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Deathloop, la recensione per Xbox Series X dello sparatutto Arkane

A un anno esatto dal debutto su PS5 e PC, l'ultimo, sorprendente sparatutto di Arkane torna a casa: ecco la nostra recensione di Deathloop per Xbox Series X|S.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   20/09/2022

Ammettiamolo: è stato bizzarro vedere l'ultimo sparatutto di Arkane disponibile in esclusiva console su PS5 per un anno, nonostante l'acquisizione di Bethesda da parte di Microsoft sia stata annunciata ufficialmente appena pochi giorni dopo l'uscita del gioco.

Gli accordi sono accordi e la casa di Redmond ha sempre detto che li avrebbe onorati, dunque gli utenti Xbox si sono dovuti armare di pazienza e hanno dovuto attendere dodici lunghi mesi prima di poter vedere il titolo diretto da Dinga Bakaba e Sebastien Mitton approdare nel catalogo di Xbox Game Pass.

Ebbene, ormai ci siamo. Colt e Julianna sono in gran forma e il loop che intrappola l'isola di Blackreef è lì, pronto a essere spezzato da qualcuno abbastanza abile, coraggioso e astuto da riuscire nell'impresa: ecco la nostra recensione di Deathloop per Xbox Series X|S.

Storia: ricomincio da capo

Deathloop, il panorama dalla spiaggia di Blackreef
Deathloop, il panorama dalla spiaggia di Blackreef

Dicevamo, appunto: la misteriosa isola di Blackreef fa da sfondo alla storia di Deathloop, che si svolge sistematicamente nell'arco di ventiquattro ore: tanto dura il loop che per qualche motivo intrappola lo scenario, facendo in modo la stessa giornata si ripeta ancora e ancora e ancora. Colt, il personaggio che controlliamo, ha tutta l'aria di essere un combattente e vuole porre fine a questa maledizione, ma a quanto pare i suoi tentativi finora sono stati innumerevoli e nessuno di essi è andato a buon fine.

All'inizio del gioco ci risvegliamo su di una spiaggia, privi di equipaggiamento ma con il ricordo di ciò che abbiamo fatto nei loop precedenti, almeno gli ultimi. Non appena entriamo in possesso di una radio, ecco la voce di Julianna, una donna brava quanto e più di noi a uccidere il prossimo, che per qualche motivo sta cercando in tutti i modi di sabotare la nostra missione, ad esempio comparendo all'improvviso e ammazzandoci nelle maniere più disparate.

Gli scambi fra Colt e Julianna (resi in maniera eccellente nel doppiaggio in italiano grazie alle voci di Francesco "Deacon" Rizzi e Alice Bertocchi) rappresentano senza dubbio il principale punto di forza di una narrazione brillante e originale, che alimenta la storia con nuovi elementi a ogni tentativo di spezzare il loop e ci lascia scoprire piano piano la verità su Blackreef, i suoi strani abitanti e il ristretto gruppo di Visionari che dovremo uccidere per completare la missione.

Ad arricchire ulteriormente il comparto narrativo trovano posto una miriade di documenti e note che avremo modo di raccogliere nel corso della campagna e che ci forniranno altri spunti ancora, a dimostrazione di quanto sia stato attento, scrupoloso e dettagliato il lavoro di scrittura portato avanti da Pawel Kroenke e Sandra Duval, di cui abbiamo tessuto le lodi già nella recensione di Deathloop per PS5.

Gameplay: Arkane puro

Il 'parco tematico' di uno dei Visionari di Deathloop
Il "parco tematico" di uno dei Visionari di Deathloop

Se è vero che la storia del titolo Arkane si arricchisce man mano di nuovi elementi, che come tasselli di un puzzle vanno a comporre il quadro generale rivelandoci la verità sul luogo in cui ci troviamo e i personaggi con cui abbiamo a che fare, Colt incluso, lo stesso si può dire del gameplay che, in maniera decisamente innovativa, viene introdotto per gradi, prendendoci per mano e accompagnandoci in un percorso che dapprima ci vedrà incerti e disorientati, proprio come il protagonista, e infine consapevoli e determinati.

