In un mercato caratterizzato da costi produttivi sempre più alti, ormai paragonabili a quelli dei blockbuster cinematografici, la strada dello sviluppo multipiattaforma è diventata una comprensibile regola. Quando però si incontrano insieme persone che hanno lavorato a titoli come Painkiller, The Witcher e il pur meno brillante Sniper: Ghost Warrior, e decidono di creare un FPS cyberpunk con un gameplay di stampo classico e privo di modalità multiplayer, viene da sé che le regole possano anche venire infrante. È appunto il caso di Hard Reset, il cui teaser trailer ha fatto capolino qualche mese fa e che dal 14 settembre sarà disponibile su Steam al prezzo budget di 29,99 dollari (ma se fate in tempo potete ancora prenotarlo e risparmiare il 10%).
Si tratta, in primo luogo, di un gioco dotato di una direzione precisa, che evita le ultime evoluzioni (talvolta criticate) del filone degli sparatutto in prima persona in favore di un approccio "vecchia scuola", dichiaratamente ispirato a Serious Sam, con tutti quegli oggetti da far esplodere e con cui eliminare più nemici in un sol colpo. In secondo luogo, nonostante la natura "indie", che spesso fa rima con "fondi limitati", Hard Reset presenta una cosmesi di alto livello, degna di una produzione tripla A ma ottimizzata per girare bene anche su PC di fascia media. In un futuro apocalittico, in cui la razza umana si è quasi estinta e gli unici sopravvissuti vivono in una città chiamata Bezoar, un ex militare contribuisce al mantenimento dell'ordine lavorando per il CLN, un'agenzia che si occupa di limitare gli attacchi da parte dei robot, primi responsabili della catastrofe. Si tratta del Maggiore Fletcher, diventato un mercenario per sbarcare il lunario ma ancora in possesso del rigore e del senso di giustizia che ne hanno contraddistinto la carriera nell'esercito. Un assalto robotico mette il CLN in allerta e Fletcher viene inviato sul posto per controllare: la scia insanguinata di cadaveri lasciata da un gruppo di sicari robotici punta dritta a un personaggio che faceva parte del suo passato, ma la verità potrebbe non correre su di un binario unico.
Situazioni esplosive
Hard Reset supporta in modo completo il controller per Xbox 360, ma si capisce fin da subito che si tratta di un titolo da giocare con mouse e tastiera. Le originali scelte effettuate dai ragazzi di Flying Wild Hog richiedono infatti una capacità di mira molto più rapida e reattiva di quella ottenibile tramite gli stick analogici, e allo stesso tempo sono rare le situazioni in cui, invece, l'appoggio dello stick potrebbe tornare utile (le sezioni platform sono molto rare). Il gameplay ci vede esplorare diversi scenari con l'obiettivo di eseguire le operazioni che ci vengono indicate dal quartier generale, ovvero azionare interruttori oppure eliminare determinati nemici, ma in linea di massima l'azione punta molto sui singoli confronti che non su ciò che avviene strada facendo.
C'è un interruttore da attivare? Bene, farlo implicherà il più delle volte l'arrivo di un numero variabile di robot più o meno minacciosi, da distruggere per potersi spostare verso la zona successiva sulla mappa. Un indicatore (disattivabile, volendo) ci mostra in ogni momento la direzione che dobbiamo prendere, anche se ci sono diverse situazioni in cui dovremo ragionare un minimo per capire cosa fare. Difficile definire tali episodi "puzzle", elemento invero distante dall'approccio scelto per Hard Reset, ma ciò non toglie valore alla fase esplorativa, che attraverso le esplosioni può rivelare zone nascoste, farci guadagnare qualche oggetto extra e farci sbloccare uno degli ottanta achievement disponibili. I combattimenti rimangono comunque prevalenti nell'economia del gioco, visto che hanno il pregio di poggiarsi su basi molto solide: un ottimo feeling delle armi, la già citata presenza di tantissimi oggetti esplosivi all'interno dello scenario e un'ottima varietà di nemici, le cui varie tipologie non ci vengono sbattute in faccia subito, bensì si avvicendano con una progressione molto ben pianificata. Bisogna inoltre aggiungere che già il livello di difficoltà "normale" risulta molto ostico, e che dunque gli scontri a un certo punto si pongono quasi come dei problemi strategici da risolvere, perché dopo un paio di game over sapremo da dove arrivano i robot e potremo prepararci meglio per accoglierli. L'armata cibernetica ci proporrà in prima battuta dei piccoli ma fastidiosi androidi con lame incorporate e alcuni loro "colleghi" capaci di esplodere quando si avvicinano al bersaglio, per poi lanciare la bordata dei mostri più grossi e più potenti, davvero complicati da abbattere, e di quelli dotati di armi da media e lunga distanza, anche qui in diverse varianti.
