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ACER Predator Helios 300, la recensione

La recensione della nuova versione dell'ACER Predator Helios 300, un portatile da gioco equipaggiato con Intel Core i7-9750H e NVIDIA GeForce RTX 2060

RECENSIONE di Mattia Armani   —   02/01/2020

Torniamo a parlare della celebre linea di portatili da gioco ACER con la recensione del Predator Helios 300 arrivato alla redazione in una nuova versione che, nel nostro caso, è equipaggiata con Intel Core i7-9750H, NVIDIA GeForce RTX 2060, 16GB di memoria, monitor da 17,3 pollici a 144Hz, disco meccanico da un terabyte e SSD NVMe da 512GB targata Western Digital.

Acer Predator Helios 300 3

Schermo, connettività, migliorie e compromessi

Il nuovo ACER Predator Helios 300 mantiene lo stile dei modelli precedenti, con due aggressivi sbocchi per l'aria piazzati lungo il bordo posteriore dove si aggancia il coperchio che, in metallo come la parte superiore della scocca in cui troviamo la tastiera, fa da struttura portante per il pannello 144Hz da 17,3 pollici con tempo di risposta 3ms e copertura dello spazio di colore del 97%. Garantisce quindi tutto il necessario per giocare adeguatamente titoli impegnativi, senza dubbio gestibili dalla GeForce RTX 2060, e gode di una marcia in più per i giochi competitivi, anche se con questi è bene pensare anche all'acquisto di un buon mouse da gaming. Con gli strategici o con le applicazioni, invece, il touchpad può bastare, risultando tra l'altro piuttosto ampio e preciso anche limitato dalla superficie in plastica, un po' basculante, e sprovvisto di tasti dedicati, cosa che da una parte rappresenta una chiara mancanza per un prodotto di questo tipo, ma dall'altra si sposa con un design ancora più pulito e sobrio rispetto a quello dei modelli precedenti. Ed è proprio nel segno dell'eleganza che torna anche il classico stile all black della serie anche se la tastiera, in membrana ma dal feedback tattile discreto e con i tasti più usati per il gaming messi in maggiore evidenza, gode di retroilluminazione a quattro zone personalizzabile. Si limitano al solo blu, invece le luci sul coperchio includono il logo Perdator e delle due strisce in plastica che lo attorniano, a mo di parentesi.

Acer Predator Helios 300 1

Sulla pancia in plastica dura troviamo invece diverse grate funzionali sia all'impianto sonoro, dalla qualità non certo trascendentale, sia alla ventilazione, essenziale in un prodotto di questo tipo che gode anche di un tasto per l'overclock automatico, legato però anche all'aumento drastico della velocità delle ventole e della rumorosità. Di questo, però, parleremo dopo. Per ora torniamo all'esterno arrivando alla cornice, anche questa in plastica dura, che risulta più sottile rispetto a quella dei modelli precedenti. Abbastanza da influenzare le dimensioni del laptop che arrivano a a 403,5 x 280 mm che risultano inferiori rispetto a quelle di parecchi modelli di pari livello. Il peso, invece, resta inevitabilmente rilevante, con circa 2.9Kg per la nostra configurazione, ma questo dipende sia dal formato 17 pollici sia da una maggiore robustezza complessiva che si aggiunge ai meriti di una revisione migliorata anche nella connettività Wi-Fi, con il passaggio al Killer Wireless-AC 1550, basato su hardware Intel. Lato cavi, invece, troviamo una porta LAN Killer Ethernet E2500, tre porte USB 3.1 Type-A, una porta USB Type-C Gen 2, un'uscita video HDMI 2.0, un'uscita video Mini DisplayPort, il classico ingresso da 3.5mm per cuffia/microfono e lo slot per il Kensington Lock. Non c'è invece un lettore di memory card, con buona pace di fotografi e smanettoni, ma il risparmio su determinati dettagli si riflette su un prezzo tutto sommato commisurato di circa 1720 euro.

