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Déraciné: la recensione dell’avventura per PSVR

La prima volta di FromSoftware con la realtà virtuale è arrivata: ecco la recensione di Déraciné

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   05/11/2018

Quando vediamo spuntare il nome di FromSoftware in una recensione lo associamo ormai automaticamente alla serie Dark Souls, dimenticandoci che la storia di questo team giapponese va ben oltre i lavori degli ultimi anni. Lo studio guidato da Hidetaka Miyazaki porta infatti avanti la propria attività a partire dal lontano 1986, dal quale esso ha realizzato anche titoli di genere diverso rispetto a quello Bloodborne e colleghi. Andando indietro fino agli anni '90 è infatti possibile trovare titoli come Echo Night, esponente del genere delle avventure al quale FromSoftware ha fatto ritorno con Déraciné, gioco che segna anche il debutto dei ragazzi di Tokyo su PlayStation VR, nonché una nuova collaborazione da parte loro con l'onnipresente Japan Studio. Un'opera dalla forte vena poetica, come abbiamo visto in occasione dei nostri incontri precedenti, rispetto ai quali adesso la possiamo analizzare in modo completo anche sotto l'ottica del suo utilizzo del visore di realtà virtuale. Dopo aver passato l'ultimo fine settimana in compagnia di Déraciné, ecco dunque cosa ne è venuto fuori.

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Trofei PlayStation 4

Déraciné porta con sé diciassette Trofei PlayStation, piuttosto generosi in termini di qualità. Il Platino può essere infatti ottenuto in modo semplice anche portando a termine il gioco una sola volta, compiendo tutte le azioni necessarie per portarsi a casa anche gli otto trofei di tipo Oro e gli otto di tipo Argento che completano la lista. Vi consigliamo comunque caldamente di non dare un'occhiata a quest'ultima prima di aver completato Déraciné, per evitare spoiler anche abbastanza pesanti sulla storia.

La trama: frammenti nel tempo

Déraciné è ambientato all'interno di un collegio in un'epoca non ben precisa, anche se le sue caratteristiche lo legano in modo forte a quelli classici di stampo inglese. All'interno della struttura vivono tre ragazzi e tre ragazze, insieme all'anziano direttore che si occupa di organizzare la loro vita di tutti i giorni. L'esistenza di tutti cambia quando all'interno del collegio iniziano a esserci alcuni avvistamenti di uno spirito (noi), o meglio di una specie di fata benevola con la quale i sei ragazzi stringono amicizia un po' alla volta. Anche se sovrapposti, il mondo degli umani e quello degli spiriti hanno però leggi diverse: una di queste differenze riguarda il tempo, che nel primo fluisce normalmente mentre nel secondo resta immobile.

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Non c'è modo per lo spirito di interagire per vie dirette con chi si trova nel collegio, ma per entrare in contatto coi sei ragazzi e col direttore si possono però raccogliere le loro memorie, impresse nella dimensione parallela sotto forma di ombre. I ricordi rappresentano una traccia importante per usare i propri poteri d'influenzare il mondo degli umani, dimostrando così anche ai più scettici la propria presenza. È proprio questo l'obiettivo del primo capitolo di Déraciné, dove bisogna inserire una serie di erbe in una zuppa in preparazione presso la cucina, prelevandole da luoghi nascosti per dare prova a tutti i ragazzi della presenza che si trova al loro fianco. Da quel momento, la parte iniziale dell'avventura è dedicata proprio ad approfondire il crescente legame tra i sei preadolescenti e lo spirito, chiamato spesso in causa da essi per ottenere favori o anche effettuare dispetti scherzosi all'interno del collegio. Stando bene attenti a non rivelare altro per evitare di entrare nel campo minato degli spoiler, ci limitiamo a dire che da un certo punto in poi gli eventi della storia muteranno nel loro tema, rendendo lo spirito parte integrante di una vicenda raccontata attraverso frammenti composti dalle memorie di cui sopra e da alcune note scritte, da raccogliere e ascoltare (o leggere) con attenzione per capire più a fondo ciò che accade all'interno di Déraciné. La parte centrale della trama non manca di mettere un po' in tensione chi ha il caschetto in testa, soprattutto grazie al legame costruito in quella iniziale. Man mano che gli eventi svolgono il loro corso l'epilogo diventa un po' telefonato, ma questo non vuol dire che non valga comunque la pena di assistere al racconto di Déraciné.

