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Empire of the Ants, la recensione di uno strategico che non ti aspetti

La nostra recensione di Empire of the Ants, uno strategico a grandezza di formica che lascia a bocca aperta.

RECENSIONE di Mattia Pescitelli   —   04/11/2024
La Regina e la sua umile serva
Empire of the Ants
Empire of the Ants
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L'industria videoludica ci ha, ormai, assuefatto al fascino del mondo aperto. Praticamente ogni titolo a giocatore singolo di una certa caratura propone mappe immense e liberamente esplorabili, anche quando non ce n'è assolutamente bisogno. Non risulta difficile, quindi, immaginare una versione open world della trasposizione di Empire of the Ants, serie di romanzi di Bernard Werber pubblicata negli anni Novanta, che vede al centro della scena una colonia di formiche particolarmente agguerrita. Tuttavia, Microïds, casa di sviluppo francese che già nel 2000 aveva proposto un adattamento videoludico delle opere dello scrittore, ha puntato a una più "classica" struttura a missioni, dando al gioco tutta un'altra profondità.

In questa recensione di Empire of the Ants andiamo a esplorare le tante qualità che il titolo pubblicato da Microïds e sviluppato da Tower Five sfoggia con umiltà da formica.

Una storia vecchia come la civiltà

Empire of the Ants ci mette nei "panni" di 103.683ª, una formica di Bel-O-Kan, capitale della grande Federazione delle formiche rosse. È un periodo di guerra. Le termiti e le formiche nere minacciano la stabilità dell'Impero. Per questo la Regina ci ordina di correre in soccorso delle nostre sorelle sotto assedio. Il lungo cammino ci porterà fino alla Fine del Mondo e ritorno, spinti dalla lealtà alla colonia. Ma diventa ben presto chiaro che non siamo a conoscenza del quadro generale e che la nostra fiducia potrebbe essere stata malriposta.

Il formicaio di Bel-O-Kan
Il formicaio di Bel-O-Kan

È la classica storia della fallibilità degli imperi quella raccontata da Empire of the Ants, che si stacca dall'impronta lasciata dai libri per trovare una strada sua (nonostante Werber stesso abbia partecipato alla scrittura), più vicina a un minimondo separato da quello umano. E lo fa con gran classe, creando una propria coerenza interna, adattando i tropi della narrazione bellica a un universo insettoide che comunica telepaticamente, senza voci umane a minare l'immersione in questo mondo antiumano, la cui presenza pare un fatto lontano.

Rimangono solo i resti archeologici di quell'Impero antropomorfo, idoli da analizzare, studiare e, in caso, depredare. Un mondo da dopobomba, dove la lotta territoriale continua a imperversare. Ma, arrivati alla fine, si sente una certa mancanza, come se si sarebbe potuto fare o dire di più (magari in un possibile seguito?).

La chiave per il futuro sta nel passato?

A giudicare dalle premesse narrative, Empire of the Ants si sarebbe potuto adattare molto bene alle dinamiche del mondo aperto, con il territorio della Federazione in costante cambiamento a causa della guerra che lo attanaglia. Certo anche che un universo con una complessità tale richiederebbe molte risorse, sia tecniche che economiche.

Un gigantesco pallone rappresenta il primo incontro con l'umano
Un gigantesco pallone rappresenta il primo incontro con l'umano

Tower Five, casa di sviluppo composta sì da veterani del settore (ex Creative Assembly e Ubisoft, per dirne un paio), tuttavia pur sempre un gruppo di non più di venti persone, ha quindi saggiamente optato per una struttura più "datata", ma comunque estremamente efficace per raccontare una storia che, sostanzialmente, va da un punto A a un punto B. Il gioco è, infatti, suddiviso in capitoli, ognuno di essi caratterizzato dal nostro arrivo in un formicaio.

Questo sarà l'hub centrale, dove poter parlare con altre formiche, andare alla ricerca di collezionabili (farfalle da cacciare, scarabei da scovare e reperti del passaggio umano da esaminare) e iniziare le varie missioni, suddivise a loro volta in spedizioni esplorative (brevi livelli che fanno del movimento all'interno della mappa la loro forza), tattiche (ci vengono fornite delle legioni predefinite con le quali portare a termine un obiettivo) e strategiche (classico campo di battaglia all'interno del quale dobbiamo conquistare i territori e distruggere la base nemica).

Uno strategico inusuale

Il vero punto di forza di Empire of the Ants è la sua natura ibrida. Da una parte, un gioco d'avventura in terza persona, con collezionabili, oggetti da scansionare e meccaniche platform. Dall'altra, uno strategico in tempo reale che ci mette alla guida di legioni di formiche (e non solo) da lanciare alla conquista dei territori sul fronte di guerra.

