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Amnesia Rebirth, la recensione

La recensione di Amnesia Rebirth, il gioco che segna il ritorno di Frictional Games alla serie che ha rivoluzionato per sempre il genere horror

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   19/10/2020

La recensione di Amnesia Rebirth racconta di un nuovo capitolo del discorso iniziato con i Penumbra, ampliato con Amnesia: The Dark Descent e provato a scardinare con Soma. Frictional Games non si è limitata a creare un gioco horror, ma ha voluto rifinire la sua teoria della tensione videoludica, cercando però di farla quasi svanire all'interno della narrazione.

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In Amnesia Rebirth tutto è racconto e ogni meccanica di gioco confluisce con grazia all'interno dello stesso, senza provare mai a prevalere. Sulla carta stiamo parlando di un horror psicologico in prima persona, denominazione abusatissima e adottata da qualsiasi pseudo autore che provi a trasformare i suoi pruriti adolescenziali in videogioco, ma nella pratica è qualcosa di diverso, più ampio. Non fraintendete: la psicologia c'è e l'horror anche, ma sono declinati verso una visione più ampia e non sono mai il fine ultimo dell'esperienza, se non in senso lato.

Storia

La protagonista del gioco è Tasi Trianon, una studiosa francese appassionata di disegno e archeologia dal passato traumatico. È sposata con Salim, un ricercatore come lei. All'inizio dell'avventura li vediamo seduti uno accanto all'altro su di un aereo che li sta portando in Algeria. Devono raggiungere un sito archeologico di cui non ci viene detto quasi nulla. Purtroppo le cose si complicano sin da subito: l'aereo precipita per l'avaria di un motore e Tasi si ritrova da sola nella carcassa del velivolo. Dove sono andati tutti gli altri? Perché nemmeno Salim l'ha aspettata? Uscita dall'aereo scopre di essere in pieno deserto.


Esaminati gli oggetti nei dintorni, compresi alcuni documenti che le danno qualche vago ragguaglio su cosa stia accadendo, Tasi decide di andare alla ricerca del gruppo. Stare al sole è pericoloso perché fa veramente caldo, quindi bisogna correre da una zona d'ombra all'altra fino a raggiungere una grotta, dove la donna trova i resti dell'accampamento dei sopravvissuti al disastro aereo. In questa prima fase il gioco detta già parte dei suoi temi, dei suoi ritmi e delle sue regole: apprendiamo come relazionarci con il mondo circostante, in particolare che ogni oggetto interattivo è trascinabile o impugnabile a seconda del suo peso e delle sue dimensioni; scopriamo anche che Tasi è soggetta a quelli che possiamo definire dei veri e propri attacchi di panico, che la colpiscono quando è impaurita o a disagio (ad esempio quando passa troppo tempo al buio completo) causandole delle visioni terribili (di cui scopriremo la natura nella seconda metà del gioco).

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Scopriamo anche un oggetto essenziale: i fiammiferi, che ci servono per farci luce (per pochi attimi), nonché per accendere le candele, le lampade e le torce sparse per le mappe. Più avanti acquisiremo anche una lanterna a olio, ma almeno per la prima sezione bisogna arrangiarsi e prepararsi a correre nel caso si rimanga senza fonti di illuminazione. È proprio qui che Frictional inizia a costruire la sua macchina della tensione. Dalla lettura dei documenti trovati nelle grotte apprendiamo della presenza di una creatura che vive nel dedalo di gallerie da cui sono formate e attacca chi osa avventurarsi nel suo territorio... proprio lì dove dobbiamo andare. Capiamo anche che Tasi è profondamente turbata, sia per motivi evidenti, sia per qualcosa che si manifesterà con il passare del tempo. Non è una supereroina e non manca occasione di manifestare la sua ansia, che diventa piano piano quella del giocatore stesso. In breve ci si trova a strisciare nel buio impauriti da non si sa bene cosa, correndo a perdifiato alla ricerca di una fonte d'illuminazione quando la tensione è sull'orlo di far esplodere Tasi. Ma nelle grotte c'è il mostro, correre è pericoloso...

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gameplay

Sempre nelle grotte scopriamo che Tasi possiede uno strano apparecchio, che somiglia incredibilmente a una bussola, con cui può aprire dei portali per un'altra dimensione. Non sappiamo perché lo abbia lei e lei stessa non capisce che cosa stia accadendo. Naturalmente più avanti scopriremo tutto, ma intanto siamo costretti ad attraversare ampie porzioni di un mondo oscuro e misterioso, dove campeggiano i resti di una civiltà apparentemente capace di erigere dei monumenti eccezionali, distrutta non si sa bene da chi. A tutti questi elementi, se ne aggiunge subito un altro che riguarda il mondo interiore di Tasi. Le è successo qualcosa e questo qualcosa sembra essere il perno intorno al quale gira l'intera vicenda.

