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Falla nel sistema

I DLC di Deus Ex: Mankind Divided hanno il non facile compito di ampliare una storia conclusasi in modo insoddisfacente secondo molti. System Rift è il primo di questo gruppetto.

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   19/10/2016

Mankind Divided è stato un degno seguito di quell'Human Revolution che aveva riportato in auge la serie Deus Ex semplificandone gli elementi fondamentali in favore delle nuove generazioni. Una conclusione aperta ad eventuali seguiti e (secondo molti) piuttosto affrettata ha però lasciato l'amaro in bocca a più di un fan, dando vita a innumerevoli timori correlati alla gestione dei DLC.

Falla nel sistema

Il rischio di vedere un finale più soddisfacente sotto forma di contenuto scaricabile a pagamento era dopotutto concreto, nonostante l'inevitabile malcontento che potrebbe scatenarsi con una tale scelta. Una fortuna quindi che gli sviluppatori di Eidos Montreal si siano fatti furbi e, almeno per ora, abbiano scongiurato il pericolo con il loro primo DLC dedicato alla storia principale: System Rift. Questo "pezzo" di avventura (facilmente attivabile dal menu "Storie di Jensen") fa infatti ben poco per dare più concretezza alla conclusione della campagna e si ricollega a tutt'altra parte del gioco, rimettendo in campo una carismatica vecchia conoscenza. Fugato quindi ogni dubbio sulla cattiva gestione della trama, resta da vedere se questa nuova avventura valga il prezzo del biglietto e quanto effettivamente riesca ad arricchire una struttura già brillante in molti aspetti.

Abbiamo recensito il primo story DLC di Mankind Divided: sarà l'update di cui la campagna aveva bisogno?

Ciao Frank

Il "ritorno" di cui abbiamo parlato nell'introduzione è quello di Frank Pritchard, comprimario del buon Adam Jensen nel precedente titolo della saga e legato al protagonista da uno strano rapporto di odio/amicizia(per dirla alla giapponese, Adam e Pritchard si comportano un po' da "tsundere" l'uno con l'altro, ma questa la capiranno in pochi). Jensen ha qualche debito in sospeso con Pritchard, e ovviamente l'hacker pensa bene di sfruttare la cosa per i suoi comodi, coinvolgendo il nostro agente potenziato preferito in una serie di vicende che lo porteranno ad avere a che fare con la potente organizzazione nota come Palisade oltre che con uno dei più rinomati hacker al mondo.

Falla nel sistema

Dunque, se non l'aveste capito dalla premessa, qua la storyline non è pensata per svelare grandi segreti sulle temibili organizzazioni del gioco o sui misteriosi antagonisti, ma riesce a dare una maggior concretezza alla modalità Breach, aggiungendo al mondo di Deus Ex interessanti elementi. Niente sceneggiatura attaccata con lo sputo, insomma, ma nemmeno rivelazioni inimmaginabili, e questa volontà di volare basso sembra ripercuotersi anche sul gameplay, che si allontana ben poco dai precetti posti dalla campagna base. Qui la novità non sono infatti roboanti poteri o sessioni di gioco mai viste, bensì una grossa quest primaria che si chiude in un edificio corazzato della Palisade, mettendo in luce i principali punti di forza del gameplay di Mankind Divided. Se infatti la prima fase risulta piuttosto lineare e in alcuni casi forzatamente semplicistica (vedere poste nascoste difese da protezioni informatiche di basso livello nella casa dell'hacker più temibile di Praga è davvero strambo, ma è una forzatura comprensibile per il bene dell'avanzamento), una volta entrati nel palazzo della Palisade le cose cambiano radicalmente in meglio.

Agente Jensen

Le infiltrazioni sono dopotutto la parte più riuscita dell'opera di Eidos e l'aggiunta di un nuovo edificio di sei piani ricco di guardie, telecamere, torrette e droni non può certo venir valutata negativamente. La "lama" della Palisade è una struttura complessa e ben gestita, ricchissima di passaggi e strade alternative che sfruttano al meglio le varie specializzazioni di Adam, fino ad arrivare addirittura a zone ove le sue abilità più efficienti e abusabili risultano inefficaci.

Falla nel sistema

È un bel cambio di ritmo rispetto ai primi lenti minuti, capace di divertire più della maggior parte delle altre missioni; c'è solo un non trascurabile problema: dura pochissimo e si ha continuamente l'impressione che una fase simile avrebbe dovuto far parte del gioco base (o venir quantomeno rilasciata gratuitamente). La missione affidata dal caro Francis dura infatti poco più di due ore se affrontata con calma e volontà di esplorare (la si può completare anche in un'ora se si va dritti al punto), tempistiche davvero poco giustificabili se si valuta il prezzo del pacchetto. La sua natura di collante narrativo, poi, la fa sembrare più un tassello mancante di una reale aggiunta, sensazione ulteriormente amplificata dai marginali ritocchi al gameplay di cui abbiamo parlato prima. Con l'acquisto del season pass il contenuto acquista un senso indubbiamente maggiore, ma rimane un "assaggio" più che un DLC vero e proprio, soddisfacente solo perché costruito su fondamenta già granitiche. Non bastasse il fatto che il DLC sia staccato dalla campagna primaria, pur costringendo il giocatore a scegliere con cura come specializzarsi, risulta una limitazione fastidiosa, che impedisce a chi desidera affrontare la Lama della Palisade una libertà totale di approccio. Eidos Montreal poteva impegnarsi sensibilmente di più.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it

Lettori

ND

Il tuo voto

PRO

  • La Lama è un edificio esteso e ricco di possibilità
  • Il ritorno di Frank Pritchard
  • Discreto collegamento narrativo con la modalità Breach

CONTRO

  • Il costo del DLC è davvero troppo elevato per ciò che offre
  • Durata risicatissima
  • Innovazioni praticamente nulle