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Salto nel vuoto

L'epopea di Terran, Zerg e Protoss arriva al suo epilogo con un capitolo sorprendente sotto il profilo dei contenuti e del gameplay

RECENSIONE di Mattia Comba   —   13/11/2015

Starcraft è uno dei quei titoli che riportano immediatamente alla mente il gaming su PC. Ci sono davvero una manciata di produzioni che di primo acchito identificano una piattaforma, un genere, un intero mondo profondo e sfaccettato che ha appassionato milioni di giocatori sia nell'affrontare in prima persona le avventure di Terran, Zerg e Protoss, sia nel passare le serate ad ammirare estasiati le incredibili capacità dei pro-player durante i più importanti tornei internazionali.

Salto nel vuoto

È proprio questo aspetto che ha dato maggior respiro alla saga di Blizzard, capace di far parlare di sé anno dopo anno nonostante da giocare ci fosse ben poco al di fuori di un comparto multiplayer raffinatissimo, capace tuttavia di intimidire per le profondità delle sue meccaniche più che invogliare al confronto con altri giocatori. Questo principalmente è stato il problema che si è trovata ad affrontare Blizzard arrivata alla fine della trilogia in cui è stato suddivido StarCraft II. Durante l'ultimo BlizzCon ha annunciato i piani per il futuro del suo strategico in tempo reale garantendo un costante supporto con contenuti aggiuntivi e DLC come Nova Covert Ops, nell'intento di alimentare una saga che nonostante sia arrivata al suo epilogo non ha nessuna intenzione di cadere nel dimenticatoio. All'uscita di Wings of Liberty gli sviluppatori promisero che i restanti due capitoli della trilogia sarebbero arrivati a "breve". Questo "breve" si è poi concretizzato in cinque lunghi anni di gestazione intervallati da Heart of the Swarm e da stagioni competitive esaltanti, fino ad arrivare all'attesa uscita di Legacy of the Void, il capitolo finale, al quale tocca l'onere e l'onore di tirare le somma sulle vicende di Raynor, Kerrigan e Zeratul e dei tanti altri comprimari di questa epica storia. Le aspettative erano naturalmente elevatissime, ma ancora una volta Blizzard ha tirato fuori tutto il potenziale che l'ha consacrata agli occhi dei videogiocatori, dimostrandosi pienamente all'altezza della situazione sviluppando un'epilogo incredibile per un titolo che non ha minimamente tradito le attese in entrambe le sue anime, così diverse eppure egualmente splendide.

Legacy of the Void ci mette nei panni dei Protoss per porre la parola fine alla vicende di StarCraft II

Per Aiur!

StarCraft II è stato un gioco di battaglie e vendette, scontri tra razze e fazioni con il solo obiettivo di conquistare il potere e governare sull'intero settore Koprulu. La relazione tra Raynor e Kerrigan, la guerra civile degli umani, i segreti della Fondazione Moebius e la misteriosa figura di Zeratul, portatore di terrificanti profezie, ci hanno accompagnato in Wings of Liberty ed Heart of the Swarm, dove abbiamo preso le redini rispettivamente di Terran e Zerg.

