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Redux: Dark Matters, recensione

Un gioco per Dreamcast uscito l'anno scorso arriva su PC, la simpatia è tanta, ma il gioco?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   09/01/2015

Redux: Dark Matters sembra la classica favola da cui tutti si aspettano il lieto fine: nato come progetto per Dreamcast, è uno sparatutto classico finanziato dal basso su Kickstarter capace di raccogliere più del doppio della cifra richiesta inizialmente, esce sulla console morta di Sega ignorato dalle masse, ma finisce sulla bocca di molti appassionati per la sua amena gestazione. Dopo qualche mese gli sviluppatori decidono di portarlo su PC distribuendolo tramite Steam, sperando così di ottenere un minimo di successo commerciale. A questa storia strappalacrime fatta di amore per una vecchia console, di ricorso al pueblo per trovare il cash e di approdo su PC per affrontare il mercato vero, manca solo il bacio del vero amore. Ci piacerebbe chiuderla qui affermando che il gioco di KTX Software è un capolavoro assoluto che tutti dovrebbero giocare, che è il clone di R-Type che mancava in questa parte d'universo, o anche che è l'unico prodotto capace di spazzare via le ombre dell'oblio da un genere ormai amato soltanto da una nicchia di giocatori. Purtroppo non possiamo perché la verità è che alle ottime premesse è seguita una realizzazione decisamente mediocre. Ma andiamo con ordine.

Sfida "Normale"

Come già accennato, Redux: Dark Matters è uno sparatutto a scorrimento orizzontale classico, ispirato alla serie R-Type nel design grafico, di cui in realtà riprende anche alcuni elementi di gameplay. Avviata la partita, il gioco permette di scegliere soltanto tra due livelli di difficoltà, uno definito "Normale" e l'altro "Difficile" (Veteran). Non ci sono modalità aggiuntive da sbloccare, quindi bisogna accontentarsi. Poco male, se non fosse che... Iniziamo selezionando la difficoltà più abbordabile e partiamo.

Redux: Dark Matters, recensione

Il primo livello scorre via liscio come l'olio, tra ondate di nemici spazzate via con la potente arma della nostra astronave, aiutata dai molti potenziamenti da raccogliere che, letteralmente, la corazzano, lasciando pochissimo spazio ai proiettili nemici per cercare di abbatterci. Insomma, quando sei circondato da pod difensivi e spari raffiche capaci di disintegrare quasi ogni creatura ostile con pochi colpi, accompagnate da missili di grande efficacia, la situazione non è di quelle che si possano definire impegnative. Lo stesso primo boss, un grosso robot che protegge il suo nucleo centrale con quelle che sembrano due grosse chele, non può nulla contro la nostra potenza di fuoco. Ci diciamo che migliorerà nei livelli successivi. In fondo ce ne sono sette in totale e solitamente gli shump non iniziano mai picchiando troppo duro per non far fuggire i giocatori. Vana speranza. Per farvi capire la scoraggiante facilità di Redux: Dark Matters basta raccontare che lo abbiamo finito in mezz'ora, trovando qualche ostacolo rilevante solo nel settimo livello, difficoltà creata in modo artificiale grazie ad alcune "furbate" di design, come la rimozione di bonus presenti in tutti gli altri livelli. Fortunatamente, o sfortunatamente, a seconda dei punti di vista, nei primi sei stage si accumulano così tante vite extra, grazie ai punti ottenibili dalle carcasse dei nemici, che sacrificarne qualcuna nell'ultimo fa quasi piacere.

Redux: Dark Matters è uscito prima su Dreamcast e poi su PC nel 2014. Può essere brutto?

Sfida "Difficile"

Fosse stato per noi la pratica Redux: Dark Matters sarebbe stata seppellita dopo la prima partita e non solo per l'estrema facilità, ma anche per la povertà stilistica degli scenari e dei nemici, tutti molto simili e poco ispirati, boss compresi, con questi ultimi che hanno tutti la stessa struttura a "parete", ossia sono dei grossi muri posizionati nella parte destra dello schermo. Ovviamente hanno schemi d'attacco differenti, ma la sostanza cambia poco.

Redux: Dark Matters, recensione

Volendo possiamo aggiungere ai problemi anche la pochezza delle esplosioni, paragonabili a delle brevi puzzette. Inutile paragonarle con quelle dei classici del genere nipponici; i maestri giapponesi sanno come far divampare le fiamme e riempire lo schermo di metallo fuso, dando ritmo alla distruzione. Qui anche i boss più che esplodere sembrano scomparire nel nulla. Purtroppo abbiamo deciso di giocare ancora, selezionando l'altro livello di difficoltà, nella speranza di trovare una sfida superiore... l'abbiamo trovata. Redux: Dark Matters è tanto facile giocato a livello "Normale", quanto frustrante giocato a livello "Difficile". Non è un problema di maggiore resistenza dei nemici o di schemi d'attacco più complessi. La maggiore difficoltà deriva dall'impiego di un'astronave differente che manca di tutte le protezioni di quella del livello più facile: prima eravamo delle corazzate volanti, ora siamo come le papere di Duck Hunt.

Redux: Dark Matters, recensione

La difficoltà si alza così tanto che solo per superare il primo boss abbiamo sudato le proverbiali sette camicie, a causa della grande quantità di fuoco che ci spara addosso e del design della sezione in cui si svolge lo scontro che tende a intrappolarci in continuazione. Non parliamo del secondo livello, che da facile passeggiata a livello "Normale", a livello "Difficile" diventa un inferno di nemici e proiettili che arrivano da ogni dove. Purtroppo ci dispiace per i romantici, ma non stiamo parlando di una sfida giustamente difficile, quanto di una creata artificialmente e dovuta in parte dai difetti di design di livelli pensati per essere affrontati con astronavi equipaggiate in modo così differente. Insomma, non ci troviamo di fronte a un Radiant Silvergun, a un Raiden, a un Astebreed o a un Darius Gaiden qualsiasi, tanto per citare a caso shoot'em up difficili ma giusti. In Redux: Dark Matters sembra di essere costantemente vittime di un design mediocre, che non solo non ci lascia scampo eliminandoci ripetutamente, ma che fa di tutto per farci desistere dal giocare.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP
  • Processore: 2 GHz
  • RAM: 1024 MB
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTS 240 (o equivalente)
  • Spazio su disco: 500 MB

Conclusioni

Digital Delivery Steam, Sito Ufficiale
Prezzo 12,99 €
Multiplayer.it
4.5
Lettori (1)
3.4
Il tuo voto

Redux: Dark Matters sembra l'opera di appassionati che hanno giocato una miriade di shump, ma non ne hanno mai studiato a fondo le meccaniche. Se così non fosse avrebbero curato maggiormente gli schemi di attacco dei nemici, avrebbero creato un po' più di varietà e invece di pensare a due livelli di difficoltà che sono praticamente due giochi diversi, entrambi fallati, ne avrebbero progettato uno solo, ma funzionante. Così com'è Redux: Dark Matters può essere appetibile solo per i super fan del genere, anche se a dire la variate l'offerta di shump su PC ormai è talmente vasta e variegata che non si capisce perché si dovrebbero spendere soldi su un titolo così mediocre.

PRO

  • Ha delle origini simpatiche, con delle buone fonti d'ispirazione
  • Due livelli di difficoltà che sono due giochi differenti...

CONTRO

  • ...peccato che siano entrambi pessimi
  • Le esplosioni non si fanno sentire
  • Il design dei livelli è davvero poco ispirato
  • I boss sono tutti molto simili