Il gameplay: in giro per il collegio

L'unica tipologia di controllo ammessa per giocare a Déraciné è quella che prevede il possesso di due PlayStation Move, attraverso i quali possiamo mimare le mani dello spirito che interpretiamo in prima persona. Il movimento avviene invece unicamente nella forma del teletrasporto, con la possibilità di ruotare la visuale ad angolazioni predefinite come ormai siamo abituati a fare in realtà virtuale. Rinunciare alla camminata libera elimina ogni possibile malessere dovuto a essa, anche se dobbiamo dire che in alcuni momenti avremmo voluto averla a disposizione per percorrere qualche tratto un po' più velocemente, evitando di premere di continuo il bottone centrale del controller. La scelta di mettere dei paletti ci ha comunque dato l'idea che gli sviluppatori volessero anche in questo modo rafforzare l'idea di staticità del tempo nel mondo degli spiriti, togliendo quanto più possibile il concetto di movimento dalle dinamiche di Déraciné.

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Andando oltre, il resto dei controlli è legato principalmente all'interazione dello spirito che interpretiamo con il mondo circostante. Se da un lato è vero che non possiamo interagire direttamente coi ragazzi, possiamo comunque sottrarre loro oggetti o fare in modo che essi ne trovino altri, usando i poteri di cui siamo dotati per risolvere gli "enigmi" che Déraciné ci pone davanti. L'uso delle virgolette è ovviamente voluto in quanto le dinamiche del gioco sono tutte abbastanza guidate, senza bisogno di scervellarsi particolarmente per proseguire nella storia. Quando capita di rimanere bloccati è perché non si è prestato attenzione a un ricordo o a una nota, ma oltre alla possibilità di tornare a esaminarli si ha comunque a disposizione uno strumento che il più delle volte dice in modo abbastanza esplicito cosa fare, risolvendo così la situazione alla radice. A questo punto ci ricongiungiamo coi nostri dubbi passati sull'interazione limitata con gli oggetti circostanti, che ora capiamo sia stata voluta dagli sviluppatori per non deviare il giocatore dal binario principale. Per chi intende il genere delle avventure come un qualcosa su cui battere la testa, Déraciné risulterà dunque piuttosto semplice attraverso tutto l'arco delle sei-sette ore (a seconda dell'attenzione che si intende prestare ai dettagli) necessarie al suo completamento, dopo il quale probabilmente qualcuno catalogherà questo titolo tra i cosiddetti walking simulator più che tra le avventure. Dopo averlo giocato, la nostra sensazione è che gli sviluppatori avrebbero potuto osare di più nei puzzle da risolvere, senza per questo compromettere l'atmosfera di Déraciné o il ritmo della sua storia.

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Grafica e sonoro: si sta come d'autunno sugli alberi le foglie

Déraciné si svolge prevalentemente nello stesso periodo in cui arriva al pubblico, puntando il calendario avanti e indietro solo in occasione di alcuni eventi particolari. La scelta dell'autunno non è per niente casuale, vista la volontà di Hidetaka Miyazaki di proporre al giocatore un forte senso di malinconia e solitudine, dettato dal distacco dello spirito rispetto al mondo degli umani. La stessa parola che dà il nome al gioco, Déraciné, tradotta letteralmente dal francese individua chi avendo lasciato il proprio ambiente si sente sradicato e spaesato nel nuovo luogo in cui si trova. Via libera dunque ad alberi ricoperti di foglie gialle e a un pesante filtro color seppia, che rende le immagini del gioco simili a quelle delle vecchie fotografie ingiallite. È proprio a queste ultime che la mente va mentre esploriamo il collegio, con la complicità della staticità del tempo nel mondo dello spirito a rendere tutto estremamente lontano e malinconico. Il punto di forza di Déraciné è senza dubbio l'atmosfera, alimentata da FromSoftware e Japan Studio anche attraverso una colonna sonora che accompagna in modo perfetto i vari momenti che compongono la storia, fino ad abbracciarci ovviamente nella scena finale. Non è un caso che la Collector's Edition di Déraciné (disponibile solo in Giappone) contenga i vari brani in formato fisico.

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Conclusioni

Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (7)
6.6
Il tuo voto

Arrivati a questo punto, dovrebbe esservi abbastanza chiaro se Déraciné sia un gioco che fa per voi oppure no. Chi è alla ricerca di un'esperienza un po' diversa da altre vissute in realtà virtuale, accompagnata da una buona atmosfera e una storia tutto sommato interessante troverà senza dubbio allettante l'idea di mettere in testa PlayStation VR. Al contrario, chi cerca un'avventura dove gli enigmi ricoprono un ruolo primario farà bene a guardare altrove.

PRO

  • Atmosfera affascinante e poetica
  • Il legame coi ragazzi coinvolge anche chi gioca
  • Dinamiche della trama non scontate...

CONTRO

  • ...tranne quelle dell'epilogo
  • Enigmi poco impegnativi
  • Qualche difetto grafico dovuto ai limiti di PlayStation VR