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Trepang2, il provato

Un FPS indie sulle orme di F.E.A.R., fisica inclusa: abbiamo provato Trepang2

PROVATO di Luca Olivato   —   14/01/2020

È da diverso tempo che il nobile genere dei first person shooter, eccezion fatta per le IP storiche come Call Of Duty, Doom, Wolfenstein, Far Cry, non vede rinforzi degni di nota tra le sue fila. Per fortuna sembra che la cosa possa cambiare a breve, visto che c'è un piccolo studio, composto solamente da quattro persone (compreso il doppiatore) che è al lavoro su un progetto promettente. Si chiama Trepang2, proprio come il suo sviluppatore, ed è un mix tra F.E.A.R., Thief e, per livello di violenza, Soldier Of Fortune. Realizzato partendo dal motore Unreal 4, è in uno stato ancora piuttosto acerbo ma sufficiente per far toccare con mano le dinamiche degli scontri a fuoco, visto che su Steam la tech demo è liberamente scaricabile.

Fenomeni paranormali

La trama è solo abbozzata e potenzialmente contraddittoria, ma sembra prevedere la presenza di qualche forma di specie aliena. Non si spiegherebbe in altro modo l'attacco alla struttura di isolamento in cui è confinato il prigioniero 106, ossia il giocatore. Nei primi minuti dopo la fuga, con le mani ammanettate, non c'è che da nascondersi negli angoli più bui approfittando che le guardie, colte di sorpresa da un improvviso quanto non identificato attentato, lascino libero il passaggio senza accorgersi della presenza del fuggiasco. Sono frangenti in cui si può essere portati a credere che il titolo di Trepang abbia una certa vocazione stealth, cosa vera solo in parte. Con le mani libere inizia il divertimento vero e proprio, fatto di sparatorie spettacolari e di momenti di fuga in cui si cerca l'anfratto nascosto per ricaricare le armi. Salute e armatura non si rigenerano automaticamente, quindi bisogna cercare di pianificare gli attacchi con la massima precisione possibile. Il ritmo è tenuto sempre alto anche dalla scarsità delle munizioni che impongono di cambiare spesso le due armi che costituiscono, assieme alla granata, l'equipaggiamento del giocatore. L'arsenale, attualmente un po' risicato, è quello tipico degli shooter moderni, con fucili a pompa, mitragliette e pistole, ciascuna caratterizzata da un ottimo feedback.

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Per fronteggiare i nemici il giocatore ha a disposizione tre abilità: la prima è il famosissimo bullet time che rallenta il tempo per qualche secondo permettendo di mirare con più calma nei punti più strategici; la seconda è l'invisibilità ed infine c'è una scivolata letale che permette di mandare a gambe all'aria i cattivi, raggiungendo rapidamente zone distanti. Curiosamente manca il tasto del mirino (col mouse destro, di solito adibito a questa operazione, si sferra un colpo ravvicinato), ma questa assenza si avverte solo all'inizio, prima che i ritmi frenetici prendano il sopravvento. Nei livelli di difficoltà più bassi la possibilità di sfruttare questi effetti in maniera continuativa, unità alla scarsità dei nemici, rende l'esperienza di gioco simile ad una passeggiata al parco; per avere un ottimo tasso di sfida è necessario spostare la tacchetta perlomeno alla quarta (di cinque) posizione, quando diventa necessario usare con parsimonia i pochi secondi concessi alle "agevolazioni". L'intelligenza artificiale è molto valida: i nemici non disdegnano tattiche di accerchiamento e sfruttano anche le bombe per stanare il giocatore, costringendolo ad un continuo movimento per rimanere in vita.

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Livelli

Anche il level design di Trepang2 si dimostra molto interessante, pur rispettando i cliché del genere: in linea di massima ci si sposta da una zona calda all'altra dopo aver percorso dei corridoi desolati, ma, a parte lo scontro finale dove c'è la consapevolezza di trovarsi all'interno di un'arena, gli altri teatri di scontro sono articolati e si sviluppano lungo diverse stanze. Per il momento i programmatori hanno creato una sola location tutt'altro che ispirata sia in tema di ambientazione (si tratta della classica serie di uffici dislocati all'interno di una struttura futuristica in cui non ci sono finestre), sia per il livello di dettaglio. A differenza delle armi e dei nemici si nota chiaramente lo stato arretrato dello stage, in cui sono state utilizzate texture a bassa risoluzione e non ci sono elementi caratterizzanti (manca un'insegna, un soprammobile, un distributore di bibite: c'è solo qualche PC e qualche sedia). Anche il livello di interattività è molto basso perché la maggior parte delle porte è chiusa e non è possibile distruggere elementi dello scenario per stanare i nemici. Il livello di violenza è abbastanza elevato (si possono smembrare gli avversari, colpendoli nei punti giusti), ma non troppo realistico, mentre la colonna sonora fa il suo con un ritmo incalzante che diventa concitato durante gli scontri a fuoco. Il doppiaggio, al momento solo in lingua inglese, è limitato alla voce del direttore del penitenziario ed è assolutamente dimenticabile. Per completare la missione in single player è sufficiente poco meno di un'ora; ad aggiungere divertimento extra ci pensano un paio di scenari per la modalità orda, che a dirla tutta non ci ha convinto come il single player tradizionale.

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Trepang2 si preannuncia come un ottimo progetto, soprattutto considerato che è opera di un paio di programmatori. Le meccaniche di gioco sono valide, bisognerà capire come verrà strutturata la campagna per il single player le cui premesse sono molto interessanti. Se tutti i tasselli dovessero finire al posto giusto potremmo avere tra le mani un degno seguito del primo F.E.A.R.

CERTEZZE

  • Ottima balistica delle armi
  • Azione frenetica e mai banale
  • Buon livello di sfida

DUBBI

  • I livelli meritano un maggior livello di interazione
  • Scenari anonimi e privi di dettagli
  • Servirebbe una maggiore cruenza nelle uccisioni