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GTFO, il provato con gli sviluppatori

Il buio non è mai stato così terrificante e implacabile in questa nuova prova di GTFO, lo sparatutto FPS cooperativo a tinte horror del team svedese. Siamo tornati a provarlo in compagnia di alcuni membri del team.

PROVATO di Alessandra Borgonovo   —   19/03/2020

Si tratta solo di trovare un terminale, cosa volete che sia? Chiunque abbia familiarità con horror e survival horror sa benissimo che dietro un obiettivo all'apparenza tanto semplice si nascondono minuti di pura tensione, strade bloccate, sangue e sudore nonché una discreta dose di imprecazioni perché "sono sicuro che queste creature prima non c'erano". Tali premesse trovano maggiore conferma in GTFO, lo sparatutto FPS a tinte horror sviluppato dal team svedese 10 Chambers Collective - una decina di persone che ha preso molto sul serio il compito di renderci la vita impossibile ma non per questo mostrandosi meno invitante. Sarà forse una certa tendenza al masochismo, eppure la sconfitta è stata sempre uno sprone a fare di meglio premiando di volta in volta con una progressione più profonda, nuove difficoltà cui fare fronte e un finale, cocente fallimento a un passo dalla meta che ha lasciato in bocca non tanto l'amaro della sconfitta quanto il gusto di una promessa in sospeso: abbiamo, insomma, fatto fioretto verso quell'oscurità bulimica che caratterizza GTFO impegnandoci a ritornare più agguerriti che mai.

Vivi, muori e ripeti è un leitmotiv che sembra essersi esteso oltre la cerchia punitiva di soulslike e affini, con la differenza che qui non c'è alcun pattern consolidato sul quale fare affidamento: ogni nuovo tentativo scombina le carte in tavola, modificando la posizione del nostro obiettivo, i requisiti per raggiungerlo, persino la posizione e il numero dei nemici. Possiamo giusto essere sicuri che in una certa stanza troveremo quella particolare creatura un po' più forte delle altre ma tutto il contorno cambia, andando ad alterare l'approccio stesso a una situazione dove lo scontro è di rado la soluzione.

Siate prudenti, siate stealth

Se la precedente prova non l'ha messo abbastanza in chiaro, lo ripetiamo: GTFO è un gioco che fa della pazienza e della cooperazione i suoi punti di forza. È il classico caso in cui l'errore di uno compromette le sorti di tutti e il gioco è abbastanza feroce da farla pagare tanto nell'immediato quanto sul lungo termine, se riusciste a sopravvivere alle prime conseguenze. Stealth è la parola chiave: ogni azione deve essere calibrata con cura e di necessità bisogna fare virtù. Non potete usare le torce sul lungo periodo? Sfruttate la luce emessa dalle stesse creature per avere un'idea della loro posizione o, se li avete con voi, dei glow stick per illuminare il cammino senza timore di attirare sgradite attenzioni. Abituatevi poi a consumare le vostre ginocchia virtuali, perché anche alzarsi in piedi sarà un lusso che dovrete guadagnarvi dopo aver scandagliato ed eventualmente liberato l'area - a meno che non stiate correndo per salvarvi la vita ma in quel caso i problemi saranno altri.

Mai come in GTFO la comunicazione tra giocatori è essenziale. Agire di testa propria senza avvisare prima la squadra è quanto di più vicino a un disastro annunciato possa esserci: non sarà raro, anzi, fermarsi e decidere il da farsi in base al numero di nemici in un'area, alla loro posizione, al solito concetto di prossimità e possibilità che accompagna un'azione risolutiva e rischiosa. Se è vero che la prudenza non è mai troppa, qui pare non bastare mai. Ed è parte della bellezza di GTFO questa sua imprevedibilità che vi obbligherà a improvvisare più volte di quante preventivato. Non è semplice però quando i nemici possono sciamare da ogni direzione, senza farsi fermare nemmeno dalle porte rinforzate e il buio che vi circonda è uno svantaggio solo per voi. Perché una volta che sapranno della vostra presenza, non ci sarà barriera a fermarli e la sopravvivenza risiede nel numero dei proiettili nel caricatore.

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Con il cuore in gola

Va da sé che, data la complessità dell'approccio alle molteplici situazioni, la squadra deve essere costruita con attenzione facendo in modo di avere non soltanto le armi adatte a ogni situazione ma soprattutto strumenti sempre diversi: il sensore biometrico rileva le forme di vita nei paraggi, dandovi così un vantaggio in termini di pianificazione, il collante rafforza le porte o rende il pavimento meno agevole, la torretta si dimostra un vero e proprio quinto membro attivo permettendovi di distogliere l'attenzione per un secondo da una specifica area e infine le mine riserveranno un benvenuto esplosivo a creature tanto letali quanto incaute nella loro folle corsa al massacro. Come vedete, GTFO offre una serie di strumenti attorno cui deve ruotare la vostra pianificazione soprattutto in virtù della consapevolezza che certi scontri a fuoco non possono essere evitati: ci saranno allarmi che dovrete attivare ed è in quei momenti che il cuore schizza in gola perché non importa fino a che punto si è spinta la vostra preparazione, l'imprevisto è sempre in agguato e vedere sullo schermo gli indicatori delle creature aumentare sia di numero sia di velocità mentre si avvicinano alla vostra posizione farà sudare freddo.

