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Astral Chain, la recensione

La recensione di Astral Chain, primo gioco su Nintendo Switch di Takahisa Taura in veste di director che ha sorpreso tutti con il suo gameplay eccezionale e la sua originalità. Sarà davvero la consacrazione di questo giovane autore?

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   26/08/2019

Astral Chain - recensione: considerando che nasce dalle ceneri dei gloriosi Clover Studio, il cui ruolo originario era raggruppare alcuni dei talenti più incontenibili della "vecchia" Capcom, il fatto che PlatinumGames venga ad oggi vista come una delle migliori fucine di talenti nel mondo dello sviluppo giapponese non dovrebbe sorprendere. È un team spesso difficile da gestire, dove gli stravolgimenti interni non mancano e non tutti i progetti vanno necessariamente a buon fine, ma il cui culto del bel gioco ha influenzato ed evoluto l'intero genere action, formando molti giovani con il potenziale di divenire domani ciò che oggi sono figure come Kamiya, Mikami e Inaba.

Tra costoro, la recluta più promettente è senza dubbio Takahisa Taura: un ragazzotto piuttosto timido, dotato della capacità di dare sempre con forza la propria impronta ai titoli su cui cui lavora; talento non certo sottovalutabile in un'industria dove la maggior parte dei designer non fa che ripercorrere strade già tracciate da altri in passato. Consacrato da Nier Automata (un gioco che peraltro ha ringalluzzito le non floridissime finanze del team quando più ce n'era bisogno) e seguito da vicino da alcuni dei più grandi luminari del gaming giapponese, il buon Takahisa si è quindi guadagnato il diritto di affrontare la sua prova finale: coprire il ruolo di director di un nuovo videogame chiamato Astral Chain. Insomma, volendo forzatamente dipingere PlatinumGames come una sorta di università del videogioco, e i precedenti giochi su cui Taura ha lavorato come i suoi esami principali, Astral Chain può tranquillamente passare per la tesi di laurea di questo eclettico designer. In data odierna quindi, nei panni della "commissione d'esame", siamo pronti a valutarla... e vi assicuriamo che non è il caso di scordarsi della lode.

Una struttura senza anelli deboli

Dopo aver completato Astral Chain, dipingerlo come una summa di esperienze ci sembra l'unica mossa possibile. Questo gioco dopotutto è sì un action dotato della solita straordinaria spettacolarità che abbiamo imparato ad aspettarci dai titoli Platinum, eppure risulta uno dei più solidi agglomerati di idee mai spuntati dalla casa, capace di fondere le sue caratteristiche principali in un'unica ed esplosiva esperienza dove, nonostante il combattimento faccia sempre da protagonista, le restanti parti dell'insieme non sfigurano assolutamente nel confronto diretto. Non è infatti il caso di farsi ingannare dal fatto che si tratti di un'opera prima di un giovane director, o dall'aspetto tecnico meno appariscente rispetto a quello di altri blockbuster action in circolazione: Astral Chain non è in alcun universo considerabile come un "progetto secondario", e risulta anzi un lavoro curato in modo certosino, capace di lasciare di continuo a bocca aperta chiunque decida di tuffarsi nel suo mondo. Addirittura, potrebbe tranquillamente giocarsi una posizione nella "top 3" della software house nipponica, e non è certo un'affermazione che facciamo a cuor leggero.

4A

Molto del merito va ricercato nella gestione perfetta del ritmo di gioco, che tiene incollati allo schermo senza pietà nonostante una progressione tutt'altro che fulminante (ma non per questo lenta, sia chiaro). La narrativa accompagna l'azione alla grande, con tonalità da "shonen manga" molto adatte e una storyline che, pur non priva di ingenuità e momenti banalotti, risulta stuzzicante per tutta la durata della campagna, anche in virtù di un background fantascientifico piuttosto ben studiato. Gli utenti più esperti non corrono così il rischio di sentirsi eccessivamente limitati durante le prime ore, poiché il calmo avanzamento generale delle meccaniche viene reso adrenalinico dal turbinio di eventi in cui si viene catapultati fin dai primi capitoli. Il fatto che il complesso sistema di combattimento attorno a cui tutto ruota venga imboccato al giocatore a piccole cucchiaiate è quindi una mossa geniale, e porta ad imparare gradualmente pro e contro di ogni Legion, come adattarsi all'offensiva nemica, e come sviluppare il proprio personaggio per essere pronti ad ogni situazione. In parole povere... Astral Chain è studiato per impedire a qualunque tipologia di utente di provare noia, sia esso un neofita dell'azione (per cui peraltro c'è la possibilità di affrontare il tutto in modalità facilitata) o un veterano delle botte virtuali.

