Ne è passata di acqua sotto i ponti dall'annuncio di Ni No Kuni II. Dopo un lungo sviluppo, l'uscita di scena di Studio Ghibli (ma non dei suoi principali artisti) e circa un anno di ritardo sulla tabella di marcia, finalmente il nuovo JRPG di Level 5 arriva sul mercato. Noi lo abbiamo giocato a fondo e sappiamo che come sempre sarete già andati a sbirciarvi il voto. Mai come questa volta vi chiediamo di darci la possibilità di spiegarvi davvero cosa ne pensiamo. Che lo score sia più basso dell'originale non significa necessariamente che il titolo sia meno meritevole. Ci sono momenti nei quali è opportuno raccogliere i pensieri e decidere se muoversi sulla linea della coerenza con quanto già proposto negli anni passati, o dare un giudizio in base alle esigenze del mercato attuale. Ciò che è certo è che, dopo aver trascorso più di sessanta ore sul gioco nella scorsa settimana, potete dormire sonni tranquilli: Ni No Kuni II, esattamente come il primo capitolo, è un JRPG con i fiocchi. Di quelli che ti fanno tornare la gioia di perdersi in questo genere, ma che vive degli stessi scivoloni del primo, limando su alcuni elementi e perdendo qualcosa su altri. Nel complesso resta un lavoro stupendo, che ora è il caso di sviscerare.
Regno io che ti regni tu
Per chiunque abbia vissuto su Marte negli scorsi mesi, buona permanenza sul pianeta rosso; per tutti gli altri sarà ormai chiaro come Ni No Kuni, così come accade per altre serie di JRPG, utilizza il nome altisonante che negli anni si è conquistato per imbastire ad ogni capitolo una storia completamente inedita, ambientata in un universo totalmente nuovo. Scordatevi quindi la strega del primo, il pacifico villaggio iniziale, il nostro bimbo protagonista e gli odiosissimi famigli. Il tutto viene rimpiazzato da un mondo nel quale vige una labilissima pace tra i cinque principali regni che lo governano. Il titolo stesso del gioco: "Il destino di un regno", è un segnale più che inequivocabile per comprendere come il tutto giri proprio intorno all'assetto geopolitico del mondo nel quale ci troviamo. Dopo una scena iniziale estremamente criptica e che sembra ricordarci da vicino le minacce che incombono sul nostro mondo reale, ci ritroviamo catapultati nel regno di Gatmandù, dove Evan (figlio dell'appena assassinato re Leopold) è costretto a fuggire per non rimanere vittima del colpo di stato sortito dal fedelissimo consigliere del suo amato padre. Con questa premessa piuttosto inaspettata per un JRPG che sembrerebbe puntare su argomenti estremamente più leggeri, si apre una campagna lunga e sostanziosa. Non possiamo nascondere che, in talune situazioni, abbiamo percepito la voglia di Level 5 di allungare un po' troppo il brodo, probabilmente per evitare di ritrovarsi con un quest principale considerata troppo breve; ma c'è comunque da dire che quando la trama funziona, lo fa a meraviglia. La ricerca della memoria del proprio padre e la determinazione nell'unire l'intero mondo sotto un'unica egida è realizzato magistralmente, con l'ausilio della genialità degli artisti che hanno reso vivi ognuno degli elementi a schermo. Se a questo andiamo ad unire la grande libertà che l'approccio al "multi-regno" ha permesso in termini di tematiche, le quali vanno dall'amore all'amicizia, dalla fedeltà al tradimento, è ovvio come la trama di Ni No Kuni II possa essere comunque elogiata nel suo complesso, al netto di qualche scelta poco comprensibile e di un colpo di scena finale (prima di quello post titoli di coda), che in realtà lascia decisamente il tempo che trova. Certamente dimenticatevi l'intreccio di un Kingdom Hearts ma, a parte qualche incongruenza, siamo certi che vi godrete il viaggio che Ni No Kuni II avrà da offrirvi, almeno quanto lo abbiamo fatto noi.