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Prestazioni, overclock e temperature

Il nuovo Predator Helios 300 mantiene gli stessi 16GB di memoria a 2666MHz e la stessa GPU integrata UHD 630 del precedente, ma la soluzione grafica è parte di una CPU più potente. L'architettura è la medesima, ma gode di rifiniture rilevanti che nel passaggio dall'Intel Core i7-8750H al Core i7-9750H garantiscono più potenza grazie alla maggior spinta sui 6 core e 12 thread che arrivano a 2.6GHz di frequenza base, a 4.0GHz per tutti i core in Turbo tenuti piuttosto stabilmente e a 4.5GHz su un solo core con il boost massimo. Abbastanza quindi per garantire qualcosa in più sia dal punto di vista prestazionale, con un buon incremento della capacità di calcolo in multithread, evidente anche in 3DMark 11 con 12800 punti alla voce fisica che valgono un aumento di circa 13 punti percentuali sul precedente. Nel complesso invece si parla di circa 7 punti percentuali di guadagno, comunque rilevanti, e anche di qualche frame in più in alcuni giochi anche se la parte del leone la fa senza dubbio la RTX 2060, da valutare inevitabilmente in relazione al già menzionato schermo da 144Hz che si fa notare per l'assenza di artefatti e per i colori piuttosto vividi, ben calibrati di fabbrica e messi in evidenza da un buon contrasto che da una mano a una luminanza effettiva di 290 Nits, non eccezionale anche se vicina ai 300 Nits dichiarati. Abbastanza per garantire una qualità discreta in ogni situazione, per un portatile che comunque permette di usare anche un monitor esterno grazie alle uscite video. D'altronde si tratta di un desktop replacement, almeno in ambito gaming, anche se la RTX 2060 risulta inevitabilmente castrata rispetto alla versione desktop.

Acer Predator Helios 300 6

Si ferma infatti a 6000 punti in 3DMark Time Spy, ma se la cava comunque piuttosto bene spingendo The Witcher 3: Wild Hunt a una media, piuttosto stabile, di 84fps e garantendo una media di 74fps con Shadow of the Tomb Raider, ovviamente con il preset grafico più elevato. Lo stesso con cui abbiamo raggiunto 83fps in Rage 2 e 88fps in Battlefield V, giocabile anche con il ray tracing attivo nonostante questo abbassi il framerate a circa 58fps nel quinto atto della campagna single player. Riesce quindi a raggiungere i 1080p senza compromessi, spingendosi fino a 144fps nei battle royale, compreso il più pesante Apex Legends che qualche volta scivola verso i 100fps, ma mantiene un framerate elevato, sufficiente a sfruttare il pannello da 144Hz. Nel farlo, però, pretende che le ventole si diano da fare per mantenere la temperatura della CPU tra gli 82 e i 90 gradi e quella della GPU a circa 73 gradi. Si fanno sentire, quindi, anche se non risultano tra le più rumorose in circolazione, almeno a velocità stock. Ricorrendo all'overclock, infatti, la temperatura resta simile, oscillando tra i 73 e i 74 gradi con 100MHz in più sulla GPU e 500MHz in più sulla memoria, ma la velocità delle ventole sale, rendendo il laptop ACER discretamente rumoroso. Non arriva però al chiasso ottenuto premendo il tasto Turbo, che spinge al massimo anche le ventole, garantendo comunque un guadagno sensibile in parecchi giochi, con un incremento di un paio di fps nelle nostre classiche sessioni di test e di almeno 7fps sui framerate minimi, evidenza che garantendo più potenza alla RTX 2060 castrata è possibile ottenere incrementi prestazionali rilevanti. Non è invece possibile pretendere troppo da una batteria da 58Wh che giocando si esaurisce dopo poco più di un'ora. Arriva al contrario a circa 4 ore durante la visione di film o la navigazione, a patto di ridurre la luminosità dello schermo.

Conclusioni

Multiplayer.it

8.7

Nella nuova versione l'ACER Predator Helios 300 risulta, anche nella versione da 17,3 pollici, un laptop da gioco ancora più appetibile, migliore sotto diversi aspetti rispetto ai modelli precedenti a partire dalla maggiore robustezza. Conserva inoltre un prezzo niente male per un portatile da gioco di questo livello, equipaggiato con un buon pannello da 144Hz e con una RTX 2060 anche se non certo spinta al massimo. Deve però sottostare ad alcuni compromessi che vanno dal touchpad fino alla batteria da soli 58Wh.

PRO

  • Abbastanza potente da sfruttare il valido pannello da 144Hz
  • Elegante e più robusto dei predecessori
  • Prezzo inevitabilmente elevato ma non eccessivo, cosa rara

CONTRO

  • Il risparmio passa anche per una batteria da soli 58Wh che non può fare miracoli nonostante la GPU trattenuta
  • Niente SD Card, niente porta Thunderbolt 3 e sonoro limitato
  • Touchpad in plastica e privo di tasti dedicati