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Nella guerra di Valois, il signor di Vly è morto…

Taleworld torna con una sorta di sequel per la sua creatura originaria. Siete pronti per buttarvi nuovamente a capofitto nell'universo di Mount & Blade?

RECENSIONE di Volodia Pellegrini   —   08/04/2010

Mount & Blade rappresenta la prova che il sogno americano può avverarsi anche in ambito videoludico: nato dal nulla, la grafica spartana, la trama assente eppure... Eppure ha saputo conquistarsi in brevissimo tempo una schiera di appassionati a dir poco invidiabile, nonché una comunità di modders tra le più attive della storia videoludica.
Cosa lo rendeva e lo rende tutt'ora un titolo speciale? In fondo si tratta solo di un mondo fantastico, peraltro abbastanza ridotto nelle dimensioni, che riproduce 5 o più fazioni palesemente ispirate ad altrettante nazioni medievali, in mezzo alle quali il giocatore si trova libero di commerciare, derubare, o cercare la gloria alleandosi con una qualsiasi di esse in atto di vassallaggio.

Nella guerra di Valois, il signor di Vly è morto…

La verità è che il personaggio era così anonimo e il mondo così vasto da poter dare una mole di attività e di situazioni davvero infinite: dai villaggi occupati dai banditi alle beghe personali tra signorotti, complotti per far scoppiare guerre, rivalità personali, amicizie, scambi di schiavi e di viveri, un parco oggetti virtualmente infinito e un sistema di crescita del personaggio stile gioco di ruolo. Non mancava nemmeno la possibilità di arruolare uomini e farli crescere al pari del protagonista, con tanto di personaggi non giocanti unici da equipaggiare a proprio piacimento. In effetti, la forza di Mount & Blade è sempre stata la sua incredibile rigiocabilità e varietà di situazioni.

Modding che passione


Per alcuni, Mount & Blade: Warband rappresenta più che un gioco, una piattaforma di base su cui sviluppare il proprio videogame personale. Il forum ufficiale trabocca infatti di modifiche per il gioco, spaziando da aggiunte di piccoli particolari (comunque in grado di cambiare radicalmente l'esperienza di gioco) fino a vere e proprie total conversion che ne riscrivono da zero l'ambientazione, aggiungendo unità storiche, addirittura portandolo in un'altra epoca (vi sono intere serie di mod sull'era napoleonica, una stupenda total conversion dedicata al far west e varie sul medioevo e rinascimento europeo) o in un mondo fantastico (da D&D a Star Wars). Come il suo predecessore, anche Warband assicura totale appoggio ai modders e già ora, a una settimana dal rilascio, si possono trovare dei minimod per ampliare le possibilità offerte dal prodotto base. Va inoltre segnalato che alcuni mod "storici" o particolarmente attesi per il gioco base sono già in fase di conversione per essere resi giocabili in Warband.

Re Carlo tornava dalla guerra…

Mount & Blade: Warband non pretende di cambiare radicalmente il proprio predecessore, né tantomeno di stravolgerlo nelle basi: anzi, i miglioramenti effettivi o i cambiamenti sono pressoché inesistenti. Non sarà certo una nuova fazione di stampo islamico (che comunque mancava nell'originale) o la possibilità di sposarsi con una dama a cambiare le cose, né tantomeno la maggiore attenzione ai rapporti personali e politici con i vari lord: in effetti, sono tutte feature che si trovano già in qualche mod. Anche stavolta, il giocatore inizia come un misero "uomo di spada" di primo livello, la cui unica concessione è quella di uno stendardo di famiglia se si è scelto di discendere da un nobile decaduto. Poche rozze armi, un'armatura malridotta e, se va bene, un cavallo zoppicante completano l'inventario del nostro eroe. I primi passi non sono per nulla facili: anche una banda di 5 ladruncoli può essere "fatale" (le virgolette ci sono perché in Mount & Blade non è possibile morire fisicamente, ma solo essere catturati, perdere i sensi, impoverirsi e così via).

Nella guerra di Valois, il signor di Vly è morto…

Passare al villaggio vicino può essere un'idea: 3-4 contadini vorranno magari seguirci e diventare un primo nucleo di truppe, e già le piccole bande di fuorilegge non sono un problema. Dopo un po' il villaggio ci conoscerà, ed ecco la prima missione di scorta per portare il raccolto in capitale; lì, magari, il borgomastro avrà qualche altro incarico. Dal cacciatore di taglie al mercenario il passo è breve e intanto l'armata cresce e, con lei, anche le abilità del nostro personaggio (prese pari pari dalla scheda di un GDR stile Dungeons & Dragons per la cronaca): finalmente possiamo permetterci una spada più decente! Da qui il mondo: principesse da sposare, regni da fondare, da distruggere, tornei da vincere, sovrani da affiancare o da sconfiggere, amici, nemici, popolani da proteggere, feudi da amministrare, rivolte da placare e chi più ne ha più ne metta: la storia è alla nostra mercè, e toccherà a noi decidere se restare nell'anonimato, viverla o scriverla.

