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Google Pixel 9 Pro XL, la recensione del nuovo smartphone flagship Android

Google prova a giocare d'anticipo sulla concorrenza con la sua nuova serie di smartphone: ecco la nostra recensione di Google Pixel 9 Pro XL, il modello più grande e completo della gamma.

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   26/08/2024
L'intera line-up, con tutti i colori, di Pixel 9 Pro XL
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Per quanto in crescita negli ultimi anni, quella occupata dai Pixel nel panorama degli smartphone Android rimane una nicchia di mercato, che tuttavia il colosso di Mountain View ha evidentemente tutte le intenzioni di espandere. Non è un caso infatti che questa nona generazione di dispositivi abbia visto un raddoppio delle linee di prodotto, con i classici Pixel 9 e Pixel 9 Pro che sono stati affiancati dal pieghevole Pixel 9 Pro Fold (non distribuito nel nostro Paese) e da un quarto smartphone con almeno due marce in più: in questa recensione di Google Pixel 9 Pro XL parleremo dunque del Pixel top di gamma in assoluto, che rispetto al Pro "standard" può contare su uno schermo più grande e una batteria più capiente.

Disponibile al prezzo di listino di 1199€ per la versione da 128 GB, 1299€ per quella da 256 GB, 1429€ per il taglio da 512 GB e 1689€ per quello da 1 TB, Google Pixel 9 Pro XL conferma in pieno la svolta premium inaugurata dalla serie precedente, con cifre che come si vede sono state anzi ritoccate verso l'alto: logico dunque che con un posizionamento da vero e proprio flagship, il nuovo smartphone della grande G sia chiamato ad offrire un'esperienza top di gamma in tutto e per tutto, cercando di rinsaldare i punti di forza storici della gamma e allo stesso tempo andando a colmare le lacune presenti in un prodotto comunque ottimo come il precedente Google Pixel 8 Pro.

Caratteristiche tecniche di Google Pixel 9 Pro XL

Chi si aspettava da Google Pixel 9 Pro XL un cambio di paradigma in termini di dotazione hardware è destinato a rimanere probabilmente deluso; viceversa tutti coloro che sono stati convinti dalla scelta controcorrente di Google di adottare un SoC proprietario fortemente basato sull'intelligenza artificiale, troveranno qui nuove conferme. Il dispositivo monta infatti il nuovo chip Tensor G4 octa core con processo produttivo a 4 nanometri, ultimo step evolutivo del percorso iniziato con Google Pixel 6.

Al di là delle ovvie promesse di prestazioni migliorate rispetto allo scorso processore, fra le caratteristiche del Tensor G4 vanno segnalate una nuova GPU Mali-G715 MC7 e un modem Exynos 5400 più efficiente in termini di ricezione e risparmio energetico. Rientra invece nell'ambito delle conferme il coprocessore Titan M2 già visto nei precedenti modelli e che interviene in tutti i processi che riguardano la sicurezza dei dati.

Aumenta invece la dotazione di RAM, che passa dai 12 GB del modello precedente ai 16 GB attuali, sempre di tipo LPDDR5X e quindi la più veloce disponibile sul mercato. Cambia qualcosa anche in termini di spazio di archiviazione, con i consueti tagli da 128, 256 e 512 GB ai quali si aggiunge dunque una versione da 1 TB: le memorie restano però di tipo UFS 3.1, un formato che già stava molto stretto lo scorso anno alla serie Pixel 8 e la cui riproposizione non può che lasciare l'amaro in bocca.

Nella confezione di Google Pixel 9 Pro XL c'è soltanto un cavo USB-C
Nella confezione di Google Pixel 9 Pro XL c'è soltanto un cavo USB-C

Lato connettività non si registrano grandi scossoni, con il canonico supporto a 5G, GPS, NFC, Wi-Fi 7, e Bluetooth 5.3: come in passato c'è spazio solo per una nanoSIM fisica, quindi eventuali doppie utenze devono passare tramite eSIM.
Scorrendo fra i sensori ritroviamo il termometro introdotto nella generazione precedente, mentre il lettore per le impronte digitali fa il tanto agognato balzo in avanti abbandonando la tecnologia ottica per abbracciare quella ultrasonica.