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In realtà c'è molto di più, come scopriremo nella parte finale dell'avventura. Senza dare anticipazioni di sorta, anche se è inevitabile fare accenni alla storia per parlare di un gioco come Amnesia Rebirth, in cui la stessa è legata a doppia mandata al gameplay, possiamo dire che c'è tanto da scoprire. La struttura stessa del gioco è pensata per spingere verso la ricerca dell'indicibile verità che soggiace dietro alle nostre azioni, dosando fasi prettamente narrative ad altre più propriamente horror. Ad esempio la lunga sezione che si svolge dentro un forte in rovina è particolarmente terrificante, così come la discesa in un ampio pozzo scavato nella roccia.

La bellezza dell'opera di Frictional Games non va però ricercata nei salti sulla sedia o nel sistema stealth, quest'ultimo abbastanza in linea con quello dei giochi precedenti dello studio, a parte per l'aggiunta della possibilità di sdraiarsi a terra così da nascondersi meglio agli inseguitori (quando possibile), ma nel modo come il tutto è stato dosato alla perfezione scena per scena, quasi a voler far sparire le meccaniche di gioco nel flow.

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Qualcosa del genere era stata provata anche con Soma, ma lì le diverse scene risultavano più staccate l'una dall'altra, mentre qui c'è una continuità enorme tanto che non si percepiscono grossi stacchi e non si sa mai cosa può succedere. Pur non essendo un open world, Amnesia Rebirth sembra farci giocare in un unico ambiente, in cui tutti i vari luoghi convivono in modo armonico, pur essendo spesso in contrasto tra loro e pur essendoci effettivamente delle sezioni comunque ben riconoscibili. Qua e là ci sono anche dei puzzle da risolvere, come ricostruire l'argano di un ascensore o riattivare degli strani macchinari alieni. Solitamente bisogna esplorare delle aree buie e paurose per cercare gli oggetti che ci servono. Anche in questo caso non c'è niente di fine a sé stesso o di aggiunto tanto per allungare il brodo.

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Tutto ha una progressione narrativa e serve a raccontarci qualcosa, ma anche e a far crescere la tensione, spesso oltre i livelli di guardia (un paio di volte abbiamo spento anche il gioco per prendere fiato, pur non essendo sicuri di avere degli stalker alle calcagna). Le meccaniche di gioco sono così intrecciate con la storia, che alcune sono addirittura impossibili da citare, perché non possono essere spiegate se non svelando dei grossi pezzi di trama.

Grafica

Dal punto di vista grafico / stilistico, Amnesia Rebirth è il classico gioco di Frictional Games. Tecnicamente non c'è niente che faccia gridare al miracolo, nonostante la presenza di alcuni paesaggi molto belli. Detto questo, ci sono dei momenti fortemente visionari, di cui purtroppo non possiamo parlare nello specifico a meno di non darvi delle anticipazioni enormi (è un po' il leit motif dell'intera recensione), e alcune aree sono state concepite con gran gusto architettonico e scenografico, come ad esempio una grotta piena di resti romani o la già accennata fortezza che vediamo per la prima volta dal basso, risalendo lungo un costone di roccia che si affaccia sul deserto.

Amnesia Rebirth Artwork

Molto belli anche i disegni a matita realizzati da Tasi, alcuni riguardanti il suo passato e visionabili nelle schermate di caricamento o in alcune sequenze particolari, altri presenti nel suo diario in forma oscurata, che diventano chiari mano a mano che si sbloccano i suoi ricordi. A tutto questo va aggiunta la splendida colonna sonora, perfetta nel suo riuscire a fare da volano alla tensione e a creare dei forti momenti di angoscia, sottolineando gli stati emotivi della donna. Insomma, da una parte si potrebbe dire che tecnicamente Amnesia Rebirth si limita a funzionare, dall'altra che però ha anche uno stile riconoscibile e coerente, un immaginario originale e dei dettagli inattesi, almeno per quelli che sapranno coglierli.

Conclusioni

Digital Delivery Steam, Epic Games Store, GoG, PlayStation Store
Prezzo 24,99 €
Multiplayer.it
9.0
Lettori (38)
8.3
Il tuo voto

Amnesia Rebirth è il nuovo capolavoro di Frictional Games. Meno radicale di Soma nel suo desiderio di rottura degli schemi creati dai suoi stessi autori, è una cavalcata horror di grande livello, tra le migliori del genere, pur nella sua natura fortemente narrativa. Del resto stiamo parlando di uno studio che ha fatto scuola anche a colossi come Capcom, quindi non ci aspettavamo niente di troppo diverso. In ultima istanza è davvero difficile non consigliarlo, perché perderlo vi costerebbe uno dei migliori giochi dell'anno. Siete avvertiti.

PRO

  • Grande coesione tra le parti che lo compongono
  • Storia intrigante e ben raccontata
  • Stilisticamente ottimo

CONTRO

  • Frictional non è proprio maestra della tecnica
  • Qualche oggetto che finisce oltre i muri quando afferrato