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Un regno in miniatura

Crescent Moon porta su App Store un GDR a dir poco sconfinato, nel tentativo di proporre su dispositivi iOS la magnificenza di giochi come Oblivion e Morrowind. Un sogno troppo ambizioso?

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   17/01/2011

Che smartphone e dispositivi mobile siano adatti solo a giochi casual e a veloci passatempo sembra essere diventato un luogo comune, sia tra quelli che possiedono un iPhone e scaricano ogni giorno nuove applicazioni, sia tra coloro che giudicano pur non avendone esperienza diretta.

Un regno in miniatura

Eppure, titoli come N.O.V.A. 2, Real Racing 2 e Chaos Rings hanno saputo dimostrare che produzioni più complesse, corpose, profonde e, massì, hardcore, non solo sono possibili su iPhone e iPod Touch, ma possono dimostrarsi anche all'altezza delle più ottimistiche aspettative. Così, dopo aver fatto riscaldamento con i più che discreti Ravensword e Rimelands, la cricca di nerd californiani di Crescent Moon è tornata sull'App Store assieme al duo di sviluppatori dietro l'etichetta Galoobeth Games. Il risultato è Aralon: Sword and Shadow un nuovo GDR fantasy che prova, ovviamente nei limiti del possibile, a comprimere un mondo vasto e profondo come quello di Gothic e The Elder Scrolls nel minuscolo schermo di uno smartphone. Il fatto che le muse ispiratrici rispondano al nome di Oblivion, Morrowind e Dragon Age lascia sottintendere la mole e l'ambizione di questo progetto.

Un regno senza confini

Aralon nasce con l'intento di permettere ai giocatori, in qualsiasi luogo e momento, di accedere a un mondo immenso semplicemente sfilando l'iPhone dalla tasca. La dedizione del team da questo punto di vista ha portato ai risultati che ora sono sotto gli occhi di tutti: il gioco offre un regno vastissimo, diviso in diverse grandi aree ricche di avamposti, città e dungeon, mentre la quantità di quest e missioni secondarie porta via dalle 20 alle 30 ore. Come da tradizione, all'avvio della prima avventura si viene accolti da un editor del personaggio piuttosto classico e, a dire il vero, anche abbastanza spoglio. Umani, elfi e troll sono le tre razze disponibili, non molto personalizzabili se si considerano una manciata di pettinature squadrate, qualche colore alternativo per i capelli o una serie di brutti volti. Le cose vanno un po' meglio con le classi tra cui scegliere: Warrior, Rogue, Ranger e Mage si differenziano piuttosto bene nelle loro abilità e caratteristiche, laddove, ad esempio, il Rogue è in grado di nascondersi e apprendere attacchi furtivi sempre più efficaci, mentre il Mage può presto evocare un pet che lo affianchi. Con uno dei prossimi aggiornamenti sarà introdotta anche la classe del Paladino, cosa che fa ben sperare per il ritmo con cui Aralon sarà aggiornato nel tempo. Ciascuna classe possiede un proprio albero di abilità da crescere man mano che si sale di livello e si guadagnano punti, alcune delle quali saranno prepedeutiche o richiederanno requisiti particolari. Tutto come al solito, insomma. L'interfaccia grafica si discosta da quella di Ravensword per abbracciare una scelta più comune negli RPG, con la griglia di abilità in basso allo schermo e le informazioni del personaggio nella parte superiore. I grossi problemi che affliggono la giocabilità di Aralon non sono però dovuti alla sua interfaccia, né alla combinazione di un minuscolo stick analogico con un tasto azione contestuale: ahìnoi, la telecamera predefinita è pressocché inutilizzabile, costringendo ogni istante a spostare il personaggio con un dito e a ruotare l'inquadratura con un altro.

