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Dune - Parte Due, la recensione dell'epopea fantascientifica di Denis Villenueve

A 2 anni e mezzo di distanza dalla Parte Uno, arriva al cinema il prosieguo di Dune. È questo il miglior Villeneuve di sempre?

Dune - Parte Due, la recensione dell'epopea fantascientifica di Denis Villenueve
RECENSIONE di Pierpaolo Greco   —   22/02/2024

Non possiamo negare di esserci recati al cinema per vedere Dune - Parte 2 con più di qualche dubbio nella testa; forse persino un pizzico di indecisione. Aver letto e assistito a tutta una serie di elogi sperticati in seguito ai primi feedback della stampa francese, avevano fatto crescere in noi quella patina di dubbio e miscredenza nei confronti di un sequel che, in fondo, più di tanto non poteva superare la pellicola di esordio. Tra l'altro un'opera che non ci aveva neanche particolarmente colpiti, così schiacciata sotto il peso di un immaginario troppo invasivo e un racconto estremamente diluito. E invece le 2 ore e 46 minuti di durata del film ci hanno letteralmente folgorato, devastato, colpiti e affondati in un crescendo narrativo e immaginifico che difficilmente abbiamo trovato in altri film recenti.

Insomma, se non volete perdere altro tempo con la lettura, potete fermarvi qui, prenotare i biglietti del vostro cinema preferito e organizzarvi per la visione. Ma, considerato che dovrete attendere almeno fino al 28 febbraio, data in cui sarà distribuito nei cinema italiani, potete anche mettervi comodi e leggere il resto di questa recensione dove cercheremo, evitando qualsiasi spoiler, di farvi capire perché questa Parte 2 rasenta l'eccellenza assoluta.

Una storia spezzata a metà

Tutti i protagonisti della Parte Uno hanno ruoli ancora più imponenti in questo sequel
Tutti i protagonisti della Parte Uno hanno ruoli ancora più imponenti in questo sequel

Poco sopra abbiamo parlato di sequel, ma l'abbiamo fatto in modo erroneo visto che questa pellicola è a tutti gli effetti una seconda parte che arriva a comporre un'unica, grande epopea narrativa basata sul primo libro dell'esalogia di Frank Herbert. Il film si apre infatti con una brevissima sintesi di quanto accaduto nella Parte Uno, per poi proseguire esattamente da dove avevamo lasciato Paul, Chani, Stilgar e tutti gli altri comprimari coinvolti nelle vicende raccontate. la Parte Due è fin dall'inizio una montagna russa di accadimenti capace di tenere incollati gli spettatori dall'inizio alla fine con un mix davvero sapiente di dialoghi, battaglie, momenti introspettivi e fasi esplorative che riducono praticamente a zero tutte quelle fasi di stanca (e chiaramente gli spiegoni) che caratterizzavano il film del 2021.

Ciò che risulta davvero affascinante di questa Parte Due non è solo la capacità di portare sullo schermo un susseguirsi di punti di vista e di approfondimenti relativi alle varie fazioni che entrano in gioco nel denso costrutto di intrighi politici ben scandito dall'evoluzione di Paul Atreides attorno a cui ruota l'intero arco narrativo di Dune. Ma anche l'incredibile aderenza alla nostra attualità che l'epopea fantascientifica di Frank Herbert riesce a possedere, a 60 anni di distanza da quando fu scritta. Molto si deve chiaramente all'incredibile lavoro svolto da quel Denis Villeneuve regista, sceneggiatore e deus ex machina di una trasposizione cinematografica che per decenni è stata considerata "impossibile". Il cineasta è stato così sapiente nel portare su schermo un immaginario complesso e fortemente definito, rendendolo credibile e capace di risuonare in modo assordante con il mondo attuale sotto molteplici punti di vista.

Dune - Parte Due è un film che mette in scena enormi battaglie
Dune - Parte Due è un film che mette in scena enormi battaglie

Dune - Parte Due, molto più della pellicola precedente, è un film che reinterpreta l'eterno dibattito ideologico tra società patriarcali e matriarcali e si appropria della costante tensione tra il libero arbitrio dell'individuo e l'ipotesi di un destino prescritto da cui non è possibile sfuggire lasciando allo spettatore (o al lettore) la complessa analisi relativa al valore delle profezie e alla loro capacità di auto-avverarsi. E tutto questo avviene mentre sullo sfondo troviamo considerazioni sparse sui temi dell'ecologia, della migrazione dei popoli, dell'accoglienza di culture differenti, della religione e di tutta un'altra serie di grandi topoi che attraversano il dibattito pubblico e che in modo più o meno volontario, Villeneuve (e ovviamente Herbert prima di lui) si sono trovati ad affrontare.

