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Cowboy contro alieni

Unendo uno stile grafico assai retrò a un sistema di controllo che fa uso di sensori di movimento e touchscreen, il nuovo gioco di MetroGames vuole far leva sia su nostalgici che su un pubblico più giovane

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   24/11/2011
Cowboy contro alieni

Con la graphic novel di Rosenberg prima e con la pellicola di Jon Favreau dopo, abbiamo già avuto modo di vederci raccontare un'improbabile quanto avvincente battaglia tra i cowboy del far west e alieni provenienti dallo spazio profondo. Con Pixel Ranger per iPhone, MetroGames ha voluto riproporre lo stesso scenario in un videogioco arcade dal gusto talmente retró da non poter lasciare indifferente chi è cresciuto nell'epoca del Commodore 64. L'obiettivo dello sviluppatore argentino era evidentemente quello di unire un'estetica squisitamente nostalgica e un tipo di gioco tradizionale a un'interfaccia moderna, in grado di sfruttare il touchscreen e i sensori di movimento di dispositivi mobile e tablet.

Escono dalle pixellose pareti!

Attraverso il più prevedibile tra gli incipit, Pixel Ranger si apre con il rapimento di una giovane donzella da parte di un UFO dispettoso, ma sfortunatamente per la combriccola di alieni il fidanzato della ragazza è un lentigginoso cowboy armato di tanto coraggio e, soprattutto, di un fucile. Nei panni del nostro eroe il giocatore è così chiamato ad affrontare una serie di livelli pieni zeppi di alieni da abbattere e strane creature da schiacciare, il tutto attraverso una struttura di gioco che ricorda pesantemente i vecchi shooter verticali à la Space Invaders. I primi istanti di gioco sono tutt'altro che traumatici: inclinando il dispositivo si sposta il piccolo cowboy a destra o a sinistra, mentre con un tocco sullo schermo si spara nella direzione desiderata, cercando di abbattere gli alieni che intanto discendono dall'alto; quasi ci si illude che il sistema di controllo sia tanto semplice e intuitivo, ma i problemi arrivano non appena gli alieni vengono affiancati da nemici di terra. Così, oltre a dover tenere d'occhio sia la parte alta che quella bassa dello schermo, il giocatore è costretto a saltare le creature in arrivo dai lati premendo un punto specifico del touchscreen. Ora è facile immaginare il risultato: dovendo inclinare il dispositivo, toccare lo schermo nella parte alta e usare altre dita per saltare, giocare a Pixel Ranger richiede una destrezza manuale notevole, e anche dopo averci fatto la mano bisogna convivere con un sistema di input non abbastanza preciso per uscire incolumi dalle situazioni più concitate.

Cowboy contro alieni

Ed è un vero peccato che l'esperienza complessiva sia compromessa da controlli inadatti, poiché dietro quella che è una meccanica semplice si celano invece diverse idee estremamente interessanti. Su tutte l'economia alla base dei proiettili a propria disposizione: se si distrugge un nemico, questo lascia cadere un certo numero di pixel che il cowboy deve raccogliere e riutilizzare per ricaricare la propria arma. Tuttavia i pixel raccolti fungono anche da energia vitale, così che si viene a creare questa curiosa dinamica per cui il giocatore è spinto a uccidere i nemici con un colpo solo, in modo tale da guadagnare più munizioni, ma allo stesso tempo cerca di non farsi colpire e di dosare i propri colpi, nel tentativo di non rimanere a secco di energia. A rendere il tutto ancora più complicato ci pensa un sistema di checkpoint assai severo, che costringe a ricominciare ciascuno dei 12 capitoli dell'avventura da capo nel caso in cui si dovesse morire nel tentativo di portarlo a termine. Non mancano diversi power-up che, se non rendono la vita del giocatore più facile, almeno aggiungono un po' di varietà e humour grazie a strampalate tecniche segrete e improbabili armi che spaziano da lanciarazzi a raggi laser. Elemento caratteristico di Pixel Ranger resta comunque la sua componente estetica fatta di personaggi cubettosi e colori ai neon, neanche fosse un ibrido tra Zak McKracken e un gioco di Jeff Minter. Con l'aumentare dei nemici, lo schermo si riempie di esplosioni e pixel che piovono in ogni istante, e si assicura a chi gioca un'esperienza visiva particolarmente gradevole, sebbene la musica di sottofondo non si può dire altrettanto riuscita. Infine, una modalità Endless offre una sfida aggiuntiva a chi vuole staccare dall'avventura classica, chiedendo al giocatore di sopravvivere il più a lungo possibile mentre ondate di avversari sempre più agguerrite e numerose invadono lo schermo.

Versione testata: 1.1
Prezzo: € 0,79
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Conclusioni

Multiplayer.it
6.8
Lettori (3)
4.5
Il tuo voto

Pixel Ranger poteva essere un perfetto connubio tra un'estetica retró e una moderna interfaccia di gioco, ma sfortunatamente un sistema di controlli ingarbugliato e checkpoint assai severi lo rendono un titolo inutilmente ostico, quasi frustrante in diversi momenti. Eppure il carisma che sprizza da ogni pixel, l'azione frenetica e i divertenti power-up potrebbo stuzzicare la curiosità degli appassionati di shooter arcade vecchia scuola.

PRO

  • Piacevolissima grafica old-school
  • Meccanica interessante ma con diverse idee originali

CONTRO

  • Sistema di controllo inadatto
  • Eccessivamente severo nei livelli più avanzati