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La nostra crisi

State of Decay ritorna su Xbox One e PC nella sua forma più completa

RECENSIONE di Dario Rossi   —   22/04/2015

Il 2010 e The Walking Dead hanno dato via a tutto. A un nuovo modo di concepire lo zombie-game post apocalittico: una visione maggiormente rurale, quasi western, meno incentrata sui centri urbani e più sulla provincia e le sue storie di disperazione e sopravvivenza con uno stile più sporco e viscerale. L'originale State of Decay è partito proprio su questa base, ma anche da quella di DayZ, sorprendente mod di Dean Hall che ha scritto la storia nel 2013. Se però l'esperimento di Bohemia Interactive era interamente dedicato all'online, State of Decay - che usciva nel medesimo anno - portava quell'universo in un contesto single player, diventato su Xbox 360 un piccolo cult. Dopo due anni, preceduta dall'edizione PC, arriva una nuova versione per Xbox One che racchiude tutte le espansioni uscite, ma anche modifiche più o meno sostanziali.

State of Decay: Year-One Survival Edition è l'esperienza definitiva di Undead Labs su Xbox One e PC

La mamma ti manda fuori da solo?

Chiamato in origine col nome in codice "Class 3", State of Decay: Year - One Survival Edition rimane ancora oggi un survival horror con caratteristiche assolutamente peculiari nel mercato console, che hanno contribuito a renderlo un titolo amato da molti videogiocatori.

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Nonostante il budget limitato, gli sviluppatori sono riusciti a creare un universo open world in continuo divenire, dove le dinamiche non si fermano mai, neanche nella schermata dell'inventario, consultando la mappa o uscendo dal gioco vero e proprio. La morte è un altro elemento focale, il "permadeath" ha fatto parlare di sé fin dall'uscita, e la tradizione continua in questo remaster per Xbox One. Il decesso del personaggio, drammatico e truculento, è irreversibile, costringendoci a passare il comando a un nuovo superstite. Tuttavia non si tratta di un'impostazione "roguelike", poiché Undead Labs mette a disposizione del giocatore tutte le risorse necessarie per scongiurare tale fatalità, e quando non può farlo, non è mai avara nel donare suggerimenti. Il primo e più importante viene dato subito: mai affrontare i pericoli da soli, mai eccedere in arroganza e mai affrontare i problemi senza aver valutato con attenzione tutti i mezzi e le possibilità disponibili. Le conseguenze potrebbero essere devastanti. Il secondo è lo stesso giocatore a scoprirlo, State of Decay: Year-One Survival Edition non è un'esperienza solitaria, è la storia di tanti sopravvissuti che devono collaborare per salvarsi la vita, il plurale è un imperativo per tutto e quel tutto certo non si limita ad allestire qualche barricata per impedire l'invasione dei famelici non-morti, occorre andare molto oltre.

Il potere della comunità

La produzione Undead Labs prende le distanze da altre avventure survival open world, traendo ispirazione da lavori come The Sims, ma non solo; alle tipiche meccaniche action ne vengono affiancate molte altre di tipo strategico-gestionale. Bastano poche ore a Trumbull per ritrovarsi ospiti solo parzialmente desiderati di una comunità rifugiatasi in una chiesa, dove dobbiamo conquistarci la fiducia dei nuovi compagni migliorando non solo i rapporti tra i vari elementi (proprio come i Sims), ma anche fornendo al gruppo materiali e provviste necessari al loro sostentamento. Non siamo soli nella sterminata mappa del gioco, ci sono molti altri sopravvissuti nelle vicinanze pronti a unirsi a noi, o semplicemente desiderosi di aiuto. L'operazione però è meno semplice di quanto possa sembrare, l'anarchia imperante rende difficile nutrire fiducia verso il prossimo, come è difficile distinguere il proprietario di un'abitazione da uno sciacallo. In fin dei conti però, neanche noi siamo in grado di rimanere inermi davanti a una porta chiusa, specie quando guidati dalla feroce e cieca meccanica della sopravvivenza.

