L'abuso del genere battle royale negli ultimi tempi lo ha reso indigesto a molti, ma in questa recensione di Bullet League cercheremo di spiegare perché il titolo Funday Factory, pur appartenendo in tutto e per tutto alla categoria, ha le carte in regola per essere la proverbiale mosca bianca. Usando le armi della semplicità e dell'immediatezza e riuscendo a non calcare troppo la mano sul fronte delle microtransazioni, Bullet League può risultare decisamente gradevole anche a chi ha cancellato il termine battle royale dal proprio vocabolario. Andiamo a scoprire perché.
Piccolo ma combattivo
Bullet League comincia col piede giusto, mettendo subito l'utente nelle condizioni di giocare, senza perdersi troppo in chiacchiere: al primo avvio dell'applicazione c'è giusto il tempo di dare un rapido sguardo alla schermata di tutorial e ci si ritrova subito nel mezzo della propria prima battaglia, sebbene in compagnia di bot piuttosto malleabili. Le dinamiche di base sono quelle tipiche dei battle royale: si inizia assieme ad altri 31 combattenti privi di equipaggiamento, e bisogna correre per la mappa raccogliendo armi, risorse e munizioni con l'obiettivo di essere gli ultimi a sopravvivere mentre un cerchio si stringe progressivamente riducendo sempre più la superficie di scenario agibile. Bullet League si differenzia anzitutto rispetto alla stragrande maggioranza dei suoi colleghi per la scelta di utilizzare un piano di gioco bidimensionale, per un gameplay che ricorda gli sparatutto vecchia scuola ma senza disdegnare più di qualche intelligente strizzata d'occhio alla modernità.
Il sistema di controllo, semplice e intuitivo, prevede uno stick sulla sinistra per il movimento e due tasti virtuali sulla destra per il salto e il fuoco, mentre l'inventario nella parte bassa dello schermo consente di cambiare arma, ricaricare o usare gli oggetti curativi con un veloce tap. Funziona tutto abbastanza bene da consentire scontri rapidi e adrenalinici, senza il rischio di dare la colpa dei propri eventuali fallimenti a deficienze del software. Gli sviluppatori ci hanno poi messo del loro, arricchendo il gunplay con una serie di dettagli molto ben implementati, a cominciare dalle otto diverse armi disponibili (pistole, mitragliatori e fucili fino ad arrivare ai bazooka) che permettono di utilizzare tattiche diverse a seconda dello strumento imbracciato. Altra sfumatura strategica interessante è la possibilità di sfruttare il rinculo delle armi per rallentare la discesa dopo un salto, una tecnica che può fare la differenza sul campo di battaglia. Le stesse mappe offrono poi un design intelligente, che comprende zone in cui nascondersi, aree segrete e piattaforme a iosa, un aspetto che va a braccetto con un'ulteriore peculiarità del titolo, ovvero la creazione istantanea di blocchi: spendendo i cristalli che si ottengono picconando determinate rocce, si possono creare dei cubi da usare per avere un sostegno a mezz'aria, o ancora per erigere delle barriere protettive o per tendere trappole agli avversari.
Insomma, dietro alla sua apparente semplicità Bullet League cela un'apprezzabile stratificazione che lo può rendere appetibile sia ai giocatori più casual sia a quelli più scafati, anche se la ripetitività dell'azione è un difetto congenito al genere che qua fa capolino considerando anche le sole tre modalità disponibili (tutti contro tutti, a squadre e partita fra amici). Il modello di progressione ideato da Funday Factory è invece abbastanza onesto e non spinge troppo sulle microtransazioni, ovviamente presenti e che danno un indubbio vantaggio a chi volesse avvalersene rispetto agli altri: tuttavia, non sembra esserci una disparità palpabile durante le battaglie vere e proprie, anche perché il matchmaking cerca di evitare di gettare degli agnellini in partite popolate da squali. Ad ogni modo, le monete che si ottengono giocando servono a potenziare le armi di cui si sono ottenuti i progetti aprendo le immancabili casse premio, le quali a loro volta vengono elargite con parsimonia ma possono essere acquistate con i cristalli che sono di fatto la valuta premium ottenibile prevalentemente in cambio di soldi veri. Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, ma va dato atto a Bullet League di non essere vampiresco in questo delicato frangente, tranne per un elemento fortunatamente del tutto opzionale ma che lascia abbastanza interdetti: è possibile infatti sottoscrivere abbonamenti VIP della durata di una settimana o un mese che garantiscono bonus consistenti ma a prezzi francamente da rapina a mano armata. Una brutta caduta di stile che non rovina troppo il quadro di un battle royale globalmente davvero ben riuscito.
Conclusioni
D'accordo, è l'ennesimo battle royale, ma Bullet League riesce nell'impresa non facile di riuscire a dire qualcosa di interessante nell'ambito di un genere affollatissimo, mettendo sul piatto un gameplay ben calibrato e una struttura che riesce a destreggiarsi abbastanza bene su quel campo minato che tradizionalmente è l'ambito free to play. Il risultato è un gioco godibile sia per brevi e saltuarie partite sia per sessioni più intense, che non fa troppo il furbo con le microtransazioni ed è abbastanza profondo da non risultare stantio dopo poche partite. Insomma, niente male per un battle royale.
PRO
- Gameplay che funziona
- Sistema di controllo affidabile
- Si può andare avanti anche senza spendere
CONTRO
- I pacchetti VIP sono da denuncia
- Qualche ambientazione in più non avrebbe guastato
- Tende alla ripetitività come tutti i battle royale