Che il pluripremiato Monument Valley avrebbe prima o poi visto un seguito non se lo aspettava nessuno. Nemmeno i suoi stessi autori. Dopo aver pubblicato la prima e unica espansione del gioco originale, Forgotten Shores, i ragazzi di Ustwo avevano cominciato a sperimentare nuove idee, giocare un po' con la realtà virtuale, e lo stesso lead designer, Ken Wong, dichiarò che l'intero team voleva voltare pagina. Qualcosa è però evidentemente cambiato nel frattempo: Wong ha lasciato il team per fondare un suo studio di sviluppo ad Hong Kong, mentre Ustwo Games si è espansa in numero. Vuoi per l'insicurezza di creare qualcosa di inedito, vuoi perché molte delle new entry erano appassionate di Monument Valley, lo sviluppatore londinese ha così deciso di fare dietro front. Annunciato durante lo scorso WWDC e pubblicato lo stesso giorno su App Store, Monument Valley 2 non è però un semplice tentativo di fare cassa facile spremendo ancora una volta quello che è stato uno dei giochi mobile più apprezzati degli ultimi anni, e anzi riesce a trovare una sua identità, approfondendo e (inaspettatamente) migliorando ancora di più un'esperienza già impeccabile.
Il cerchio della vita
Fin dalle primissime schermate è evidente che Monument Valley 2 riprenda l'idea, le meccaniche e lo stile alla base del primo episodio. L'obiettivo è ancora una volta quello di interagire con delle architetture che sembrano tratte da un quadro di M.C. Escher, ruotandole o spostandone alcune piattaforme per creare percorsi nuovi, così da condurre il proprio alter ego verso la fine del livello. Castelli colorati, torrioni, giardini, ponti e colonne: il senso di meraviglia che si prova ogni volta che piccole illusioni ottiche e giochi di prospettiva creano un percorso impossibile è lo stesso e identico di tre anni fa. Le nuove leve di Ustwo non si sono limitate a riciclare le meccaniche e le idee del primo Monument Valley, ma anzi questo seguito nasconde nei suoi quattordici livelli tante piccole idee inedite. Alcuni enigmi chiedono di alterare la luce di una stanza, altri si svolgono su più piani, mentre alla fine di ogni capitolo viene chiesto di "disegnare" un simbolo attraverso una meccanica estremamente elegante. Una delle novità più importanti riguarda però il piano narrativo. Conclusa la storia di Ida nel precedente episodio, Monument Valley 2 racconta di una madre e della sua bambina, e di come il rapporto tra le due cambi livello dopo livello.
Inizialmente si controlla Ro, la madre, cercando di risolvere i piccoli enigmi di ogni scenario mentre la figlia si limita a starle vicino. Crescendo, la bambina comincerà a diventare più indipendente, finché non dovrà separarsi dal suo genitore e intraprendere il suo percorso personale. La relazione tra questa madre e sua figlia viene raccontata in maniera volutamente didascalica proprio per permettere a chi gioca di entrare in empatia coi personaggi, ma nonostante questo non mancano i tocchi di classe. Le sensazioni e lo stato d'animo dei due personaggi si riflettono anche nell'atmosfera di ciascun livello, nello stile grafico utilizzato e nel design delle ambientazioni. I livelli più colorati e vivaci sono quelli in cui Ro è in compagnia della sua piccola bambina. Quando le due si separano, gli scenari diventano improvvisamente grigi e smorti. Quando la figlia comincia ad affrontare le prime prove da sola, le architetture si fanno più incerte e confusionarie, con diversi bivi e porte che riflettono il senso di smarrimento del personaggio. Poi però la bambina intraprende la sua strada, sperimenta, e così hanno fatto gli sviluppatori, infilando prospettive e stili visivi inediti. Contrariamente al primo Monument Valley, la storia raccontata da questo seguito è molto più esplicita, permettendo a chi gioca di avere un filo conduttore da seguire dall'inizio alla fine di questa breve e tenera esperienza. Forse il fatto che il racconto sia così didascalico rende più facile affezionarsi alle due protagoniste, ma allo stesso tempo fa sì che sia anche meno spontaneo. Dopotutto uno degli elementi più memorabili del vecchio episodio era il legame che si veniva a formare tra Ida (il giocatore) e un buffo totem giallo. Una relazione sottintesa, che si sviluppava attraverso il gameplay e che probabilmente trovava la sua efficacia proprio nel fatto di non essere così esplicita.
Conclusioni
L'eredità di Monument Valley è un fardello enorme da portarsi sulle spalle, e realizzarne un seguito che non venisse schiacciato dal suo peso era tutt'altro che facile. Forse non avrà l'impatto travolgente che ebbe il primo episodio quando arrivò su App Store, ma con questa nuova storia Ustwo ha inaspettatamente dimostrato di avere ancora qualcosa da dire nell'universo di Monument Valley. Monument Valley 2 racconta in maniera semplice e raffinata la storia di una madre e di sua figlia. E lo fa ancora una volta attraverso livelli talmente meravigliosi che vorrete salvarli e usarli come sfondo del vostro smartphone.
PRO
- Meraviglioso e sorprendente come l'originale
- Numerose e azzeccate novità estetiche e di design
- Una storia tenera con personaggi con cui è più facile entrare in empatia...
CONTRO
- ...ma in alcuni punti è forse troppo didascalico
- Come il primo capitolo è tanto breve