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A proposito di schermo, il primo evidente cambiamento rispetto alla prova precedente risiede nell'interfaccia di gioco, notevolmente snellita: tutte le informazioni relative ai vostri compagni le vedrete solamente puntando lo sguardo su di loro, mentre quelle che riguardano voi stessi si spogliano di tutte le icone per ridursi a una serie di scritte in alto a destra sullo schermo, dove prima si trovava la bussola. La vostra salute si trova in basso al centro, meno ingombrante rispetto alla soluzione precedente. Sono bastati pochi accorgimenti per rendere l'esperienza più gradevole, minimizzando tutti gli elementi di disturbo e rendendo più semplice fare un quadro generale della situazione a colpo d'occhio: se non fosse per la barra della salute, le vicende sembrerebbero filtrate dallo schermo di un terminale. A questo proposito, è molto apprezzabile la necessità di interagire con i terminali per avere idea della direzione da prendere: in un gioco dove l'esplorazione indiscriminata potrebbe rivoltarsi contro di voi, avere da subito un'idea dell'obiettivo aiuta a decidere il da farsi. Non si tratta però semplicemente di interagire in modo passivo, trovando il terminale e lasciando sia poi lui a fare il resto del lavoro.

Chiunque voglia prendersi la responsabilità di interagire deve essere pronto a inserire dei comandi precisi affinché gli venga data la risposta desiderata: se nelle rare situazioni di calma questo non rappresenta un gran problema, provate a farlo nel bel mezzo dell'orrore con la consapevolezza che sarà la vostra velocità a determinare la salvezza dell'intera squadra. È una tensione crescente generata dal perfetto connubio tra il rumore dei combattimenti, i suggerimenti dei vostri compagni all'orecchio e il fatto che voi siate inermi di fronte allo schermo del terminale nell'estenuante attesa che il comando inserito abbia effetto. Non potete vedere cosa stia di fatto accadendo, solo intuirlo dai suoni e sperare che il resto della squadra riesca a proteggervi.

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Hardcore è bello

GTFO è tosto, senza se e senza ma. Un'esperienza hardcore e proprio per questo consapevolmente di nicchia, però è proprio qui che risiede il suo fascino: ogni morte porta con sé un pizzico di consapevolezza in più - dei dintorni, di se stessi, della propria squadra - e accresce le vostre capacità. Difficile non va per forza di pari passo con frustrante e GTFO lo dimostra, perché è un gioco che diverte in virtù del suo senso di sfida. Ci si sente in dovere di dimostrare che si può fare di meglio, che la sconfitta è soltanto una fase di transizione verso l'inevitabile vittoria e nonostante alla fine non si sia riusciti a superare la missione (pur con il supporto di tre membri del team di sviluppo), a farla da padrone è stata l'adrenalina del confronto: con il gioco ma ancora di più con se stessi. Adesso che balistica e fisica sono migliorate, non resta che tirare fuori il veterano dentro di noi e conquistare la sopravvivenza... ma con discrezione, trasformando l'oscurità dal peggior incubo al migliore degli alleati. E ricordando che nessuno si salva da solo.

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GTFO è un'esperienza hardcore che non scade però nella frustrazione: si approccia al giocatore stuzzicandolo con un senso di sfida crescente, spingendolo a migliorare e migliorarsi grazie anche a una cooperazione sempre più affinata con i suoi compagni di squadra. Pretende molto ma è in grado di premiare altrettanto, se dimostrerete di averne interiorizzato la logica e le meccaniche: la divisione dei ruoli, la comunicazione costante con la squadra e soprattutto la varietà della stessa sono alla base della sopravvivenza. Non la assicurano ma certamente ne aumentano le possibilità. È evidente quanto 10 Chambers Collective si stia dedicando a questo progetto e i passi avanti rispetto alla precedente prova sono evidenti. Rimane solo qualche incertezza sulla varietà dei nemici ma non abbiamo dubbi che gli sviluppatori sapranno sorprenderci anche in questo senso.

CERTEZZE

  • Hardcore ma profondamente strategico e ragionato
  • Interfaccia più snella ed efficace
  • Ogni tentativo è sempre una nuova sfida

DUBBI

  • Resta da verificare la varietà dei nemici