Parlando infine della dotazione di accessori, nella semplicissima confezione in carta riciclata di Google Pixel 9 Pro XL trova spazio solamente un cavo USB-C. In questo senso, la parsimonia dei grandi produttori (e non) oramai non stupisce più nessuno, ma va considerato l'acquisto a parte di un alimentatore almeno da 37 W se non lo si possiede già.

Scheda tecnica Google Pixel 9 Pro XL

  • Dimensioni: 162.8 x 76.6 x 8.5 mm
  • Peso: 221 grammi
  • Display:
    • OLED Super Actua da 6.8"
    • Risoluzione 1344 x 2992
    • Refresh rate a 120 Hz
    • Luminosità di picco 3000 nit
    • Aspect Ratio 20:9
  • SoC: Google Tensor G4
  • GPU: Mali-G715 MC7
  • RAM: 16 GB di tipo LPDDR5X
  • Storage: 128/256/512 GB o 1 TB di tipo UFS 3.1
  • Fotocamere posteriori:
    • Principale Wide 50 MP, f/1.68
    • Grandangolare Ultra-Wide 48 MP, f/1.7, 123°
    • Tele 5x 48 MP, f/2.8
  • Fotocamera frontale:
    • Principale Wide 42 MP, f/2.2
  • Connettività Wi-Fi: 802.11 a/b/g/n/ac/6e/7
  • Bluetooth: 5.3 con A2DP/LE/aptX HD
  • Sensori: Accelerometro, Giroscopio, Bussola elettronica, Prossimità, Impronta Digitale, Barometro, Termometro
  • Resistenza agli elementi: Certificazione IP68
  • Colori:
    • Grigio creta
    • Rosa quarzo
    • Grigio ardesia
    • Nero ossidiana
  • Batteria: 5060 mAh
  • Prezzo:
    • 16 GB RAM + 128 GB Storage | 1199 €
    • 16 GB RAM + 256 GB Storage | 1299 €
    • 16 GB RAM + 512 GB Storage | 1429 €
    • 16 GB RAM + 1 TB Storage | 1689 €

Design

Anche sul fronte del design, l'obiettivo di Google è chiaramente quello di continuare sulla strada tracciata dai predecessori: per quanto non sia esattamente un best seller, la gamma Pixel ha saputo ritagliarsi nel corso degli anni un look immediatamente riconoscibile, ed è del tutto normale che Google Pixel 9 Pro XL non stravolga certi concetti, pur concedendosi più di qualche variazione sul tema.

Google Pixel 9 Pro XL è più lucido e meno arrotondato del precedente modello
Google Pixel 9 Pro XL è più lucido e meno arrotondato del precedente modello

Prima di soffermarci sull'aspetto del dispositivo, è opportuno fare chiarezza sulla questione delle dimensioni, un aspetto sul quale l'azienda ha (volutamente?) creato un po' di confusione. Google Pixel 9 Pro XL, nonostante il nome faccia intendere il contrario, non è più grande del solito: con misure pari a 162.8 x 76.6 x 8.5 mm per 221 grammi, è sotto questo aspetto quasi identico al Pixel 8 Pro uscito lo scorso anno, mentre è Pixel 9 Pro ad essersi rimpicciolito, adottando il formato della versione liscia che a sua volta non differisce molto dall'equivalente modello del 2023.

Anche se la superficie frontale è praticamente la stessa del predecessore, Google è riuscita ad aumentare leggermente le dimensioni dello schermo da 6.8" andando a rimpicciolire ulteriormente i bordi che sono ancora più sottili. La protezione del display è invece sempre affidata a un vetro Gorilla Glass Victus 2 e il punch hole per la fotocamera è nuovamente al centro del lato superiore.

