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A scuola di paura. Monsters & Co.

Direttamente dagli studi della Disney arriva su Pc Monsters & Co , un titolo plattform destinato al pubblico più giovane, nel quale ritornano i protagonisti di una delle pellicole di maggior successo dell'ultima stagione cinematografica: scopriamo nella recensione di Mauro Licciardello se anche il gioco è destinato a bissare i risultati del film o se, per il suo target, sarà ignorato dalla comunità dei videogiocatori medi...

RECENSIONE di La Redazione   —   27/04/2002
A scuola di paura. Monsters & Co.
A scuola di paura. Monsters & Co.

Monster & Co. Professione spavento

L’occasione ci viene data da questo Platform che si riallaccia in maniera intima all’omonimo film che tanta fortuna sta avendo nelle sale cinematografiche e che vede come protagonisti due simpatici mostri che rispondono al nome di Mike e Sulley.
Il film racconta di una dimensione parallela in cui esiste un’azienda il cui obiettivo è quello di spaventare i bambini e di conseguenza i nostri due eroi svolgono questa particolare attività teletrasportandosi nelle stanze delle loro “prede” ed immagazzinando l’energia procurata dallo spavento (purtroppo sappiamo come i veri mostri, in realtà, appartengono alla nostra dimensione).
Il gioco è un classico platform con andamento progressivo, dove le aree di gioco si rendono fruibili solo dopo aver completato i livelli precedenti e per completare un area, che è composta da 4 livelli, si devono guadagnare un certo numero di medaglie di bronzo, che come avrete già capito, si ottengono spaventando i bambini.
I due protagonisti hanno caratteristiche diverse, Sulley (che somiglia ad un grosso Yeti ) è più lento e meno agile di Sulley, ma possiede una forza bruta notevole, a voi scegliere quale dei due vi è più simpatico.
Sotto l’aspetto tecnico il gioco non si distingue, ed anzi sembra appartenere ad una generazione di titoli precedenti, i modelli poligonali sono poveri, così come le texture non si fanno apprezzare per la loro qualità, viceversa il sonoro è eccezionale, soprattutto la localizazione è stata affrontata in maniera lodevole.
Comunque il titolo non si presta ad una recensione ordinaria e quindi a questo punto mi affido a dei veri esperti.

A scuola di paura. Monsters & Co.
A scuola di paura. Monsters & Co.

Il parere degli esperti

Una cosa importante nel recensisce un gioco è quello di considerarlo sotto la corretta prospettiva e di conseguenza trovarci la giusta collocazione, d’altronde è evidente che non posso paragonare Monsters & Co a realizzazione tecniche come quelle di Max Payne o di MOHAA, perché il titolo ne uscirebbe con tutte le ossa rotte, e quindi non lo faccio.
Qualcuno potrebbe obbiettare che a prescindere dal target, la realizzazione tecnica deve essere sempre ai massimi livelli; personalmente non ritengo questa cosa vera al 100% e quindi applicabile a tutti i titoli, semplicemente perché i bambini (che ripeto è il target principale cui il gioco è destinato) non guardano le texture o i giochi di luce, ma bensì la caratterizzazione dei personaggi.
Quindi per continuare questo articolo, devo richiedere la preziosa consulenza esterna (e non sapete quanto mi è costato in dolciumi) di due esperti: Mattia e Alessia due miei cuginetti di 7 e 9 anni a cui lascio volentieri il Joypad per una corposa seduta di gioco ... ehmm di lavoro.

A scuola di paura. Monsters & Co.
A scuola di paura. Monsters & Co.

Divertimento come parola d’ordine

Come era facile prevedere i due nostri esperti sono rimasti piacevolmente colpiti dalla simpatia dei due personaggi, che avevano già apprezzato al cinema, inoltre hanno trovato il gioco semplice ed immediato e la loro unica preoccupazione è stata quella di divertirsi.
Hanno particolarmente apprezzato il sistema per spaventare i nervi (che sono degli automi che simulano i bambini veri), la raccolta della melma primordiale e le bellissime ed esilaranti animazioni che si rifanno al film e che sono fruibili quando si completa un livello.
Le preferenze verso Sulley e Mike si sono equamente divise, ma per entrambi è stato ampiamente raggiunto l’obiettivo della simpatia, in questo Monster & Co fa centro in maniera assoluta.
Questo dimostra, se c’è ne fosse bisogno, che per fare un gioco divertente e piacevole da giocare, soprattutto per un pubblico particolare come quello dei bambini, effetti luce, poligoni e texture non servono a molto.
E poi viene trattato il tema della paura e dello spavento in maniera così piacevole ed esoricizzante che non si può non essere piacevolmente rapiti da questo stile narrativo, come lo è stato il fenomeno Shrek dello scorso anno, il mostro come personaggio buono e simpatico che si contrappone ad anni di letteratura imperniate sul "bello è buono e brutto è cattivo".
Una cosa che non hanno potuto constatare i miei piccoli aiutanti (mi sono finiti rapidamente dolcetti e merendine) e che il gioco è anche molto longevo, non solo per le diverse ambientazioni, ma anche per via del sistema ad accesso progessivo alle aree di gioco, che precedentemente erano precluse.

A scuola di paura. Monsters & Co.
A scuola di paura. Monsters & Co.

Conclusioni spaventose

Prima di giungere alla canonica conclusione, vi ricordo che il gioco è disponibile anche per console e ritengo preferibile questa versione, a prescindere dal modello posseduto, per il semplice motivo che essendo il gioco destinato a dei bambini sarebbe corretto farli giocare su un comodo divano davanti ad una bella televisione che d'avanti a un monitor.
Durante l’articolo ho sempre fatto riferimento ad un target “giovane”, ma questo non preclude il gioco a nessuno, la semplicità dei controlli e la buona varietà dei livelli può trovare molti estimatori anche a chi ha superato quelle età e si vuole fare due sane risate.
Allora qual’è questa spaventosa conclusione?
Che se riuscissimo ad essere un pò più bambini dentro, ci accorgeremmo che per per divertirci basterebbe un gioco semplice e sano.
Meditate adulti... meditate.

A scuola di paura. Monsters & Co.
A scuola di paura. Monsters & Co.

Videogame roba per ragazzini?

Se diamo uno sguardo attento ai titoli che occupano queste pagine, ci si accorge come il videogame sia diventato un prodotto destinato ad un pubblico prevalentemente adulto e maturo, come dimostrano i bollini delle confezioni, che sempre più raramente si dimostrano adatti per un pubblico di tenera età.
Questa situazione è anche conseguenza di quella differenziazione che il mercato ha imposto, per cui i titoli videoludici adatti ai più piccoli sono un settore ben specifico e che normalmente non trova spazio nelle nostre pagine, c’è anche da aggiungere che esistono giochi “magici “ adatti a tutte le età e tutti i gusti, come il mitico Mario Bros, ma questo è un evento così raro (e non solo nel settore dei videogames) che lo consideriamo fuori categoria.
Comunque oggi ci sentiamo di contravvenire a questa tendenza e desideriamo parlarvi di un gioco destinato al pubblico dei più piccoli (la stessa Disney consiglia il gioco per i bambini dai 6 ai 10 anni) e quindi posiamo per un attimo le nostre armi, mettiamo da parte le nostre arti magiche, scendiamo dalle nostre vetture e dedichiamoci ad un gioco adatto ai nostri figli o ai nostri fratellini.