C'è ovviamente parecchio di Dishonored e Prey in Deathloop: tanto il sistema di combattimento quanto la gestione delle fasi stealth sono praticamente un marchio di fabbrica di Arkane, uno stile che lo studio (in questo caso la divisione di Lione) ha saputo mettere in chiaro fin dagli esordi e che risulta molto ben riconoscibile, miscelandosi ad aspetti tecnici come grafica e sonoro al fine di produrre un'esperienza che sprizza personalità da tutti i pori. Non un risultato semplice, in un mercato sempre più omologato e privo di spunti.

Deathloop, pupazzi di neve e lastre di ghiaccio in una zona fredda di Blackreef
Deathloop, pupazzi di neve e lastre di ghiaccio in una zona fredda di Blackreef

Equipaggiati con una visuale in prima persona, l'immancabile pugnale da richiamare all'occorrenza per le eliminazioni silenziose o nei rapidi e violenti scontri corpo a corpo, un set di poteri speciali come la traslazione che richiamano in maniera fin troppo vistosa i precedenti progetti del team e un arsenale magari non particolarmente originale, ma ben caratterizzato (che poi è una cosa che conta certamente di più dei soli numeri), il nostro obiettivo sarà dunque quello di spezzare il loop prima che il loop si concluda.

Nella pratica, ciò significa visitare quattro diversi e ampi scenari, durante altrettanti momenti della giornata, facendo fronte ai bizzarri abitanti di Blackreef che pattugliano le strade e ci vogliono morti, nel tentativo di eliminare gli otto Visionari che controllano in qualche modo la tecnologia che tiene l'isola intrappolata in questo assurdo limbo e acquisendo man mano le loro capacità per diventare ancora più forti... nella speranza che Julianna non compaia all'improvviso per metterci i bastoni fra le ruote.

Deathloop, messaggi distensivi lasciati da Colt nei suoi vari tentativi
Deathloop, messaggi distensivi lasciati da Colt nei suoi vari tentativi

La cosa divertente è che il ruolo della ragazza ha dato agli sviluppatori un'idea simpatica: basarci il multiplayer competitivo, facendo in modo che qualcuno (a scelta fra l'intelligenza artificiale, uno dei nostri amici o un perfetto sconosciuto) possa vestire i suoi panni ed effettuare una vera e propria invasione della nostra partita, difendendo il loop e provando a ucciderci. Un'idea brillante per un elemento che rimane tuttavia accessorio.

Tornando al gameplay, c'è da dire che a livello comportamentale i nemici scendono agli inevitabili compromessi del genere stealth, dunque non sono molto svegli e spesso tendono a lanciarsi a testa bassa nella falsa convinzione di essere immuni ai nostri proiettili, ma un certo grado di resistenza e l'odiosa capacità di infliggerci ingenti danni bilanciano la situazione, impedendoci insieme a una gestione accorta delle munizioni (leggi: spesso ne sarete a corto) di ripulire le strade di Blackreef come un DOOM Slayer qualsiasi, anzi spingendoci spesso e volentieri a preferire un approccio silenzioso anche per sfruttare l'articolato level design che caratterizza le mappe, piene di passaggi alternativi più o meno segreti.

Struttura: roguelike simulator

Deathloop, uno dei primi assembramenti che ci troveremo ad affrontare... o ad aggirare
Deathloop, uno dei primi assembramenti che ci troveremo ad affrontare... o ad aggirare

La timorosa cautela che ci accompagnerà durante le prime ore della campagna di Deathloop è legata a doppio filo all'originale struttura del gioco, che fornisce un'interpretazione decisamente diversa dal solito delle meccaniche roguelike. Roguelite, anzi, visto che al termine di ogni loop avremo modo di utilizzare il "residuo" ottenuto fino a quel momento per infondere determinate armi e oggetti (oppure sacrificarli, se li riteniamo poco utili) al fine di conservarli per il tentativo successivo.

