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Birth, la recensione di un puzzle game macabro ma dal grande cuore

La sviluppatrice Madison Karrh crea una breve avventura basata su enigmi semplici e immediati, in cui l'obiettivo è raccogliere ossa e organi per creare un amico.

Birth, la recensione di un puzzle game macabro ma dal grande cuore
RECENSIONE di Giulia Martino   —   16/02/2023

L'evento Day of the Devs dello scorso anno ha presentato diversi videogiochi indipendenti che hanno destato il nostro interesse, alcuni dei quali sono già usciti e si sono piacevolmente confermati come prodotti di grande qualità: per fare un esempio, è il caso di A Little to the Left, raccolta di enigmi tutti basati sul riordino domestico, all'insegna di un'atmosfera zen e rilassata. Tra i prodotti presentati al pubblico in quell'occasione c'era anche Birth, sviluppato da una sola persona. Madison Karrh, che ha sede a Chicago, ha ottenuto per Birth il supporto di WINGS Interactive, fondo volto a finanziare progetti provenienti da sviluppatrici donne o appartenenti a categorie marginalizzate.

Dopo aver completato questo particolarissimo puzzle game, possiamo affermare che il comitato di WINGS ci aveva visto lungo: Karrh si conferma come portatrice di uno stile artistico molto originale - Birth è interamente disegnato a mano - che sviluppa quanto già visto nella sua opera precedente, Landlord of the Woods, esponente del medesimo genere videoludico e forte di un 97 % di recensioni positive su Steam. Abbiamo apprezzato il tema di Birth e i suoi rompicapo, leggeri e mai troppo complessi, capaci di trasportarci in un mondo surreale e lugubre, dipinto però con un tocco dolce e delicato.

Vi raccontiamo di questo curioso puzzle game nella nostra recensione di Birth.

Costruire un amico

I personaggi di Birth sono macabri e surreali, ma mantengono sempre una grande dolcezza e umanità di fondo
I personaggi di Birth sono macabri e surreali, ma mantengono sempre una grande dolcezza e umanità di fondo

"Le città affollate mi riempiono di solitudine". Sono queste le primissime parole di Birth, con cui Karrh ci introduce al tema principale del gioco: trovare un modo per poter riempire il senso di vuoto dato dalle città contemporanee, in cui spesso il contatto con il proprio vicino, fondamentale fino a pochi decenni fa e ancora vivo negli insediamenti di scala più modesta, si è completamente perso. Possiamo definire nell'editor iniziale l'estetica del protagonista di Birth, un essere simile a un uccello con una testa scheletrica e le orbite vuote.

Come già detto, lo stile di Madison Karrh, basato su tinte di colore sobrie e con fondali e personaggi disegnati a mano, è di quelli che si fanno ricordare. Bar, musei, laboratori di pittura sono pieni di umanoidi con ossa e organi esposti, ibridati con animali di vario genere, impegnati nelle normali attività umane: ammirare un quadro, sorseggiare un caffè, fare una chiacchierata con una persona cara. Il protagonista della vicenda è alla ricerca di un modo per poter costruire un compagno con cui passare il proprio tempo: ecco che si parte verso un'avventura tutta urbana che ci porterà a raccogliere ossa e organi per comporre l'amico dei nostri sogni, attraversando vari ambienti e facendo la conoscenza di tanti personaggi dall'estetica fuori di testa.

Puzzle urbani

Birth celebra la bellezza delle piccole cose e del lavoro creativo: da una vecchia macchina da scrivere nascono erbe e fiori
Birth celebra la bellezza delle piccole cose e del lavoro creativo: da una vecchia macchina da scrivere nascono erbe e fiori

