Sono passati tre anni da quando abbiamo salutato le principesse di Arendelle: Elsa, dopo essere diventata regina e aver fatto pace con la propria magia, sembra serena. Certo, mai come Anna, che, forte dell'amore di Kristoff e della compagnia del pupazzo di neve Olaf, vede fiori, cuori e arcobaleni ovunque.
Il regno dunque prospera. Anna forse si sposa. Elsa ha un vestito più bello dell'altro (per non parlare della sua camicia da notte). Olaf ama sempre i caldi abbracci ma è maturato, diventando quasi un filosofo. Tutto va per il meglio. Almeno fino a quando una voce melodiosa e misteriosa, proprio come quella di una sirena, comincia a chiamare insistentemente la regina di Arendelle.
Nelle sale italiane dal 27 novembre, Frozen 2 - Il segreto di Arendelle, di cui leggete la recensione, vede alla regia di nuovo la coppia formata da Chris Buck e Jennifer Lee (che nel frattempo è diventata direttrice creativa della Walt Disney Animation Studios, sostituendo John Lasseter), arriva a sei anni di distanza dal primo capitolo e si porta dietro un'eredità pesante.
Elsa, Anna e i segreti di famiglia
Liberamente ispirato alla fiaba La regina delle nevi di Hans Christian Andersen, Frozen - Il regno di ghiaccio ha vinto ogni premio possibile, tra cui: due Oscar, quello per il miglior film d'animazione e per la miglior canzone (ovviamente Let it go, che in Italia è diventata All'alba sorgerò), Golden Globe, BAFTA e Grammy. Non solo: è anche diventato il film animato dal maggior incasso di sempre (superato quest'anno da Il re leone). E stiamo parlando soltanto del botteghino: se vi siete guardati intorno in questi sei anni, vi sarete sicuramente accorti che la passione per Frozen non si è mai placata. Bambine vestite da Anna ed Elsa spuntano fuori a ogni Halloween e Carnevale, il peluche di Olaf è ormai un regalo classico a Natale, per non parlare di quaderni, penne, tovagliette (e qualsiasi prodotto vi venga in mente) su cui sono stati stampati fiocchi di neve e personaggi del film.
A fronte di un successo commerciale così evidente, il secondo capitolo di Frozen sicuramente non è mai stato messo in discussione: era soltanto questione di tempo. Tra i due film, per tamponare l'attesa, c'è stato il corto Frozen Fever (mai titolo fu più appropriato), dai colori e temperature più caldi, ma con Frozen II - Il segreto di Arendelle si torna a fare sul serio e a vedere il ghiaccio. Questa volta le due sorelle non devono affrontare il classico antagonista, ma cercare dentro se stesse e il proprio passato per scoprire cosa è successo ai loro genitori. Dal primo film sappiamo che i due regnanti di Arendelle sono morti in un naufragio. Sarà davvero così?
Un film che punta ai bambini (e al merchandise)
Il primo Frozen è entrato nella storia del cinema non solo per il successo di pubblico e critica (e per una canzone che, una volta che la ascolti, non riesci più a levartela dalla testa per giorni), ma anche perché ha presentato un modello diverso di racconto. Le principesse diventano presto l'una la salvatrice dell'altra: una storia di sorellanza, in cui ogni protagonista è un'eroina a modo suo, chi per i poteri magici, chi per la generosità d'animo, ma diventano entrambe davvero potenti quando cominciano a lavorare insieme, formando una squadra vincente. Una storia lontana anni luce dallo stereotipo della "donzella in difficoltà", o della donna che aspetta il principe per essere salvata.
Grazie a questo rapporto speciale Frozen ha conquistato sia bambini che adulti, diventando immediatamente un classico. Frozen II - Il segreto di Arendelle mette invece subito in chiaro che questa volta si sta rivolgendo soprattutto ai più piccoli e lo fa assumendo quasi una struttura da "racconto della buona notte": la prima mezz'ora consiste infatti in una serie di veri e propri spiegoni, in cui a rotazione vengono elencati usi e costumi di diverse popolazioni, l'origine degli elementi naturali, la costruzione di una diga e così via. C'è perfino il riassunto del capitolo precedente da parte di Olaf (per fortuna divertente). I bambini apprezzeranno, gli adulti faranno fatica.
Una colonna sonora non all’altezza
Purtroppo questo schema a scene separate, che poco si amalgamano tra loro, continua per tutto il resto del film: i personaggi si separano e si isolano sempre di più, ognuno col suo momento e la rispettiva canzone, trasformando presto la pellicola quasi in un musical teatrale, che a Broadway sarà sicuramente bellissimo, ma sul grande schermo invece perde coerenza e ritmo.
E veniamo alle vere note dolenti, in senso letterale: se la colonna sonora di Frozen è la forza trascinante del film, lo stesso non si può dire di quella di Frozen 2. Questa volta Robert Lopez e Kristen Anderson-Lopez sono decisamente meno ispirati: non solo non sono riusciti a comporre un brano forte come Let it go, ma ogni singola canzone è poco trascinante, poco memorabile e anonima. Per una volta ci sentiamo di dire con certezza che non è colpa del doppiaggio italiano (anche perché Serena Autieri e Serena Rossi hanno fatto di nuovo un ottimo lavoro con Elsa e Anna): Let it go ti entrava in testa anche come All'alba sorgerò.
Senza delle canzoni potenti a distrarci, Frozen 2 - Il segreto di Arendelle svela presto il suo sortilegio, rivelandosi per quello che è: una macchina perfetta per fare soldi. A ogni cambio d'abito di Elsa e Anna non abbiamo potuto fare a meno di pensare al corrispettivo Funko Pop! che arriverà nei Disney Store (nel caso prenotiamo già quello di Elsa con il cavallo d'acqua, grazie). Quando vedrete una deliziosa barchetta di ghiaccio vi domanderete immediatamente se rispunterà in qualche attrazione a Disneyland Paris o Disneyworld. Forse siamo noi a essere degli adulti cinici e senza cuore, ma, volendo ridurre il film a una formula matematica, ci è sembrato che al crescere della magia di Elsa diminuisse, in modo inversamente proporzionale, quella del film.
Conclusioni
Multiplayer.it
6.5
A sei anni di distanza dal primo, fortunatissimo, capitolo, Frozen 2 - Il segreto di Arendelle torna a raccontare le avventure della regina Elsa, di sua sorella, la principessa Anna, e del pupazzo di neve Olaf. Questa volta una voce misteriosa chiama la regina di ghiaccio, che scoprirà molte cose del suo passato. Meno ispirato (soprattutto musicalmente) di Frozen, questo sequel piacerà molto ai bambini e poco agli adulti, che, a ogni abito cambiato dalle due protagoniste, non potranno fare a meno di pensare a tutti i corrispettivi Funko Pop! che arriveranno nei negozi.
PRO
- Ritrovare personaggi a cui ci si è affezionati è sempre un piacere
- L'animazione del cavallo d'acqua è bellissima
- I vestiti delle due protagoniste si candidano già da ora a fare tendenza tra i cosplayer
CONTRO
- La storia è un pretesto esilissimo
- La colonna sonora è anonima
- Non c'è il cuore del primo film