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Adesso è arrivato il momento di dedicarci ai Protoss, razza umanoide molto evoluta che fonda la sua forza sull'energia psionica e sul Khala, una sorta di intelligenza collettiva nella quale si fondono memorie ed emozioni, rendendo le unità particolarmente efficaci in battaglia. Zeratul ha viaggiato per sei anni alla ricerca della verità dietro al ritorno degli Xel'Naga, avvertendo sia i Terran che gli Zerg dell'arrivo di una pericolosissima minaccia che da sola nessuna razza avrebbe saputo affrontare. Tuttavia nei due capitoli precedenti ci siamo focalizzati maggiormente sulla storia della Regina delle Lame e quello degli Xel'Naga era diventato un problema secondario a cui i nostri protagonisti si sarebbero dedicati solamente dopo aver fermato il regime di Arcturus Mengsk. Il finale dolceamaro del secondo episodio aveva giustamente lasciato aperti numerosi spiragli e possibilità in vista di questo terzo capitolo interamente incentrato sui Protoss e sulla loro battaglia contro Amon, una minaccia che a questo punto neanche le altre due razze potranno ignorare. La guerra ha imperversato furiosa coinvolgendo tutte le fazioni che in un modo o nell'altro dovranno affrontare la potenza sconfinata del Dio Oscuro, scendendo a patti e alleanze fino a poco tempo prima altamente improbabili. Legacy of the Void si apre con Artanis, giovane Gerarca dei Protoss, che ha riunito l'Armata d'Oro per condurla in battaglia a riappropriarsi di Aiur, l'antico pianeta natale del suo popolo oramai colonizzato completamente dagli Zerg. Amon però riesce a insediarsi nel Khala e a prendere il controllo di parte del suo esercito aggiungendo nuove unità ai suoi ibridi frutto di esperimenti e fusioni tra le unità di varie razze. La partenza è col botto, con una serie di eventi cruciali a dare il là a una campagna che prosegue a un ritmo incalzante per arrivare agli epici scontri finali, che condurranno a un epilogo strutturato come una mini campagna di tre missioni da lasciare a bocca aperta. Ovviamente non ci dilunghiamo in dettagli per evitare ogni possibilità di spoiler, ma se vi state chiedendo se valga la pena giocarsi Legacy of the Void, la risposta è assolutamente positiva. L'insidia di dover chiudere la trilogia ha galvanizzato Blizzard che non si è fatta cogliere impreparata e ha dato il meglio di sé, confezionando una corposa campagna da una dozzina abbondante di ore che per impostazione, ritmo e varietà si posiziona probabilmente tra le migliori mai apparse in uno strategico in tempo reale. A differenza dei capitoli su Raynor e Kerrigan, in questo caso la narrativa ha un tono più corale, incentrato sull'intera razza Protoss e sulla sua incrollabile resilienza che li porta a seppellire i rancori di una guerra fratricida per unire le forze e affrontare un nemico comune, andando ad approfondire nuovi comprimari ed eventi passati che arricchiscono ulteriormente il coinvolgente e profondo universo di StarCraft.

Stand Alone

Sebbene l'impianto ludico rimanga assolutamente simile a quello dei suoi predecessori, seppur con i dovuti miglioramenti e affinamenti del caso, StarCraft II: Legacy of the Void è un titolo stand alone a tutti gli effetti. Chiunque potrà giocare sia la campagna, sia tutte le modalità multiplayer senza aver bisogno dei precedenti capitoli, basterà solo un account su Battle.net. Ovviamente dal punto di vista della narrativa ci si perde qualcosa per strada, ma Blizzard ha rimediato confezionando un video riepilogativo che parte addirittura dal primo StarCraft, apprezzabile anche dai più appassionati che non disdegneranno una rinfrescata sui fatti che hanno portato alla situazione attuale. Non manca inoltre un ricco tutorial che prende per mano i giocatori più inesperti per introdurli alle meccaniche di gioco fondamentali e ritrovarsi pronti ad affrontare le missioni della campagna principale.

Il gran finale

La progressione delle diciannove missioni è sapientemente dosata con l'intento di prendere per mano il giocatore, anche quello più inesperto, e portarlo verso la migliore comprensione di una razza come quella dei Protoss, che come ogni altra ha unità uniche e meccaniche peculiari.

