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La recensione del Laptoplay Play13

Vi presentiamo un piccolo cabinato made in Italy

RECENSIONE di Marco Perri   —   17/01/2018

Il retrogame fisico, sappiatelo, è oggi più che mai un fenomeno dilagante. Dall'ultima volta che ne abbiamo scritto, l'onda non ha accennato assolutamente a diminuire di intensità: più scorre il tempo, più la mancanza di reperibilità del vecchio attira nuovi seguaci, creando vere a proprie bolle. Quando scriviamo vecchio, non leggetelo come un termine dispregiativo, anzi, il completo contrario: il fascino dell'età dell'oro brilla intensamente, specialmente oggi. Evviva il vecchio, l'approdo sicuro, quel rifugio nostalgico che statuario resiste all'avanzare dell'età. Oggi vogliamo spendere qualche riga sul retrogame della passione, non su quello legato alla speculazione economica. Lo facciamo tramite un accessorio progettato da una piccola start-up italiana del centro Italia: l'azienda si chiama Toplay, il prodotto LaptoPlay e se avete già beccato il gioco di parole, allora avrete già capito a cosa va collegato. Se invece ancora non ci siete arrivati, prima di proseguire nella lettura ci piacerebbe che vi uniste velocemente a noi per ricordare al mondo come il MAME, indubbiamente l'emulatore più famoso e storico in circolazione e software base di questa recensione, sia stato partorito dall'italiano Nicola Salmoria, tutt'ora al lavoro nel mondo dello sviluppo indipendente. Orgoglio tricolore.

La recensione del Laptoplay Play13

Fili a vista

Il sito ufficiale lo trovate qui e per quanto molto spartano nella forma, funziona nei contenuti, nelle spiegazioni e nei tutorial; si vede, insomma, che è frutto della passione di una persona che ha curato ogni istante del flusso che ha portato alla realizzazione delle linee di prodotto. L'idea alla base dell'oggetto non è nulla di nuovo rispetto ad altri accessori già esistenti e distribuiti per abbracciare la filosofia smartphone o tablet: una struttura con controlli arcade da collegare a un dispositivo in grado di accogliere gli input stampati su silicio. Veramente, complice anche l'abbassamento dei prezzi e della compatibilità, di varianti ne esistono a tonnellate. I punti in cui sicuramente si distingue LaptoPlay sono estetica e concept: se è vero che di accessori dall'anima arcade se ne trovano già, il concetto di avere una struttura già predisposta per accogliere un portatile a mo' di schermo è un'idea apprezzabile e anche intelligente se sposata con il sogno di avere un piccolo cabinato portatile autoalimentato sempre a disposizione. Dicevamo sulla reperibilità di prodotti affini: vero, ma questo è uno di quegli accessori da poggiare su un mobile o su una mensole capiente e mettere in bella mostra. Il gusto che ha intagliato l'armatura di plexiglass ultra trasparente rigida è indubbio, così come le viti in alluminio e la cavetteria volutamente mostrate senza veli o fronzoli, forse un tributo a quei cabinati fatti in casa da operare a cuore aperto che dominavano gli scantinati delle sale giochi in attesa di essere riparati. Minimale per gamma cromatica dei componenti e pesante quanto basta per trasmettere quel senso di robustezza, LaptoPlay ci è piaciuto soprattutto per la sua capacità di spiccare in un ambiente già pieno di chincaglierie e reperti videoludici dal grande valore simbolico.

La recensione del Laptoplay Play13

Retro-monitor

Questo è uno di quei casi in cui pratica e usabilità non vanno proprio a braccetto: LaptoPlay brilla nell'usabilità una volta impostato correttamente grazie alla sintesi di portabilità applicata al vantaggio di avere lo schermo del portatile come monitor da gioco, ma arrivare all'ambiente desiderato non è un percorso sempre immune da ostacoli. Prima di tutto, per quanto il numero del modello esaminato - il Play13 - espliciti abbastanza palesemente la compatibilità con portatili con schermo da 13'', l'inserimento dei notebook non è banale, specialmente se il peso è consistente. La struttura arcade non semplifica né l'inserimento né la rimozione del notebook dal vano centrale di alloggio, costringendo a un lavoro non scontato di muscolo e polso per gestire al meglio gli spazi aperti laterali, specie in presenza di portatili molto pesanti e voluminosi. Altro piccolo elemento perfettibile è la posizione dell'ingresso del cavo USB Stampante A/B, fornito in dotazione. La perpendicolarità di ingresso del suddetto nella zona centrale ne implica la costante presenza a vista mentre si gioca guardando lo schermo poco distante. Nulla di distruttivo, solo piccoli accorgimenti che se trattati con maggior accortezza ne avrebbero accresciuto sensibilmente la comodità di installazione del vostro apparecchio.

