Il Torneo del Potere poteva e doveva essere per Dragon Ball Super una svolta: una serie finale, ricca di azione e personaggi, che avrebbe potuto ribaltare completamente l'andazzo dell'anime di Toriyama imparando dagli errori commessi in passato. Con il destino di vari universi sul piatto e nuovi temibili avversari, Super poteva dopotutto tornare agli antichi fasti di Dragon Ball Z, scrollarsi di dosso le tante ingenuità narrative viste negli archi precedenti, e aprirsi la strada verso un roseo futuro zeppo di colpi di scena. E invece nisba, nada, il vuoto più totale... Siamo qui seduti a rimuginare dopo aver guardato ancora una volta l'ultima puntata, e l'unica immagine a cui riusciamo a paragonare il tutto è la "massa" rosa che Arale portava felicemente in giro sulla punta del suo bastoncino. Sì, c'è poco da girarci attorno: Dragon Ball Super, nel complesso, è mediocre. Una cacca rosa, piacevole alla vista e in grado di trasmettere gioia ai ragazzini, ma comunque una cacca.
Occhi di bimbo
Sì, ok, lo sappiamo. Non è un paragone particolarmente "professionale" il nostro. Ci dispiace, davvero; vorremmo esser moderati, ma la verità è che forse siamo partiti con aspettative troppo alte per questa serie. La vedevamo pur sempre come il tentativo di correggere GT e un possibile grande ritorno di colui che è da molti considerato il creatore dello shonen manga moderno, alla faccia delle necessità commerciali. Ci siamo invece trovati davanti un anime chiaramente pensato per i ragazzini (lo Z era sensibilmente più crudo di Super) costruito a puntino per essere fan service allo stato puro, e capace di buttare alle ortiche tutti gli spunti narrativi migliori visti nelle sue puntate. E ce n'erano di spunti narrativi interessanti, eccome se ce n'erano: già il torneo stesso poteva ribaltare completamente la visione generale di Goku, non più eroe a ogni costo ma Saiyan fino al midollo, il cui desiderio di mettersi alla prova aveva posto in pericolo interi universi. Ma no: tutto buttato nel cestino con toppe incollate a casaccio, e Goku ancora una volta dipinto come il paladino senza macchia (si è arrivati al punto di rendere il torneo l'unico modo per salvarli, questi dannati universi, visto che Zeno li avrebbe all'apparenza cancellati comunque).
Ci avevamo davvero sperato anche dopo aver visto la saga di Goku Black: tutt'altro che perfetta - e pienissima di incongruenze narrative a sua volta - ma perlomeno dotata di un antagonista realmente minaccioso e di numerosi momenti di alto livello. Arrivati alla chiusura, tuttavia, proprio quelle puntate rimangono l'unico vero picco di Super: non ci sono scontri altrettanto d'impatto nel Torneo del Potere, e Jiren (il principale antagonista, mica pizza e fichi) resta uno dei personaggi più piatti mai visti nella storia degli anime. Santo cielo, il background del grigio sotto steroidi è così banale che sembra scritto da un ragazzino delle elementari... o da un Toriyama regredito a quello stato mentale, una delle due. Persino Toppo, la versione aliena e baffuta del Gabibbo, ora della fine risulta un personaggio sensibilmente più piacevole di Jiren. Toppo. Se non è indice di aver toccato il fondo questo, non sappiamo cosa possa esserlo. Ah sì, scusate: Ribrianne. Il fondo vero è quello, stupidi noi.
Almeno ci sono le botte
Già, perché pure i nuovi guerrieri presentati durante il Torneo del Potere sono a dir poco orridi. Interi nuovi universi sull'orlo della possibile distruzione, e gli sceneggiatori se ne escono con roba come Maji Kayo (praticamente del dentifricio mutante), la già citata Ribrianne (la versione odiosa e "fat positive" di Sailor Moon), o l'indimenticabile Jirasen (siete andati a cercarlo su Google? Ovvio, è lo sfigato con la rosa in bocca dell'universo 10, figuriamoci se potete ricordarvelo). Il torneo, insomma, ora della fine non sfrutta a dovere niente: non riesce a trasmettere la drammaticità della situazione in alcun modo, ed è pieno zeppo di personaggi di cartoncino al solo scopo di massimizzare il fan service di cui parlavamo in precedenza. D'altro canto, gli unici momenti davvero memorabili sono ovvi rimandi al passato di Dragon Ball come la battaglia contro la "Broly femmina" Kale, le solite trasformazioni a casaccio, e le scene che coinvolgono i pochi personaggi riusciti come Hit o i protagonisti storici della saga.
Ed è davvero uno spreco terribile, perché verso la conclusione Vegeta finalmente brilla come dovrebbe, e C17 si trasforma in un personaggio quanto mai memorabile, capace di donare ai combattimenti un po' di sano brio e furbizia al di fuori della tipica grandinata di mazzate seguita da un potenziamento di qualche tipo. Pensate, era persino possibile allargare ulteriormente l'universo di Dragon Ball o far partire una nuova saga ben più interessante già solo analizzando le motivazioni degli angeli, magari dando un senso alla risata di Mojito (l'angelo dell'universo 9) dopo la cancellazione del suo cosmo. Nulla è stato fatto, e l'unica motivazione che riusciamo a trovare e la volontà di rendere il tutto il più possibile. semplicistico e adatto ai bimbi. Va bene, possiamo anche capirlo, ma se ci sono Shonen della qualità di Full Metal Alchemist, Gurren Lagann o Samurai Champloo, ci riesce seriamente difficile accettare di buon grado che il continuo di Dragon Ball sia questo. Perciò, dopo aver visto la sua ultima e mediocre saga, l'unica cosa che possiamo consigliarvi e di spegnere il cervello, godervi il netto miglioramento di disegni e animazione delle puntate finali, e smettere di sperare in un balzo qualitativo delle serie future. Ormai è chiaro che difficilmente lo vedremo.
Conclusioni
Niente da fare, nemmeno durante le sue fasi conclusive Dragon Ball Super riesce ad osare, e scade nella banalità abbandonando qualunque spunto interessante. Siamo delusi, sul serio. Perché pur sapendo quale fosse la natura della produzione Toei, abbiamo visto in passato tante opere incredibili con lo stesso target provenire dal Giappone, e dentro di noi speravamo almeno in un graduale avvicinamento ad esse. Ora della fine, invece, Super rimane una pura e semplice operazione di fanservice senza arte né parte, divertente solo se la si guarda spegnendo completamente i neuroni. Forse a molti questo basterà, a noi no.
PRO
- Animazioni e disegni sono migliorati enormemente nelle fasi finali
- Alcuni momenti del torneo sono effettivamente esaltanti per i nostalgici
CONTRO
- Personaggi di cartoncino
- Abbandono totale di qualunque spunto originale o interessante
- Conclusione banale
- Antagonista incredibilmente piatto