovere nell'endgame aperto a numerose sfide mette una pezza a questa criticità, ma è innegabile che ci saremmo aspettati qualcosa in più (è presente, però, il Season Pass). Buona la grafica, con una bella differenziazione delle tombe, con uno stile diverso in base al loro "tema", e anche buono il doppiaggio italiano.
PRO
- Mix di generi davvero ben congegnato
- La cooperativa e a quattro off/online
- Sfide ed endgame
CONTRO
- Andando spediti può durare anche meno di cinque ore
- Da soli è piuttosto facile