Standing on a legion

Già che abbiamo tirato fuori i Legion poco sopra, è il caso di entrare nel dettaglio del sistema di combattimento, perché quando si decide di tuffarsi nelle battaglie, Astral Chain mette a disposizione un tale oceano di sistemi e trovate brillanti da rischiare di affogare un giocatore poco propenso a perdere del tempo. Tutto ruota proprio attorno a questi Legion, appunto: versioni "addestrate" di creature multidimensionali conosciute col nome di Chimere, e unico mezzo per l'umanità di sopravvivere ai loro attacchi (che nel gioco hanno già costretto la popolazione a fuggire dalla terra rifugiandosi su un'enorme isola spaziale chiamata "Arca"). Inizierete con una sola di queste evocazioni, tuttavia avanzando tra i capitoli ne otterrete ben cinque, ognuna dotata di rami di sviluppo specifici e abilità equipaggiabili a piacere. Questi poteri non sono però l'unico elemento utile dei vostri compagni fluttuanti, perché i Legion possono venir scagliati senza pietà contro i vari nemici del gioco, utilizzati attivamente per compiere azioni speciali, spostati manualmente a piacere sul campo di battaglia, e sfruttati per bloccare o respingere gli avversari grazie a una catena energetica che li lega al (o alla, dato che potete sceglierne il sesso a inizio gioco e personalizzarne l'aspetto) protagonista.

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Il vostro alter ego è infatti dotato di combinazioni abbastanza basilari e di un manganello trasformabile che può tramutarsi in una pistola o in una sorta di spadone, ma da lui non dovrete aspettarvi mosse di kung fu particolarmente eclatanti o combinazioni complesse in solitudine. Le meccaniche avanzate sono tutte correlate direttamente alle evocazioni e al loro uso, e riuscirete a mettere in atto serie davvero devastanti solo dopo aver sbloccato alcune combo specifiche (attivabili con la pressione a tempo dello stesso tasto usato per richiamare i Legion durante certe manovre), o abilità dotate di forte sinergia tra loro. Per farvi un esempio più chiaro: Alcuni Legion sono particolarmente indicati per stordire il nemico per via della loro velocità, mentre altri risultano perfetti se sfruttati in un'offensiva devastante; basta bloccare qualcuno con la catena (dovete solo far roteare il Legion attorno al bersaglio) e stordire i restanti pericoli con la dovuta tecnica, per poi passare direttamente al Legion successivo, potenziarsi, e dare il via a un attacco brutale a raffica in grado di disintegrare quasi qualunque chimera. Questo è solo un esempio basilare, inoltre, perché il gioco offre l'imbarazzo della scelta quando si tratta di strategie: potreste difatti anche voler restare nelle retrovie e sparare mandando avanti Legion pesanti particolarmente resistenti; attirare a voi nemici volanti per massacrarli da fermi; o ancora coprirvi di scudi con il Legion Ascia, liberarlo addosso ai nemici, e passare all'attacco con il Legion Arco da lontano ben protetti, mentre questi scarica colpi su chiunque gli si pari davanti.