Sulla cover posteriore di Google Pixel 9 Pro XL si notano le superfici più piatte e la nuova Camera Island
Sulla cover posteriore di Google Pixel 9 Pro XL si notano le superfici più piatte e la nuova Camera Island

Disponibile nelle colorazioni Grigio creta, Rosa quarzo, Grigio ardesia e Nero ossidiana, la cover posteriore di Google Pixel 9 Pro XL è la parte in cui si concentrano le differenze più visibili rispetto alla serie precedente. La superficie, sempre rivestita in vetro Gorilla Glass Victus 2, è più piatta, ma a cambiare è soprattutto il modulo fotocamere, non più inserito in quella fascia che si fondeva con la cornice: ora la cosiddetta Camera Island, pur sviluppandosi sempre in orizzontale nella parte superiore della scocca, è un elemento a parte dalle forme arrotondate e dall'elegantissima doppia finitura, che tuttavia sporge in maniera considerevole.

Il frame in alluminio lucido appare meno arrotondato, dando allo smartphone un aspetto più adulto ma allo stesso tempo dimostrandosi una vera e propria calamita per le impronte. Non cambia anche la disposizione degli elementi, con il lato sinistro che rimane completamente sgombro mentre tasto di accensione e bilanciere per il volume si trovano sulla destra e in basso si posizionano porta USB-C, speaker principale e alloggiamento per una singola nanoSIM.

Display

Quella del display è probabilmente la componente in cui le differenze tra Google Pixel 9 Pro XL e il suo predecessore sono più labili, ma va anche detto che si tratta di una condizione comune a praticamente ogni smartphone che si affaccia sul mercato. Il dispositivo monta dunque uno schermo che ricorda molto quello di Pixel 8 Pro, ovvero un OLED Super Actua da 6.8" con risoluzione 1344 x 2992, rapporto di forma 20:9, profondità di colore a 8-bit e densità pari a 486 PPI.

Il display di Google Pixel 9 Pro XL assomiglia a quello dell'anno scorso, ma è ancora più luminoso
Il display di Google Pixel 9 Pro XL assomiglia a quello dell'anno scorso, ma è ancora più luminoso

Come spesso accade di questi tempi, è la luminosità di picco a spostare l'asticella più in alto rispetto alla generazione precedente, con il pannello di Google Pixel 9 Pro XL capace dunque di esprimere un valore massimo di 3000 nits in HDR: una soglia mai raggiunta prima dagli smartphone della grande G che rende il display perfettamente leggibile in ogni condizione, anche sotto il sole diretto.

Non si registrano invece novità particolari sul fronte della frequenza di aggiornamento massima a 120 Hz e del convincente sfruttamento della tecnologia LTPO che consente di scalare il valore in maniera granulare fino a un minimo di 1 Hz a seconda del contenuto visualizzato: un aspetto che consente un migliore efficientamento energetico anche nell'ottica dell'always on display che, come di consueto, è pienamente supportato.

La tecnologia LTPO del display di Google Pixel 9 Pro XL è molto efficiente
La tecnologia LTPO del display di Google Pixel 9 Pro XL è molto efficiente

Per quanto riguarda lo streaming tramite piattaforme quali Netflix, Prime Video o Disney+, Google Pixel 9 Pro XL spunta le caselle giuste per ciò che concerne la certificazione Widevine L1 e il supporto a HDR10 e HDR10+, garantendo dunque la miglior qualità possibile: peccato però che all'appello manchi anche quest'anno il Dolby Vision.

Fotocamere

Il comparto fotografico è da sempre uno dei piatti forti dell'offerta Pixel, non tanto per una qualità particolare dei sensori quanto piuttosto per il massiccio intervento dell'intelligenza artificiale nelle fasi di scatto e di editing delle immagini. Una tradizione che si rinnova anche su Google Pixel 9 Pro XL, che può contare su un trittico posteriore molto simile a quello della scorsa generazione e formato dunque da una principale da 50 MP, un'ultra grandangolare da 48 e un teleobiettivo 5x da 48 MP. Sale invece di livello la fotocamera frontale, che abbandona i 10.5 MP di Pixel 8 e si presenta con un nuovo sensore da 42 MP.

