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Dynasty Warriors 8: Empires, recensione

Alla conquista della Cina dei Tre Regni

RECENSIONE di Massimo Reina   —   24/02/2015

Per i fan del musou, genere di giochi di azione con elementi picchiaduro e GDR dove il proprio personaggio si trova a combattere contemporaneamente con decine e decine di nemici, Dynasty Warriors rappresenta da sempre uno dei brand di riferimento. Spin-off d'azione della saga strategica Romance of the Three Kingdoms, basata sul Romanzo dei tre Regni scritto da Luo Guanzhong, fra serie principale, "derivati" ed espansioni che offrono quasi sempre poche modifiche di rilievo al gameplay e mantengono la medesima struttura di gioco, questo franchise di Tecmo Koei continua imperterrito da anni a navigare imperterrito da una generazione di console all'altra. Dynasty Warriors 8: Empires è l'ultimo episodio in ordine di tempo a essere stato rilasciato dalla compagnia giapponese: si tratta della seconda espansione dell'ottavo capitolo (l'altra è Dynasty Warriors 8: Xtreme Legends), che rappresenta, come suggerisce proprio il suffisso, la variante un tantino più strategica dell'originale. In questo gioco quindi l'utente è chiamato a rivivere ancora una volta le vicende della guerra dei Tre Regni vestendo sul campo i panni di uno dei tanti protagonisti, ma con un occhio attento anche alla tattica.

Alla conquista della Cina antica dei Tre Regni con l'edizione Empires di Dynasty Warriors 8

Strategia e vita quotidiana

Dynasty Warriors 8: Empires è esattamente ciò che ci si potrebbe aspettare da un'edizione potenziata della versione standard e di Xtreme Legends. Tant'è che possiamo dire da subito che si pone come un acquisto consigliabile unicamente a chi non si è già cimentato in particolare con quest'ultima espansione, e vuole godersi la campagna principale, un nuovo personaggio giocabile, Xun Yu della dinastia Wei, oltre a qualche variante leggermente più tattica al gameplay. Come da tradizione, infatti, il cuore pulsante della produzione è la modalità Empire, che essendo una sorta di ibrido tra azione e strategia, impone all'utente di unificare la Cina non solo menando la mani a destra e manca, cosa che comunque farà per buona parte dell'avventura, ma anche di occuparsi di aspetti economici, politici e personali.

Dynasty Warriors 8: Empires, recensione

In tal senso, molto dipende dal ruolo che si è scelto di interpretare dopo aver selezionato lo scenario storico e bellico da affrontare: in quello di "vagabondo", si può vagare per la Cina alla ricerca di un obiettivo specifico, pronti a costruire il proprio regno o a unirsi a quello di altri, mentre in quello di Marshal o Prefetto si fa parte di una fazione in guerra, e quindi si può per esempio agire come consigliere del "capo", dicendo la propria nel consiglio di guerra su alcuni aspetti della campagna. Nel caso del Prefetto si può anche controllare una determinata area della mappa dove decidere con chi operare delle alleanze locali, occuparsi di operazioni militari e gestionali, partecipare a raid e scontri, e così via, mentre in quelli di. In generale nella fasi più strategiche si possono costruire presidi militari e negozi, oppure decidere di invadere e occupare quelli dei nemici, sfruttando quanto si recupera o produce al loro interno per il proprio fabbisogno, stabilire quali territori conquistare e con quali condottieri allearsi per vie diplomatiche, come addestrare le proprie truppe e perfino come curare i rapporti personali. Molto importanti sono infatti i legami di amicizia e le relazioni sentimentali. Nel primo caso mantenere alto il morale delle truppe o il livello di fedeltà degli alleati attraverso i dialoghi, gli aiuti e i banchetti può rivelarsi decisivo ai fini di ritrovarsi amici fedeli e poco propensi alla rivolta. Anche se a dire il vero ci sono alcuni personaggi, come per esempio Lu Bu, che hanno di base una certa tendenza a ribellarsi a prescindere da come ci si comporta con lui. Nel secondo caso ci si può sposare con la persona amata, ma questa volta è possibile anche generare un figlio che erediterà caratteristiche simili a quelle dei genitori. Per rendere l'esperienza più completa sono state implementate nuove scene, ma non aspettatevi di poter vivere in prima persona i momenti della procreazione...