Gameplay come un coltellino svizzero

Vedetela così: se V di Devil May Cry 5 poteva essere considerato un pregevole ma solo parzialmente riuscito tentativo di Capcom di creare una versione moderna - e valida - del gameplay di Chaos Legion (un vecchio classico basato sul concept dei mostri evocabili), Astral Chain è ciò che nasce quando un team come Platinum parte da quell'idea per strutturare un intero combat system: una vera e propria goduria per qualunque aficionado dell'azione al cardiopalma. C'è poi un'ulteriore chicca a migliorare in toto l'esperienza, ovvero "l'elemento puzzle" di quasi ogni scontro avanzato. La diversificazione dei nemici è pur sempre impressionante qui, e alcuni di questi sono dotati di abilità in grado di nullificare i vostri attacchi, stordirvi, o rendervi in generale le cose molto più complicate del dovuto. L'uso oculato dei Legion durante situazioni simili permette di aggirare tali ostacoli, poiché ognuno di essi ha, come già detto, la capacità di eseguire azioni speciali: il Legion Bestia dissotterra nemici che scavano, quello Ascia è in grado di far esplodere le barriere energetiche e parare grossi proiettili, quello Spada di tagliare le connessioni tra le chimere offensive e quelle capaci di potenziarle, e così via. Non bastasse, tutte queste azioni si traslano con grande naturalezza all'interno delle fasi esplorative e di investigazione, dando forma a quell'equilibrio tra le parti di cui abbiamo gioito a inizio articolo.

Astral Chain 7

I vari capitoli di Astral Chain, difatti, non sono un semplice susseguirsi di battaglie, ma offrono intermezzi più lenti e ragionati, dove il giocatore ha la possibilità di aiutare la popolazione dell'Arca in vari modi (interpreta pur sempre un ufficiale di polizia), o deve percorrere le psichedeliche mappe della dimensione delle Chimere. Le missioni secondarie di questo tipo sono molteplici, e anche se alcune non sono altro che combattimenti aggiuntivi o fetch quest di poco conto, la varietà dei compiti rimane notevolissima grazie alla diversificazione dei talenti dei Legion necessari a risolvere gli enigmi ambientali presenti. Un plauso perciò all'originalità dei Platinum Games, che sono stati capaci di rendere impegnative e spassose persino missioni che richiedono la consegna di un grosso gelato a un bambino.

Per quanto riguarda la dimensione alternativa invece, pur con una scarsa varietà artistica delle ambientazioni, troverete ad aspettarvi mappe spesso sorprendentemente complesse, tanto da spingere volentieri a perdere qualche ora cercando tutti i forzieri nascosti tra i rossi cristalli che le riempiono, o cercando la giusta combinazione di poteri per avanzare. Questa suddivisione delle fasi della campagna di Astral Chain porta la longevità a superare di gran lunga quella di altri action puri, tanto che vi ci vorranno una ventina di ore di gioco per portare a termine la storia principale.

Cura nella realizzazione tecnica e letalità

Siamo però davanti a un titolo Platinum, e come tale la sua longevità non si limita certo al solo completamento della campagna. Anche in Astral Chain la rigiocabilità è parte integrante del prodotto - ogni battaglia e quest rossa secondaria vi assegna un punteggio - e anzi, proprio per via dei Legion ripercorrere nuovamente i capitoli già completati è particolarmente consigliato, poiché fin dalle prime battute troverete zone bloccate facoltative esplorabili solo con certe evocazioni ottenibili solo più avanti (quindi non avrete modo di ottenere i punteggi più alti senza averle tutte a disposizione). Fortunatamente potrete rigiocare i capitoli precedenti grazie a un comodo terminale nel vostro ufficio. Sempre per i completisti, Astral Chain contiene un sistema di achievement interno con tanto di premi in forma di oggetti e personalizzazioni, e un sistema di costumi e colorazioni modificabili che dimostra un notevole impegno da parte del team nello sviluppo di ogni singolo aspetto della loro creatura (c'è persino un terminale dove è possibile pulire i propri Legion dai cristalli della dimensione alternata, quasi a voler imitare le fasi di "spazzolatura" dei Pokémon recenti).