Un regno in miniatura

Fortunatamente è possibile impostare una telecamera fissa alle spalle del protagonista, oppure una in soggettiva, sebbene nessuna delle due si dimostri sufficientemente naturale e comoda. A rovinare ulteriormente la festa ci pensano altri due grossi difetti: il primo è legato al terribile sistema di collisioni e alla scialba fisica del gioco, a causa dei quali ci si ritrova spesso a dover fare lunghi giri solo per salire un gradino microscopico, quando pochi istanti prima avevate scavalcato senza problemi un ostacolo alto il doppio. L'altra rogna entra in gioco nel momento in cui si affronta un nemico, dal momento che, sebbene venga abbozzato un sistema di combattimento in tempo reale, la sensazione è invece quella di giocare a un GDR a turni, in cui il proprio attacco e quello dell'avversario si alternano con un ritmo da metronomo; in questo caso, oltre alla semplice noia dovuta a scontri poco dinamici, ci si mette di mezzo anche il fastidioso sistema di targeting. Sia chiaro, Aralon ha diversi aspetti positivi e qualche buona idea: non esiste, ad esempio, un limite massimo di livelli, sebbene i nemici molto più deboli smettano di conferire punti esperienza. Il gioco di Crescent Moon è come un tacchino ripieno, ed è questo il suo principale pregio: gli sviluppatori hanno cercato di metterci davvero di tutto, dal ciclo giorno/notte alla possibilità di essere ricercati dalle guardie di una città. Non mancano neppure le mount da acquistare o sbloccare grazie a delle missioni secondarie: una di queste porta il giocatore alla ricerca di un uovo su un'isola abitata dai draghi, in modo da poter poi gongolarsi svolazzando in giro per il regno. Tuttavia, quantità e qualità sono spesso elementi difficili da conciliare, e Aralon ne è la prova palese: l'impressione che si ha è quella di giocare un titolo incompleto e poco rifinito, che propone una valanga di idee, nessuna delle quali viene però esplorata come un buon GDR meriterebbe. La trama è piuttosto banale, non riesce mai a raggiungere picchi di epicità e presenta una serie di cliché e situazioni che risulteranno fin troppo familiari anche al più fresco dei seguaci tolkieniani. I dialoghi tra i personaggi, totalmente in inglese, sono spesso privi di mordente e talvolta costringono a ritornare su affermazioni già dette per poter attivare una quest. Tecnicamente il titolo si presenta molto bene, almeno nel complesso, ma è ancora piuttosto grezzo, e inciampa purtroppo in piccoli difetti e sporadici problemi di clipping. Per non parlare dell'onnipresente effetto pop-in o di un sole che, nel sorgere, spunta dal terreno come una margherita. Fortunatamente gli sviluppatori sembrano essere consapevoli delle varie pecche di cui soffre Aralon, e già dall'ultimo aggiornamento hanno corretto gli insensati tempi di respawn dei nemici. Questo però non basta a risollevare un gioco che vede nella sua mancanza di bilanciamento uno dei problemi più grandi. Per quanto ci si possa complimentare con Crescent Moon per aver almeno tentato di offrire un'esperienza più profonda e piena zeppa di elementi di gioco, la superficialità con cui è stato realizzato ogni elemento farà dispiacere non tanto ai più giovani giocatori, ma soprattutto a chi, essendo cresciuto con mondi bilanciati, immersivi e vivi, non potrà non rimpiangere le notti passate tra Ultima e Daggerfall, quando crescere coerentemente il proprio personaggio non voleva significare soltanto aggiungere punti alle statistiche di un fantoccio con una spada.

La versione testata è la 2.2
Prezzo: 7,99€
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
6.6
Lettori (9)
6.0
Il tuo voto

I ragazzi di Crescent Moon e Galobeeth Games sono riusciti a realizzare quello che probabilmente è il più vasto GDR attualmente disponibile su App Store, e solo per questo Aralon non può davvero essere bocciato. I primi viaggi a cavallo attraverso contee e deserti ricordano subito le infinite avventure nei regni di Morrowind o di Oblivion, ma purtroppo la quantità di disattenzioni, disimpegni, elementi aggiunti frettolosamente e problemi tecnici finisce per far scivolare quello che sarebbe potuto essere uno dei titoli ruolistici più interessanti su una piattaforma portatile. Sia chiaro, non è improbabile che già coi prossimi aggiornamenti vengano risolti molti dei problemi del gioco, ma chi non è nuovo nel genere e cerca un GDR curato e coinvolgente farebbe meglio a rivolgere lo sguardo ad altri regni in pericolo.

PRO

  • Il regno di Aralon è immenso
  • Un mucchio di carne sul fuoco
  • Per portarlo a termine sono richieste un bel po' di ore

CONTRO

  • Pessimo sistema di combattimento
  • Tanta superficialità
  • Problemi tecnici a ogni passo
  • E' tutto un "vorrei ma non posso"