Un dettaglio della nuova Camera Island di Google Pixel 9 Pro XL
Un dettaglio della nuova Camera Island di Google Pixel 9 Pro XL

Le foto sono oggettivamente di ottima qualità, ma manca un po' quell'effetto wow e quella sensazione di effettiva superiorità che era ravvisabile con i precedenti dispositivi della serie: Google Pixel 9 Pro XL sceglie dunque una strada un po' conservativa, ma nel frattempo la concorrenza non è rimasta a guardare ed è tutto tranne che un'eresia affermare che con altri smartphone Android di fascia alta si possono ottenere immagini di livello superiore.

Sia chiaro, c'è ben poco di cui lamentarsi per il lavoro di tutti e tre i sensori del modulo posteriore in condizioni di luce favorevoli: il livello di dettaglio è notevole, contrasto e gamma dinamica restituiscono un familiare "stile Pixel", l'ultra grandangolare non produce distorsioni e il teleobiettivo convince appieno a 5x e può spingersi fino a 30x in digitale. Funziona tutto bene anche in notturna, ma in questo caso la forbice rispetto ai migliori cameraphone in circolazione si allarga un po' di più, mettendo Google Pixel 9 Pro XL nelle condizione di dover inseguire i rivali più agguerriti.

Si torna invece a raggiungere picchi di eccellenza con la nuova frontale da 42 MP, capace di migliorare la già felice tradizione della gamma con i selfie: fanno il loro graditissimo ritorno l'autofocus e la lente ultra grandangolare per ampliare l'inquadratura, e gli scatti brillano per livello di dettaglio, gamma dinamica e resa dei colori, restituendo soprattutto tonalità della pelle molto verosimili. Non manca ovviamente una modalità Ritratto perfettamente adeguata allo scopo.

Google ha posto grande enfasi sui nuovi strumenti di editing delle immagini basati sull'intelligenza artificiale che si aggiungono al già ragguardevole repertorio sfoderato dalla precedente generazione. Non si può dire che Google Pixel 9 Pro XL non offra pane per i denti di chi si diverte a modificare le proprie foto, anche se i risultati più di qualche volta tradiscono la natura tutto sommato ancora acerba della tecnologia.
Dal menu della fotocamera si può scegliere la modalità Aggiungimi, utile quando non c'è un passante a cui chiedere una foto di gruppo: bisogna scattare la prima foto e poi affidare il compito a un'altra persona mentre ci si posiziona nell'inquadratura, e l'IA farà la magia. I risultati non sono sempre impeccabili, ma quando funziona tutto a dovere l'impatto è notevole.

La modalità Aggiungimi di Google Pixel 9 Pro XL può tornare utile anche per  sdoppiarsi
La modalità Aggiungimi di Google Pixel 9 Pro XL può tornare utile anche per sdoppiarsi

C'è poi lo strumento Foto Nitida che consente di dare una sistemata alla definizione delle foto sfocate, e lo Zoom Migliorato che aggiunge dettaglio agli ingrandimenti (invero non sempre riuscendoci).

È stato poi ulteriormente potenziato il Magic Editor, che già lo scorso anno permetteva agevolmente di spostare interi elementi o cancellare oggetti o persone indesiderate: adesso il software può anche espandere o cambiare l'inquadratura di una foto, modificare la tinta del cielo e persino sostituire qualunque porzione dell'immagine con ciò che viene impartito all'IA tramite prompt testuale (in inglese). Anche in questo caso i risultati oscillano tra il divertente e l'inquietante, alternando soluzioni davvero ben riuscite ad altre molto posticce che mettono in luce tutti i limiti dell'attuale tecnologia.

Come è evidente, Google Pixel 9 Pro XL mette davvero tanta carne al fuoco nella fase post produzione: non è tuttavia più l'unico sul mercato ad avere simili strumenti, e rimane sempre il dubbio che esaurita una fase iniziale di gioco e scoperta gran parte di queste feature siano destinate a passare molto in secondo piano nelle abitudini dell'utenza media.

