17

Glass, la recensione

Glass: M. Night Shyamalan chiude (o forse no) la sua trilogia sui supereroi, realizzando un "anti-cinecomic", più statico e cerebrale dei film sugli eroi a cui siamo abituati, ma non per questo meno affascinante. Ecco la nostra recensione interattiva.

RECENSIONE di Valentina Ariete   —   22/01/2019

Tony Stark si avvicina al microfono, guarda i foglietti su cui ha scritto il suo discorso di circostanza e poi, osservando la stanza piena di giornalisti, dice: "La verità è che io sono Iron Man!". E il pubblico va in delirio. Finisce così Iron Man, primo film del Marvel Cinematic Universe, con protagonista un Robert Downey jr. così pieno di carisma da reinventare lo stesso personaggio dei fumetti. In dieci anni questo stile sfrontato, chiassoso e divertente ha plasmato pubblico e mercato (tanto da mandare in crisi la concorrente Warner Bros., che, salutato Christopher Nolan e il suo Batman, si è trovata con un gruppo di supereroi cupi, meno facili degli eroi dal sorriso smagliante e le armature colorate della concorrenza) ed è diventato un fenomeno mondiale: lo stile "alla Marvel" adesso impera, tanto che ha contagiato anche Star Wars.

Glass Movie Dhmi2Cp

Se amate gli ammiccamenti degli Avengers, il loro essere i primi della classe, Glass non è il film per voi. Nelle sale italiane dal 17 gennaio, il terzo capitolo della trilogia di M. Night Shyamalan, che arriva dopo Unbreakable e Split, si concentra su degli eroi che in apparenza non hanno nulla di speciale, che non hanno risposte, ma si pongono (e pongono) molte domande, prima tra tutte forse la più difficile: chi sono? Se lo chiedeva già diciannove anni fa David Dunn (Bruce Willis) in Unbreakable, dove, unico sopravvissuto a un incidente ferroviario, comincia a prendere coscienza della sua forza fuori dal comune; se lo chiede Kevin Wendell Crumb (James McAvoy) in Split (il sequel inaspettato, camuffato da thriller, che rivela la sua natura soltanto negli ultimi secondi finali), serial killer dalle personalità multiple, più di venti, costrette a convivere nello stesso corpo; e lo chiede la dottoressa Ellie Staple (Sarah Paulson) a Dunn, Crumb ed Elijah Price, alias Mr. Glass (Samuel L. Jackson), mente geniale in un corpo fragilissimo, che, dopo aver cercato di convincere David della sua natura speciale in Unbreakable, si ritrova chiuso insieme agli altri due in un istituto psichiatrico in Glass.

Glass Movie Characters M7Mikct

Le domande che Shyamalan si pone sono diverse, ma prima di tutto ne facciamo una a voi: avete visto Unbreakable e Split? Se la risposta è no, fermatevi qui e tornate una volta recuperati. Se la risposta è sì, è arrivato il momento di scegliere: siete pronti a farvi sedurre da un film sui supereroi senza supereroi? Se la risposta è sì, proseguite al paragrafo 1. Se la risposta è no, andate dritti al 6.

1 - Benvenuti nella mente di Glass

M. Night Shyamalan era al secondo film quando ha realizzato Unbreakable: veniva dal successo clamoroso di Il sesto senso e, nel 2000, ha avuto la fortuna di poter fare il film che voleva, una storia di supereroi camuffata da thriller, dai ritmi dilatati, dedicato soprattutto agli appassionati di fumetti, col tempo diventato un cult. Diciannove anni dopo, molte cose sono cambiate: i cinecomics ormai sono amati da tutti, grandi e piccoli, appassionati di fumetti e non, escono a cadenza quasi mensile (se si considerano anche le serie tv) e sono un business che ormai sembra inarrestabile. L'ambiente è quindi cambiato e anche la storia personale del regista ha vissuto alti e bassi: dai grandi fasti degli esordi si è passati ad abissi incredibili (qualcuno ha detto After Earth?), cadute ripetute (anche L'ultimo dominatore dell'aria non è uno dei suoi film migliori) e rinascite inaspettate, prima con The Visit e poi (soprattutto) con Split. Il film, thriller con sfumature di sovrannaturale, che anche visto da solo è perfetto, ha riabilitato Shyamalan, che finalmente ha potuto chiudere la trilogia sugli "eroi operai" cominciata quasi vent'anni fa. Ad arrivare in suo aiuto la Blumhouse di Jason Blum, che gli ha fornito un budget di 20 milioni di dollari.