Trofei PlayStation 4

Sono quarantotto i Trofei offerti da Dynasty Warriors 8: Empires in versione PlayStation 4: 36 di Bronzo, 8 d'Argento, 3 d'Oro e 1 di Platino. Per ottenerli occorre dedicare parecchio tempo al gioco, visto che bisogna completare tutte le missioni presenti nel gioco, anche a livello di difficoltà Caos, compiere determinate scelte morali o strategiche nel corso dell'avventura, fare almeno cinque figli e mettere a segno un certo numero di uccisioni in battaglia.

Guerra e pace

Raggiungendo determinati obiettivi sul campo o mantenendo un certo livello di sicurezza nei regni si guadagnano una serie di titoli e nuovi stratagemmi da utilizzare poi in battaglia. Cosa estremamente utile per tentare di espandere il proprio Impero sia strategicamente che militarmente. In tal senso, come accennato poco sopra, ci sono decine e decine di personaggi da poter scegliere di impersonare tra guerrieri famosi, generici, o creati da zero grazie a un editor sempre più completo, dove tra l'altro si può ideare di tutto partendo da modelli predefiniti: dall'aspetto particolareggiato dell'eroe alle sue armi e mosse, dal cavallo alle insegne di battaglia, dall'equipaggiamento a delle vere e proprie unità composte da dieci ufficiali personalizzati con i rispettivi soldati, emblemi e quant'altro. C'è pure l'editor degli scenari, che anche se limitato in certe opzioni costituisce lo stesso una bella novità, visto che poi è possibile condividere le proprie creazioni via internet con gli amici. Ogni condottiero, che può contare su degli alleati che insieme al resto delle truppe vengono controllati sul campo dalla CPU, è poi dotato di precise caratteristiche che vanno potenziate e aumentate con il passare del tempo e può salire di grado. Combattendo si imparano infatti nuove combo, nuove mosse e si ottengono nuovi equipaggiamenti, ma anche punti bonus da spendere sempre per potenziare armi, armature e abilità, o acquisirne di nuove. Ad ogni modo, una volta passati all'azione vera e propria, salta subito agli occhi che il gameplay di Dynasty Warriors 8: Empires è pressoché identico a quello dei suoi predecessori.

Dynasty Warriors 8: Empires, recensione

Sul campo l'utente deve farsi strada in mezzo a centinaia di avversari menando fendenti, caricando energia per i colpi speciali e sfruttando eventuali potenziamenti temporanei pescati sul terreno, oltre a utilizzare gli ordini bellici e gli stratagemmi inseriti nel proprio mazzo tattico, che ora hanno un impatto maggiore sulle sorti dello scontro visto che offrono più varianti e operano più in larga scala, travolgendo magari i nemici con un'imboscata, una pioggia di frecce, fulmini e mini-tifoni. Gli scontri, anche se alla lunga un po' monotoni, si rivelano di fatto piuttosto frenetici e vivaci, grazie anche a un sistema di controllo particolarmente agevole ed immediato, perfetto per tenere testa ai nugoli di avversari che si lanciano contro il videogiocatore. Il numero elevato di nemici tra l'altro va a sopperire a una intelligenza artificiale che a dispetto dei proclami degli sviluppatori non brilla molto per logica, almeno per quanto riguarda le truppe avversarie. Da questo punto di vista va meglio con i generali, decisamente più tosti e agguerriti dei soldati normali, soprattutto ai livelli di difficoltà più avanzati: in base al grado di sfida selezionato, infatti, il giocatore potrà trovare un grado di sfida minore o maggiore, anche se mai nulla che possa pregiudicare il normale proseguo dell'avventura o rendere frustrante l'esperienza, specie per chi è abituato a giocare con questa tipologia di produzioni.

Dynasty Warriors 8: Empires, recensione

A completare il quadro dell'offerta ludica targata Omega Force e Tecmo Koei, escludendo quelle non giocabili come Enciclopedia o Gallery, ci sono la modalità Free, che consente di affrontare qualsiasi stage disponibile e può essere utile quindi per la sperimentazione, la pratica o un divertimento veloce, e il gioco online, dove tra le altre cose è possibile giocare in apposite modalità co-op e versus in split screen con altri utenti da tutto il mondo. Durante i nostri test, visto che abbiamo giocato a un codice review prima del rilascio del gioco, c'erano davvero pochi utenti con cui affrontare le sessioni, ragion per cui non ci è possibile esprimere un giudizio definitivo sulla bontà o meno delle modalità.