È quindi forse un peccato che in un paio di occasioni abbiamo percepito l'esigenza di tagliare qualcosa lasciando lo spettatore in balia di un paio di ellissi narrative fin troppo violente, probabilmente per lasciare spazio al cumulo di avvenimenti che rapiscono lo spettatore nella corsa verso il finale. Una corsa che rimane forse fin troppo accelerata in confronto al ritmo ben scadenzato dei primi 2 terzi della pellicola.

Una messa in scena straordinaria

Le capacità attoriali di Javier Bardem portano sul grande schermo uno straordinario Stilgar
Le capacità attoriali di Javier Bardem portano sul grande schermo uno straordinario Stilgar

Se da un punto di vista narrativo la Parte 2 di Dune è praticamente ineccepibile, lo stesso si può dire, con eguale enfasi, della pura messa in scena ad opera di Denis Villeneuve e Greig Fraser, rispettivamente regista (nonché sceneggiatore di questa trasposizione dell'opera di Herbert) e direttore della fotografia. Il film è visivamente incredibile, spettacolare, enorme, sontuoso, ed è senza ombra di dubbio l'opera migliore tra quelle realizzate dal cineasta canadese.

L'eccellente alternanza dei campi larghi, degli strettissimi primi piani; l'incredibile lavoro compiuto sulla mescola dei colori a rappresentare non solo i cambi di scenario, ma anche l'atteggiamento dei protagonisti e delle diverse casate; tutto si adatta e piega alla volontà di raccontare una storia densa, estremamente intrecciata e così ricca di punti di vista. Le dune di Arrakis, i vermi, gli ornitotteri, gli enormi mezzi di raccolta del melange, il contrasto tra il bianco e nero delle celebrazioni militari degli Harkonnen e il giallo sbiadito degli accampamenti dei Fremen: non c'è un singolo elemento che Villenueve e la sua troupe abbiano tralasciato, ed è puro godimento visivo veder muovere all'interno di questi scenari degli attori così estremamente in parte, capaci di portare in scena tutte le emozioni necessarie a plasmare il racconto. E a tutto questo aggiungiamo la vibrante colonna sonora di Hans Zimmer capace di sottolineare con forza dirompente tutte le scene più epiche, ma non rischiando mai di invaderle in modo stucchevole.

Il personaggio interpretato da Léa Seydoux ha un ruolo troppo marginale in questa Parte Due
Il personaggio interpretato da Léa Seydoux ha un ruolo troppo marginale in questa Parte Due

Entusiasmante la crescita, non solo in termini di presenza a schermo, di Zendaya con la sua Chani che finalmente si prende tutto il tempo necessario a far emergere la forza delle sue azioni, accompagnata dall'eccelso Javier Bardem che nel profetico Stilgar riesce ad instillare una meravigliosa umanità, complice la sua totale devozione alla causa, praticamente ad un passo dal più ottuso integralismo religioso. Ma sono davvero tutti a stupire, dall'onnipresente e bellissimo Timothée Chalamet, alla splendida Rebecca Ferguson e persino Austin Butler che, nei panni dello spietato nipote del Barone Harkonnen (Stellan Skarsgård), è riuscito ad evitare il rischio di trovarsi relegato a piccola macchietta psicopatica necessaria ad offrire un antagonista secondario da sacrificare sull'altare dell'elevazione di Paul Atreides.

Se proprio è necessario trovare il proverbiale pelo nell'uovo, lo attribuiamo alla necessità di piazzare nel film una manciata di figure che guadagneranno enorme rilevanza nel prossimo capitolo dell'ipotetica trilogia (chissà se Villeneuve e Warner/Legendary si spingeranno persino oltre), rimanendo però relegate in questa Parte Due a ruoli estremamente marginali e vaporosi, in particolar modo l'imperatore supremo impersonato da Christopher Walken e Lady Fenring le cui sembianze sono portate sul grande schermo da Léa Seydoux.

Conclusioni

Multiplayer.it

9.0

Dune - Parte Due è pura eccellenza cinematografica. È un film straordinario che eleva alla massima potenza l'epopea fantascientifica ideata da Herbert. Tutto per merito della competenza registica e di scrittura di Villeneuve e di un cast straordinario. Se avete amato la prima parte di questa potenziale trilogia, preparatevi a rimanere senza fiato per tutta la durata della pellicola ma, se non siete tra gli estimatori del primo capitolo, dategli comunque una possibilità e andate in sala per godervi quasi 3 ore di grande cinema: vi garantiamo che ne uscirete soddisfatti.

PRO

  • A livello visivo è semplicemente incredibile
  • La storia è coinvolgente ed estremamente densa nelle interazioni tra i personaggi
  • Ogni attore è straordinariamente in parte
  • Anche a livello musicale è pura eccellenza

CONTRO

  • C'è un'accelerazione eccessiva negli avvenimenti finali
  • Un paio di scene potrebbero risultare poco chiare forse a causa di tagli nel montaggio
  • Alcuni personaggi risultano appena abbozzati in attesa di ruoli più importanti nella terza parte