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Headlander, recensione

Doppi sensi, look retrò e un protagonista senza corpo: la nostra recensione di Headlander

RECENSIONE di La Redazione   —   25/07/2016

Chiunque adori i cartoni animati pensati per un pubblico adulto (non gli hentai, sciocchini) sa bene quando grande sia il suo debito nei confronti di Adult Swim, ovvero la sezione di Cartoon Network che negli anni ha proposto serie TV come I Griffin, The Boondocks, Robot Chicken e recentemente gli spassosi Rick and Morty. Da qualche anno però il suo legame si è fatto altrettanto forte col mondo dei videogiochi, sia per creare titoli basati sulle sue proprietà intellettuali, sia per giochi completamente nuovi ma comunque legati a una vena di ironia allusiva, fatta di rimandi, citazioni e doppi sensi. Headlander è l'ultimo prodotto della Adult Swim Games, creato in collaborazione con uno sviluppatore che senza dubbio se ne intende di umorismo, lo studio Double Fine di Tim Schafer. Vediamo insieme cosa hanno escogitato!

Headlander: un videogioco fatto di doppi sensi, look retrò e un protagonista senza corpo!

Faccio di testa mia

Il cuore di Headlander è quello di un Metroidvania, dunque visuale rigorosamente laterale, anche se il gioco è 3D, backtracking e un ambiente che si sviluppa e si amplia seguendo i miglioramenti del nostro alter ego. Tuttavia, rispetto ai classici del genere, Headlander si basa su una caratteristica abbastanza importante: il protagonista è solo una testa che può fluttuare in giro.

Headlander, recensione

Il gioco è infatti ambientato in un futuro in cui tutti gli uomini hanno trasmesso le proprie coscienze all'interno di robot, così da vivere per sempre e dedicarsi quasi esclusivamente al piacere sfrenato e all'oblio dei sensi. Questa condizione ha permesso a una intelligenza artificiale malvagia chiamata Matusalemme di controllare l'umanità e tenerla in un perenne stato di istupidimento, grazie anche ai suoi scagnozzi robot, chiamati Pastori. Noi impersoneremo l'unico essere umano sopravvissuto, o almeno ciò che ne resta, incapsulato dentro un casco da astronauta dotato di razzo che gli permette di spostarsi liberamente e soprattutto di prendere possesso dei corpi robotici che incontra. In questo modo se ci avvitiamo su un civile saremo un civile, se prendiamo possesso del corpo di un soldato potremo sparare e superare eventuali zone vietate alle persone normali. Il gioco dunque si basa fondamentalmente sul trovare il corpo giusto al momento giusto, oppure nel capire quando è il momento di staccare la testa e infilarsi in un condotto di areazione. Qua e là ci saranno anche delle side questa abbastanza buffe, come quella di una signora che ha perso il suo cagnolino robot, sul quale potremo innestare la nostra testa per riportarlo alla padrona.

A tutta retrò

La veste grafica di Headlander è senza dubbio uno dei suoi punti più interessanti. Per dare al gioco un certo carattere Double Fine ha scelto di ambientare tutto in una sorta di serie TV spaziale degli anni '70. Una suggestione visiva che inizia dal titolo, vagamente ispirato alle grafiche dei giochi Atari e al primo logo Activision per proseguire in ambienti che ricordano in tutto e per tutto lo Studio 54, con robot che ricordano Metropolis, rimandi alle droghe, alla psichedelia, ai figli dei fiori e persino un tasto dedicato all'esecuzione di passi di danza in stile Tony Manero. Particolare anche la scelta dell'intelligenza artificiale che ci aiuta e ci guida nella nostra avventura, caratterizzata da un forte accento texano, che ricorda certi personaggi del Vecchio West. Tuttavia, l'aria cambierà drasticamente col proseguire delle nostre imprese, anche se manterrà un certo gusto per la fantascienza retrò.

Headlander, recensione

Ciò che invece non cambierà sarà il costante bisogno di trovare il corpo giusto per proseguire, visto che tutto il gioco si basa sulla possibilità di accedere alle varie stanze per recuperare informazioni, dare o togliere corrente o sbloccare porte e ascensori. Quasi tutte le porte hanno infatti restrizioni di accesso, dunque una guardia di colore rosso potrà superare solo le porte rosse, una guardia arancione potrà superare porte rosse e arancioni e così via. Inoltre alcuni robot potranno passare sui pavimenti elettrificati, altri invece potranno recuperare dati dai terminali e così via. Il problema sarà gestire questa situazione in un ambiente in cui tutti ti sparano contro e cercano di ucciderti, per questo motivo potremo col tempo sviluppare delle abilità che ci permetteranno di proiettare scudi, controllare altri robot, subire più danni o sovraccaricarne i sistemi a distanza. Per sbloccare queste abilità serviranno punti esperienza, che possono essere ottenuti raccogliendo in giro dei cristalli o completando le varie missioni. Essendo un metroidvania aspettatevi ovunque sezioni segrete in cui aumentare l'energia, la potenza degli scudi e così via, così come un certo bisogno di visitare zone già viste per poter proseguire.

Laseroni ovunque

Il combattimento di Headlander è quasi interamente basato su laser che possono rimbalzare sulle pareti, creando un caos di proiettili da schivare, ripari dietro cui nascondersi al momento giusto, occasionali attacchi corpo a corpo e strategie suicide in cui mandare il nostro robot ormai prossimo all'esplosione contro gli avversari, mentre la nostra testa svolazza in giro.

Headlander, recensione

Per il resto, essendo un gioco di Double Fine, aspettatevi doppi sensi, torrette con sensi di colpa, aspirapolvere che spettegolano ed ex umani che si strusciano contro la moquette in cerca di coccole. Purtroppo però aspettatevi anche una certa ripetitività e una sottile sensazione di frustrazione che inizierà a farsi sentire verso metà del gioco. Tutte le meccaniche di Headlander infatti si faranno sempre più complesse e articolate col procedere dell'avventura, costringendovi a trovare il robot giusto per fare qualcosa mentre intorno a voi decine di laser non aspettano altro che la vostra esplosione, dopo la quale dovrete iniziare da zero dal checkpoint precedente. Col tempo tutto ciò passa dall'essere divertente all'essere noioso, soprattutto perché andrà ripetuto per più volte. All'inizio dovrete allineare cinque parabole satellitari e va bene, poi sbloccare quattro porte, distruggendo altrettanti generatori e ok, poi recuperare dati da 5 terminali, usando cinque robot differenti mentre passeggiate inermi in una sorta di versione gigantesca degli scacchi, ma con i laser e qua le cose inizieranno a farsi più frustranti che divertenti, visto che tutto sommato la carica umoristica del gioco non basta certo ad andare avanti. Sarà a questo punto che capirete se il gioco vi ha davvero preso o se ormai volete finirlo perché vi scoccia lasciare le cose a metà. Nel nostro caso è stato il secondo caso.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
7.8
Lettori (2)
7.2
Il tuo voto

Headlander è senza dubbio un gioco con una sua personalità e un'interessante variazione sul tema Metroidvania. Tuttavia la sua vena umoristica non è poi così sviluppata e col tempo la difficoltà e la noia ripetitiva di certe sezioni tendono a ingrigire i suoi vividi colori.

PRO

  • L'idea di cambiare corpo è interessante
  • Ricco di ambientazioni differenti

CONTRO

  • A volte esageratamente macchinoso e complesso
  • In fondo non fa molto ridere