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Il procacciamento delle risorse è la nuova fede e un'ossessione perniciosa, tanto che le ispezioni delle nuove zone e la ricerca di strutture da trasformare in avamposti strategici diventano una progressione naturale. Parallelamente a uno sviluppo narrativo orizzontale, flebile e presente quasi per il gusto di esserci, assumono forza sempre maggiore nell'esperienza di gioco i singoli episodi, le suggestioni e le storie di questo piccolo universo senza futuro. Abituati a sviluppi lineari, anche nei confini di un open world, il senso di precarietà e del relativo di State of Decay: Year One Survival Edition risulta spiazzante, volete un esempio? In una missione ci viene richiesto di salvare un superstite che si è barricato nella propria abitazione, arriviamo nel luogo e siamo pronti a portare con noi il povero malcapitato, quando un'orda interminabile di zombie assalta la casa in pieno stile "romeriano", escono dalle fottute pareti e ogni tentativo di difesa è vano. Siamo costretti a veder soccombere il superstite che dovevamo salvare, dilaniato dagli artigli e divorato dalle fauci, perché di belve inferocite, e non più esseri umani, si parla. Rimane solo la fuga per non morire, sapendo di non avere una seconda possibilità, lasciandosi alle spalle le grida disperate della vittima. Il resto è rimorso e tanti dubbi. Come avrebbe potuto contribuire al nostro agglomerato di speranza la vittima, se fossimo riusciti a salvarla? Questo è State of Decay. E ancora, poteva mancare l'intervento dell'esercito? Ovviamente no, allo stesso modo non aspettatevi uno spirito collaborativo da parte delle forze armate, così come quelle dell'ordine, forse più pericolose dei non-morti.

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Chi ha paura della notte?

"Questo è il mio fucile. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio!". Se anche voi credete nella preghiera del sergente Hartman di Full Metal Jacket, sappiate che troverete una buffa replica del personaggio tra i sopravvissuti, ma non è questo il punto dove vogliamo arrivare, quanto quello dell'importanza in State of Decay: Year-One Survival Edition del rapporto personale con la risorsa in un mondo mutevole e, appunto, relativo.

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E del rapporto con le persone. Tenete in vita un personaggio con un alto valore di carisma e riuscirete a essere persuasivi con gli altri sopravvissuti, li convincerete a unirvi a voi e diventare più forti. Fatevi amico un cecchino e lo vedrete piazzarsi in un avamposto per respingere le ondate di nemici, sempre pronte ad assaltare il rifugio e infrangere ogni speranza, assumete un buon cuoco e la tavola sarà sempre ricca di pietanze; con lo stomaco pieno si vive di più, si combatte meglio e si litiga meno. Si potrebbe andare avanti praticamente all'infinito. Poi ci sono gli zombie. Raramente li vedrete deambulare ottusamente verso il nulla, il più delle volte li vedrete correre verso di voi, assaltare il vostro personaggio alle spalle, accerchiarlo e fare del numero la loro più temibile pericolosità. Ce ne sono di svariati tipi, tutti da scoprire, a al buio sarà anche peggio. Il ciclo del titolo Undead Labs concede un'ora reale al giorno e una alla notte, quest'ultima vi assicuriamo che non la dimenticherete, essendo del tutto impossibile dormire per far passare velocemente il tempo. Ogni alba è un sollievo.

Rifarsi il trucco

Un'edizione rivista e corretta per Xbox One per State of Decay non era un'operazione ingiustificata, il titolo è già passato attraverso l'incarnazione PC, ma c'erano ampi margini di miglioramento da quella, tecnicamente manchevole, per Xbox 360. La risoluzione è stata portata a 1080p nativi, una sorta di croce e delizia a dire il vero, dal momento che, escludendo un netto miglioramento in definizione di immagine, vengono esposti i limiti di un motore grafico che testimonia un budget non proprio stellare.

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Limiti che paradossalmente sono la forza del gioco anche in questa edizione. La scelta di ambientare la vicenda nella provincia americana consente di proporre una mappa basata in larga misura all'aperto, con pochi edifici, ma quasi tutti esplorabili, al contrario di open world molto più blasonati, e l'assenza pressoché totale di caricamenti grazie alla tecnica di streaming dei dati. Il lavoro di ristrutturazione non è mancato: texture maggiormente definite, effetti di nebbia e luce pregevoli, ma Undead Labs è andata oltre, modificando il comparto di gioco. L'interfaccia è stata rivista, c'è un nuovo sistema di combattimento, nuovi veicoli, armi e personaggi. State of Decay: Year One Survival Edition contiene inoltre i contenuti aggiuntivi Breakdown e Lifeline, selezionabili fin dall'inizio, che ampliano ulteriormente il bilancio delle ore. Breakdown è una sorta di modalità infinita, dove si lascia nel cassetto qualsiasi struttura narrativa per dedicarsi alla pura sopravvivenza, mentre Lifeline è una vera e propria nuova e frenetica campagna, stavolta dalla parte dell'esercito militare, che presenta uno scenario maggiormente urbano ed è caratterizzata da memorabili modalità orda.

