La recensione di Expedition Zero ci porta nel cuore della Siberia, nei panni dell'ultimo sopravvissuto di una spedizione che si ritrova intrappolato nel freddo glaciale della regione e ha un'unica speranza per fuggire: fornire a un anonimo interlocutore alcuni campioni della misteriosa piaga che ha determinato la morte dei suoi compagni.
Titolo d'esordio per il team indipendente ceco Enigmatic Machines, Expedition Zero si presenta come il più tradizionale dei survival horror in prima persona, a metà fra l'azione dei classici rappresentanti del genere e la passività delle interpretazioni più recenti. Un equilibrio che risulta tuttavia precario, si estende alla componente artistica e alla fine rende il gioco incapace di esprimere una precisa personalità.
Storia e problemi iniziali
L'incipit narrativo è quello che abbiamo riportato in apertura ed è più o meno tutto ciò che troverete in Expedition Zero a livello di storia: il protagonista parla per qualche secondo nelle fasi introduttive, descrivendo il suo ritorno al rifugio, una sorta di baita di montagna in mezzo alla neve, ma per il resto la narrazione è fondamentalmente affidata a note e documenti da ritrovare durante l'esplorazione: un po' poco, se l'obiettivo era quello di costruire un minimo di coinvolgimento emotivo.
Purtroppo fin dalle prime battute ci si imbatte in alcuni problemi legati inevitabilmente alla natura indie del progetto, ma non per questo giustificabili. Il gioco supporta il controller in maniera parziale, ed è una cosa che possiamo anche accettare, ma quando abbiamo provato a modificare i comandi ci siamo poi resi conto che non esisteva una funzione per ripristinare quelli di default.
Non è tutto: nel tentativo di utilizzare il controller, l'opzione per l'inversione dell'asse Y è rimasta attiva e non siamo riusciti a spegnerla neanche usando il mouse, il che ci ha costretto a utilizzare un programmino esterno per invertire forzatamente il funzionamento del puntatore. Una mancanza di attenzione e di verifiche pratiche che francamente lascia perplessi.
L'ultima sorpresa negativa è arrivata con le regolazioni grafiche, perché se è vero che visivamente il gioco è davvero modesto e generico, viziato peraltro da problemi di pop-up importanti e frequenti, allo stesso tempo risulta estremamente pesante anche per una RTX 3070 laddove si utilizzi il preset "cinematografico" a 2160p, costringendo l'utente ad abbassare la risoluzione o a diminuire la qualità degli effetti per ottenere i 60 fps.
Gameplay
Come per la storia, sul fronte del gameplay Expedition Zero non si perde in chiacchiere, descrizioni o tutorial: al di là di un paio di avvisi legati alle funzioni di base e all'indicazione degli attuali obiettivi, il gioco tiene la bocca assolutamente cucita su ciò che bisogna fare esattamente e soprattutto su come farlo, lasciandoci l'incombenza di scoprirlo attraverso prove ed errori, ma soprattutto un'abbondanza di game over per fortuna non punitivi, visto che i punti di respawn sono generalmente ravvicinati.
Spostandoci da un luogo all'altro della mappa (ce ne sono sei in tutto) tramite un'opzione per il viaggio rapido e armati di un fucile da caccia, si può dire che il fulcro dell'esperienza sia rappresentato dal sistema di looting e crafting, che pur contando su di un'interfaccia decisamente datata e spartana (l'inventario a quadratini, avete presente?) dopo un po' rivela un discreto potenziale e quantomeno un filo logico. Dovremo infatti controllare i vari oggetti che ci troveremo di fronte alla ricerca di metalli, plastica, tessuti e componenti elettronici utili alla creazione di nuovo equipaggiamento.
Per costruire un qualsiasi strumento ci verrà tuttavia richiesto di trovare delle stampanti 3D, e qui arriva un'altra fastidiosa limitazione: ognuna di esse può produrre solo specifici oggetti, quindi dovremo per forza di cose esplorare lo scenario principale (una foresta) in lungo e in largo, sfiancati dal backtracking, per riuscire a ottenere tutto ciò che il gioco ha da offrire e che ci consentirà di sopravvivere più a lungo alle insidie e soprattutto al freddo.
