RPG Maker è un software per la creazione di giochi di ruolo che ha permesso ad alcuni sviluppatori di portare su PC videogiochi narrativi di grande spessore, come To The Moon e Always Sometimes Monster, senza investimenti impegnativi. Il fatto curioso è che questi titoli non sono però giochi di ruolo. Siccome anche Last Word è stato sviluppato con RPG Maker, ci aspettavamo che si concentrasse come i suoi predecessori sull'aspetto narrativo.
Con nostra grande sorpresa, si tratta invece di un vero e proprio gioco di ruolo, solamente molto diverso da tutti quelli che abbiamo giocato fino ad ora. O meglio: le meccaniche di base sono quelle classiche, ma il contesto in cui vengono applicate è sorprendente. Prima di scendere nel dettaglio però, è meglio inquadrare il gioco nella sua bizzarra ambientazione. La storia infatti occupa molto spazio in Last Word e, come il suo sistema di gioco, è a dire poco originale. La vicenda si svolge all'interno di una villa, il tempo di una notte. Gli ospiti sono esponenti di famiglie nobili, ad eccezione della protagonista, Whitty Gawship, la cui famiglia è caduta in disgrazia. Il fatto strano è che il padrone di casa non si fa vedere. In giro c'è solo il suo altezzoso domestico, che si limita a maltrattare gli ospiti e dire loro di attendere, godendosi magari nel frattempo la riserva di preziose bottiglie di vino. Quando finalmente l'anfitrione fa il suo ingresso in scena, il risultato è quanto mai inaspettato. Al suo posto c'è infatti una bocca meccanica che sembra progettata per avere sempre l'ultima parola, grazie alla quale tiene psicologicamente in ostaggio i suoi ospiti per un esperimento poco chiaro. Nei panni della protagonista dobbiamo quindi parlare con gli invitati e capire cosa sta succedendo. Tutti infatti sono legati fra loro in qualche maniera e possono fornire indizi importanti. Ciò che appare fuori dal comune è la società in cui vivono queste persone. Sembra infatti che nel loro mondo, la forza si misuri nella capacità di dominare una discussione. Chi ha l'ultima parola, vince. Sullo sfondo di Last Word c'è una società che scopriamo indirettamente nel corso dei dialoghi e che potrebbe somigliare all'Europa di inizio Novecento. Sappiamo che la carriera militare è molto importante e che senza un titolo familiare non si è nessuno. Purtroppo i retroscena non sono molto chiari, e tutta la vicenda è spesso inverosimile. Giacché l'antagonista passa quasi tutto il tempo fuori scena e non sembra in grado di nuocere a nessuno, gli ospiti della villa fanno la figura di eccentrici annoiati che vanno in giro per la casa senza niente da fare come in una commedia di Čechov. Ciò che ci spinge a proseguire non è quindi la tensione narrativa, ma il gusto che si prova a vincere i duelli verbali. Per fortuna di questi ce ne sono in abbondanza, e il modo in cui traducono le regole sociali in termini di gioco è la qualità migliore di Last Word. Lasciateci quindi bere un bicchiere d'acqua e saremo pronti a duellare con le parole insieme a voi.
Last Word è un gioco di ruolo in cui si combatte con le parole, ma che proprio nei dialoghi perde punti
Detto come va detto
Anziché combattere con le armi, in Last Word dobbiamo affrontare gli altri ospiti a colpi di eloquenza. Lo scopo è raggiungere un certo grado di conoscenza su un argomento specifico, dopo di che si passa alla fase successiva della storia. Questo argomento equivale alla chiave che apre la porta per il livello successivo in un gioco di ruolo tradizionale. Di solito c'è almeno un personaggio che ha le informazioni necessarie per ottenere la chiave ed è perciò lui quello da battere.
