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Yakuza Kiwami, recensione

Il remake dell'originale Yakuza racconta la storia di Kazuma Kiryu, fra tradimenti e colpi di scena

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   21/08/2017

A sei mesi esatti dall'uscita del prequel, eccoci alle prese con gli eventi del primo capitolo della serie SEGA, pubblicato originariamente nel 2006 su PlayStation 2. Yakuza Kiwami, tuttavia, non si limita a essere una semplice remaster, bensì si presenta come un vero e proprio remake, che non solo utilizza gli asset di Yakuza 0 per ridisegnare completamente la grafica, ma aggiunge alla campagna diverse cutscene inedite che fanno luce sugli aspetti più oscuri della trama, nonché un gran numero di quest secondarie in grado di allungare in modo sostanziale la durata dell'esperienza. Noi abbiamo finito il gioco impiegando circa diciassette ore, ma con una percentuale di completamento pari ad appena il 23%, il che dà quantomeno un'idea del lavoro fatto dagli sviluppatori per rendere appetibile Kiwami anche agli occhi di chi ha giocato il primo episodio di Yakuza tanti anni fa e vuole approfittare dell'occasione per fare un piacevole ripasso. Del resto bisognerà attendere ancora qualche mese per l'uscita di Yakuza 6: The Song of Life...

Dove eravamo rimasti...

Se avete letto il nostro provato di Yakuza Kiwami, un paio di settimane fa, saprete che il gioco narra gli eventi corrispondenti all'ascesa e alla caduta di Kazuma Kiryu, "il drago di Dojima", un astro nascente della Yakuza che un giorno decide di sacrificarsi per i suoi più cari amici, assumendosi la responsabilità dell'omicidio del boss del suo stesso clan e finendo per scontare dieci anni di carcere. Quando esce di prigione, tuttavia, le cose sono molto cambiate: l'amico fraterno di un tempo, Akira "Nishiki" Nishikiyama, è diventato una persona spietata e assetata di potere, mentre la ragazza a cui teneva particolarmente, Yumi, sembra scomparsa nel nulla.

Yakuza Kiwami, recensione

Il clan Tojo è inoltre in subbuglio: qualcuno ha rubato dieci miliardi di yen dalle casse dell'organizzazione e subito dopo il presidente Sera è stato assassinato. Ma cosa ha a che fare questa situazione con la bambina che Kazuma incontra per caso fra le strade di Kamurocho? Lo scopriremo nel corso di una campagna solida e coinvolgente, ancora una volta caratterizzata da una struttura molto semplice ma forte di una narrazione di altissima qualità, diretta in modo magistrale da Hiroyuki Sakamoto sulla base della sceneggiatura scritta da Hase Seishu. Come anticipato in apertura, tuttavia, parliamo di un vero e proprio remake: il producer Toshihiro Nagoshi e i suoi collaboratori hanno inserito diverse cutscene che approfondiscono ulteriormente i protagonisti e forniscono motivazioni precise per le loro azioni, costruendo un background di grande spessore di cui il capitolo originale era per molti versi privo.

Yakuza Kiwami, recensione

Tutta mia la città

Le missioni di Yakuza Kiwami sono in verità piuttosto semplici, in quanto è l'elemento narrativo a dare corpo all'esperienza anziché ciò che facciamo all'interno della mappa. Nella maggior parte dei casi bisogna infatti recarsi dal punto A al punto B, magari procurarsi degli oggetti e consegnarli a qualcuno, concludendo quasi sempre la quest con un combattimento. Per le strade di Kamurocho capiterà spesso di imbattersi in ceffi di vario genere che vorranno sfidarci: un sistema di incontri non casuale (è possibile, volendo, seminare gli avversari o comunque evitarli dopo averli visti) che serve per far crescere il protagonista sotto il profilo dell'esperienza e quindi delle abilità, nonché per aumentare le sue scorte di denaro.

Yakuza Kiwami, recensione

I soldi servono per acquistare in primo luogo bevande energetiche in grado di ripristinare la nostra salute o la nostra barra della furia, ma anche tutta una serie di oggetti più o meno utili, nonché per cimentarsi con le tante attività che la città ha da offrire. Purtroppo i Club SEGA in questo caso non consentono di fare qualche partita con i classici della casa nipponica, ma solo di cimentarsi con il curioso Insect Queen, un "picchiaduro" fra lottatrici-insetto che funziona tramite le regole di "carta, forbici e sasso", e di cui è possibile raccogliere le card in giro per lo scenario. Ci sono però minigame come il bowling e il biliardo, nonché gli hostess club in cui provare a conquistare qualche bella ragazza azzeccando le frasi giuste. Fa inoltre il proprio ritorno da Yakuza 0 il Pocket Circuit, le gare con automobiline radiocomandate da personalizzare e potenziare attraverso l'acquisto di ricambi e upgrade.

Yakuza Kiwami, recensione

Il fuoco dentro

Narrazione a parte, sono i combattimenti a rappresentare il fulcro di Yakuza Kiwami. Rispetto alla versione originale, gli autori hanno pensato bene di riproporre gli stili di lotta visti nel prequel e di aggiungere un ulteriore elemento di crescita, affidando lo sviluppo del "Dragon Style" di Kazuma unicamente agli scontri che potremo avere con Goro Majima in giro per la città. Le altre tre tecniche potranno invece essere potenziate tramite l'impiego dei punti esperienza, sbloccando nuove combo e counter, oppure migliorando in generale la resistenza e la forza del protagonista.

