In questo caldo agosto, gli appassionati di giochi di ruolo e strategici possono ingannare il tempo con Forged of Blood, il classico discepolo di Heroes of Might And Magic con battaglie in stile XCOM, realizzato da un team indonesiano, Critical Forge, composto da sole otto persone. La genesi che ha portato alla luce questo titolo è travagliata: i fondi inizialmente stanziati (corre l'anno 2017) per l'acquisizione della licenza dell'Unreal Engine 4 avevano compromesso l'intera struttura del progetto e il team è dovuto ricorrere a una fallimentare campagna su Kickstarter, in cui i 747 contributori hanno versato la miseria di 15.000 dei 110.000 dollari richiesti. Ciononostante, i nostri amici asiatici sono riusciti a portare a termine l'impresa, anche se con risultati non all'altezza delle loro ambizioni.
La trama
Partiamo dall'inizio e quindi dalla trama, non originale ma gradevole. Attenzione perché l'italiano non è presente nemmeno come sottotitoli. Ambientato in un universo fantasy, in Forged of Blood i Neshlan sono la razza che sta governando il mondo dopo aver sottomesso gli umani; con un colpo di stato i ribelli spazzano via la famiglia reale e spetta al primogenito Tavias Caenican il compito di rimettere assieme i pezzi per restaurare l'ordine antico. Il gioco si divide in due fasi: dal tabellone principale, dove l'azione si svolge in tempo reale, si muove la pedina dell'eroe visitando gli hotspot che man mano continuano a comparire seguendo percorsi prestabiliti e riconquistando le regioni perse, mentre nello sfondo la ribellione continua a mutare la conformazione geopolitica del continente. Non si tratta di una semplice passeggiata nel parco perché un contatore indica quanto tempo manca al "twist" seguente e portare a termine tutte le quest secondarie significa compromettere l'esito di quella principale.
Ogni incontro è un pretesto per approfondire la trama e forgiare la personalità di Tavias secondo tre allineamenti: altruistico, razionale ed edonista che corrispondono alle canoniche personalità buona, neutrale e malvagia. Le conseguenze delle decisioni non sono così marcate come si potrebbe pensare, perché alcuni punti cardine della sceneggiatura rimangono immutabili a prescindere, ma si possono sbloccare alcune battaglie o modificare il numero di nemici. Si tratta in buona sostanza di un sistema che avevamo già visto in Banner Saga. Ben presto si arriverà ad avere una fortezza in cui costruire gli immancabili edifici dove realizzare potenziamenti per armi e armature; manca però la parte diplomatica e quella di spionaggio, e la gestione economica è troppo agevolata dalle grandi quantità di denaro che si riescono a recuperare al termine di ogni battaglia.
Strategia
La componente strategica è quella in assoluto più difficile da digerire. Può essere lodevole il tentativo di arricchire l'offerta con una personalizzazione spinta, ma tre schermate con relativi sottomenù dedicati alle sole unità sinceramente ci sono sembrate troppe. Dalla prima si gestisce l'inventario, equipaggiando il bottino raccolto e distribuendo i punti forza, agilità, destrezza e resistenza che governano le capacità dei soldati. La navigazione non è complicata, ma poco immediata perché la maggior parte delle icone si somiglia e per distinguere gli oggetti di rilievo ci si deve affidare ad una semplice cornice di colore diverso. La seconda e la terza riguardano le abilità: quelle specifiche per tipologia di arma e quelle generali come riflessi, robustezza, postura di combattimento (con alberi cha arrivano ad avere due livelli di ramificazioni).
Nel gioco di Creative Forge non esistono le classi, sicché è possibile creare un arciere spadaccino o un mago con ascia. I punti si guadagnano in base a ciò che si brandisce, quindi se in una battaglia viene utilizzato solo lo slot di attacco con la spada, quello sarà l'unico ramo che guadagnerà punti. Abbiamo volutamente tenuto per ultimo il capitolo magie, perché se quello che abbiamo descritto fino ad adesso vi è parso complicato, per padroneggiare gli incantesimi serve un manuale di fisica nucleare. Si dividono in due macro-categorie (quelli che espellono e quelli che assorbono), e per ciascuno ci sono la bellezza di 24 modificatori. Sulla carta le combinazioni sono entusiasmanti, ma all'atto pratico l'impegno richiesto per la creazione di una magia non viene adeguatamente ricompensato dagli effetti durante la battaglia.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10
- Processore: AMD Ryzen 7 2700X
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 2080
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7, 10
- Processore: i5-7200
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: Nvidia MX150
- DirectX: Versione 9.0
- Memoria: 11 GB di spazio disponibile
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 7, 10
- Processore: i7-7700
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda video: Nvidia GTX 760
- DirectX: Versione 9.0
- Memoria: 11 GB di spazio disponibile
Mouse alla mano
Tutto quanto descritto sinora dovrebbe aver spaventato la maggior parte dei lettori, eppure Forged of Blood riesce spesso ad essere divertente. La strategia a turni, pur non raggiungendo minimamente il livello di profondità del peso massimo XCOM, impegna senza risultare banale. Non mancano però degli scivoloni dovuti a un livello di difficoltà a volte sbilanciato: già alla quarta battaglia siamo stati costretti a ricaricare il gioco diverse volte prima di avere la meglio su un gruppo di contadini inferociti (teoricamente facili da abbattere), prima di capire che l'unica strategia possibile per avere la meglio era quella di barricarsi dietro a una casa ed aspettare che venissero a farsi massacrare. Stesso ragionamento per un branco di mostri che ci ha assalito nel mezzo di un bosco: anche in questo caso c'è stata una sola tattica per sconfiggere le soverchianti forze avversarie. L'impressione che abbiamo avuto è che, a dispetto della esagerata profondità delle unità, ci siano dei momenti in cui l'unica opzione è la ritirata, quantomeno a livello normale.
La realizzazione tradisce le ristrettezze del budget, con alcune scelte di design discutibili. Tra tutte lo spostamento della telecamera, affidato ai tasti WASD e non al mouse, e la visualizzazione del reticolato che, non essendo permanente, a volte scompare impedendo di capire fino a che punto si possano muovere le pedine; inoltre la visuale isometrica è scarsamente utilizzabile perché inquadra una porzione troppo piccola dello schermo. In questo modo si finisce per utilizzare quasi sempre l'inquadratura dall'alto che non è altrettanto dettagliata e non fa capire bene la linea di tiro. A questo aggiungiamo la scarsa interattività con gli oggetti e le quasi assenza di coperture, i campi di battaglia molto piccoli e spesso realizzati in modo amatoriale, e ci chiediamo se veramente fosse necessaria la forza bruta del motore di Epic Games per realizzare un titolo che nel complesso non riesce ad emergere dal confronto con altri giochi indie. Per completare la prima partita sono richieste circa 15 ore, ma è presente una buona rigiocabilità.
Conclusioni
Un gioco troppo ambizioso che si perde in schermate e statistiche ridondanti soffocando l'immediatezza della parte gestionale e lasciando colpevolmente in secondo piano la parte grafica. Tanti difetti che possono essere digeriti solo dagli insaziabili degli strategici a turni, quelli che possono tranquillamente passare sopra ogni difetto pur di farsi una partita a un esponente del genere.
PRO
- Scelte morali che influenzano la storia
- Sistema di crafting della magia entusiasmante a livello teorico
- Le possibilità di personalizzare il party sono infinite
CONTRO
- Nella pratica sono pochi i party davvero utili
- Interfaccia confusionaria e poco intuitiva
- Grafica decisamente approssimativa