Un'impostazione che sulle prime mette un po' a disagio, perdendo per certi versi il carattere di progressività che caratterizza tutti gli altri aspetti dell'esperienza e ponendoci di punto in bianco alle prese con l'interfaccia consultabile fra una spedizione e l'altra, che non si fa mancare dettagli, retroscena, indizi e poi ancora perk, potenziamenti, classificazioni differenti per l'equipaggiamento di Colt, insieme a una funzione per passare rapidamente da una fase all'altra della giornata: uno dei tanti meccanismi ideati dagli autori per consentirci di esplorare le zone in momenti diversi e scoprire così ulteriori segreti in grado di estendere la durata dell'esperienza ben al di là delle sedici, diciotto ore necessarie per completare la campagna.

Realizzazione tecnica: fra stile e fotogrammi

Deathloop, un giro in centro guardandosi sempre le spalle
Deathloop, un giro in centro guardandosi sempre le spalle

Abbiamo parlato in precedenza dello "stile Arkane", che come detto ritroviamo prepotente in Deathloop anche e soprattutto per quanto concerne il comparto tecnico. Sebbene infatti il design di Colt e Julianna si distingua per molti versi dalle geometrie di Dishonored per avvicinarsi ai lavori di MachineGames, gli abitanti di Blackreef, con le loro inquietanti maschere, richiamano in maniera limpida quel tipo di estetica, che deve molto anche al classico BioShock.

Il risultato è una miscela senza dubbio affascinante, pur priva di soluzioni tecnologiche in grado di stabilire in maniera inequivocabile come fosse impossibile portare il gioco su PS4 e Xbox One. Certo, eccezion fatta per le modalità grafiche, quattro anche su Xbox Series X: "raytracing" per 4K dinamici a 30 fps con ray tracing, appunto; "qualità visiva" per 4K dinamici senza ray tracing, priorità alla qualità e frame rate sbloccato; "prestazioni" per 4K dinamici senza ray tracing e 60 fps stabili; e infine "ultra prestazioni" per i 1080p senza ray tracing fino a 120 fps.

Deathloop, le modalità grafiche della versione Xbox Series X
Deathloop, le modalità grafiche della versione Xbox Series X

Purtroppo l'implementazione del ray tracing riguarda solo ombre e occlusione ambientale, il che significa che potete farne a meno senza sentirne la mancanza. Meglio però optare per la modalità "prestazioni", visto che utilizzando "qualità visiva" i fotogrammi al secondo arrivano a sessanta unicamente negli spazi ristretti, calando sistematicamente nelle zone aperte delle mappe e restituendo un'esperienza inconsistente, anche ai fini della precisione dei controlli.

Infine, come al solito, l'audio, che però meriterebbe anche nell'ottica di questa recensione un posizionamento migliore. Oltre al già citato ottimo doppiaggio in italiano e a un'effettistica solida, Deathloop può infatti contare su di una colonna sonora assolutamente strepitosa, ricca di contaminazioni e figlia degli anni '70, perfettamente in grado di accompagnare e valorizzare le varie sequenze di gioco.

Conclusioni

Versione testata Xbox Series X
Digital Delivery Xbox Store
Prezzo 69,99 €
Multiplayer.it
9.0
Lettori (45)
8.3
Il tuo voto

Deathloop conferma tutte le sue straordinarie qualità anche su Xbox Series X|S, coinvolgendoci in un'avventura originale e appassionante, raccontata in maniera brillante e messa in scena alla stessa maniera, introducendo progressivamente le meccaniche di un gameplay ricco di personalità e caratterizzato da uno stile che si pone ormai come un marchio di fabbrica per le produzioni targate Arkane. Un'aggiunta di grandissimo valore per il catalogo di Xbox Game Pass, nonché un gioco pieno di sorprese, a parte forse una: la versione Xbox Series X è proprio come ce la aspettavamo e si comporta in maniera praticamente identica a PS5 nelle sue varie modalità grafiche.

PRO

  • Composizione brillante e originale
  • Gameplay all'insegna della libertà
  • Personaggi ben tratteggiati e ben doppiati in italiano

CONTRO

  • Nemici coriacei ma poco astuti: lo scotto da pagare per lo stealth
  • Armi e abilità ben caratterizzate ma spesso già viste
  • Multiplayer interessante ma accessorio