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In tal senso la possibilità di convertire le strutture produttrici di unità in varchi dimensionali per evocare le unità direttamente sul campo di battaglia in prossimità di un Pilone, dà una dimensione completamente nuova agli scontri e al ritmo di gioco, regalando un'esperienza ampiamente differente rispetto a quella di Wings of Liberty ed Heart of the Swarm. Le prime missioni sono un semplice tutorial, ma le cose non tardano ad ingranare arrivando nelle sezioni più avanzate a scontri che ai livelli di difficoltà più elevati non faticheranno a far sudare anche i giocatori esperti. La sfida dunque non manca, anzi, sembra proprio che gli Blizzard sia riuscita a trovare il giusto bilanciamento tra la pericolosità del nemico e la crescente complessità del sistema di gioco in modo tale da renderlo al contempo interessante e appagante per i giocatori di qualunque livello. Alla classica gestione delle unità si aggiunge la Lancia di Adun, l'astronave madre dell'armata Protoss che funge sia da hub per le missioni e l'interazione con i comprimari, sia da supporto tattico durante ogni battaglia. Dal Ponte avremo accesso al quadro celeste dal quale nel panni di Artanis selezionare la prossima destinazione, in una struttura di gioco che ripropone la progressione non lineare degli eventi. Inoltre a ogni missione è solitamente associata l'introduzione di una nuova unità che avrà un ruolo particolare nelle meccaniche del livello e nel raggiungimento dell'obiettivo principale, con lo scopo di permettere al giocatore di padroneggiarla al meglio. A seguire troviamo il Concilio di Guerra dal quale gestire le truppe, uno degli aspetti più interessanti di Legacy of the Void che mette da parte le evoluzioni biologiche in favore delle unità appartenenti a quattro diverse fazioni da sbloccare gradualmente avanzando nella campagna. Per ogni tipologia di unità ci sono tre varianti: ad esempio per i guerrieri da mischia possiamo optare per lo Zelota di Aiur, il Centurione di Nerazim o l'Incursore dei Purificatori, con il primo che infligge danni ad area, il secondo stordisce brevemente le unità nemiche e il terzo che resuscita quando subisce danni letali. Infine vi è il Nucleo Solare nel quale investire la preziosa Solarite recuperata durante le missioni per sbloccare e potenziare i sistemi secondari da utilizzare direttamente in battaglia. Per ognuna delle sei categorie se ne può selezionare solo uno dei tre disponibili, tutti piuttosto diversi tra di loro: si parla di evocare Piloni e unità in qualunque punto visibile della mappa, piuttosto che teletrasportare istantaneamente le truppe al Nexus o avere del fuoco di copertura contro le unità più ostiche. Con queste due novità è possibile personalizzare la massimo non solo la propria armata, ma anche il proprio approccio alla battaglia, aggiungendo inoltre un sostanzioso substrato alla rigiocabilità della campagna.

Online con gli amici

La possibilità di scegliere le unità e i potenziamenti della Lancia di Adun sottolinea una volta di più la volontà degli sviluppatori di voler offrire un'esperienza profonda e coinvolgente, che non si riduca solamente a una palestra in vista del multiplayer, ma comunque riesca a trasmetterne la complessità. La presenza di unità che non figurano nelle sfide contro altri giocatori e la rilevanza che le meccaniche dei livelli ricoprono in ogni missione rendono il gameplay fresco e variegato, ma incrociare le armi con la community rimante tutt'altro che facile.

