Difficile che un amante dei puzzle game non conosca Picross, visto che la serie di Jupiter Corporation bazzica sulle piattaforme portatili di Nintendo fin dall'epoca del Game Boy. La formula è sempre quella che si basa sui nonogrammi, ovvero le griglie con le celle da colorare interpretando le indicazioni fornite dai numeri a lato e in alto: risolvendo correttamente l'enigma comparirà sulla struttura un'immagine nascosta.
Tanto semplice da imparare quanto gratificante, soprattutto con i puzzle più complessi, Picross ha conosciuto un periodo particolarmente felice grazie all'incontro con gli handheld della casa di Kyoto dotati di pennino, visto che tale metodo di input si sposa in maniera ottimale con la meccanica di gioco offerta. Non a caso per molti fan Picross DS rimane l'episodio migliore della serie, ma anche sull'eShop del 3DS sono stati ben sette i capitoli della serie Picross e che hanno proposto una soluzione episodica a cadenza (più o meno) regolare che ricordava la pubblicazione delle riviste tipo Settimana Enigmistica. Il salto su Nintendo Switch era quindi atteso dalla nicchia di cultori con particolare curiosità, viste le differenze sostanziali nelle capacità hardware del nuovo sistema ibrido, che avrebbe potuto offrire potenzialità da sfruttare in maniera intrigante. Purtroppo però, il risultato finale non si può dire pienamente riuscito.
Puzzle per due
Picross S arriva sulla nuova console Nintendo anche stavolta tramite digital delivery su eShop, all'intrigante prezzo di soli 7,99 €: una cifra estremamente contenuta, destinata probabilmente a stuzzicare anche chi magari non ha mai messo le mani sopra a un precedente episodio. La sensazione è che la stessa Jupiter Corporation abbia voluto intendere questo capitolo come una sorta di introduzione al concept per i nuovi giocatori piuttosto che offrire contenuti di particolare interesse per gli appassionati di vecchia data. Il motivo di tale supposizione è sostanzialmente dato dalla particolare semplicità strutturale dell'offerta di Picross S, che si potrebbe dire addirittura povera sotto alcuni punti di vista: si possono affrontare soltanto i normali picross o i mega picross, per un totale di 300 puzzle che in realtà come vedremo dopo sono però 150.
La curva di apprendimento è morbidissima: oltre all'ampio tutorial capace di accompagnare per mano i novizi spiegando tutte le regole di base, la progressione garantisce dei nonogrammi inizialmente di dimensioni e difficoltà ridotte, con entrambe che crescono poi progressivamente passando dai 5x5 fino ai 20x15. Come se non bastasse, è possibile attivare tutta una serie di aiuti e suggerimenti in maniera tale da semplificare l'esperienza, magari per i più giovani o per chi non possiede particolari doti di pazienza. È chiaro che in questo caso si viene a perdere un po' il senso dell'intera opera, ma d'altra parte essendo tutte agevolazioni opzionali non ci si può lamentare più di tanto. Più criticabile il fatto che, a differenza che in passato, ora colorare una cella sbagliata non determini alcuna penalità di tempo: il risultato è che ora l'andare a tentativi non viene più ostacolato in alcun modo, togliendo una buona fetta del senso di sfida. Ciò che lascia un altro po' di amaro in bocca è la scoperta poi del fatto che i Mega Picross, ovvero varianti più complicate della formula di base in cui i numeri vanno a suggerire le celle da colorare di due righe adiacenti anziché una sola (è molto più arduo da spiegare che da capire), offrono gli stessi disegni già presenti nei normali picross. Una scelta che aumenta la sensazione che Picross S sia stato realizzato con una certa pigrizia, in maniera fin troppo fredda e accademica, con l'intento di confezionare un prodotto sì competente ma nel complesso blando e senza alcuno spunto particolare. In questa situazione si ritrova solo parziale sollievo dall'introduzione di una inedita modalità a due giocatori, in cui ogni utente impugna un Joy-Con cercando di collaborare alla risoluzione di uno stesso singolo nonogramma. La presenza di un contatore di punteggio legato al numero di celle correttamente colorate dona al tutto un equilibrio tra competizione e collaborazione che rende il risultato finale perlomeno gradevole. Va segnalato poi come non sia possibile interagire con i puzzle via touch screen, limitando il tutto alle sole croci e tasti dei controller. Infine la componente estetica, assolutamente minimalista ma pulita e gradevole, si sposa bene con le musiche di sottofondo riuscendo nell'intento di favorire la concentrazione senza dare alcun motivo di distrazione.
Conclusioni
Era lecito attendersi qualcosa di più da Picross S, perlomeno dal punto di vista dei fan della ultra longeva serie di Jupiter Corporation. Al contrario la casa giapponese ha evidentemente scelto di indirizzarsi principalmente verso il potenziale pubblico di neofiti, dando vita a un episodio molto basico nella struttura e dotato di tutta una serie di accorgimenti e opzioni capaci di semplificare - qualora lo si desideri - la soluzione dei nonogrammi. Il risultato è un capitolo che ha poco da offrire ai veterani, ma che in generale appare un po' svogliato e pigro, nonostante l'introduzione della inedita modalità a due giocatori.
PRO
- Formula sempre piacevole
- 300 nuovi puzzle
CONTRO
- Semplificazioni che non piaceranno ai veterani
- Mega Picross con disegni riciclati
- Dà la sensazione di uno sviluppo un po' svogliato