Il risultato ottenuto chiedendo all'IA di Google Pixel 9 Pro XL di sostituire lo sfondo con quello di un castello medievale
Il risultato ottenuto chiedendo all'IA di Google Pixel 9 Pro XL di sostituire lo sfondo con quello di un castello medievale

Per quanto riguarda i video, Google Pixel 9 Pro XL consente di registrare a un massimo nominale di 8K a 30 FPS, ma si tratta della solita sparata poco utile in termini pratici. A 4K si può scegliere tra 24, 30 e 60 FPS, ma il massimo della stabilizzazione elettronica si ottiene scendendo a 1080p a 30 FPS. La lista di opzioni contempla l'HDR a 10 bit che aumenta gamma di colori, luminosità e contrasto e la modalità Video Boost, che sfrutta l'IA per migliorare la resa di HDR, stabilizzazione e zoom ma richiede di caricare il filmato su Google Foto perché sia elaborato in cloud.

Anche in questo caso vale quanto detto per le foto: la qualità generale è molto buona ma i leader del settore sono diventati altri, anche se non è escluso che qualche aggiornamento software possa migliorare la situazione.

Batteria

Come abbiamo accennato in apertura, uno dei vantaggi più immediatamente apprezzabili di Google Pixel 9 Pro XL rispetto agli altri modelli della gamma sta in una batteria più capiente, che grazie anche alle dimensioni più generose del dispositivo riesce a raggiungere il valore di 5060 mAh: per avere un termine di paragone, Pixel 9 Pro si ferma a 4600 mAh.

Google Pixel 9 Pro XL supporta la ricarica inversa in modalità cablata e anche wireless
Google Pixel 9 Pro XL supporta la ricarica inversa in modalità cablata e anche wireless

Non si tratta di un dato da capogiro in senso assoluto, considerando come la stragrande maggioranza degli smartphone Android attuali si aggiri tra i 5000 e i 5500 mAh e che Pixel 8 Pro lo scorso anno poteva contare su 5050 mAh: anche in questo caso è evidente la "furbata" dell'azienda di Mountain View che ha di fatto rimpicciolito il 9 Pro liscio e reso questo 9 Pro XL più sovrapponibile al modello precedente.
Con una carica completa si arriva a sera senza particolari problemi anche in caso di utilizzo intenso, ma non si notano grandi incrementi nell'autonomia rispetto al modello del 2023 e di conseguenza si è piuttosto lontani dal gruppetto dei migliori.

Parlando di velocità di ricarica, Google Pixel 9 Pro XL supera i 30 W del modello precedente, raggiungendo un massimo di 37 W in presenza di un alimentatore compatibile. Com'è evidente, siamo lontani anni luce dai record del segmento, con Google che si accoda a Apple e Samsung nel rifiuto categorico di inseguire i produttori cinesi su questo fronte, preferendo evitare surriscaldamenti e situazioni di stress che potrebbero incidere sulla longevità della batteria: ciò detto, 30 minuti per recuperare qualcosa attorno al 70% e un'ora e venti circa per riempire il serbatoio sono comunque un discreto biglietto da visita.
Fanno il loro gradito ritorno anche la ricarica inversa (via cavo o anche senza per le periferiche compatibili grazie all'opzione Condividi Batteria) e la ricarica wireless disponibile a un massimo di 23 W.

Videogiochi e prestazioni

Come accaduto per i precedenti modelli della serie, anche Google Pixel 9 Pro XL non usa i videogiochi come un cavallo di battaglia: l'azienda di Mountain View è evidentemente ben conscia come siano altri gli elementi che più stuzzicano l'attenzione dell'utenza interessata ai Pixel, e questo ha delle ripercussioni piuttosto palesi quando si parla di gaming.
Oltre a non trovare praticamente spazio nelle comunicazioni ufficiali di Google, i videogiochi non godono di particolari agevolazioni su Google Pixel 9 Pro XL, non potendo contare su un hardware da flagship in senso stretto e nemmeno su modalità e opzioni dedicate come accade su gran parte degli smartphone Android.

