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Cantami, o Diva

Tre mondi da raccontare con le nostre parole

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   24/12/2014

Sembra strano che in un'epoca dove tutti scrivono in continuazione rivolti ad amici, conoscenti, utenti di passaggio o al mondo intero, qualcuno abbia sentito la necessità di creare un gioco che inviti le persone a raccontare. Eppure c'è una differenza fra il testo che una volta era destinato al diario privato, e che ora rendiamo pubblico senza vergogna, e il racconto di una storia, che deve superare l'esperienza biografica per parlare a quanti più sconosciuti possibili.

Cantami, o Diva

Elegy for a Dead World è una cornice per quest'ultimo tipo di scrittura. Nei panni di un astronauta possiamo esplorare tre pianeti bidimensionali, camminando o svolazzando. Se ci va possiamo anche sederci e ammirare semplicemente il panorama. Di tanto in tanto, il simbolo di una penna d'oca ci segnala che c'è un punto nel quale possiamo scrivere le nostre parole, lasciandoci ispirare dall'ambiente circostante. Alla fine del percorso avremo così un racconto del nostro viaggio da pubblicare online e condividere con gli altri utenti. Le storie sono tutte abbastanza brevi da consentire una rapida lettura e i testi sono accompagnati da immagini del pianeta che abbiamo esplorato. I lettori hanno la possibilità di segnalare le storie ad altri lettori, così che una storia nata fra le nostre mura domestiche potrebbe raggiungere lo smartphone di un giocatore giapponese in piedi dentro il treno della metropolitana. Se temete di non sapere da dove cominciare, niente paura: per ognuno dei tre pianeti gli sviluppatori hanno preparato delle cornici narrative che oltre all'incipit forniscono un filo conduttore per la storia, offrendo frasi da completare per ogni blocchetto di testo. Ovviamente siamo sempre liberi di cancellare le frasi preparate dagli sviluppatori, ma di solito avere dei paletti è il modo migliore per stimolare la creatività, che ha bisogno di qualche limite per mettere radici e prendere forma. Ci troviamo così a raccontare la storia di una colonia di esseri viventi che non trova pace, o a scrivere una lunga lettera d'amore al nostro partner nella quale raccontiamo perché quel pianeta piacerebbe tanto anche a lui o a lei. Gli incipit sono molto vari e includono anche testi pensati per chi vuole imparare la lingua inglese. Se invece avete già chiaro dentro di voi quello che volete raccontare, o preferite che siano le immagini da sole a ispirarvi le parole, nulla vi vieta di atterrare senza guida e cominciare a scrivere come se aveste davanti un foglio bianco.

Elegy for a Dead World è un invito a trovare le parole migliori per raccontare ciò che immaginiamo

Lampi d'ispirazione

I tre pianeti esplorabili prendono il nome di tre grandi poeti del passato, Byron, Keats e Shelley. Ogni pianeta ha un'atmosfera molto definita che lo differenzia dagli altri, sia nella scelta dei colori sia nella musica di sottofondo. Quello che li accomuna è la presenza di resti di edifici appartenuti a una qualche civiltà del passato. A volte, nel corso del nostro peregrinare, possiamo entrare dentro una costruzione di qualche tipo e scoprire così una biblioteca, dei macchinari alieni o la testa di una statua gigantesca.

Cantami, o Diva

Un senso di decadenza permea i tre pianeti, ed è difficile sfuggire alla sua influenza quando si scrive, così come l'ambientazione fantascientifica penalizza chi preferisca un racconto più vicino alla vita quotidiana. Bisogna però considerare che la struttura di Elegy for a Dead World incoraggia soprattutto la scrittura di frammenti dal tono lirico, come fossero poesie in prosa, se non addirittura versi veri e propri. D'altronde i nomi dei tre poeti e la decisione di offrire ambienti desolati ma suggestivi è un chiaro indicatore di quale fosse la volontà degli sviluppatori, interessati più a stimolare il gesto creativo che a formare nuovi scrittori. Non possiamo quindi biasimare il gioco per un limite che ne definisce l'identità. Pertanto, se desiderate scrivere storie con una trama, e quindi con dei conflitti, potreste rimanere delusi. Il vero problema per noi risiede nella scelta della lingua. Se non volete scrivere in inglese, tutti gli incipit forniti con il gioco sono inutili e potete cimentarvi solo con la scrittura libera. Anche in quel caso, comunque, sarà molto difficile per chi parla e scrive in una lingua poco diffusa come l'italiano trovare un numero sufficiente di lettori con i quali condividere i propri testi. D'altronde, con i fondi raccolti su Kickstarter, Elegy for a Dead World non poteva mirare a un vasto pubblico, e deve perciò accontentarsi di essere un importante punto di partenza. Il messaggio comunque è stato scritto e lanciato. Ora vediamo dove lo porterà la corrente.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore Dual Core
  • Scheda video 3D card con 512MB
  • Direct X 9.0c
  • Sistema operativo Windows XP / Vista / 7

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 14,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (1)
7.0
Il tuo voto

Elegy for a Dead World è un invito a dare forma alla nostra immaginazione per poterla condividere con gli altri. Purtroppo, però, chi non scrive in inglese rischia di trovarsi solo nell'universo.

PRO

  • Ottimo strumento didattico
  • L'impulso a scrivere è irresistibile
  • Tre ambientazioni varie e ispirate

CONTRO

  • Tante cornici narrative già pronte, ma tutte in inglese
  • Formato finale di impaginazione un po' scarno
  • Gli stimoli offerti dalle ambientazioni si esauriscono in fretta