La nostra formica esplora l'ambiente
La nostra formica esplora l'ambiente

Ciò, però, non significa che si passa da una modalità di gioco più attiva (l'esplorazione libera) a una più passiva (la gestione delle truppe) con un taglio netto nel gameplay. Infatti, noi continuiamo a essere, per tutto il gioco, la stessa formica, in grado di muoversi liberamente per il campo di battaglia e guidare gli sciami verso i nidi nemici. Tale aspetto conferisce alla componente tattica tutto un altro fascino. In questo mondo senza Dio, l'occhio dall'alto scompare e il campo di battaglia va esplorato dal basso, personalmente.

Modalità Multigiocatore

Da sottolineare la presenza di una modalità multigiocatore, che permetterà ai più intrepidi di sfidare altri giocatori in scontri uno contro uno o Free-for-All a tre. Dopo la selezione delle proprie truppe e delle proprie abilità nell'hub centrale, si può scegliere di fare un matchmaking casuale o di creare una stanza privata. Non manca anche la classifica generale e la possibilità di giocare contro i bot, così da esercitarsi a prendere a tenagliate gli avversari in carne e ossa.

Prepararsi alla guerra

Vediamo meglio come funzionano i combattimenti nel gioco. Ogni missione presenta una nuova mappa con le sue particolarità. Meteo, condizioni del terreno e orario del giorno influiranno parecchio sull'efficienza delle nostre truppe e quelle nemiche, favorendole o meno.

Due fazioni avverse si danno filo da torcere su un terreno di gioco che può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta
Due fazioni avverse si danno filo da torcere su un terreno di gioco che può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta

Durante i segmenti strategici, iniziamo sempre controllando un nido ben fortificato: il nostro quartier generale. Ogni nido ha un numero predefinito di "celle", che possiamo sfruttare per costruire miglioramenti per l'avamposto, sbloccare abilità (unico modo in cui possiamo influire direttamente sul campo di battaglia; il nostro personaggio non può attaccare i nemici) o reclutare nuove truppe, composte principalmente da formiche, ma con la possibilità di assoldare anche altri alleati, come gli scarabei, i calabroni e lumache.

Ognuna di queste azioni necessità di una certa quantità di risorse, divise semplicemente in cibo e legname, ottenibili costruendo le relative strutture nei nidi, sgominando le truppe neutre di insetti a guardia delle riserve non reclamate o mandando le operaie a depredare frutta e pigne sparse per il campo di battaglia. Una volta organizzata la propria guarnigione, è il momento di conquistare il territorio fino a raggiungere e a far cadere il quartier generale dell'armata nemica.

Scarabei e formiche si scontrano sul campo di battaglia
Scarabei e formiche si scontrano sul campo di battaglia

Non è un sistema troppo complesso. Anzi, il più delle volte risulta fin troppo facile sgominare la minaccia avversaria, colpa dovuta a una curva di apprendimento e sfida eccessivamente sfumata verso i giocatori meno avvezzi al genere.

Ma la vera particolarità di questa impostazione strategica sta nel sistema di interazione. Infatti, per decidere come potenziare un nido, dobbiamo posizionarci sopra di esso e, attraverso l'utilizzo del tasto azione, esplorare il semplice e intuitivo menu a ghiera che circonda il nido. Ci ha sconvolto l'immediatezza con cui è possibile svolgere tali azioni, senza perdersi tra mille finestre e combinazioni di tasti.

La nostra formica mentre usa uno dei suoi poteri speciali sulle truppe
La nostra formica mentre usa uno dei suoi poteri speciali sulle truppe

Stesso discorso per lo spostamento delle legioni. Il classico sistema di mira con i grilletti, qui, diventa il modo in cui spedire in combattimento e riposizionare le truppe. Ciò implica che, visto che siamo piccole formiche, per avere il pieno controllo del campo di battaglia, spesso, è necessario trovare una posizione di vantaggio, cosa che diventa una sfida a sé, egregiamente assistita dal formidabile sistema di movimento.

Essere una formica

Tra i tanti pregi del titolo di Tower Five, quello più particolare, che solo questo gioco può vantare, è il fatto di farti sentire effettivamente una formica. Primo alleato a favore di tale immersione è il sistema di movimento. Come formica, il giocatore è in grado di raggiungere qualsiasi posto, attaccandosi a ogni tipo di superficie. Unico ostacolo è l'acqua, sulla quale anneghiamo dopo un brevissimo periodo di galleggiamento. Possiamo anche spiccare grandi balzi e la nostra massa ci rende immuni ai danni da caduta, fornendoci un minimo di libertà di manovra durante l'atterraggio da altezze importanti (almeno per un insetto).

Sottosopra, sul fianco di un muro, lungo lo stelo di un fiore: sono pochissimi gli istanti durante i quali non si sente di avere le piene capacità motorie della formichina (giusto in concomitanza con l'attacco di qualche foglia inizia, magari, a girare in tondo sul gambo, ma nulla che non possa essere risolto aggiustando la traiettoria di movimento).