Scelte originali
Come accennato in precedenza, Hard Reset adotta una serie di misure che fanno optare fin da subito per il sistema di controllo con mouse e tastiera. L'originale gestione delle armi ci vede infatti alternare un fucile tradizionale a un dispositivo energetico, entrambi potenziabili su più fronti per l'aggiunta di moduli extra e proiettili modificati. I punti necessari per acquistare tali potenziamenti si ottengono raccogliendo gli oggetti sparsi all'interno delle mappe, dunque è sempre bene perlustrare qualsiasi angolo perché il più delle volte la cosa verrà premiata. Può essere potenziato anche il personaggio, in termini di resistenza agli attacchi e nuove abilità, operazione peraltro consigliata visto che basteranno davvero poche raffiche ai nostri avversari per metterci fuori gioco.
Abbiamo detto che le armi hanno un ottimo feeling ed è il caso di ribadirlo: la sensazione di impatto risulta eccellente e invoglia a provare e riprovare gli stage allo scopo di fare più casino possibile, tra terminali elettrici, barili esplosivi e tutto ciò che può essere fatto saltare in aria e che, a seconda dei casi, può aiutarci nelle nostre missioni oppure ucciderci. Una scelta originale è stata fatta anche per la gestione delle munizioni: non esiste un tasto per la ricarica dell'arma, che dispone appunto di un caricatore unico, i cui colpi vengono utilizzati magari in più unità alla volta per i moduli più potenti (lanciagranate, lanciamissili). Abituarsi a questo tipo di impostazione non è cosa rapidissima, ma basta qualche partita per padroneggiare bene i comandi e riuscire ad alternare colpi differenti per eliminare più rapidamente anche i robot più grossi e pericolosi. Sul fronte tecnico, come anticipato, il lavoro svolto dagli sviluppatori risulta eccellente, degno di titoli ben più blasonati e sicuramente tra le cose migliori che il mercato indie sia stato capace di produrre finora. C'è chi fa il passo più lungo della gamba dimenticandosi i fondamentali, e gli "ex" che hanno formato Flying Wild Hog dimostrano in questo caso che è tutta una questione di know-how, di conoscere le proprie capacità e soprattutto i propri limiti. Il Road Hog Engine proprietario è capace di unire potenza e leggerezza in un'unica soluzione, mettendo la spettacolare grafica di Hard Reset al servizio anche dei PC di fascia media, che possono mantenere un frame rate dignitoso nella maggior parte delle situazioni. Certo, quando i barili che esplodono e i nemici che vanno in pezzi cominciano a diventare davvero tanti, è normale incorrere in qualche rallentamento sulle macchine meno performanti. Con la configurazione di prova, tuttavia, ci siamo mantenuti sui 25-30 FPS alla risoluzione di 1600x900 pixel, con tutto al massimo. Buono anche il comparto sonoro, con ottimi effetti che rendono bene quanto accade sullo schermo. Peccato solo per la quasi totale assenza di musiche...
Conclusioni
Hard Reset è un gran bel gioco, un FPS "duro e puro" che sicuramente farà riscoprire il genere a chi ormai era stufo di rivedere le stesse cose anno dopo anno. La gestione delle armi, dei potenziamenti e delle munizioni sulle prime può sollevare qualche dubbio, ma basta fare qualche partita per familiarizzare con le scelte effettuate dagli sviluppatori, che sfociano in combattimenti davvero esaltanti e spesso all'insegna della strategia, visto anche il livello di difficoltà al di sopra della media. Il feeling delle armi e il relativo senso di impatto è eccellente, e sappiamo che si tratta di un elemento fondamentale per questo filone, ma è soprattutto l'attenta progressione nella scoperta di nuovi e più potenti nemici che esalta l'esperienza e la rende davvero coinvolgente. Considerando infine il prezzo budget, non ci sono davvero scuse: Hard Reset è decisamente un prodotto da non perdere.
PRO
- Gameplay solido e "hardcore"
- Ottima grafica, engine leggero
- Discreto fattore di rigiocabilità
CONTRO
- Campagna in single player un po' corta
- Sa essere molto frustrante
- Accompagnamento musicale deludente
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i3 350M
- 4 GB di RAM
- Scheda video ATI Mobility Radeon 5650
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Intel Pentium 4 2,5 GHz o AMD Athlon 64
- 2 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce 8800 GS, ATI Radeon HD 3870
- 4 GB di spazio libero su hard disk
- Sistema operativo Windows XP, Windows Vista, Windows 7
Requisiti consigliati
- Processore Intel Quad Core 2,3 GHz, AMD Phenom II X4 2,5 GHz
- 3 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce 9800 GT, ATI Radeon HD 4870
- 4 GB di spazio libero su hard disk
- Sistema operativo Windows XP, Windows Vista, Windows 7