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Hotshot Racing, la recensione

Dopo una lunga gestazione, Hotshot Racing raggiunge il mercato cercando di riportare sulla cresta dell'onda il feeling tipico dei racing game arcade dei primi anni '90.

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   16/09/2020

Se avete avuto la fortuna di essere videogiocatori durante i primi anni '90 vi siete goduti uno dei periodi più esaltanti dell'intera storia del divertimento elettronico. La recensione di Hotshot Racing è quindi un punto di partenza per ripercorrere il viale dei ricordi, perché il richiamo a quel periodo storico e nello specifico ai racing game arcade di SEGA è ben più che evidente: si tratta infatti non solo di una citazione, ma di un vero e proprio tentativo di ripescare il lessico ludico di - principalmente - Virtua Racing, ma anche Daytona USA e Ridge Racer di Namco. Un'idea non necessariamente originalissima, visto che già recentemente Horizon Chase aveva tentato qualcosa di simile, andando però a collocarsi più vicino ad Out Run. In ogni caso Hotshot Racing, già conosciuto durante lo sviluppo col nome di Racing Apex e sviluppato dagli inglesi di Lucky Mountain Games in collaborazione con i più famosi Sumo Digital, è arrivato sul mercato generando la sincera attenzione di molti ex frequentatori di sale giochi. D'altra parte, riportare ai giorni nostri quel feeling rinfrescandolo e rinnovandolo con le tecnologie attuali dovrebbe essere la ricetta per un successo assicurato... o no?

Un gameplay che non convince

Il primo impatto con Hotshot Racing è evidentemente eccitante soprattutto grazie alla componente artistica, basata su uno stile low poly parecchio stiloso basato sui poligoni nudi, che omaggia il glorioso passato senza apparire però eccessivamente vintage: una buona combinazione che si lascia apprezzare quasi sempre, seppur con qualche passo falso come ad esempio alcune sezioni dei tracciati più povere e anonime o piuttosto spostando l'attenzione sul design dei piloti, banalotto e per nulla incisivo. Ognuno degli 8 personaggi selezionabili ha accesso a 4 auto esclusive tra le quali scegliere, che si differenziano per i classici valori di velocità, accelerazione e derapata. In realtà all'atto pratico le differenze tra i vari bolidi sono meno palpabili di quanto sarebbe lecito attendersi e, complice anche un gameplay molto semplicistico e diretto, che non lascia molto spazio all'approfondimento e alle sfumature.

Hotshot Racing 2

L'idea di fondo degli sviluppatori è evidentemente quella di dar vita ad un racing game molto accessibile, con una curva di apprendimento praticamente nulla: chiunque abbia un minimo di esperienza col genere non troverà alcuna difficoltà ad affrontare i circuiti premendo a fondo il gas, dosando le derapate durante le curve e eventualmente spendendo il turbo raccolto proprio grazie ad esse nell'apposita barra. Il modello di guida è piacevole, seppur in realtà un po' troppo naif anche tenendo ben presente le intenzioni del team inglese: la semplicità del modello fisico, la leggerezza delle auto quasi indifferenti all'inerzia e la classica intelligenza artificiale ad elastico rendono le gare un po' tutte uguali tra loro, con l'unica differenza generata dalla maggiore combattività degli avversari ai livelli di difficoltà superiori. I tracciati poi, pur con alcuni interessanti picchi di track design, mancano in verticalità, rendendo ancora più forte la sensazione di ripetitività di cui sopra. In tutto sono 16, non proprio un numero da record. Essendo pochini sarebbe stato lecito attendersi una particolare cura nella loro realizzazione, ma invece è difficile trovare passaggi memorabili. Insomma in buona sostanza Hotshot Racing conquista al primo sguardo, ma la conoscenza più approfondita mette in luce difetti e imperfezioni che raffreddano la storia d'amore piuttosto rapidamente. Per completare la modalità principale è necessario portare a termine i 4 singoli campionati strutturati con la classica classifica a punti, ognuno composto da 4 differenti tracciati, in tutti e 3 i livelli di difficoltà. A parte la maggiore aggressività degli avversari non ci sono differenze di sorta, ulteriore fattore di stanca sul medio periodo.

Hotshot Racing 3

In Multiplayer è meglio

Dove Hotshot Racing tenta di rifarsi è nei contenuti di contorno, a cominciare dalla possibilità di sbloccare elementi extra spendendo la valuta guadagnata con le proprie vittorie. Ennesima fonte di dispiacere sta però nel constatare che questi non sono miglioramenti delle prestazioni dei mezzi o abilità speciali dei piloti, che senza dubbio avrebbero fornito un fattore di concreto e tangibile stimolo alla progressione, bensì semplici variazioni cosmetiche alle livree delle auto o all'abbigliamento dei piloti senza nessun tipo di incidenza nelle performance. Considerando che in nessun caso si tratta di modifiche particolarmente incisive o attraenti, è facile capire come anche questa porzione di gioco lasci diverse perplessità. Più convincente è, per fortuna, la lista delle modalità disponibili, che per il single player aggiungono al campionato appena descritto anche le prove a tempo e le gare singole. Nel multiplayer di ciccia ce n'è anche di più, a partire dalla possibilità di giocare in locale in split screen fino a 4 e che ben si sposa con l'atmosfera anni '90 del titolo: quando il gaming online era un'idea da visionari, era proprio nel salotto di casa che si chiamavano gli amici per sfidarsi tutti di fronte alla stessa tv. Ovvio che in questo modo, soprattutto su schermi non molto grandi, si possa faticare un po', ma rimane una sensazione quasi emozionante per i giocatori meno giovani, e più in generale una modalità ben poco comune oggigiorno. Esistono poi un paio variazioni sul tema, chiamate Guardie e Ladri e Corri o Esplodi che danno un po' di fiato in più al prodotto, offrendo l'occasione di buttarsi su qualche alternativa alla corsa tradizionale. Per ultimo c'è infine il multiplayer online fino a 8 giocatori, strutturato in maniera molto elementare ma efficace, che al momento della recensione soffre però di una mancanza di utenti tale da impedire di formulare giudizi più approfonditi.

Hotshot Racing 7

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Multiplayer.it
7.0
Lettori (8)
7.3
Il tuo voto

Hotshot Racing rapisce al primo sguardo grazie all'affascinante ed elegante estetica low poly e agli espliciti richiami all'epoca d'oro dei racing game arcade dei primi anni '90. Purtroppo però il lavoro del team inglese Lucky Mountain Games è troppo superficiale e ingenuo per lasciare un segno concreto: il gameplay è infatti poco appagante e stimolante, che espone il gioco ad una ripetitività marcata fin dalle prime ore. Il trascurabilissimo sistema di sblocco di variabili estetiche non riesce ad aiutare granché, lasciando alla più apprezzabile componente multiplayer, in locale o online, il compito di dare qualche stimolo in più. Un'occasione quindi che si può dire tutto sommato persa, o meglio da consigliare esclusivamente a chi è alla ricerca di un gioco arcade leggero senza troppe pretese con cui passare qualche ora spensierata, preferibilmente con gli amici.

PRO

  • Grafica low poly molto piacevole
  • Accessibile e immediato
  • Buona lista di modalità, soprattutto multiplayer

CONTRO

  • Gameplay fin troppo semplicistico e leggero
  • Elementi solo estetici da sbloccare fondamentalmente trascurabili
  • Track design senza acuti
  • Presto ripetitivo