Glass Movie Samuel L Jackson

Come realizzare dunque un film sui supereroi con soli 20 milioni a disposizione, in un mercato in cui ormai il più modesto dei cinecomics viaggia sempre sui 100? La domanda è diventata la risposta: Glass, che non a caso si chiama così, è un film che si interroga sulla sua natura, su come il mondo cambi la percezione di noi stessi, tendendo a farci credere di essere qualcosa che non siamo, spingendoci a uniformarci al pensiero comune. Shyamalan invece non ci sta e realizza un film che, come i suoi protagonisti, è immobile, incerto, frammentato: lo smarrimento di Mr. Glass, David e Kevin è palpabile e si proietta negli ambienti dell'istituto psichiatrico, le cui stesse pareti sembrano riflettere i pensieri dei personaggi. Ma non bisogna farsi ingannare: citando un altro personaggio dei fumetti, Rorschach, Mr. Glass, ormai ridotto a uno stato catatonico, non è rinchiuso in un manicomio con gli altri: sono gli altri (e gli spettatori) a essere rinchiusi con lui. Se siete incuriositi andate al punto due. Altrimenti andate al punto 6, ma prima passate per il punto 5.

2 - “Una vera meraviglia”

Figlio di un neurologo, M. Night Shyamalan ha dichiarato più volte che, se non facesse il regista, sarebbe sicuramente diventato un dottore come suo padre. Con Glass ha dato sfogo a tutta la conoscenza e la cultura scientifica che deve aver accumulato da bambino: come scrive Antonio Damasio, celebre neuroscienziato, nel libro "L'errore di Cartesio", il famoso filosofo, quello della frase "cogito ergo sum" (penso dunque sono), ha sbagliato tutto. Così come la religione cattolica: per lo scienziato separare il concetto di anima (e mente) da quello di corpo è un'assurdità. Le nostre emozioni, per quanto le crediamo astratte, sono in realtà frutto di reazioni chimiche e impulsi nervosi e a loro volta creano diverse reazioni corporee. Scientificamente parlando, è impossibile separare il concetto di mente da quello di corpo, perché sono strettamente interconnessi. E Shyamalan sembra realizzare proprio un trattato per immagini su questo con i suoi personaggi: anche se sono immobili, i loro pensieri creano situazioni, le loro intenzioni e dubbi hanno una proiezione reale, non solo negli ambienti, ma anche nei colori (ognuno ha infatti la sua tonalità caratterizzante).

Bruce Williss Glass Movie

Dave è il braccio che ha una direzione, per questo è l'eroe, mentre Elijah è la mente senza corpo, che non può agire e parlare ma ha tutto chiaro in testa, mentre Kevin è la forza muscolare senza scopo, che parla parla ma in fondo non dice nulla di concreto. È facile capire chi cercherà quindi l'aiuto di chi. Fuori c'è l'ambiente esterno, rappresentato dalla dottoressa che vuole portare i fatti, l'ordine, la chiarezza, vuole annullare ogni possibilità di meraviglia. Mr. Glass invece, per tutto il film, è alla ricerca costante di "una vera meraviglia" (in originale: "a true marvel", non è certamente un caso, e fa sorridere che a dirlo sia l'interprete di Nick Fury), sognata, anticipata, ma che forse non arriverà mai, così come per il film e lo spettatore. Ma non importa: la vera meraviglia è l'atto di fede, è la voglia di stabilire un contatto anche quando nessuno vuole ascoltare e vedere, è il desiderio di essere riconosciuti e di sentirsi finalmente parte di un tutto. Mr. Glass è il portavoce di questo e non può che essere anche l'alter ego del regista, che cerca di darci emozioni e di meravigliarci senza necessariamente ricorrere a effetti speciali sbalorditivi. Se continuate a essere incuriositi, andate avanti al punto 3. Se non ci avete capito nulla (è difficile parlare di questo film senza fare spoiler, siate clementi) andate al 6, ma prima passate per il 5.

3 - L’occhio di Shyamalan

Glass Directed By M Night Shyamalan

Con solo 20 milioni a disposizione e un cast eccellente, Shyamalan dimostra che non servono budget esorbitanti per realizzare un buon film: il suo gusto per l'inquadratura è innegabile e quello che riesce a fare con gli spazi è incredibile, arrivando a far quasi "sbattere le palpebre" all'istituto psichiatrico quando le porte delle celle dei protagonisti si aprono nello stesso momento permettendo loro di guardarsi. Anche l'uso dei colori è interessante: il verde è quello di Dunn, l'eroe, che porta speranza, il giallo è quello malato e allucinato di Kevin, il cui io è sempre più frammentato, il viola quello seducente e misterioso di Mr. Glass, mentre in territorio neutro, quando c'è la dottoressa a fare da tramite, le pareti diventano di un rosa soffocante. Il mondo esterno è invece quasi grigio rispetto al manicomio: la realtà è molto meno polarizzata. Se non si è pronti a seguire Shyamalan nelle sue macchinazioni convolute, tutto questo virtuosismo estetico, questa ambizione, alla lunga possono mettere alla prova, ma abbiate fede: sembra che non stia succedendo niente, invece sta accadendo tutto. Se vi siete persi completamente, rivediamoci alla fine del tunnel al punto 6, ma prima passate per il 5. Se invece siete insospettabilmente ancora con noi, proseguite al 4.