Quest'ultimo elemento si pone di fatto come la minaccia principale per il nostro personaggio, un fattore che limita fortemente anche le possibilità di spostarsi per ampi tratti senza disporre di un ciocco di legno e di una stufa o un bidone presso cui farlo ardere per scaldarci e ripristinare l'indicatore della temperatura corporea. Alcuni apparecchi avanzati ci permetteranno di sfruttare la batteria della tuta anche per limitare la perdita di calore, ma a quel punto sarà la carica della batteria a diventare il centro delle nostre preoccupazioni.
Torniamo però all'inizio: qual è il nostro obiettivo in Expedition Zero? Subito dopo aver visitato un misterioso interlocutore presso un muro presidiato dai cecchini, cosa che dà modo al gioco d'improvvisare qualche meccanica stealth basilare ma fine a sé stessa (perché, attenzione, basta beccarsi un paio di proiettili per schiattare), il compito che ci attende diventerà finalmente chiaro: raccogliere campioni della piaga e inviarli a questa persona perché si possa trovare un modo per debellarla.
Cercare di portare a termine l'impresa metterà in evidenza la grande confusione artistica di Expedition Zero, che alterna zone forestali a tombe con tanto di braccia di zombie che fuoriescono dal terreno (davvero!), riferimenti cristiani, asset buttati un po' a caso nella mappa e due sole tipologie di nemici: esploratori "infetti" che neanche ci provano a difendersi dalle pallottole del nostro fucile, oppure "smoker" in stile Left 4 Dead che al contrario risultano fin troppo potenti, possono ucciderci con un sol colpo se abbiamo poca energia e confermano quanto sia spartano e approssimativo il sistema di combattimento.
Grafica e sonoro
Abbiamo accennato in precedenza ai problemi di ottimizzazione di Expedition Zero, ma il pesantissimo preset cinematografico quanto incide sulla qualità visiva dell'esperienza? Poco, purtroppo: anche nelle condizioni migliori, il titolo di Enigmatic Machines appare fortemente datato. Un progetto evidentemente a basso budget, con animazioni risicate, diversi glitch, il già citato pop-up sulle superfici e un aspetto generico.
Se la grafica non è il massimo, neppure il sonoro fa gridare al miracolo: i dialoghi sono pochissimi, l'effettistica appare essenziale e i versi dei nemici rappresentano forse l'unico elemento funzionale alle atmosfere del gioco, avvolto da un buio perenne che tuttavia diventa incapace di intimorire nel momento in cui si realizza che le insidie sono in realtà poche e che dagli "smoker" è possibile fuggire correndo senza troppi problemi.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i5 10400
- Scheda video: NVIDIA RTX 3070
- Memoria: 16 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10
Requisiti minimi
- Processore: Intel Quad Core
- Scheda video: NVIDIA GTX 670
- Memoria: 8 GB di RAM
- Storage: 12 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 7
Requisiti consigliati
- Processore: intel Quad Core i5
- Scheda video: NVIDIA GTX 970
- Memoria: 8 GB di RAM
- Storage: 12 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 10
Conclusioni
Expedition Zero parte da presupposti interessanti, ma li sviluppa in maniera strampalata, mettendo in campo meccaniche estremamente datate, un'interfaccia vetusta e un'abbondanza di magagne tecniche che minano l'esperienza fin dalle prime battute. Gli unici elementi chiari sono looting, crafting e l'aspetto survival rappresentato dall'incidenza del freddo sulla temperatura corporea del protagonista, che ci spingerà a esplorare la mappa alla ricerca di dispositivi in grado di fornirci un'autonomia superiore. Ma per fare cosa, alla fine? Il problema è proprio questo, perché come horror il gioco si rivela subito scadente, incapace di spaventare o d'impegnarci se non nelle lunghe e ripetute traversate da una zona all'altra della mappa.
PRO
- Presupposti interessanti
- La componente survival ha un suo perché
- Scoprire cose è pur sempre un piacere, al netto dei tanti limiti
CONTRO
- Datato e approssimativo in ogni suo aspetto
- Non spaventa e non impegna se non per il tanto backtracking
- Diversi problemi tecnici anche rilevanti