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Alone in the Dark, la recensione del remake del survival horror firmato Infogrames

Com'è stato tornare a Derceto dopo trent'anni? E in che modo il remake reinterpreta il classico di Infogrames? Le risposte nella recensione di Alone in the Dark.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   19/03/2024
Alone in the Dark, la recensione del remake del survival horror firmato Infogrames
Alone in the Dark
Alone in the Dark
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Una reinterpretazione più che un semplice rifacimento: ci sembrava giusto aprire la recensione di Alone in the Dark chiarendo questo concetto, che è tutto fuorché banale. Mikael Hedberg, che ha scritto e diretto il gioco dopo aver lavorato a titoli come SOMA e Amnesia, non si è infatti limitato a riprendere la storia dell'originale del 1992, bensì l'ha appunto rivisitata.

Non solo: insieme ai suoi colleghi di Pieces Interactive, un team formato da appena quaranta persone, Hedberg ha cercato di confezionare un vero e proprio tributo all'opera nata dal grande talento di Frederick Raynal, recuperando luoghi, personaggi e situazioni legati all'universo lovecraftiano a cui lo sviluppatore francese ha dato vita, ma che si è poi arricchito di ulteriori elementi fra sequel e reboot nell'ambito di un percorso che abbiamo raccontato di recente.

Storia, ambientazione e interpretazione

Edward ed Emily appena giunti a Derceto in Alone in the Dark
Edward ed Emily appena giunti a Derceto in Alone in the Dark

Louisiana, 1930: dopo aver ricevuto un'inquietante lettera da suo zio Jeremy, Emily Hartwood assume un investigatore privato, Edward Carnby, perché si rechi insieme a lei a villa Derceto, una casa di cura per persone mentalmente instabili presso cui l'uomo è ricoverato. Al loro arrivo, tuttavia, Jeremy non c'è: a quanto pare è scomparso da giorni; anzi "si è perso", stando alle parole pronunciate dalla piccola Grace, anche lei ospite della struttura.

Superate le resistenze della governante, i due visitano la stanza dello zio di Emily e lì trovano non solo uno spaventoso autoritratto, ma anche un diario in cui Jeremy annotava strani appunti, codici e sensazioni, accennando come nella lettera a un misterioso "uomo nero" da cui cercava invano di salvarsi, nonché al fatto che il personale e i pazienti di Derceto facessero parte di una setta dedita a un culto antico e maledetto.

È dunque questa la base di partenza di Alone in the Dark che, come detto, si pone alla stregua di una rivisitazione del gioco originale: l'ambientazione è la stessa, ma avrete notato che già nelle fasi iniziali vengono introdotte alcune fondamentali differenze, dal periodo storico (siamo negli anni '30, anziché negli anni '20) alla natura di Derceto, passando infine per il fato stesso di Jeremy Hartwood, che non si è impiccato ma è ancora vivo, da qualche parte... da solo, nel buio.

Il nostro compito, che si scelga di controllare Edward o Emily, sarà quello di scoprire che fine abbia fatto: utilizzare le sue note e gli indizi che troveremo all'interno della villa per risolvere gli enigmi che ci condurranno alla verità, preparandoci ad affrontare però le tante insidie di quello che si rivela essere un crocevia sovrannaturale, un portale che conduce verso altri luoghi e che man mano fa riemergere ricordi che i protagonisti pensavano di aver perduto.

L'inquietante autoritratto di Jeremy Hartwood in Alone in the Dark
L'inquietante autoritratto di Jeremy Hartwood in Alone in the Dark

Miscelando la storia dell'originale Alone in the Dark, i personaggi comparsi anche nei capitoli successivi, un'atmosfera da giallo anni '40 valorizzata dalla colonna sonora doom jazz di Jason Kohnen e soluzioni narrative che ricordano parecchio quelle utilizzate nella saga di Silent Hill, Mikael Hedberg ha riscritto il classico di Infogrames e gli ha donato lo spessore che per forza di cose gli mancava.

In tal senso, aver ingaggiato due attori di fama internazionale come David Harbour e Jodie Comer, che interpretano rispettivamente Edward Carnby ed Emily Hartwood, rappresenta indubbiamente un notevole valore aggiunto; e se è vero che il ruolo dell'investigatore privato da film noir finisce un po' per ingabbiare le performance di Harbour, la Comer sorprende per le inaspettate sfaccettature della sua Emily, dando vita a sequenze particolarmente intense nel corso della campagna.

Esplorazione, enigmi e struttura di gioco

I quadri rappresentano uno degli enigmi di Alone in the Dark
I quadri rappresentano uno degli enigmi di Alone in the Dark

Poco fa abbiamo accennato al fatto che in Alone in the Dark sia possibile, proprio come nell'originale, scegliere se controllare Edward o Emily. Ebbene, non si tratta di un aspetto marginale, perché ci sono differenze più o meno marcate nell'affrontare l'avventura nei panni dell'uno o dell'altra, con interazioni e sequenze di intermezzo che cambiano completamente, ma soprattutto interi scenari esclusivi.

I due protagonisti non si troveranno infatti a portare avanti la mera ricerca di Jeremy, bensì affronteranno anche il proprio passato e i luoghi che hanno fatto da sfondo a eventi particolarmente traumatici. Dunque quanto dura Alone in the Dark? Servono circa otto ore per arrivare ai titoli di coda, ma per vedere tutto bisogna giocare la campagna (almeno) due volte e ciò aggiunge senz'altro una certa quantità di minuti extra all'esperienza.