Salto nel vuoto
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In tal senso l'aumento a dodici unità dei lavoratori all'inizio delle partite in PvP e la diminuzione di minerali e gas Vespene vanno in una direzione diametralmente opposta, costringendo i giocatori ad espandersi più in fretta nell'early game, che per questo diventa ancora più punitivo per coloro che scendono in campo senza un ventaglio di build da sviluppare e una buona velocità di esecuzione. Si viene catapultati subito nel cuore dell'azione e si riducono al minimo i momenti morti di inizio partita, aprendo scenari interessantissimi per le prossime World Championship Series. L'aggiunta di nuove unità per ogni razza amplia ancor di più le possibilità di composizione dell'armata, mentre la gestione delle macro cambia radicalmente l'approccio alla partita portando i giocatori ad utilizzare strategia più aggressive fin da subito e a dover gestire più di una base per tutto il match. Si capisce quindi come lo scenario delle classificate si presenti ancora più inospitale per i novizi, che potranno ovviare al problema giocando con amici più bravi. Il Legacy of the Void fanno il loro debutto le missioni cooperative da affrontare scegliendo tra i comandanti Raynor, Kerrigan, Artanis, Swann, Zagara e Vorazun, ognuno con specifiche unità ed abilità, e la Archon Mode, l'introduzione decisamente più riuscita del multiplayer che mette due giocatori al comando della stessa base. Si tratta di una modalità ben realizzata, nella quale un giocatore può pensare alla gestione economica e alla produzione delle unità, mentre l'altro a guidare l'esercito in battaglia in un mix di meccaniche cooperative e competitive molto molto divertente. Tra una partita e l'altra, ci si può sempre distrarre con gli Arcade, che raccolgono una gran quantità di modalità e minigames creati dalla community sfruttando l'editor del gioco. Sul fronte tecnico Legacy of the Void si conferma un titolo molto bello da vedere, complice l'inconfondibile stile visivo degli artisti Blizzard che riescono a rendere mondi vivi e vibranti anche i campi di battaglia più desolati. Le cinematiche che si accompagnano nel proseguo della campagna principale sono come sempre di ottima fattura, ma è la resa totale delle battaglia su schermo con decine di unità impiegate contemporaneamente a lasciare il ricordo migliore, grazie soprattutto a un effettistica realizzata egregiamente. Unico appunto per il doppiaggio, che in italiano si perde in qualche frangente con dialoghi recitati senza il giusto trasporto e l'espressività che si sarebbero meritati, finendo per indebolire l'impatto di alcune scene d'intermezzo.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4790K
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 970
  • Sistema operativo Windows 8.1

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP / Windows Vista (ultimo service pack)
  • Processore: Intel Core 2 Duo or AMD Athlon 64 X2 5600+
  • Scheda video: NVIDIA GeForce 7600 GT or ATI Radeon HD 2600 XT or Intel HD Graphics 3000 o superiore
  • 2 GB di RAM
  • Spazio su disco: 30GB

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo: Windows 7 / Windows 8 / Windows 10 64-bit (ultimo service pack)
  • Processore: Intel Core i5 or AMD FX Series Processor o superiore
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 650 or AMD Radeon HD 7790 or superiore
  • 4 GB di RAM

Conclusioni

Digital Delivery Sito Ufficiale
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
9.2
Lettori (80)
8.9
Il tuo voto

Legacy of the Void non tradisce le attese e ci regala un finale epico per una trilogia di StarCraft II che da sola rappresenta l'intero genere degli strategici in tempo reale su PC. La campagna parte col botto e prosegue a un ritmo incalzante, un'esperienza di rara bellezza ricca di varietà nelle meccaniche dei livelli e nelle unità da impiegare in battaglia. La possibilità di variare l'armata e personalizzare il supporto aereo della Lancia di Adun, offrono parecchi spunti in termini di rigiocabilità delle missioni, mentre sul fronte del multiplayer i contenuti abbondano come non mai. Le missioni in cooperativa e la divertentissima modalità Arconte sono aggiunte graditissime, che vanno ad affiancarsi ai tornei, alle schermaglie e alle tanti varianti disponibili per le partite classificate e non. Insomma una pletora di contenuti che vanno a soddisfare veterani e novizi. Legacy of the Void è un acquisto obbligato per ogni fan della saga Blizzard, la perfetta chiusura di una trilogia.

PRO

  • Campagna longeva e strutturata splendidamente
  • Gameplay profondo, complesso e appagante
  • Ricco di modalità e contenuti
  • La modalità Arconte è un aggiunta molto divertente
  • I cambiamenti nel multiplayer valorizzano i giocatori più bravi

CONTRO

  • Il competitivo continuerà a essere poco accessibile
  • Doppiaggio altalenante