Se ansia di gloria, sete d’onore, spegne la guerra al vincitore…

La prima cosa che salta agli occhi in Mount & Blade: Warband è la grafica, che è stata arricchita da una serie di texture di qualità incredibilmente superiore rispetto l'originale, nonché di piacevolissimi effetti di riflessione della luce solare sulle armature e di rifrazione degli oggetti/persone negli specchi d'acqua. Se è vero che in un videogioco l'aspetto visivo rappresenta, per chi davvero se ne intende, poco più che un orpello, è altrettanto ammirabile l'impegno profuso dagli sviluppatori per risollevare le sorti del punto più debole del loro prodotto originale, senza però andare a modificarne il motore base e creare così una serie di scompensi ai giocatori abituati a un prodotto che offre moltissimo in termini di giocabilità richiedendo pochissimo in termini di hardware. Il risultato è molto vicino a quello di un piacevole lavoro artigiano, così genuino nella sua semplicità quanto soddisfacente alla prova sul campo.

Nella guerra di Valois, il signor di Vly è morto…

Un secondo aspetto per cui Warband vale la sua spesa sono i combattimenti: già Mount & Blade si era fatto notare per la semplicità e il realismo del sistema, che funzionava sul movimento del mouse per decidere da quale parte indirizzare gli attacchi (spostamento a destra fendente da destra, in su spada sollevata e via così) e su vari bonus/malus nell'uso delle armi da tiro (fermi, a cavallo, in movimento) migliorabili tramite l'aumento di livello in stile GDR. Il combattimento ora si arricchisce di una dimensione: infatti, oltre alla direzione in Warband si deve anche dare "l'arco" del colpo simulando col mouse il movimento della mano, rendendo gli scontri molto più complessi e reali. Se, per esempio, si viene caricati da un cavaliere, si dovrà spostare il mouse verso l'alto e allo stesso tempo dare un lungo arco per colpire a spada tesa, se invece il bersaglio è un fante, ecco la mano abbassarsi e il movimento essere più breve, pena vedere la lama scintillare sopra la testa del nemico senza fargli nessun danno. Meraviglioso.

Cavalieri che in battaglia ignorate la paura: scontri multiplayer

La più attesa feature di Warband, comunque, resta il multiplayer. Mancante nel primo episodio, è stato stavolta implementato in maniera piuttosto soddisfacente, presentando alcune modalità e cosa più importante, stabili server in grado di ospitare fino a 64 giocatori in contemporanea, divisi in arcieri, fanti e cavalieri (a loro volta con sottoclassi come cavaliere leggero e pesante, arciere invece che balestriere, spadaccino piuttosto che lanciere) e impegnati in campali battaglie in campo aperto, in conquiste di castelli e villaggi, o in furibonde mischie tutti contro tutti.
Se la bontà di un prodotto si misura dalla quantità di giocatori, inoltre, Warband ha già passato tutti gli esami: server pieni giorno e notte attendono gli avventurieri di tutto il mondo.
In attesa della già annunciata mod che renderà giocabile in multiplayer la mappa di gioco del singolo (purtroppo è una cosa che di base manca) il multigiocatore di Warband si rivela immediato, divertente e ben realizzato, superiore a diverse produzioni ben più blasonate e fondamentale destinazione per gli amanti dei duelli medievali.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (108)
8.8
Il tuo voto

Se da un lato Warband rimane estremamente simile al predecessore, tanto da presentare meno feature rispetto ad alcuni dei mod più impegnati, dall'altro si rivela, proprio per questa somiglianza, come un prodotto dalla giocabilità elevatissima, la longevità virtualmente infinita e, succosa novità, un ben realizzato comparto multigiocatore e un soddisfacente aspetto grafico. Visto il basso prezzo (30€ su Steam) e il supporto più totale alla comunità, c'è da aspettarsi di vedere al più presto fiorire nuove esperienze e possibilità, esattamente come capitato per l'originale. L'unico vero difetto è la diffusione solo tramite digital delivery o importazione parallela (e relativa lingua inglese), per il resto, Mount & Blade: Warband è un prodotto che ogni appassionato di storia che abbia perso l'originale dovrebbe avere nel proprio hard disk, e che ogni fan dell'originale dovrebbe procurarsi per gustarsi le novità e prepararsi all'avvento delle future modifiche.

PRO

  • Giocabilità alle stelle
  • Qualche accorgimento in più rispetto all'originale
  • Multiplayer di buon livello
  • La comunità di modder non si farà attendere

CONTRO

  • La perfezione tecnica è ancora lontana
  • Solo in digital delivery o importazione parallela

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: GeForce 8800 GTS
  • Sistema operativo: Windows 7

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows 2000/XP (SP3)/Vista
  • Processore: Pentium 4 a 3.0 GHz o AMD equivalente
  • RAM: 1 GB
  • Scheda video: Compatibile con le DirectX 9.0 e dotata di 128 MB di memoria
  • DirectX: 9.0c
  • Hard Disk: 2 gb