Lo stile Brawler si pone come la scelta più equilibrata, visto che consente di inanellare combinazioni potenti senza però perdere reattività, dando vita a spettacolari super quando la barra della furia è piena e l'avversario è a terra. Lo stile Rush è invece focalizzato sulla rapidità e permette di schivare facilmente gli attacchi, anche quelli con armi da fuoco, ma produce sequenze di colpi relativamente leggere. Lo stile Beast, infine, trasforma il personaggio in una sorta di wrestler inarrestabile, che afferra qualsiasi oggetto a tiro per usarlo come arma e prevede colpi devastanti, ma il prezzo da pagare è una grande lentezza dei movimenti. La resa degli attacchi rappresenta senza dubbio uno dei punti di forza di Yakuza Kiwami, e bisogna riconoscere che è stato fatto un eccellente lavoro di bilanciamento per introdurre gli stili che originariamente mancavano, visto che il grado di sfida si mantiene sempre su di un livello discreto e per non avere problemi bisogna potenziare a fondo il protagonista, nonché fare scorta di bevande salutari.

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Trofei PlayStation 4

Yakuza Kiwami consente di ottenere un totale di cinquantacinque Trofei, quasi sempre legati alla progressione. Ci sono infatti gli achievement che si ottengono completando i dodici capitoli che compongono la campagna, altri relativi alle quest secondarie. Diversi Trofei vanno però ottenuti raccogliendo tutti i collezionabili e completando le attività collaterali offerte da Kamurocho.

Trova le differenze

È interessante notare come per Yakuza Kiwami valga senza dubbio la pena di fare un confronto con l'originale Yakuza per PlayStation 2, ma anche con il recente Yakuza 0, visto che è da lì che proviene la maggior parte degli asset grafici. Se però il prequel vantava due differenti mappe e due personaggi giocabili, questo remake deve per forza di cose limitarsi nei contenuti e mostrare situazioni e luoghi già visti. La sensazione è un po' strana: narrativamente i due capitoli sono perfettamente coerenti, anzi il lavoro fatto per il remake consolida ulteriormente questo aspetto, ma l'esperienza di Yakuza 0 è decisamente più ricca e variegata. Anche per quanto concerne le missioni secondarie, che in Kiwami hanno un po' il sapore del riempitivo e si concludono molto in fretta, senza mai lasciare il segno. Dunque sì, impiegherete senza dubbio più delle quindici ore richieste per il completamento dei dodici capitoli della storyline principale, perché sarà praticamente inevitabile cimentarsi con qualche quest secondaria, ma globalmente il divertimento sarà inferiore rispetto al prequel; come del resto è normale che sia, trattandosi di due prodotti appartenenti a epoche diverse.

Yakuza Kiwami, recensione

Entrambi sono accomunati da un sistema di salvataggio old-gen, di tipo manuale e con qualche secondo di attesa, ma sul piano tecnico non c'è davvero nulla da eccepire: il gap fra Kiwami e l'originale Yakuza è enorme, i modelli poligonali sono eccellenti ed è stata prestata la massima attenzione anche ai dettagli per evitare che una trama a bassa risoluzione rovinasse la nuova, splendida presentazione del gioco. I sessanta frame al secondo, solidissimi a parte rari casi, chiudono il quadro di una grafica strepitosa, che rivela le proprie origini solo durante le sequenze in auto. Il comparto audio è ugualmente eccellente, forte di una recitazione impeccabile dei doppiatori giapponesi e di musiche perfettamente azzeccate. Ancora una volta i dialoghi sono stati tradotti solo in inglese, una mossa che comprendiamo ma che inevitabilmente scoraggerà gli utenti meno avvezzi a leggere grandi quantità di testo in una lingua che non è la loro.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.2
Lettori (68)
8.0
Il tuo voto

Yakuza Kiwami è un remake praticamente perfetto che valorizza in modo eccellente gli elementi che caratterizzavano il capitolo originale della serie SEGA, arricchendoli sotto molteplici punti di vista. La storia è stata infatti integrata da numerose cutscene inedite, i combattimenti sono stati resi più vari e coinvolgenti grazie ai differenti stili di lotta mutuati da Yakuza 0 e infine la grafica è stata completamente ridisegnata, utilizzando gli asset del prequel e una serie di soluzioni molto eleganti per conferire coerenza e solidità al comparto visivo. Un titolo assolutamente da non perdere se volete rivivere la storia di Kazuma Kiryu a tanti anni di distanza o se vi siete avvicinati da poco al franchise grazie al già citato Yakuza 0, anche se quest'ultimo offre per molti versi un'esperienza superiore.

PRO

  • Narrativamente eccellente
  • Un remake tecnicamente straordinario
  • Tanti elementi inediti rispetto all'originale...

CONTRO

  • ...ma Yakuza 0 risulta più corposo e variegato
  • Struttura piuttosto semplice
  • Missioni secondarie spesso brevi e scialbe