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PPKP: Kick, Punch, it's all in the mind

Calci e pugni in faccia, nient'altro da dire

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   03/08/2017

C'è un'evidente fascinazione per i pugni (nelle mani) che aleggia nel mondo dei videogiochi mobile, basti pensare a successi planetari come Punch Club e Punch Quest, giochi piuttosto semplici e immediati come un buon vecchio diretto in faccia, una cosa da far commuovere Chuck Norris. In questo caso abbiamo a che fare anche con dei calci, perché PPKP non è la sigla di un partito affiliato ai Lavoratori del Kurdistan, bensì l'acronimo di Punch Punch Kick Punch, che sono poi gli elementi fondamentali di questo bizzarro titolo. Con una grande capacità di sintesi, il nome rivela già buona parte della meccanica di gioco, che si basa interamente su incontri a turni nei quali ci troviamo ad alternare calci, pugni e parate contro un'infinità di nemici di varia tipologia. Abbiamo visto in precedenza giochi dotati di un certo ermetismo narrativo, ma PPKP raggiunge nuove vette di astrazione: il nostro protagonista si sveglia di soprassalto perché un taxi gli ha sfondato il tetto di casa, e si rende conto di come la città intorno abbia subito varie devastazioni a causa di una sorta di cataclisma non meglio identificato. Probabilmente collegato a questo strano fenomeno, l'altro fatto inquietante è che le strade siano piene di mostri antropomorfi appartenenti al gruppo Monster Corp, a quanto pare tutti piuttosto preparati nell'ambito delle arti marziali. Il nostro eroe non perde tempo e si lancia subito nella pulizia delle strade a suon di calci e pugni, al contempo cercando anche di aiutare i carpentieri nella ricostruzione della città semi-distrutta. Tutto questo viene illustrato semplicemente dalle schermate del gioco, senza dialoghi né testi esplicativi, cosa che sulle prime rende piuttosto difficile capire esattamente cosa stia succedendo, cosa dovremmo fare e perché. Non è che successivamente le cose assumano poi un gran significato, ma dopo qualche minuto si apprendono le meccaniche di base e si capisce più o meno cosa ci sia da fare, che non è poi molto: menare pugni e calci e ricostruire edifici. Il tutto rappresentato in uno stile pixelloso di fattura migliore del solito, che appare come un omaggio ai beat'em up 8-bit (Double Dragon, Kunio-Kun) ben più genuino di quanto visto in molte altre occasioni.

PPKP: Kick, Punch, it's all in the mind

Distruzione costruttiva

Ci sono fasi distinte nella meccanica di PPKP: c'è il combattimento di strada e la parte che si potrebbe definire "gestionale", basata sull'evoluzione continua del personaggio principale e del mondo circostante. Lo scopo del gioco è ricostruire la città distrutta ed eliminare i mostri, due fini che opportunamente si incontrano nella medesima pratica del menare pugni e calci. Il sistema di combattimento a turni è estremamente semplice, con un tasto dedicato ai pugni e uno ai calci che all'occorrenza consentono manovre difensive per le quali è essenziale il tempismo nella pressione, perché con un solo colpo subito si finisce fuori combattimento. La struttura è ovviamente super semplificata, ma non è priva di un certo tatticismo, tra la scelta dei tempi per le parate e i contrattacchi e la continua progressione delle abilità del protagonista. Quest'ultime rientrano nella sfera "gestionale" di PPKP, che rivela subito un buon tasso di grind applicato alla sua meccanica di gioco, visto che tutto si basa sulle monete conquistate dopo ogni combattimento che possono essere spese nell'incremento delle abilità del protagonista e nell'apprendimento di nuove e potenti mosse. Altro elemento fondamentale è la raccolta di componenti per la ricostruzione degli edifici, che avviene prendendo parte a sessioni molto simili al vecchio bonus stage di Street Fighter II: dopo una certa quantità di scontri per le strade si sblocca la possibilità di accedere agli autodemolitori, dove possiamo raccogliere materiali utili alla ricostruzione picchiando come ossessi le macchine. Rimettere in sesto i vari edifici della città consente ulteriori possibilità di evoluzione e potenziamento per il protagonista in un continuo accrescimento delle statistiche che è tipico dei giochi basati sul grind. Come da programma, PPKP è un free-to-play che viene spesso intervallato da pubblicità e ha barre di attesa che possono essere eliminate acquistando gettoni con denaro reale, e purtroppo non sembra ci sia per il momento un acquisto in-app in grado di rimuovere tutto il meccanismo rendendolo a tutti gli effetti un gioco Premium, dunque chi non ama le microtransazioni sa già a cosa potrebbe andare incontro.

Conclusioni

Versione testata iPad 1.0.9
Digital Delivery App Store
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Lo spirito che emerge dalle schermate di PPKP è indubbiamente nipponico e lo stile grafico adottato per una volta non sembra troppo posticcio o ruffiano, associandosi perfettamente all'estrema semplicità della struttura di gioco. Il grind selvaggio si rivela ancora una volta un meccanismo funzionante e la progressione ben visibile nelle abilità del protagonista e nell'aumento delle possibilità offerte dalla città in ricostruzione è una buona spinta a continuare a tornare su un sistema di combattimento a turni che è a dir poco basilare. L'ermetismo della storia e del contesto, sebbene crei certamente dell'ilarità sulle prime, risulta anche eccessivo per mantenere l'interesse a lungo sul gioco, mentre il sistema free-to-play porta alcune conseguenze nefaste.

PRO

  • Stile grafico che rievoca lo "spirit" nipponico
  • Il grind fa il suo dovere
  • L'evoluzione porta a combattimenti sempre godibili

CONTRO

  • La meccanica semplicistica non può durare a lungo
  • Manca la spinta a proseguire, a un certo punto
  • Pubblicità invasive e barre di attesa