Nel corso delle due ore circa necessarie a completare Birth, ci troviamo a entrare negli edifici di una città immaginaria per aiutare i suoi abitanti a risolvere piccoli e grandi problemi. Lo facciamo affrontando enigmi spesso collegati fra loro, sempre di breve durata e di diversa natura: a volte componiamo un puzzle; altre giochiamo a domino, collegando tessere dai simboli uguali; altre ancora dobbiamo tirar fuori gettoni dalle braccia di un personaggio impegnato a fumare una sigaretta sul balcone di casa sua. Gli indizi sono sempre visivi e spesso richiedono di collegare oggetti e situazioni reperibili nel medesimo contesto, senza l'ausilio di testi. Le situazioni davanti a cui veniamo posti da Karrh sono frequentemente surreali, e ciò può lasciare occasionalmente spaesati: non sempre la logica "ordinaria" funziona per direzionarci verso la soluzione. Fortunatamente, qualche tentativo e un po' di riflessione sono sempre sufficienti per tirarci fuori da eventuali impasse. Non mancano delle sezioni opzionali, sbloccabili tramite gettoni: a volte ci porteranno ad ammirare nuovi ambienti, mentre in altre occasioni attiveranno il funzionamento di elementi presenti nello scenario, come una giostra fatta di cavallini scheletrici. Sono piccole cose, certo, ma Birth è un gioco fatto esattamente per esaltare la bellezza di ciò che solitamente passa inosservato, che siano insetti, interiora o una stretta di mano con uno sconosciuto.

Così, riportare gli ortaggi a un fruttivendolo scheletrico, aiutare un farmacista a riempire un vaso di misteriosi sassolini, regalare una scolopendra come bracciale a una ragazza o aiutare un personaggio a ricomporre il suo volto ci porteranno a ottenere ciò che cerchiamo: ossa e organi per poter creare l'amico dei nostri sogni. Birth è essenzialmente questo: una sequenza di puzzle volti al conseguimento del nostro obiettivo, in cui la vera protagonista della scena è la visione surreale e macabra, ma allo stesso tempo dolce e rilassante, messa in campo da Madison Karrh. Peccato solo per una sezione finale (quella in cui comporremo il nostro compagno) meno ben riuscita rispetto agli enigmi della prima parte del gioco; inoltre, a nostro avviso il messaggio di fondo di Birth - il bisogno del tutto umano di avere contatti e affetti in contesti disumanizzanti come quelli delle grandi città - non risulta sempre a fuoco nel corso del gioco, che non presenta sviluppi narrativi e spesso non si fa portatore, all'interno degli enigmi, del pensiero che è alla sua base.

In Birth, anche un ufficio postale all'apparenza ordinario ospita visioni e situazioni strampalate, con la necessità di risolvere vari enigmi collegati tra loro
In Birth, anche un ufficio postale all'apparenza ordinario ospita visioni e situazioni strampalate, con la necessità di risolvere vari enigmi collegati tra loro

Parte della gradevolezza di Birth proviene dalla sua colonna sonora, tenera e gentile, e in particolare dal tema musicale principale, fatto di malinconiche e soffuse tonalità di sintetizzatore. Nonostante si tratti di una piccola produzione, è presente una traduzione in lingua italiana. In ogni caso, i testi a schermo sono davvero pochi e, come abbiamo visto, il focus principale di Birth è la risoluzione di enigmi basati su indizi visivi, non testuali.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Multiplayer.it
7.5
Lettori (3)
6.3
Il tuo voto

Madison Karrh prosegue sulla strada tracciata in Landlord of the Woods e sviluppa ulteriormente il suo stile artistico, creando un puzzle game che non si trascina con inutili ripetizioni, ma risulta un prodotto ben focalizzato e capace di andare dritto al punto. Abbiamo apprezzato, in particolare, la costruzione di situazioni surreali, ma sempre risolvibili con un buono spirito di osservazione. Peccato che il messaggio di Birth non riesca sempre a passare nel corso dello svolgimento dei puzzle; per fortuna, il dolcissimo finale fa dimenticare l'ultima sezione di gioco, a nostro avviso meno efficace rispetto alla prima parte dell'opera. Continueremo a tenere d'occhio le opere di Karrh, capace di rendere tenero e gentile anche il più crudo degli scheletri.

PRO

  • Fondali e personaggi splendidamente disegnati a mano
  • Enigmi semplici ma ben costruiti
  • La sua brevità e la sua capacità di sintesi sono punti di forza
  • Un matrimonio riuscitissimo tra visioni macabre e un sentimento di dolcezza

CONTRO

  • Il messaggio di fondo spesso non passa attraverso le meccaniche
  • La sezione finale è meno riuscita rispetto alla prima parte