Obiettivi Xbox One

State of Decay: Year One Survival Edition presenta 72 obiettivi per un totale di 1500 punti giocatore. Un bel bottino grazie alla presenza sostanziale di tre giochi differenti con relativa, abbondante quantità di contenuti. Conquistarli tutti vi terrà impegnati per molto tempo, ma basteranno poche ore di gioco per averne un buon 10%. Uno dei primi obiettivi ottenuti sarà sicuramente quello relativo all'ispezione dell'area, ma è impossibile non citare "Zombicidio su ruote", conseguito dopo aver investito 250 zombie con un auto. Anche il momento del decesso è premiato con un obiettivo tutto suo: non tutti i mali vengono per nuocere.

Voglia di remaster

State of Decay: Year-One Survival Edition è ancora oggi un'esperienza in grado di provocare reazioni antitetiche, potreste non capirlo, o non avere il tempo necessario per farlo, ma se scatta la scintilla, allora state attenti, potrebbe essere non facile uscire dalle sue spire. La campagna base può essere completata in un arco di circa 15 ore, ma se siete arrivati fino a questo punto sarà difficile non voler sviscerare tutti i segreti della produzione Undead Labs, in questo caso preparatevi a triplicare il valore, senza contare le due modalità aggiuntive. Anche in balia dell'infatuazione più sfrenata non possiamo comunque rimanere impassibili ai difetti, in gran parte tecnici. Il gioco è ancora leggermente sbilanciato a livello sfida, risultando eccessivamente facile, ma è anche un aspetto comprensibile se relazionato alle delicate dinamiche che caratterizzano la produzione. Sarebbe stato invece auspicabile vedere il codice ripulito dai alcuni bug che affliggono il titolo, purtroppo ancora presenti: il frame rate è limitato a 30 fotogrammi al secondo e crolla pesantemente quando il Cry-Engine 3 è messo sotto carico, rendendo problematico puntare i nemici con le armi da fuoco. Nelle fasi di guida, complice probabilmente il caricamento dei dati in streaming, si arriva a picchi sinceramente preoccupanti. Non è raro vedere le armi sparire dalle mani del protagonista, il pop-in è particolarmente aggressivo con nemici che sbucano fuori dal nulla, spesso e sospettosamente alle spalle del giocatore, mentre ci è capitato troppe volte vedere il proprio compagno - che è possibile reclutare per le missioni - scomparire nel nulla nel corso di un'azione, per poi ritrovarlo come nulla fosse al rifugio. Sempre in relazione all'azione in coppia, sarebbe stato preferibile avere qualche possibilità di scambiare oggetti col partner, visto che il bottino rappresenta sostanzialmente l'anima del gioco, un'anima che però non è intenzionata a smettere di brillare di una luce unica e ammaliante.

Conclusioni

Versione testata Xbox One
Multiplayer.it
8.5
Lettori (40)
8.1
Il tuo voto

State of Decay: Year-One Survival Edition è veramente un'occasione ghiotta per vivere su Xbox One il titolo di Undead Labs, specie per chi se lo fosse perso su Xbox 360. Considerando il prezzo di 29,99 euro, ci troviamo di fronte a un proposta estremamente ricca, tante modifiche alla struttura e una marea di contenuti garantiti dal gioco base e le due espansioni, senza escludere il suo innegabile fascino. Nonostante non sia privo di difetti, in larga misura tecnici, il titolo mantiene la sua carica innovativa, specie su console, grazie a un mondo persistente in grado di regalare stimoli continui al giocatore. Per chi l'ha già acquistato la questione è leggermente più complessa, anche se lo sconto (33% sul prezzo finale) per i possessori della versione 360, oltre alla possibilità di importare i vecchi salvataggi, rappresenta un ottimo incentivo per giustificare un secondo giro.

PRO

  • 1080p nativi, texture ed effetti migliorati
  • Nuovi contenuti e tutti i DLC inclusi
  • Il gioco non ha perso il suo fascino

CONTRO

  • Il motore grafico rimane piuttosto arretrato
  • Rallentamenti e diversi bug
  • Un po' troppo facile