Purtroppo il livello del nostro avversario è sempre superiore al nostro. Non ci resta quindi che spettegolare con gli altri ospiti sugli argomenti secondari e accumulare così un po' di punti esperienza per salire di livello. Anche interagendo con alcuni oggetti della casa si possono approfondire gli argomenti e scoprire nuove informazioni sul mondo di gioco. A un certo punto, però, le chiacchiere amichevoli non bastano più e bisogna sfidare apertamente qualcuno. Inizialmente si perdono molti scontri, ma si ottengono comunque punti esperienza. Per accorciare i tempi, vi sembrerà strano, bisogna battere più e più volte un avversario di basso livello. Insomma: il classico "grinding", per usare un termine tecnico dei giochi di ruolo. La vittima di basso livello è però sempre e solo una, il povero Seymore, l'unico personaggio del gioco con il quale è facile simpatizzare. Whitty infatti lo tratta come una punching ball, sebbene pretenda di farlo per aiutarlo a raddrizzare la schiena. Per come la vediamo noi, se c'è un eroe in questo gioco è proprio lui. Una volta lanciata una sfida, comunque, che si tratti di Seymore o di un altro avversario, lo scopo è raggiungere il punto estremo di una barra graduata, mentre lo sfidante cera di raggiungere il punto opposto. Bilanciando tre modi distinti di parlare, si accrescono risorse con le quali colpire l'avversario e guadagnare terreno lungo la barra. Ad ogni modo ci sono numerosi fattori da tenere in considerazione durante i duelli, e certe sfide contro avversari di livello superiore diventano presto epiche contese verbali. L'unico inconveniente è che alla lunga gli scontri diventano ripetitivi, con solo sei ospiti a disposizione. Ma Last Word dura quanto deve: tre ore buone, durante le quali è difficile annoiarsi. Inoltre le trovate divertenti non finiscono con i duelli di parole. Ci sono infatti abilità speciali che si attivano accumulando papillon e un gatto che fa le veci del classico mercante dei giochi di ruolo. Sarebbe quindi tutto fantastico se non fosse che Last Word scivola proprio dove meno ce lo saremmo aspettati, ossia sulle parole. Purtroppo non c'è molta vita nella frasi dei personaggi, che mantengono tutti lo stesso identico umore dall'inizio alla fine. Inoltre, per essere dei maestri dell'eloquio, sono spesso a corto di colpi bassi e arguzie psicologiche. Un vero peccato perché si rischia di cliccare come forsennati proprio mentre i personaggi parlano per tagliare corto e procedere con l'interazione, perdendo così quei fili narrativi interessanti che, sebbene sepolti sotto centinaia di parole un po' annacquate, sono comunque presenti. Last Word perciò non riesce a essere un grande gioco. Eppure, i diversi elementi che lo compongono, quelli riusciti e quelli claudicanti, si armonizzano fra loro secondo logiche imperscrutabili, facendo di questo gioco di ruolo un videogioco misterioso e seducente. Pertanto, considerando pure il prezzo accessibile, lo consigliamo a tutti quei giocatori che amano avventurarsi per sentieri insoliti con animo leggero.
Conclusioni
Last Word applica le meccaniche classiche dei giochi di ruolo in un contesto sorprendente. Da un gioco che sostituisce i combattimenti classici con lunghi duelli a colpi di parole, ci saremmo aspettati però dialoghi più arguti e personaggi più interessanti. Nonostante questo, Last Word ci ha guidati senza fatica fino alla sua conclusione, lasciandoci la gradevole sensazione di avere provato una volta tanto un'esperienza nuova.
PRO
- Sistema di combattimento verbale soddisfacente
- Ambientazione insolita e affascinante
- Dura quanto basta e non si dilunga
CONTRO
- Si combatte sempre contro gli stessi personaggi
- Sembra strano, ma sono proprio i dialoghi il punto debole
- L'eroina si fa amare solo nel finale
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i7 2600
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Intel Pentium 4 2.0 GHz o equivalente
- RAM 256 MB
- Scheda video con una risoluzione minima di 1024x768
- Direct X 9.0c
- Sistema operativo Windows XP/Vista/7