Pur non essendo recentissimo, Diablo Immortal non riesce a girare al massimo della qualità su Google Pixel 9 Pro XL
Pur non essendo recentissimo, Diablo Immortal non riesce a girare al massimo della qualità su Google Pixel 9 Pro XL

Non esiste dunque un'app proprietaria deputata a fungere da hub per il lancio dei giochi (come accade invece in praticamente ogni smartphone Android sul mercato), e anche durante l'azione ludica vera e propria c'è spazio solo per il Pannello di Gioco tipico della versione stock del sistema operativo, ovvero una finestra abbastanza spoglia che consente giusto di eseguire catture o gestire impostazioni relative a notifiche e poco altro. Non ci vuole Sherlock Holmes per capire la timidezza di Google Pixel 9 Pro XL in questo particolare ambito: pesi massimi del calibro di Honkai: Star Rail, Call of Duty: Warzone Mobile, Diablo Immortal o Genshin Impact sono costretti a sacrifici anche importanti per poter girare in maniera fluida, mettendo in mostra limiti piuttosto sorprendenti per un dispositivo di fascia alta.

Come prevedibile date queste premesse, la situazione non migliora quando si vanno a guardare le performance di Google Pixel 9 Pro XL nei benchmark, che confermano il basso profilo del chipset proprietario Tensor rispetto ai valori registrati da smartphone dotati di processori top di gamma.
Su queste pagine abbiamo ribadito più volte che i numeri di questi test valgono fino a un certo punto, ma è innegabile come diventi sempre più difficile accettare risultati tanto modesti da un prodotto con un prezzo (quello sì) da primo della classe: insomma, anche l'utente meno interessato a queste classifiche potrebbe storcere il naso vedendo come i numeri di Google Pixel 9 Pro XL siano inferiori anche del 50% se confrontati con quelli di altri flagship.

Nonostante un nuovo sistema di raffreddamento, Google Pixel 9 Pro XL non migliora particolarmente negli stress test rispetto al modello precedente: anche qui si registra un'evidente tendenza del dispositivo ad andare in thermal throttling sotto sforzo, con cali di performance piuttosto evidenti e una stabilità del sistema che non è certo da record. Bisogna però anche dire che tutti questi discorsi tendono a svanire se si giudica solo l'utilizzo quotidiano, che nella nostra esperienza con Google Pixel 9 Pro XL è stato sempre fluido, scattante e privo di qualsivoglia intoppo, anche se è evidente che in questo caso è il software a prendere in mano le redini della situazione.

Lo stress test di Google Pixel 9 Pro XL mette in luce una certa facilità del dispositivo ad andare in thermal throttling
Lo stress test di Google Pixel 9 Pro XL mette in luce una certa facilità del dispositivo ad andare in thermal throttling

Esperienza d’uso

Come abbiamo già visto, Google Pixel 9 Pro XL è uno smartphone dalle dimensioni non esattamente compatte, che però si tiene in mano senza particolari patemi grazie a un'ottima distribuzione dei pesi. La finitura di scocca e cornice è tuttavia davvero scivolosa, e lo spessore della Camera Island non è proprio irrisorio: per entrambi questi motivi, l'uso di una cover è dunque caldamente consigliato.

Google Pixel 9 Pro XL in compagnia della sua cover ufficiale
Google Pixel 9 Pro XL in compagnia della sua cover ufficiale

Sotto il profilo telefonico tutto funziona a meraviglia, grazie a una ricezione sempre ottima e una qualità dell'audio in chiamata molto soddisfacente sia in capsula auricolare sia in vivavoce.
Parlando di sensori, su Google Pixel 9 Pro XL troviamo finalmente un lettore per le impronte digitali ultrasonico che sostituisce quello ottico dei precedenti modelli, e che si dimostra particolarmente comodo, veloce e affidabile; non cambia nulla invece per il riconoscimento del volto - bidimensionale ma rafforzato dall'intervento dell'IA e del chip di sicurezza - e per il termometro alloggiato a fianco al modulo fotocamere, di nuovo indicato solo per misurare la temperatura di oggetti