Dynasty Warriors 8: Empires, recensione

Passando invece ad analizzare la parte tecnica, c'è da dire che da questo punto di vista Dynasty Warriors 8: Empires non fa gridare al miracolo, ma si mantiene comunque su dei buoni livelli qualitativi. La grafica per esempio è molto pulita, ma in generale il comparto visivo non ci ha convinto totalmente. A parte i protagonisti, in cui si nota la solita cura per il design e per la loro caratterizzazione (un po' meno per le animazioni), e l'utilizzo di texture abbastanza particolareggiate per gli abiti, i capelli e le armature, il resto del cast di personaggi non ci sono sembrati altrettanto curati, e in più di un'occasione ci hanno dato l'impressione di essere semplicemente stati adattati dalle edizioni minori del gioco, e solo in termini di definizione. Va meglio con gli scenari, che anche se non fanno gridare al miracolo sembrano molto più curati rispetto al passato, con texture più rifinite e meno piatte del solito, che restituiscono alla vista una buona visione d'insieme. Meno convincenti le animazioni, ancora poco naturali. Insomma, fra alti e bassi non c'è uno stacco netto tra vecchia e nuova generazione da questo punto di vista. In ogni caso per i fan tutto passerà probabilmente in secondo piano durante le frenetiche battaglie in larga scala, dove il numero di personaggi sullo schermo a volte è imponente, alla spettacolarità di certe mosse speciali, ai buoni effetti di luce o alle condizioni meteorologiche variabili. Elementi che tra l'altro poco influiscono sulla fluidità generale di un gioco che raramente scende sotto i 60 frame anche nelle situazioni più caotiche. Per quanto riguarda la parte audio, ottimi gli effetti sonori degli scontri, che fra rumori di armature infrante dai colpi di spada o dai proiettili scagliati dalle catapulte, frecce che sibilano nell'aria, esplosioni e urla di guerra contribuiscono a immergere l'utente nelle atmosfere tipiche dei campi di battaglia. Buono pure il doppiaggio in giapponese (con sottotitoli in inglese) e tutto sommato discrete le musiche che accompagnano l'azione, quasi tutte provenienti tra l'altro dal capitolo originale. Queste spaziano dall'heavy rock di stampo asiatico a quelli più tradizionalmente epici, tranne alcuni nuovi brani più lenti, principalmente utilizzati durante gli eventi di contorno.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
7.2
Lettori (11)
8.7
Il tuo voto

Dynasty Warriors 8: Empires continua la tradizione di Tecmo Koei di aggiornare sensibilmente la serie episodio dopo episodio, ma senza stravolgerne troppo quella struttura e quegli schemi consolidati (forse troppo) nel tempo. Nello specifico, facendo riferimento alle precedenti edizioni "Impero" come pietra di paragone, cioè a dire a quelle che presentano qualche elemento strategico nel gameplay, abbiamo un titolo che non brilla certamente per innovazione o varietà dei contenuti, ma che resta comunque in grado di offrire agli appassionati un buon modo per divertirsi con decine di personaggi, caratteristiche da sbloccare e battaglie da affrontare. I fan del genere musou avranno insomma pane per i loro denti, e chi non ha avuto modo di giocare con la versione standard di Dynasty Warriors 8 potrà puntare decisamente su questo prodotto per colmare la "lacuna".

PRO

  • Molti personaggi da interpretare, oltre a tanti eventi e battaglie da vivere
  • L'editor dei personaggi è un po' più completo, e ora c'è quello degli scenari
  • Miglioramenti alla componente strategica grazie a un miglior uso degli stratagemmi
  • Crossplay fra le versioni PlayStation 4 e PlayStation 3

CONTRO

  • Non fa nulla per spezzare la monotonia tipica del genere
  • A livello di giocabilità nuda e cruda non ci sono novità eclatanti
  • Graficamente si può fare di più
  • Mancano alcune modalità interessanti come l'Ambition di Xtreme Legends