È probabile che prima di entrare a leggere questa recensione in pochi si siano chiesti come potrebbe apparire un videogioco che prevede di cavalcare per pochi istanti dei massicci tori imbizzarriti. Considerando che la disciplina del rodeo dalle nostre parti è pressoché sconosciuta, desta senz'altro qualche perplessità la scelta di portare sul mercato europeo un titolo come 8 To Glory, chiaramente rivolto al pubblico d'oltreoceano. Non a caso la produzione si appoggia alla licenza ufficiale della PBR (Professional Bull Rider), la lega professionistica che porta i migliori talenti del settore a esibirsi in una sorta di circo itinerante ai quattro angoli degli Stati Uniti.
Il gioco ufficiale dei Professional Bull Riders
In 8 To Glory si possono vestire i panni di quaranta toreri, prevalentemente di nazionalità statunitense o brasiliana. Le eccezioni provengono da Paesi limitrofi come Messico e Canada, oppure dall'Australia. Un elenco di perfetti sconosciuti, che ovviamente non costituisce affatto un valore aggiunto agli occhi del giocatore europeo generalmente all'oscuro della materia. Alla lista dei concorrenti si accosta quella di trenta tra i più letali tori da competizione attualmente disponibili nella lega, oltre alla presenza dei commentatori ufficiali della competizione. Insomma, non proprio roba per cui strapparsi i capelli. D'altra parte uno dei primi problemi che salta all'occhio, approcciandosi a 8 To Glory, è la presenza di una struttura di gioco davvero ridotta ai minimi termini sotto quasi ogni punto di vista; talmente povera di attrattiva da sembrare davvero poco stimolante anche per chi i rodeo dovesse seguirli e apprezzarli per davvero. Accanto ai singoli incontri arcade, nei quali non bisogna far altro che selezionare un torero e un'arena dove prendere parte alla bagarre, le alternative previste sono solamente due. Accedendo alla venticinquesima PBR Premier Series è possibile partecipare a tutti i ventisette eventi disponibili nel calendario stagionale, con l'obiettivo di qualificarsi per le PBR World Finals di Las Vegas. La modalità testa a testa, viceversa, prevede che un giocatore assuma il ruolo del torero, mentre l'altro utente dovrà controllare il toro per provare a disarcionare l'avversario nel minor tempo possibile.
Zero idee e gameplay risibile
La carenza di idee che affligge 8 To Glory si aggrava analizzando la struttura del gameplay, palesemente superficiale e del tutto inadeguata rispetto agli standard del mercato attuale. Per carità, magari la licenza ufficiale del PBR sarà anche servita a stimolare l'acquisto da parte del pubblico americano appassionato della disciplina, ma siamo dell'opinione che sarebbe stato decisamente più lungimirante investire il denaro sull'implementazione di qualche idea alternativa e un po' più sensata. Tanto per fare qualche esempio, a fianco della lega dedicata ai rodei con i tori sarebbe stata una buona idea provare a proporre anche altre discipline affini come il "Bareback Riding" o il "Saddle Bronc Riding" con i cavalli. Non avrebbe guastato nemmeno la presenza del cosiddetto "Rope", la competizione che prevede di catturare un toro servendosi di un lazo. Pur trattandosi di un settore di scarsa attrattiva agli occhi dell'utente nostrano, una maggiore libertà di scelta avrebbe senz'altro aiutato a rendere il gioco meno noioso di quanto si sia rivelato durante la nostra prova.
Al contrario 8 To Glory mantiene un approccio unidirezionale, avvalendosi di un sistema di gioco poco convincente anche per i più irriducibili fan della materia. D'altra parte ogni partita si riduce a due semplici fasi, entrambe caratterizzate da un'interazione ridotta ai minimi termini. Dapprima è necessario migliorare la presa del torero. Per farlo bisogna premere per tre volte lo stesso pulsante nell'area corretta della barra che appare a schermo, ricevendo una valutazione variabile da Good a Excellent. A questo punto si entra davvero in campo e bisogna cercare di rimanere in sella al bestione per gli otto secondi previsti da regolamento. Anche in questa seconda fase l'interazione è davvero ridotta al lumicino, essendo richiesto semplicemente di muovere la levetta sinistra del pad verso destra o verso sinistra, unitamente alla pressione di un pulsante che permette di conservare la postura, rappresentata dall'apposita barra situata nella parte alta della schermata. Nella porzione finale della sequenze si attiva una combinazione di tasti, la cui velocità varia in rapporto alla forza e alla cattiveria dell'animale che si sta cavalcando. Una volta terminata la prova si riceve un punteggio e si viene collocati nella classifica generale, in attesa della manche successiva. Questa semplice dinamica di gioco non farà che ripetersi ancora, ancora e ancora, senza nessuna variazione sul tema. Logicamente questa carenza di contenuti si riverbera sulla longevità del gioco, evidentemente afflitto da una preoccupante carenza di contenuti. Peraltro abbiamo trovato discutibile anche la scelta di introdurre una serie di pacchetti di carte da sbloccare con il denaro accumulato durante le partite: un'altra idea buttata nel mucchio senza alcun costrutto, che permette di attivare oggetti cosmetici e carte di potenziamento dei rider, ma che molto probabilmente nessuno sarà invogliato a utilizzare perchè già dopo la prima ora di gioco vengono meno gli stimoli.
Conclusioni
Le basse aspettative che nutrivamo nei confronti di questo titolo hanno prevedibilmente trovato conferma pad alla mano. 8 To Glory non è fisiologicamente in grado di stimolare il giocatore a rimanere in partita per più di cinque minuti, un po' per la scarsa attrattiva della disciplina ma soprattutto per la totale assenza di idee. Per non parlare del prezzo, davvero ingiustificato in rapporto alla qualità complessiva del prodotto.
PRO
- La licenza ufficiale della PBR (per lo meno per i giocatori americani)
CONTRO
- Profondità inesistente
- Pochi contenuti
- Disciplina di scarso interesse per il pubblico europeo