Un altro dei puzzle di Alone in the Dark
Un altro dei puzzle di Alone in the Dark

Cerchiamo però di capire come Pieces Interactive vuole farci passare questo tempo, perché anche in tale frangente le differenze con l'originale Alone in the Dark sono sostanziali. Nello specifico, non ci limiteremo a esplorare le stanze e i corridoi di Derceto, bensì ci troveremo spesso e volentieri proiettati al di fuori dei confini della villa, magari all'improvviso oppure come conseguenza dell'attraversamento di un portale attivato da un talismano.

Quest'ultimo si rivela ben presto uno strumento fondamentale per le nostre indagini, un meccanismo che tramite l'uso di combinazioni numeriche può aprire delle porte ma non certamente l'unica risorsa di un gameplay che sul piano degli enigmi si conferma sempre molto interessante, spronandoci a controllare appunti e codici o a ritrovare tessere e posizionarle correttamente per ottenere in cambio le chiavi con cui accedere man mano alle stanze della struttura.

I combattimenti sono il punto debole

Una delle creature che dovremo affrontare in Alone in the Dark
Una delle creature che dovremo affrontare in Alone in the Dark

Hedberg ha dunque riscritto la trama di Alone in the Dark pur nel rispetto del materiale originale e anzi rendendogli omaggio, l'apporto di Harbour e Comer aggiunge indubbio valore alla produzione e sul piano dell'esplorazione e degli enigmi l'impianto si conferma solido, pur restando ancorato a un approccio molto tradizionale. Tutto bene, dunque? No, perché purtroppo i combattimenti lasciano molto a desiderare.

Quando il nostro personaggio esce dai confini di Derceto si ritrova spesso ad affrontare creature orribili e violente, che cercano di coglierlo alla sprovvista e che con i loro colpi infliggono danni potenzialmente mortali; ed è in tale frangente che si esprime l'anima action di Alone in the Dark, attraverso l'uso di diverse armi da fuoco o da botta (queste ultime consumabili), nonché di mattoni o bottiglie presenti nello scenario che è possibile lanciare contro il nemico di turno.

Emily spara a un mostro in Alone in the Dark
Emily spara a un mostro in Alone in the Dark

Si tratta di idee valide sulla carta, ma che si concretizzano nell'incertezza di un sistema di combattimento approssimativo, specie negli scontri corpo a corpo: in tale frangente sembra che la parte superiore e inferiore del nostro personaggio si muovano in maniera indipendente, come in un gioco con visuale in prima persona malamente modificato per funzionare in terza, e il risultato finale è un inferno di scivolosità, legno e situazioni tendenzialmente "rotte".

È un vero peccato, perché avevamo già parlato di queste mancanze ai tempi del provato, effettuato su di una build risalente allo scorso ottobre, e speravamo che i mesi extra a disposizione potessero consentire un'approfondita opera di rifinitura di questo specifico aspetto dell'esperienza, vista la sua indubbia importanza e le sue altrettanto indubbie mancanze.

Grafica e sonoro, alti e bassi

Le strade buie di uno scenario sconosciuto in Alone in the Dark
Le strade buie di uno scenario sconosciuto in Alone in the Dark

Dal punto di vista tecnologico non c'è molto di cui discutere, Alone in the Dark è un prodotto graficamente datato e questa sua arretratezza incide sulla qualità della messa in scena, rappresentando in maniera maldestra sequenze che avrebbero necessitato di soluzioni decisamente più sofisticate.

Certo, bisogna ammettere che determinati scorci riescono a emozionare, dunque la direzione artistica ha provato a ovviare ai limiti di un Unreal Engine 4 sfruttato in maniera superficiale per consegnarci qualche momento significativo.

Edward Carnby parla con uno degli ospiti di Derceto in Alone in the Dark
Edward Carnby parla con uno degli ospiti di Derceto in Alone in the Dark

Lato ottimizzazione su PC c'è poco di cui entusiasmarsi, lo stutter tipico del motore grafico di Epic Games è presente anche stavolta e per far girare il tutto a 4K e 60 fps con i dettagli al massimo bisogna ricorrere al DLSS, impostandolo addirittura sul preset bilanciato in presenza di una RTX 4070 laddove si voglia stare davvero tranquilli ed evitare le incertezze più clamorose.

Il discorso cambia completamente quando si passa al comparto audio, che come detto può contare sul fascino della colonna sonora dark jazz firmata da Jason Kohnen e su dialoghi in inglese (sottotitolati in italiano) generalmente ben interpretati, a cui non mancano momenti di grande intensità.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 13500
  • Scheda video: NVIDIA RTX 4070
  • Memoria: 32 GB di RAM
  • Storage: SSD
  • Sistema operativo: Windows 11

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i3 8300, AMD Ryzen 3 3100
  • Scheda video: NVIDIA GTX 1050 Ti, AMD RX 570
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Storage: 50 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 10 64 bit

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i5 12400, AMD Ryzen 7 3700X
  • Scheda video: NVIDIA RTX 2060, AMD RX 5700 XT
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Storage: 50 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 10 64 bit

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 59,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (68)
7.3
Il tuo voto

Alone in the Dark è una reinterpretazione senz'altro ambiziosa e ricercata, un tributo all'opera originale (e a tutto ciò che è venuto dopo) che mette in campo una narrazione di un certo spessore, ottime prestazioni attoriali, una direzione artistica interessante e una struttura solida sul piano dell'esplorazione e degli enigmi. Purtroppo il design dei combattimenti si rivela davvero approssimativo e mette ulteriormente in luce i limiti di una realizzazione tecnica obsoleta, che solo in alcuni frangenti lascia trasparire la limpidezza dei talenti coinvolti nel progetto.

PRO

  • Storia, atmosfera e interpretazioni affascinanti
  • Esplorazione ed enigmi ben implementati
  • La direzione artistica dà vita ad alcune sequenze evocative

CONTRO

  • Combattimenti legnosi e approssimativi
  • Tecnicamente è molto datato
  • Qualche problema con l'ottimizzazione su PC