I turni non fanno per me
C'è stato un tempo in cui JRPG era sinonimo di combattimenti a turni, tattiche, pensieri elaborati e tante (tante... tante) pause. Con il tempo il mercato si è evoluto e con lui le software house hanno cercato di mettersi al passo con i tempi. Level 5 è da sempre tra gli studi che più ha tentato di variare i propri sistemi di gioco e con il primo Ni No Kuni avevo messo in campo un ibrido che, a dirla tutta, funzionava anche poco: il sistema di combattimento era scialbo e presto si riduceva a poche semplici opzioni. Il nuovo capitolo della serie abbandona qualsiasi velleità strategica per spostarsi sull'action puro. La doppia natura del titolo, votato al presente ma con sprazzi di un sistema di esplorazione che ricorda Final Fantasy VIII, fa sì che la nostalgia per il passato si amalgami perfettamente con la freschezza di un sistema di combattimento immediato ma piuttosto divertente. Se quindi i dungeon e le città sono riprodotti con l'inconfondibile tratto dello studio Ghibli, la mappa aperta si trasforma in un mondo super deformed fatto di paesaggi riprodotti in scala estremamente ridotta rispetto ai personaggi e i mostri che lo popolano. Mentre nel primo caso gli scontri sono immediati e si attivano in prossimità dei nemici stessi, i quali sono tutti già visibili sulla mappa, quando ci si trova in campo aperto basterà toccare un singolo avversario per spezzare l'azione e ritrovarsi su uno scenario di battaglia colmo delle più varie tipologie di mostri. Grazie ad un sistema di viaggi rapidi veramente immediato e ben pensato, e a dei caricamenti vicini all'inesistente, il lavoro sull'eliminazione dei tempi morti effettuato da Level 5 è assolutamente lodevole.
Ogni scontro è basato su poche semplici azioni, che però possono regalare più di una soddisfazione. Come accade in un classico action, due sono i tasti demandati agli attacchi standard e pesante, con il quale diventa più semplice stordire il proprio avversario. La pressione continua o alternata di questi due tasti consente la concatenazioni di combo e un costante aumento di danno inflitto ai propri nemici. Con il cerchio è possibile saltare (e attaccare anche in salto), mentre con i dorsali si può rotolare, parare e lanciare attacchi magici. Questi ultimi sono di due diverse tipologie: quelli standard non sono altro che la sostituzione degli attacchi a distanza, mentre tramite la pressione di R2 e uno dei quattro frontali, è possibile scagliare un incantesimo tra quelli equipaggiati (ce ne sono tantissimi, con le proprie varianti e tutti singolarmente potenziali nell'apposito emporio). A concludere la carrellata di opzioni resta la X, demandata all'interazione con i Cioffi, piccoli spiritelli che sostituiscono a grandi linee i famigli del primo titolo ma che richiedono, fortunatamente, molte meno attenzioni e fanno principalmente da supporto in battaglia, tramite azioni e abilità particolari, nonché l'attivazione di alcuni parametri elementali agli attacchi. Parliamo di un centinaio di creature diverse, tutte arruolabili e potenziabili per svariate volte. Per quanto riguarda l'equipaggiamento, ognuno dei sei eroi (il party in battaglia è sempre costituito dai tre scelti da voi) può contare su pezzi di armatura, accessori e quattro armi attive: di queste, tre saranno quelle melee e una per gli attacchi a distanza. Ogni volta che si mette a segno un colpo, una percentuale aumenta la potenza della propria arma che, arrivata al 100%, consente di scagliare incantesimi più forti, per poi essere automaticamente cambiata con una delle altre equipaggiate. Non possiamo esimerci però dal riportare quella che è la principale problematica del titolo, che affliggeva in parte anche il primo: la difficoltà. Ni No Kuni II è un gioco semplice, a volte quasi frustrante per quanto problematico sia riuscire a perdere conoscenza. Vi basti pensare che in tutta quanta la nostra run, non siamo riusciti a vedere una singola schermata di game over nonostante il boss finale fosse di ben 17 livelli superiore al nostro. Non basta la positiva scelta di inserire un limite agli oggetti consumabili per ogni singolo scontro, e per quanto divertente, difficilmente riuscirete a trovare in Ni No Kuni II un grado di sfida adeguatamente alto. Tutto questo è un gran peccato, soprattutto in relazione ad una serie di contenuti avanzati che risultano comunque troppo facili per invogliare al completamento di ogni compito.