A grandezza di formica, un ramoscello diventa un imponente albero
A grandezza di formica, un ramoscello diventa un imponente albero

Altro amico di questa immersione è il senso di scala. Gli sviluppatori sono stati formidabili nel restituire la grandezza di questo micromondo, particolarmente evidente quando ci si trova ad affrontare mastodontiche mantidi, a cavalcare possenti lumache o faccia a faccia con gli oggetti abbandonati dall'uomo. E tutto ciò ne esce, ovviamente, esaltato dal comparto grafico, ultimo dei grandi pregi di questo piccolo capolavoro.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema operativo: Windows 11
  • Processore: Intel Core i7-10700
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 3070
  • DirectX: Versione 12
  • Memoria: Samsung SSD 1TB

Requisiti minimi

  • Windows 10 64 bit
  • Processore: Intel Core i5 9400 / AMD Ryzen 5 2600
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: 6GB VRAM / NVIDIA GeForce GTX 1060 / AMD Radeon RX 580
  • DirectX: Versione 12
  • Memoria: 40 GB di spazio disponibile
  • Note aggiuntive: SSD consigliato

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo: Windows 10/11 64 bit
  • Processore: Intel Core i5 9600 / AMD Ryzen 5 3600
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Scheda video: AMD Radeon RX 6800 / NVIDIA Geforce RTX 3080
  • DirectX: Versione 12
  • Memoria: 40 GB di spazio disponibile
  • Note aggiuntive: SSD consigliato

Piccoli, grandi passi

Sin dal suo annuncio era chiaro che Empire of the Ants sarebbe stato un bel gioiellino tecnico, ma sappiamo fin troppo bene quanto un trailer possa, poi, differire dal prodotto finale. In questo caso, mai ci saremmo aspettati tale resa grafica da una produzione così contenuta (solo in termini numerici).

Una lumaca fotorealistica si arrampica su una foglia fotorealistica
Una lumaca fotorealistica si arrampica su una foglia fotorealistica

Il mondo di gioco è stupefacente, con un colpo d'occhio capace di lasciare molto spesso a bocca aperta, merito senz'altro delle possibilità fornite da Unreal Engine 5, che qui mostra i muscoli sia a livello di illuminazione che di complessità poligonale. Il terreno tassellato porta la definizione degli elementi ambientali a un nuovo livello, dando risalto a tutti quegli aspetti che, solitamente, nei videogiochi vengono messi in secondo piano.

Cortecce, sassi, fogliame, fiori: gli ultimi diventano i primi nella scala di rilevanza del dettaglio grafico. Forse proprio per questo rimaniamo stupefatti dinanzi a tanta complessità: perché vediamo sotto una nuova luce e una nuova veste qualcosa che solitamente è solo "sullo sfondo".

La trasparenza alla luce delle formiche lascia sbalorditi
La trasparenza alla luce delle formiche lascia sbalorditi

Almeno su PC, questo mondo in miniatura non è solo una festa per gli occhi, ma anche per il proprio hardware. Il gioco gira in 4K a 60 fotogrammi al secondo stabili anche su sistemi non particolarmente aggiornati, se si imposta il dettaglio grafico su "basso".

Calma, calma. Sappiamo bene che ciò può spaventare, ma possiamo assicurarvi che non vi perderete granché, dato che la differenza sostanziale tra l'impostazione massima e quella minima sembra essere solo la stabilità dei fotogrammi. Giocato a dettagli bassi riesce comunque a sbalordire molto più della maggior parte dei tripla A usciti quest'anno.

Farfalla monarca su tronco, tra quintessenza visiva ed estasi sonora
Farfalla monarca su tronco, tra quintessenza visiva ed estasi sonora

A chiudere il cerchio troviamo lo splendido comparto sonoro. Non solo il commento musicale è perfettamente adatto all'universo creato da Werber, ma in generale l'utilizzo dei suoni, la loro intensità, la stratificazione che restituiscono contribuisce enormemente a costruire il maestoso Impero messo in piedi da dei piccoli Davide come i Tower Five.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Epic Games Store, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (35)
7.7
Il tuo voto

Per riuscire a spiccare all'interno dell'industria videoludica una cosa è chiara: bisogna saper riconoscere i propri limiti. Chi è consapevole delle proprie capacità, trionfa. Chi non lo è, perisce. Pare che Microïds e Tower Five fossero ben a conoscenza dei propri punti di forza, delle proprie carenze e anche di quelli del progetto che hanno deciso di portare alla luce. Empire of the Ants è un tripudio per i sensi. Magnifico da vedere, soddisfacente da giocare, sensazionale da ascoltare. L'impianto strategico semplificato potrebbe non fare contenti i puristi, ma rimane comunque uno dei compromessi migliori che ci sia mai capitato di vedere in azione. Nel giro di una ventina di ore, questo gioco è capace di stregare completamente, lasciandoci a domandare perché non esistano più produzioni di questo tipo, così ben pensate, così ben eseguite, così ben dosate.

PRO

  • Impianto strategico semplice ed efficace
  • Comparto tecnico fuori scala e pulitissimo
  • Sistema di movimento e animazioni sopraffini
  • Interfaccia immediata e di facile navigazione

CONTRO

  • Potenziale narrativo non sfruttato appieno
  • In alcuni frangenti il livello di sfida è troppo basso