Dell'intelligenza artificiale abbiamo già parlato in termini di editing delle immagini, ma è chiaro come il suo apporto si estenda a moltissimi altri aspetti dell'esperienza d'uso di Google Pixel 9 Pro XL. Ritroviamo dunque parecchie feature già note come Cerchia e Cerca - grazie alla quale indicare qualunque cosa su schermo e trovare risultati sul web - oltre a traduzioni di ogni tipo, riassunti di testi e il generatore di sfondi basato su parole chiave. La grossa novità è l'integrazione della nuova IA proprietaria Gemini, presente con un'app dedicata ma richiamabile in qualunque momento tenendo premuto il tasto di accensione.

L'IA proprietaria Gemini in Italia manca di molte feature e non sempre risponde con precisione
L'IA proprietaria Gemini in Italia manca di molte feature e non sempre risponde con precisione

È possibile comunicare con il software sia in maniera testuale che a voce, e la comprensione ci è parsa buona in entrambi i casi: tuttavia, allo stato attuale e nello specifico caso del nostro Paese, Gemini appare come una modalità di fatto incompleta alla quale mancano molte delle funzionalità esclusive di altri mercati e che non ha evidentemente con l'italiano la stessa confidenza che ha con l'inglese. Insomma, non si può dire che per ora ci siano enormi differenze rispetto ai classici assistenti vocali, e la strada sembra ancora piuttosto lunga e nemmeno troppo in discesa considerando come sia cosa certa che in futuro le feature IA più avanzate richiederanno un abbonamento.

Parlando di software in senso più ampio, ritroviamo qui la solita esperienza stock estremamente pulita, fluida e riconoscibile, stavolta con qualche concessione in più alla personalizzazione e con una mano di vernice fresca ad alcune app proprietarie.
È comprensibile maturare un minimo disappunto se si pensa che Google Pixel 9 Pro XL esce con a bordo Android 14, ovvero la stessa versione che debuttò assieme alla serie precedente: la giustificazione ufficiale dell'azienda è che, avendo anticipato l'uscita di questa nona generazione di dispositivi di oltre un mese, Android 15 semplicemente non è pronto e arriverà solo in un secondo momento. Nessuna conseguenza comunque su uno dei pilastri dell'offerta di Google, ovvero un supporto garantito per 7 anni di major update e patch di sicurezza: un autentico unicum in ambito Android, recentemente pareggiato solo da Samsung per la sua gamma flagship.

Conclusioni

Prezzo 1199 € / 1689 €

Multiplayer.it

8.0

Google Pixel 9 Pro XL continua dritto sulla sua strada puntando su un design ormai caratteristico, un comparto fotocamere di alto livello e su una netta preferenza nei confronti delle routine di intelligenza artificiale rispetto alla pura potenza di calcolo. È indubbio come l'ultimo smartphone dell'azienda di Mountain View sia un prodotto ottimo sotto tanti punti di vista, ma se si allarga un po' lo sguardo sull'intero panorama Android le cose assumono proporzioni un po' diverse. All'aumento dei prezzi di listino non sembra dunque essere corrisposto un altrettanto significativo upgrade tecnologico: che il Tensor G4 non fosse un mostro di potenza si poteva intuire, ma notare come Google si sia fatta affiancare dai competitor nei suoi tradizionali terreni di conquista (su tutti fotografia e intelligenza artificiale) toglie obiettivamente un po' di smalto a questa nuova serie. Occhio alla concorrenza, insomma, anche a quella interna: Pixel 8 Pro si trova facilmente a quasi metà del prezzo del nuovo modello...

PRO

  • Design ancora più pregiato e maturo
  • Funzionalità IA sempre più presenti
  • Display e fotocamere di ottimo livello
  • 7 anni di aggiornamenti

CONTRO

  • Non primeggia in nessun ambito particolare
  • Prezzi aumentati ulteriormente
  • Poco adatto a chi cerca gaming o prestazioni
  • Diverse feature IA attualmente non disponibili in Italia