Il mondo è mio
Inutile girarci intorno, Ni No Kuni II è stracolmo di attività da portare a termine. Una delle più importanti, che farà la felicità di alcuni e la noia di altri, è la necessità di creare il proprio regno. Level 5 ha inserito un vero e proprio gioco nel gioco, che sarà in grado di portarvi via un quantitativo di ore spropositato e che richiama a gran voce i gestionali tanto in voga su mobile negli ultimi anni. Essendo Evan un re esiliato dal proprio regno, ben presto decide di fondarne uno nuovo insieme ai proprio compagni. Piuttosto che metterci di fronte ad una automatica crescita della ridente Eostaria, gli sviluppatori hanno deciso di darci l'onere e l'onore di essere noi stessi a donare splendore al regno. Partendo da quattro capanne e una sedia di legno, tramite l'arruolamento di nuovi talenti e l'accumulo di risorse, sarà possibile aumentare sempre di più il livello delle proprie strutture ed espandere i confini del regno. Nonostante possa sembrare un semplice passatempo per allungare un brodo già parecchio annacquato, c'è da dire che il sistema funziona a dovere e, essendo la crescita del regno legata a doppia mandata con le possibilità offerte dal gameplay, ci si ritrova ben presto a raggranellare il necessario per la volontà di potenziare la forgia o l'armeria (così da poter creare e potenziare il proprio armamentario), o spendere le proprie monete per sbloccare nuovi Cioffi, o ancora impiegare i risparmi per abbassare il costo delle risorse dai mercanti. Le possibilità sono talmente tante e così profonde che difficilmente vi annoierete in questa modalità, salvo la necessità di attendere per la conclusione delle ricerche l'accumulo delle monete reali, separate da quelle standard e totalmente dedicate al gestionale. Per chi si sarà probabilmente spaventato al solo nominare le esperienze mobile di questo genere, vi rassicuriamo dicendo che non esiste alcun tipo di multiplayer e nemmeno di microtransazioni.
Le Battaglie Campali
Un'altra delle modalità presenti in Ni No Kuni II, che ben si amalgama con il resto del gameplay e che aggiunge ancor più contenuti al totale, è la Battaglia Campale. Come già detto, tutto il titolo si basa sulla volontà di fondare un regno e per questo Level 5 ha messo in campo una modalità che richiamasse a grandi linee delle battaglia campali per la conquista del territorio. Arruolando nuovi talenti per la propria città (tramite una delle centinaia di missioni secondarie del gioco), è possibile che alcuni di essi si portino in dote le proprie armate e che sia possibile schierarle in battaglia. Questi scontri (gli unici sui quali è possibile scegliere anche una modalità difficile) si rivelano un ibrido tra uno strategico a visuale isometrica (con tanto di skill che è possibile lanciare previo consumo di un tot dei proprio punti azione) e una classica morra cinese. Esistono diverse tipologie di truppa, e ognuna di esse ha un vantaggio e uno svantaggio con le altre due rispettive. Starà a voi, tramite la pressione di dorsali e la rotazione delle truppe intorno ad Evan, decidere come procedere per perdere meno uomini possibile e arrivare a destinazione. Nonostante spesso si riveli piuttosto confusionaria, la battaglia campale resta un discreto extra con cui divertirsi tra un mostro e un altro. Fa piacere soprattutto vedere come tutto sia ben inserito nel contesto, sia narrativamente che in termini di gameplay, rendendo ogni meccanica importante da essere conosciuta per completare l'avventura.