Astral Chain 2

Tutto impeccabile dunque? Non proprio; d'altro canto la perfezione non è cosa di questo mondo, e anche Taura e i suoi, per quanto abili, commettono degli errori. Nel caso di Astral Chain parte delle problematiche dipendono dal frame rate (che purtroppo non supera i 30 fps, con rari cali nelle situazioni più concitate) e da alcune altre incrinature del gameplay, chiaramente non sufficienti a rovinarlo ma comunque capaci di impedirgli di superare in tale aspetto altri classici del genere come il già citato Devil May Cry 5, o lo stesso Bayonetta. Per adattarsi al frame rate, infatti, la schivata del gioco vanta una finestra di invulnerabilità non sottovalutabile, ma al contempo un periodo di recupero dopo lo spostamento più lungo del solito, che impedisce di usare tale manovra difensiva a raffica. Non mancano ovviamente opzioni protettive alternative - un'evocazione con il giusto tempismo di un Legion equivale a una parry perfetta con contrattacco, e il Legion Ascia materializza scudi difensivi - eppure la secchezza della manovra può cogliere alla sprovvista, e alle volte la combinazione di poteri nemici rende davvero difficile uscire illesi da certe serie di attacchi combinati (anche per questo motivo, il punteggio finale sembra influenzato ben poco dai danni ricevuti). Non è una scelta che piacerà a tutti, ma è se non altro sensata per rispettare il ritmo dei combattimenti; meno bene invece telecamera e targeting, con la prima che presenta le solite magagne di molti action (alle volte è troppo ravvicinata, e con il numero notevole di nemici a schermo o la necessità di seguire il proprio Legion può divenire confusionaria), e il secondo che non sempre punta al nemico più vicino, creando qualche difficoltà con degli specifici avversari in grado di rendere invulnerabili le altre chimere (che per ovvie ragioni andrebbero eliminati il prima possibile).

3A

Impossibile penalizzare più di tanto un sistema di combattimento così atipico e riuscito per cose simili, comunque. Astral Chain forse non raggiungerà i tecnicismi quasi da picchiaduro dell'ultimo Devil May Cry nei panni di Nero e Dante, o il perfetto sposalizio di fluidità e complessità dei due Bayonetta, ma la sua formula così lontana dalla tradizione - e l'incredibile flessibilità della stessa una volta imparati a combinare a dovere i Legion - lo pone senza ombra di dubbio tra i migliori action in circolazione, con in più un "contorno" seriamente più sofisticato e godibile rispetto ai giochi sopra citati (e alla stragrande maggioranza degli action nipponici in circolazione). Pensate, come ciliegina sulla torta è presente pure una cooperativa locale piuttosto spassosa, che permette a un altro giocatore di utilizzare i vostri Legion. Se a tutto questo ben di dio si aggiunge poi una colonna sonora di tutto rispetto - con peraltro cambi di genere improvvisi e alcuni accompagnamenti magistrali nelle scene più impressionanti - il risultato finale è senza ombra di dubbio uno dei titoli più riusciti per Nintendo Switch.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.2
Lettori (140)
8.5
Il tuo voto

Lo abbiamo ampiamente precisato nella recensione, ma Astral Chain poteva essere un terrificante battesimo del fuoco per Taura, che il buon Takahisa è riuscito a superare mettendo in campo tutto ciò che ha appreso durante la sua carriera, e dando i natali a un action unico e variegato, capace di rielaborare i fondamentali delle opere di PlatinumGames in una nuova struttura eccelsa in quasi ogni aspetto. Non fatevi ingannare dalla palette di colori un po' spenta e dalla non stratosferica art direction: questo titolo è una delle più roboanti, divertenti e memorabili creature uscite dal team di Osaka, e se possedete una Switch è davvero il caso di farlo vostro al più presto.

PRO

  • Sistema di combattimento originale e brillante
  • Spettacolarità tipica dei giochi PlatinumGames
  • Gameplay incredibilmente variegato anche nelle missioni secondarie e nelle fasi esplorative
  • Longevità superiore alle aspettative, e rigiocabilità notevolissima

CONTRO

  • 30 fps, e qualche magagna legata a telecamera e targeting
  • Art direction piuttosto scialba