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Il tempo di un'attesa

Nel tempo di una cena diventeremo il subconscio di Julian Luxemburg, ascolteremo il suo flusso di coscienza, e aspetteremo a lungo una misteriosa ragazza. Siete pronti per un po' di psicoanalisi?

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   22/12/2010

Julian Luxemburg siede nella sua cucina, davanti a una tavola apparecchiata per due persone. Più tardi, da una fugace occhiata fuori dalla finestra, scopriremo che vive in una città dell'Inghilterra. Forse un'area periferica di Londra. Julian è seduto, e aspetta una ragazza. Non sappiamo ancora nulla di lei, solo che è in ritardo.

Il tempo di un'attesa

Con il passare del tempo, nella mente di Julian (e nella nostra) si farà strada il sospetto che l'ospite tanto atteso non arriverà mai. Come Godot. Ma quella di Julian non è un'attesa metafisica. Al contrario: è molto verosimile, ed è facile crederci fin da subito. Anche perché noi occupiamo una posizione privilegiata durante quell'attesa; siamo infatti dentro alla sua mente. Noi, siamo il suo subconscio.

Es, Io, e Super Io

Dinner Date non è un videogioco. E un'esperienza. E come tale va considerata, soprattutto per poterle dare il giusto valore, anche monetario. Tutto avviene dal punto di vista di Julian. Vediamo attraverso i suoi occhi, e non possiamo né interrompere, né interagire con il flusso di coscienza che inarrestabile incalza nella sua mente. Come in quella di tutti. Venticinque minuti di voce registrata ci fanno conoscere questo personaggio che finisce per diventare una persona. Scopriamo le sue debolezze, i pensieri meschini subito seguiti dal senso di colpa, il rapporto con il suo capo in ufficio, con Jerry, l'amico che lo ha spinto a invitare la ragazza che sta aspettando. E scopriamo anche i suoi desideri, così, come si affacciano apparentemente casuali alla coscienza di ognuno di noi: il desiderio sessuale, l'aspettativa di una notte a due, e poi la frustrazione, quando il piano sembra sfumare definitivamente.

Il tempo di un'attesa

Ma anche i ragionamenti fatti per convincersi che quanto si desidera non è poi così importante. E infine il sospetto che dietro al desiderio sessuale ci sia anche il bisogno di calore, la volontà di instaurare una relazione con quella ragazza ancora da conoscere. Forse quella ragazza piace davvero, a Julian. E poi c'è il suo rapporto con la poesia, la sua delicatezza. Perché Julian è una persona intelligente, sfaccettata, che entra dentro di noi mentre noi entriamo dentro di lui. Vi chiederete: ma che ruolo ha il subconscio? Per conoscere la risposta, riflettete su cosa avete fatto senza pensarci mentre leggevate queste righe. Avete mosso una mano "casualmente", o vi siete distratti a guardare il cellulare "senza pensarci"? Quello è il subconscio, che opera dentro ognuno di noi. E Jeroen D. Stout, il creatore di Dinner Date, ha ideato una tecnica sublime per farcelo sperimentare.

L'insostenibile leggerezza dell'essere

Il tempo della cena è scandito dai sorsi di Otra Vida, un Merlot argentino pregiato e rinfrescante, che Stout ci consiglia di sorseggiare mentre ascoltiamo i pensieri di Julian. Ma come possiamo agire? Dall'inizio alla fine di questa cena solitaria ci compaiono davanti agli occhi delle sfere con all'interno una lettera, associata ognuna a un elemento esterno a Julian.

Il tempo di un'attesa

Premendo semplicemente la lettera corrispondente sulla tastiera, faremo compiere a Julian un'azione inconscia, come guardare l'orologio, muovere la mano, oppure intingere una fetta di pane nella salsa e poi morderla. Il pane, la zuppa, il vino, diventeranno presto oggetto dei suoi gesti meccanici, nevrotici, e saremo noi a scandirne il ritmo. Mano a mano che il flusso di coscienza ci avvolge, finiamo per "sentire" ciò che Alexander prova e a comportarci di consegeunza, come se fossimo lui, senza neppure renderci conto dei nostri gesti. Sale la sua frustrazione e il tasso alcolico nel sangue? E allora noi mangiamo pane con rinnovata frenesia e avidità. Masticatori nervosi. Julian perde la pazienza all'improvviso? Ecco allora che lasciamo andare il cucchiaio nella zuppa. Quando raggiungiamo questo grado di automatismo abbiamo raggiunto alla perfezione il nostro scopo. Siamo diventati il subconscio di Julian Luxemburg.

Conclusioni

Multiplayer.it
ND
Lettori (14)
6.7
Il tuo voto

Dinner Date è un'esperienza unica a cui non riserviamo una votazione canonica. Non c'è nient'altro di simile là fuori. E la tecnica con la quale è stata realizzata funziona in modo sublime. Non possiamo raccontarvi troppo o mostrarvi immagini avanzate della cena, perché Dinner Date è anche un'esperienza molto breve. Sebbene sia di quelle che non si scordano più. Con la semplice pressione dei tasti sulla tastiera, diventeremo in pochi minuti il subconscio di Julian Luxemburg. Il suo flusso di coscienza sarà anche il nostro, e ci accorgeremo di essere il motore dei suoi movimenti involontari, durante l'attesa di un ospite che sembra non arrivare mai. L'elegante veste grafica bohemienne e la vellutata e toccante colonna sonora di Un cucchiaio di zuppa dopo l'altro. L'eleganza bohemiene della grafica e la meravigliosa colonna sonora originale di Than van Nispen tot Pannerden collaborano insieme alla regia di Jeroen D. Stout, l'autore di Dinner Date, per fare di Julian Luxemburg una persona reale. Be', senza scordarci dell'inquilino silenzioso: noi.

PRO

  • Un'esperienza come non ce ne sono altre

CONTRO

  • Do you speak English?