Un mondo pieno di colori
Veniamo ad una delle caratteristiche più amate da chi è rimasto incantato davanti alla beltà del primo capitolo. Tranquilliziamo subito gli scettici per quanto riguarda la cura generale riposta nella creazione dei modelli di personaggi e nemici. Lo stile dello studio Ghibli (che ricordiamo non essere coinvolto in prima persona ma solo con alcuni esponenti arruolati come singoli) è sempre riconoscibilissimo. È impossibile non notare quei colori pastello allo stesso tempo così pieni ma malinconici, che hanno caratterizzato tutta la lunga storia dello studio di Miyazaki. Non possiamo nascondervi che nella totalità, soprattutto per quanto riguarda ambienti 3D e mappa open world, forse la qualità generale dell'impatto artistico è leggermente calata, lì dove è chiaramente migliore l'aspetto tecnico generale. Il mondo di gioco, esplorabile prima a piedi e poi tramite altri mezzi che però non vogliamo svelarvi, è vivo e pieno di zone da scoprire e nella quali non arrivereste se non tramite la vostra libera esplorazione. La mappa è sufficientemente grande per permettere una buona varietà di ambienti e biomi, che vanno dalla foresta al deserto, per arrivare a grandi distese innevate.
Ognuna delle cinque grandi città presenti nel mondo ricorda da vicino una delle culture che contraddistinguono il nostro e, non volendo spoilerarvi nulla della trama, ci fermeremo qua, per evitare di darvi informazioni su creature e "divinità" che è giusto voi possiate scoprire di persona. Dal punto di vista meramente tecnico, Ni No Kuni II si comporta egregiamente. In più di sessanta ore sarà capitato giusto un paio di volte di notare qualche leggero calo, ma nulla di cui spaventarsi e che non si risolvesse in una frazione di secondo. La colonna sonora, alla stregua dell'aspetto visivamente strabiliante, è un fiore all'occhiello della produzione. Ogni zona, ogni città e ogni diversa situazione può vantare su un tema ad essa dedicato. Tutti estremamente azzeccati e capaci di entrarvi in testa in pochissimi minuti. Ciò che purtroppo lascia l'amaro in bocca è la ristrettissima quantità di cutscene: sembrerebbe quasi che il budget in questo senso fosse più ristretto del primo capitolo, ma probabilmente è proprio la mancanza dello studio d'animazione più famoso del Giappone ad aver indirizzato il team verso la riduzione delle scene animate. Questo, insieme alla poca quantità di dialoghi doppiati, è un vero peccato e farà storcere il naso a più di un appassionato.
Conclusioni
Avremmo avuto bisogno del doppio dello spazio per raccontarvi tutte le meccaniche inserite nel gioco (dall'equalizzatore alle creature malefiche, passando per la crescita dei personaggi in termini di statistiche) ma siamo certi che si tratti di elementi che sarete felici di scoprire anche da soli. La serie di Level 5 è solo al secondo capitolo, ma ha già conquistato il cuore di milioni di giocatori. Con uno stile inconfondibile e un sistema di combattimento che questa volta funziona davvero, seppur nella sua semplicità, "il Destino di un Regno" regalerà parecchie soddisfazioni a chi ha amato il primo e non smuoverà certo gli animi di chi invece non lo ha potuto digerire. Dal canto nostro, seppur provati dalla full immersion, siamo assolutamente contenti di poter ancora vivere esperienze così immaginifiche, che poggiano le loro basi su terreni quasi fiabeschi, per poi affrontare tematiche sociali e politiche tutt'altro che lontane dalle nostre. Peccato per il grado di sfida davvero esiguo e la pochissima quantità di cutscene, che non rendono giustizia ad un lavoro artistico sempre strabiliante.
PRO
- Sistema ti combattimento semplice ma migliore del precedente capitolo
- I famigli sono spariti e hanno lasciato spazio ai Cioffi
- L'open world vecchio stampo è una trovata nostalgica riuscita
- Il gestionale e la battaglia campale funzionano molto meglio di quanto credessimo
- Visivamente strabiliante e immaginifico...
CONTRO
- ...al netto di qualche mancanza produttiva
- Il livello di difficoltà è impostato su "scemo e più scemo"
- Nonostante i tanti contenuti, avremmo voluto qualcosa in più per l'end game