4 - “Siamo nell’universo”

Glass Film Sarah Paulson

L'inizio di Glass è promettente, la parte centrale è una sfida, il finale è emozionante: anche se alcuni passaggi vi sono sembrati assurdi, se non avete condiviso molte scelte del regista, il finale non può non emozionarvi, almeno un pochino. Anche se "la vera meraviglia" potrebbe non manifestarsi mai, a rendere tutto emozionante sono le ancore emotive dei protagonisti: sì perché David, Kevin e Mr. Glass anche se si sono persi, anche se non sanno più chi sono, hanno rispettivamente il figlio (Spencer Treat Clark, lo stesso attore che interpretava Joseph Dunn in Unbreakable, una finezza), la donna di cui sono innamorati (Anya Taylor-Joy, che riprende il ruolo di Casey) e la madre (Charlayne Woodard) a ricordare loro chi sono e che hanno un motivo per vivere, nonostante tutto: quel legame "è nell'universo" e nessuno lo potrà spezzare. E poi c'è l'universo del film: siamo sicuri che sia finita qui? Mr. Glass in Unbreakable dice che ha causato molti incidenti, ha passato tutta la sua vita a trovare degli eroi: potrebbe essere un nuovo inizio, o si è tutto concluso con la follia di tre persone particolari? Siamo anche noi in preda a un delirio, come ci direbbe la dottoressa Staple, oppure l'universo degli eroi shyamalaniani potrebbe continuare? Ci fermiamo qui per non cadere in un crimine spregevole, lo spoiler. Oh, ormai siete arrivati fino a qui, finite tutto.

Glass Movie Joseph Casey Mrs Price

5- Uno, nessuno e centomila McAvoy

Che il ritmo lento di Glass vi abbia messo alla prova o no, che abbiate trovato ridicoli alcuni passaggi o battute, che vi siate letteralmente addormentati o che semplicemente vi sia sembrato un buon prodotto ma non un gran film come Ubreakable e Split, una cosa è innegabile: James McAvoy riscrive il concetto di animale da palcoscenico. Già incredibile nel film dedicato interamente al suo personaggio, qui la sua padronanza delle venti e più personalità è impressionante: l'attore scozzese riesce infatti a cambiare voce, mimica facciale e postura in pochissimi secondi, rendendo immediatamente riconoscibile ogni personaggio, con una fluidità che lascia a bocca aperta. Oltre alla severa e irresistibile Patricia, all'ingenuo Hedwig e alla Bestia, in Glass c'è spazio anche per qualche nuova conoscenza, come il professore di cinema giapponese (dagli anni '50 ai '70, mi raccomando). Una chicca che farà sorridere gli appassionati di cinema più duri e puri.

James Mcavoy Glass

6 - Fuggite, sciocchi!

Cerebrale, volutamente intricato e soffocante, Glass non fa per voi. Rivedetevi Avengers: Infinty War, è meglio.

Conclusioni

Multiplayer.it

7.5

M. Night Shyamalan conclude (forse) la sua trilogia sui supereroi con un capitolo che prende il genere cinecomic a cui siamo abituati e lo ribalta, rinunciando a ritmo incalzante e scene spettacolari, chiudendo i suoi personaggi in un manicomio, che simboleggia l'incertezza che avvolge le loro menti, frammentandone i pensieri così come le loro azioni, chiedendo allo spettatore di unire i pezzi e di fare un atto di fede, così da "entrare insieme nell'universo".

PRO

  • Il gusto di Shyamalan per l'inquadratura è sempre unico
  • James McAvoy è di una bravura mostruosa
  • Il finale è commovente e potrebbe aprire sbocchi interessanti

CONTRO

  • Se non avete visto Unbreakable e Split è molto difficile seguire Glass
  • Il ritmo dilatato, soprattutto nella parte centrale, metterà in difficoltà molti
  • Shyamalan per questo film sceglie l'anticlimax e potrebbe deludervi