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MAME ovunque

Entriamo nel concreto ludico: la gestione software. Detto che il prodotto testato non è quello disegnato per i beat-em up in 2D (con 6 bottoni di azione), la presenza di 2 postazioni con joystick e 4 bottoni di azione più 2 di selezione lo rende accessorio studiato per un ampio universo di generi, nonché per una fruizione tendenzialmente multiplayer. La disposizione è funzionale, la costruzione solida e idonea ai dettami del retrogaming di una volta, non abbiamo particolari critiche da condividere lato hardware. Passiamo al software: qui il discorso è legato alla vostra abilità nel campo emulazione. Nemmeno a farci apposta, esattamente come nell'immagine il nostro test principale si è svolto in ambiente iOs con un MacBook Pro 13''. Come diversi software non propriamente ottimizzati prima e dopo di lui, far funzionare MAME su MacBook non è esattamente una passeggiata, ma qui LaptoPlay c'entra poco. Ciò che possiamo dirvi è che implementate le giuste applicazioni ed effettuato il mapping, l'esperienza restituisce un feedback convincente e le sessioni di retrogaming su MAME diventano un piacevole passatempo plug-and-play. L'utilizzo in ambiente Windows è più semplice ma - ancora una volta - è un argomento che investe i sistemi operativi e non l'accessorio il quale, una volta impostato e personalizzato, si comporta come da copione. Le specifiche indicano anche la compatibilità su Linux; ci dobbiamo credere a prescindere in quanto non siamo riusciti a testarlo su distribuzioni GNU. Per vostra comodità, è stato anche inserito a catalogo ma più che altro il dilemma, qui, è il prezzo: 229€ non sono molte per l'obiettivo al quale LaptoPlay sottende, ma non sono nemmeno poche. Un cabinato completo, fatto bene, costa di più ma è anche tremendamente ingombrante; la portabilità e l'usabilità sono indiscutibili, resta a parte il fatto che un portatile con uno schermo decente dovete averlo. Sicuramente aiuta il disporne anche come elemento di mobilia e di estetica all'interno delle mura domestiche per poi utilizzarlo quando avrete voglia di riprovare vecchie glorie, magari in compagnia.

La recensione del Laptoplay Play13

Conclusioni

Quello del retrogame è un universo sconfinato, ma si esaurisce veramente tutto in una presa di coscienza di quelle che sono le vostre aspettative e disponibilità. LaptoPlay vuole essere al tempo stesso un bel pezzo di mobilia che si trasforma all'occorrenza in piccolo arcade da collegare a un portatile, anche di potenza molto modesta. Ci è piaciuto? Si, è un bel prodotto che però non costa pochissimo, almeno nella versione testata, ovvero quella con il miglior rapporto qualità-prezzo. Non è un cabinato, non è un all-in-one, è un affascinante accessorio plug&play il quale, superate un paio di piccole sbavature costruttive, è ottimo da vedere, da mostrare, da prendere in mano e da utilizzare per tornare a schiacciare bottoni con i titoli di una volta. Il tutto, peraltro, finanziando finalmente una piccolissima azienda di appassionati del centro Italia, esattamente quell'elemento aggiuntivo che rende l'acquisto ancora più piacevole.

PRO

  • Un buon biglietto d'accesso al mondo del retrogame da sala giochi
  • Sta bene anche come elemento d'arredo domestico
  • Robusto, compatto, solido...

CONTRO

  • ...ma non è semplicissimo inserire e togliere un notebook, specialmente se pesante
  • Posizione di ingresso del cavo A/B non ideale
  • Non proprio economico