La serie Deponia ha ormai un nome altisonante all'interno del mercato videoludico. È vero che si tratta di avventure punta e clicca in pieno stile Lucasarts anni '90, ma nonostante questo i tedeschi di Daedelic sono stati in grado di mettere in piedi una tetralogia capace di smuovere parecchi animi.
Questa recensione non fa che analizzare il porting per Nintendo Switch e l'eredità degli ultimi due capitoli usciti in ordine di tempo: Goodbye Deponia e Deponia Doomsday. Se il primo ha rappresentato a tutti gli effetti la fine della trilogia originale per come era stata pensata, il secondo ha rimescolato le carte in gioco, cambiato gli eventi e scombussolato tutte le nostre certezze, per un episodio tanto folle quanto riuscito. A qualche anno dalla chiusura della serie, e consapevoli di uno studio ormai alle prese con progetti certamente più imponenti grazie alla licenza del Signore degli Anelli, facciamo il punto su questa ennesima riedizione.
Goodbye Deponia
Il terzo capitolo dell'iniziale trilogia doveva in qualche modo chiudere una storia folle ma articolata, capace di mettere in scena un centinaio di personaggi diversi e ore e ore di dialoghi assurdi. Per chi non ha idea di cosa sia Deponia non è certo questo il luogo per scoprirlo, ma sappiate in breve che si tratta della storia di Rufus e dei suoi amici alla ricerca della soluzione per raggiungere Elysium. La Terra è infatti ormai un ammasso di immondizia e i grandi possidenti si sono rifugiati su di un idilliaco luogo costruito nel cielo e che, inizialmente, doveva fungere solo da riparo temporaneo.
Dopo un primo capitolo all'insegna della demenzialità e dei puzzle senza una logica, Deponia si è sempre più avvicinato ad una formula vincente, fatta di dialoghi brillanti e ironici (anche se non adatti a tutti i palati) e in grado di inframmezzare una storia più adulta di quanto ci si potesse attendere a situazioni buffe e fuori da ogni idea di approccio logico.
Il terzo e fino ad allora ultimo capitolo è stato in grado di lasciare un grande vuoto nei giocatori, rapiti dalle vicende che nella fase finale dell'avventura colpivano al cuore, facendo anche riflettere più del dovuto. Nonostante questo, la decina di ore necessaria a completare il gioco rendevano l'avanzamento pigro nella fase centrale, non riuscendo forse a regalare le stesse sensazioni provate con la crescita della consapevolezza del team durante i lavori sulla seconda iterazione. D'altronde non si può negare la capacità di aver dato un finale degno, seppur non apprezzato all'unanimità, dettaglio questo per niente scontato in un mercato che vede spesso i finali tra i momenti peggiori delle esperienze videoludiche.
Su Nintendo Switch il titolo si presenta bene e si gioca che è un piacere. Chiaro che stiamo parlando di un porting in tutto e per tutto, quindi scordatevi ripensamenti particolari dell'interfaccia o la possibilità di utilizzare il touch screen. Per il resto è difficile non esternare un bel sorriso quando i colori saturi e i disegni fatti a mano di Deponia escono dallo schermo dell'ibrida Nintendo. Proprio la portabilità, soprattutto per un'avventura di questo genere, rappresenta l'elemento interessante e imprescindibile di un'esperienza altrimenti ormai già vista e rivista.
Sotto il profilo tecnico Goodbye Deponia fa quel che deve senza sbalordire ma anche rifiutandosi di scendere a compromessi. Certamente più bello nella sua versione portatile, perde qualche colpo solo quando visto su di un televisore, ma si tratta pur sempre di risoluzione e non di problematiche legate a frame rate e affini. Ci sentiamo di consigliarlo a tutti quelli che abbiano già comprato nei mesi scorsi i primi due capitoli, quantomeno per chiudere e dare un senso all'intera trilogia.
Deponia Doomsday
Che succede quando hai in mano una proprietà intellettuale interessante, ricercata dal pubblico, impossibile da bissare e che non ha del tutto convinto i tuoi fan con il finale pubblicato qualche tempo prima? Dipende chiaramente da che studio di sviluppo sei: potresti decidere di pubblicare il finale via DLC solo perché fortemente richiesto dal pubblico, oppure potresti essere Daedelic e realizzare il fatto che la serie in questione si chiama Deponia.
Il quarto e definitivo capitolo della serie (almeno per ora) è quello che più di tutti richiama ed esclama la follia di base sulla quale si alimenta tutta l'opera. Rimescola le carte e prova a dare giustificazione ad alcuni eventi e a cambiarne degli altri, andando a presentare anche nuovi personaggi che però non riescono a colpire nel segno come accadeva con gli originali. La forza del protagonista Rufus è sempre lì e, anzi, Deponia Doomsday è forse il capitolo della maturazione definitiva dello studio tedesco e del loro stesso personaggio indimenticabile. Nonostante questo è impossibile non percepire un minimo di stanca produttiva, sia nelle situazioni che nei puzzle, che ricercano però più del solito la logica.
Anche il gameplay tenta di innovare il giusto, inserendo dei leggerissimi quick time event e la necessità in alcune situazioni di premere ripetutamente alcuni tasti. Purtroppo queste aggiunte non fanno che confermare quanto detto poche righe sopra, incarnando nella loro essenza tutte le problematiche di un sistema che più che rodato appare addormentato.
Ci pensa fortunatamente una storia ben scritta, pazza al punto giusto e capace di saltare nel tempo e nello spazio con grande maestria a mettere d'accordo tutti, rendendo comunque più che piacevole il ritorno nel folle mondo di Deponia per la decina di ore scarse necessarie a portare a termine l'ultima iterazione. Dal punto di vista tecnico si riconferma quanto già detto per il precedente titolo, senza lasciare adito a particolari criticità e regalando le sue migliori performance in versione portatile.
Conclusioni
Il dittico Goodbye Deponia e Deponia Doomsday su Nintendo Switch chiude un percorso durato diversi mesi durante i quali l'intera tetralogia si è affacciata sull'eshop. Non avremmo disdegnato un pacchetto completo a prezzo ridotto, ma la qualità dei giochi è ancora oggi invidiabile e chiunque non abbia mai goduto della serie di Daedelic potrebbe trovare in quest'avventura quel sapore anni '90 in grado di regalare piacevole nostalgia agli anzianotti e insegnare qualcosa ai più giovani.
PRO
- Deponia è una delle migliori avventure grafiche del nostro tempo
- In portabilità è un piacere per gli occhi e le orecchie
- Una storia riuscita e in grado di far riflettere
CONTRO
- Manca il doppiaggio italiano per il quarto capitolo
- Prezzo non esaltante
- Un pacchetto completo sarebbe stato gradito