Presentato durante il Tokyo Game Show 2015, Yakuza Kiwami sarà disponibile a partire dal 29 agosto su PlayStation 4. La pubblicazione del gioco in Italia fa seguito a quella di Yakuza 0, uscito a gennaio, e rientra nell'ottica di una strategia che porterà SEGA a proporci anche l'ultimo capitolo della serie, Yakuza 6, all'inizio del 2018. Si tratta di un ritorno graditissimo per i fan del franchise creato da Toshihiro Nagoshi, scomparso dai radar per alcuni anni e rilanciato in Europa grazie alla partnership con Deep Silver. A undici anni di distanza dall'originale Yakuza, in che modo Kiwami mischia le carte del capitolo originale? La struttura narrativa è rimasta la stessa, ma gli sviluppatori hanno arricchito la trama di numerosi dettagli che chiariscono determinati punti e collegano meglio gli eventi del gioco a quelli del già citato prequel, anche grazie a svariate quest secondarie introdotte per l'occasione.
Il ritorno di Kazuma Kiryu
Astro nascente del clan Dojima, Kazuma Kiryu si porta dietro una reputazione che parla per lui, e non è un caso che nell'ambiente sia conosciuto come "il drago di Kamurocho". Cresciuto in un orfanotrofio insieme all'amico fraterno "Nishiki", il ragazzo si è fatto le ossa nella Yakuza ma ha sempre voluto fare le cose secondo il suo personale codice d'onore, e ciò lo ha talvolta messo in cattiva luce di fronte ai comandanti delle altre famiglie. Una figura scomoda, insomma, che un giorno si ritrova in guai seri: Yumi, una ragazza a cui tiene molto, è stata rapita inspiegabilmente dal suo boss, Nishiki corre ad aiutarla e quando Kazuma arriva sul posto trova la scena di un delitto: Sohei Dojima è a terra, ucciso da Nishiki con un colpo di pistola.
L'unico modo per salvare i suoi amici è quello di mandarli via e assumersi la colpa dell'accaduto; così Kazuma finisce in carcere, dove sconta una pena di dieci anni. Quando esce di galera, tuttavia, le cose sono molto cambiate: Nishiki ha scalato i ranghi e non sembra lo stesso di prima, Yumi è scomparsa poco dopo il suo arresto e i componenti degli altri clan lo vogliono morto. Non è tutto: il boss della famiglia Tojo viene ucciso subito dopo il furto di ben dieci miliardi di yen, e sembra che la cosa abbia a che fare con una ragazzina di nome Haruka. Una storia complessa e sfaccettata, quella di Yakuza Kiwami, che viene narrata con la consueta maestria da Nagoshi e i suoi collaboratori, in un mix di primi piani carichi di tensione, ritmi perfetti e grandi colpi di scena.
Caro, vecchio Yakuza
Se sul fronte narrativo Yakuza Kiwami è una certezza, arricchito in questa edizione da cutscene supplementari che rivelano tanti retroscena inediti e forniscono dunque un quadro pressoché completo degli eventi, dal punto di vista del gameplay le differenze con Yakuza 0 sono davvero poche. Il team di sviluppo ha attinto agli asset del pregevole prequel per vestire a nuovo la grafica originale, ed è per questo che sarebbe improprio parlare di una semplice opera di rimasterizzazione: se si mettono uno di fianco all'altro il gioco originale per PlayStation 2 e Kiwami, la distanza tecnica risulta abissale. Certo, il prezzo da pagare è un (bel) po' di déjà vu rispetto all'esperienza che ci siamo goduti appena qualche mese fa, ma si tratta di un dazio che concediamo volentieri, considerata la solidità dell'impianto e la qualità generale del prodotto.
La mappa è dunque quella di Kamurocho, quartiere fittizio di Tokyo che in realtà corrisponde a Kabukicho, per le cui strade ci troveremo a vagare, spesso nel tentativo di passare dal punto A al punto B, incrociando sgherri di ogni genere e dando loro una lezione per recuperare le abilità e la forza che avevamo prima di rammollirci a causa dei dieci anni passati in galera. Sarà particolarmente utile in tal senso Majima Goro, un personaggio decisamente bizzarro (abbiamo conosciuto la sua incredibile storia appunto in Yakuza 0) che vedremo comparire di tanto in tanto per una sfida estemporanea: sconfiggerlo si tradurrà nello sblocco di nuovi potenziamenti per il nostro personale stile di lotta, quello del dragone. A tal proposito, un'altra novità di questo remake sta nell'introduzione degli stili visti nel prequel: il già citato Dragon, Brawler, Rush e Beast, selezionabili tramite le direzioni della croce direzionale. Ogni stile va potenziato separatamente e vanta pregi e difetti: Brawler è il più bilanciato, Rush è veloce ma poco efficace, mentre Beast vi trasforma in uragani che afferrano qualsiasi oggetto a tiro per colpire i nemici.
In giro per Kamurocho
Le nostre prime ore con Yakuza Kiwami sono state all'insegna delle emozioni e del divertimento, con un pizzico di nostalgia che in questi casi non può mai mancare. Sì, la struttura di gioco è la solita e ci sono missioni francamente ripetitive, in cui tocca spostarsi da una zona all'altra per acquistare specifici oggetti o individuare determinati bersagli; ma il collante che tiene tutto insieme, il combattimento, raramente delude e propone una sfida tutt'altro che banale, specie nelle fasi iniziali. Dal punto di vista tecnico, il lavoro fatto da SEGA su questo remake è francamente enorme, soprattutto durante il primo capitolo non si nota un singolo dettaglio fuori posto, una trama sgranata, nulla. Elementi che più avanti ogni tanto fanno capolino, rivelando pur in misura minima le origini di questa produzione datata 2006, ma in linea di massima è così che dovrebbero essere tutte le riedizioni.
Nel percorso che ci porterà alla recensione cercheremo di approfondire il più possibile anche il ricco e variopinto contorno che da sempre caratterizza la fase esplorativa del gioco, fatto di locali di vario genere, Club SEGA e attività collaterali che anche in questo caso pescano dal prequel. Sarà inoltre interessante capire in che misura le missioni secondarie influiranno sulla durata di una campagna che, affrontata nelle sole quest principali, non dovrebbe superare le quindici ore. La sensazione è che gli sviluppatori abbiano messo quanta più roba possibile nel pacchetto, a tutto vantaggio di chi gradisce rivivere l'esperienza dell'originale Yakuza ma con una sostanziale marcia in più.
La nostra prova su strada con Yakuza Kiwami è stata decisamente piacevole. L'originale del 2006 ha stabilito degli standard, specie sul fronte narrativo, che il franchise ha poi cercato puntualmente di superare, e questo remake se ne appropria arricchendo il tutto di nuove idee, nuovi dettagli, retroscena inediti che conferiscono ulteriore profondità alla storia. Allo stesso modo, gli stili di combattimento mutuati da Yakuza 0 e le tante missioni secondarie inserite nel pacchetto rendono l'esperienza più densa e duratura. Un'operazione riuscita al 100%, dunque? Lo scopriremo fra qualche giorno con la recensione completa.
CERTEZZE
- Narrazione di grandissimo valore
- Tecnicamente è un remake straordinario
- Molto più ricco rispetto all'originale
DUBBI
- Tante similitudini con Yazuka 0
- Struttura piuttosto semplice
- Sistema di salvataggio old-gen